Il Vangelo è la risposta ai problemi e alle difficoltà della vita


Anziano Perry: Oggi siamo felici di trattare l’argomento di come affrontare, mediante il vangelo di Gesù Cristo, i problemi e le difficoltà della vita con cui ci scontriamo. Nel passato, i nostri presidenti della Chiesa ci hanno dato la grande speranza di poter trovare nel Vangelo le risposte a queste prove e a questi problemi. Quest’oggi, vorrei prenderne in considerazione due. Il primo è il presidente Spencer W. Kimball, che nella conferenza di aprile del 1980, disse: “Lasciate che ricordi a tutti noi che, se mettiamo in pratica il Vangelo e seguiamo i consigli dei dirigenti, potremo evitare molti dei problemi che affliggono il mondo. Il Signore conosce le difficoltà che dobbiamo affrontare. Se osserviamo i Suoi comandamenti, avremo diritto alla saggezza e alle benedizioni del cielo nel trovare una soluzione” (“Un profondo impegno verso i principi dei servizi di benessere”, La Stella , ottobre 1980, 170).

Fratelli e sorelle, so che il Vangelo è vero. È la risposta a tutte le domande e a tutti i problemi della vita che ci troviamo ad affrontare. Ora, il presidente Ezra Taft Benson che, parlando ai missionari, dichiarò: “Vi porto testimonianza che noi conosciamo la risposta alle difficoltà che il mondo attraversa. Sappiamo dove stiamo andando. Siamo sulla strada giusta; e il Signore dirige la Sua opera per mezzo di un profeta di Dio, con speciali testimoni che proclamano la divinità del [nostro] Signore [e Salvatore] Gesù Cristo, che è il Dio di questo mondo, sotto la guida del Padre. In quest’opera non possiamo fallire” (“I segreti del successo del lavoro membro-missionario”, La Stella, aprile 1991, 2).

Con la promessa dei profeti di Dio, è chiaro che la via per mettere in pratica il vangelo di Gesù Cristo nella nostra vita è, per noi, ben segnata. L’anziano Christofferson ed io abbiamo deciso di utilizzare il formato domanda e risposta per presentare e introdurre le tre domande sull’applicazione del Vangelo tramite il servizio, il soccorso e l’onorare le alleanze stipulate. Ovviamente, io farò le domande e l'anziano Christofferson risponderà.

Saranno delle risposte brevi con la speranza che queste domande vi spingano ad approfondire la vostra conoscenza e comprensione. Iniziamo dal servizio. Noi mettiamo in pratica il Vangelo servendo il prossimo come ci ha mostrato il Salvatore durante il ministero della Sua vita. Prima di tutto, dobbiamo capire dove ci colloca il mondo e chi siamo noi. Quindi la prima domanda è: i mormoni sono cristiani?

Anziano Christofferson: Sì. Dunque, Lei ha detto che le risposte alle difficoltà e ai problemi della vita si trovano nel Vangelo e nel metterlo in pratica, che significa seguire gli insegnamenti, i comandamenti e l'esempio di Cristo. Penso che sia grazie a questa condotta e al servizio cristiani che riusciamo a presentare il nostro miglior e più convincente argomento sulla nostra stessa cristianità. So che c'è chi sostiene che noi non impersoniamo la comune definizione di ortodossia cristiana. Pazienza. Ma il nostro esempio dovrebbe sempre essere tale che nessuno possa mai negare che i Santi degli Ultimi Giorni amino il Salvatore. Nessuno possa mai negare che i Santi degli Ultimi Giorni cerchino di emulare il Salvatore. E credo che le nostre azioni ne siano la dimostrazione. Come ha detto il Salvatore: “Voi li riconoscerete… dai loro frutti” (Matteo 7:20). Sono fortunato, tra l’altro, perché vivo proprio in un rione magnifico dove questi sono davvero l'ambiente e il modo di vivere.

Un esempio veloce. Amy ha cinque figli, è in attesa del sesto e durante questa gravidanza è stata molto male. Tiffany ha più figli a casa lei che chiunque altro nel rione. Eppure Tiffany, quando può, si adopera per curare i figli di Amy in modo da darle un po’ di tempo per riposare e recuperare. Questo è un semplice esempio, ma penso che se lo si moltiplica per centinaia o migliaia di volte, si ottiene ciò che per noi significa essere un cristiano.

Anziano Perry: Bene, penso che questa risposta meriti il massimo dei voti. Grazie.

Anziano Christofferson: Grazie.

Anziano Perry: La prossima domanda. Come influisce il servizio sulla nostra vita?

Anziano Christofferson: L’enfasi del servire deve sempre essere rivolta verso l’esterno. Noi ci preoccupiamo di cosa possiamo fare per aiutare gli altri, ma è innegabile che il servizio abbia, allo stesso tempo, un impatto su noi stessi. Credo che ci sia qualcosa nell’empatia e nella compassione che modifichi la nostra prospettiva e che, penso, ci dia anche il coraggio e la forza per far fronte ai nostri bisogni. Ci migliora. Ci santifica. Come ricorderete, il presidente Marion G. Romney una volta disse che il servizio non è soltanto qualcosa che facciamo per andare in Paradiso, ma è lo stile di vita in Paradiso. Come dire, è lo stile di vita di Dio. È ciò che facciamo qui.

Cristo, certamente, non venne su questa terra per essere servito, ma, come dichiarò Lui Stesso, per servire. E penso alle parole di Amulek, che mi sono segnato proprio prima di entrare. Nel capitolo 34 di Alma, egli ci parla della preghiera e di tutte le altre cose che fanno parte del nostro culto e come viviamo, ma ci dice che “dopo che avete fatto tutte queste cose, se respingete i bisognosi e gli ignudi e non visitate i malati e gli afflitti, e non impartite delle vostre sostanze, se ne avete, a coloro che si trovano nel bisogno, vi dico, se non fate nessuna di queste cose, ecco, la vostra preghiera è vana e nulla vi giova, e siete come gli ipocriti che negano la fede” (Alma 34:28).

A proposito, penso che il nostro miglior servizio dovremmo offrirlo in casa. È proprio lì che deve essere più costante e tenace.

Anziano Perry: Bene, proseguiamo con la terza domanda di questa sezione. Le persone di altre fedi potrebbero condividere i nostri valori. In che modo possiamo unirci a loro in un servizio cristiano?

Anziano Christofferson: Penso che accada in modo naturale. Non si deve essere d'accordo su tutti i punti della dottrina per collaborare con gli altri. La mia esperienza personale mi ha insegnato che riesco a diventare una persona migliore grazie a questo tipo di sodalizio. Nei vari luoghi in cui sono vissuto, sia negli Stati Uniti sia all’estero, ho avuto molte occasioni di lavorare con altri gruppi, con persone di altre fedi e, in alcuni casi, presumo, atee, ma tutta gente di buona volontà. E, come ho detto, credo di essere un uomo migliore per questo. L’organizzazione della Chiesa si presta al servizio di gruppo. I nostri quorum, rioni e tutte le nostre organizzazioni ci aiutano e ci preparano a prendere l’iniziativa. Abbiamo molta esperienza in merito, come sapete, e non solo a livello locale, ma anche internazionale, in tutto il mondo. Abbiamo collaborato con i cattolici, gli evangelisti e i musulmani, con gruppi secolari e con individui. Credo, come ho detto, che questo sia davvero la naturale conseguenza del nostro servizio cristiano e del nostro seguire Cristo nel mettere in pratica il Vangelo.

Anziano Perry: Bene, allora, passiamo al punto seguente: soccorrere il prossimo. Noi mettiamo in pratica il Vangelo soccorrendo gli altri nei bisogni spirituali e materiali. Prima domanda: in che modo l’impegno a soccorrere è fondamentale per il nostro credo?

Anziano Christofferson: Dunque, stiamo parlando, di nuovo, di trovare nel Vangelo le soluzioni per le difficoltà della vita, per i nostri bisogni. Per me, la chiave di tutto risiede nel potere redentore di Gesù Cristo. Noi ci affidiamo alla Sua grazia per vincere il peccato, per superare la sofferenza e per sconfiggere persino la morte. Credo che una parte del mettere in pratica il Vangelo nella nostra vita sia partecipare a quest'opera di redenzione, la Sua opera di redenzione, con Lui, come genitori, quorum, rioni, pali o qualunque altra possa essere la situazione. Il nostro dovere è di salvare le persone {em} di aiutare Lui a salvare le persone che hanno bisogni spirituali, ma anche materiali.

Penso che faccia tutto parte del soccorso e, come leggiamo nel manuale, per esempio, il magazzino del vescovo è soltanto uno dei casi. Il magazzino del vescovo esiste grazie alla buona volontà, ai talenti, al tempo e alle risorse messi a disposizione dai membri — grazie a tutto ciò che sono disposti a donare e a contribuire con quell’impegno redentore. Quindi abbiamo parlato del servizio. Penso che quanto detto sia il massimo del servizio e penso anche che sia a buon motivo che il presidente Monson ci spinga a proseguire in questa direzione. Le nostre riunioni del giovedì nel tempio si concludono con i resoconti sulle attività della settimana precedente e, immancabilmente, nonostante tutto ciò che ha da fare come presidente della Chiesa, ha sempre tempo per il suo ministero personale e il suo impegno a soccorrere.

È andato a trovare qualcuno in una casa di riposo. Ha dato una benedizione. È stato a un funerale. Ha telefonato a qualcuno che sapeva sentirsi solo. Penso che tutto questo sia un meraviglioso esempio di cosa significhi mettere al centro della nostra vita la nostra partecipazione all’opera di redenzione del Signore.

Anziano Perry: Bene, passiamo a: qual è il ruolo del quorum del sacerdozio in questo impegno a soccorrere?

Anziano Christofferson: Secondo me, i quorum hanno un ruolo fondamentale, un ruolo guida. I presidenti dei quorum hanno, ovviamente, le chiavi. Hanno il potere, insieme ai consiglieri, di creare una fratellanza nel quorum e di raggiungere e includere tutti i membri del quorum e le loro famiglie, che siano attivi o no, e rafforzarli nell'alleanza del Vangelo, ancora una volta aiutandoli a comprendere come il Vangelo possa essere parte della loro vita e assisterli nel superare le loro difficoltà.

Non so, per me, il soccorso è ciò che davvero rappresenta il giuramento e l’alleanza del sacerdozio. Onorare il sacerdozio e le ordinanze da esso celebrate è fondamentale nell'opera di soccorso. Spesso Lei ci ha istruiti sul ruolo dei quorum e del consiglio di rione in tale opera. Vorrebbe dirci qualcosa a riguardo quest’oggi?

Anziano Perry: Voglio molto bene ai dirigenti dei quorum degli anziani e ai capigruppo dei sommi sacerdoti. Guidano i quorum e questi quorum hanno bisogno di guida. Troppo spesso non diamo loro la collocazione appropriata nelle nostre congregazioni affinché comprendano quanto sia importante il ruolo che ricoprono come dirigenti. Spero che migliori la comprensione di ciò che fanno per portare avanti l’opera di soccorso nel regno del nostro Padre Celeste. E spero che mantengano il loro incarico più a lungo di quanto stia accadendo oggi.

Anziano Christofferson: Sono d’accordo. In proposito, vorrei dire che ciò che i quorum stanno davvero facendo è dotare le persone, di nuovo, della comprensione del Vangelo e di come metterlo in pratica per superare le difficoltà della vita.

Anziano Perry: Benissimo, domanda finale di questa fase. Ci sono delle somiglianze tra l’opera di soccorso dei membri meno attivi e il nostro impegno missionario verso chi non è membro?

Anziano Christofferson: Sono felice che Lei abbia collegato le due situazioni perché penso che siano la stessa cosa. In un caso, l’impegno è diretto verso chi ha già il Vangelo nella sua vita e vogliamo riportarlo al Salvatore. Nell’altro, è portare qualcuno a Cristo per la prima volta. Ma alla fine, fa parte della stessa opera. In proposito, vorrei aggiungere che non diciamo alle persone: “Vieni e ricomincia la tua vita da capo”. Forse in alcuni casi, ma per la maggior parte ciò che diciamo è: “Conserva ciò che hai {em} tutto quello che di buono hai accumulato negli anni e che è stato parte della tua vita fino ad ora {em} e noi aggiungeremo il resto. Noi ti offriremo quell’equilibrio che il Salvatore porge tramite il Suo vangelo”.

Anziano Perry: Bene, passiamo alla sezione finale, onorare le alleanze stipulate con Dio. La prima domanda: qual è il ruolo dei templi e delle alleanze stipulate nel tempio nel darci il potere di affrontare e superare le difficoltà della vita?

Anziano Christofferson: Sostengo che, per superare le difficoltà, il tempio e le ordinanze del tempio siano l’applicazione per antonomasia del vangelo di Cristo. Alle persone dico che una delle benedizioni del tempio e delle sue ordinanze è la prospettiva che ne scaturisce. Quando andiamo al tempio, lasciamo tutte le nostre preoccupazioni, i nostri problemi, le nostre avversità e ansie fuori dalla porta. Quando usciamo, sono ancora lì. Dobbiamo riprenderli e loro non sono cambiati, ma noi sì. Noi, credo, abbiamo ottenuto più forza, più capacità e una prospettiva più vera della vita con tutte le conseguenze del caso, e forse i grossi problemi non sembrano più così grossi e quelli piccoli, che sembravano poco importanti, capiamo che è meglio affrontarli prima che diventino troppo grandi.

L’altra cosa, però, è che credo ci sia un potere divino connesso a queste alleanze. Dottrina e Alleanze dice che nelle ordinanze del Sacerdozio di Melchisedec, e {em} penso {em} specialmente in quelle del tempio, è manifesto il potere della divinità. Tra le altre cose, credo che ciò significhi che ci sia un’influenza divina, un potere divino che fluisce in noi quando stipuliamo e manteniamo queste alleanze.

Quindi è un luogo di rinnovo. È un luogo di rivelazione. I templi possono adempiere completamente il loro scopo se siamo preparati. Le persone a volte criticano il nostro culto nel tempio, definendolo eccessivamente segreto. L’accesso è limitato non per segretezza, ma solo per assicurare una preparazione adeguata. Dobbiamo essere davvero preparati e maturi spiritualmente per stipulare e mantenere queste alleanze. Sono molto sacre.

Anziano Perry: Benissimo, qual è il ruolo delle alleanze nel raggiungere una conversione reale?

Anziano Christofferson: Per me rappresentano la via al discepolato. Il fulcro di queste alleanze è l’obbedienza, ma anche il sacrificio e la consacrazione, ma, in una sola parola, l’obbedienza. E, col tempo, ci porta, a mio parere, a cambiare da uomo naturale a Santo. Non credo ci sia un altro modo, un’altra via che può condurre a questo cambiamento. Secondo me, dona a una persona una gran fede per sapere che Dio Stesso ha fatto una promessa personale e pertanto diversa da quella di chiunque altro. Noi stipuliamo queste alleanze individualmente, uno ad uno.

Qualche anno fa ho letto un articolo su un giornale francese che parlava del nostro lavoro per i morti. Diceva che i mormoni prendevano le bobine di microfilm e le immergevano in un secchio d’acqua, le tiravano fuori e così veniva fatto il battesimo per tutte quelle persone. Ho pensato, wow, pensa a tutto il tempo che avremmo potuto risparmiare. Ma non è così. Non funziona così, perché queste alleanze sono individuali, perché le promesse di Dio e le nostre promesse a Lui sono da persona a persona, uno a uno.

E per me questo genera fede. Hai la Sua promessa. Sai che Egli non può mentire. Sai che la manterrà e questo, secondo me, ci aiuta ad affrontare il presente. Qualsiasi cosa succeda ora, sappiamo come andrà a finire e quindi possiamo superarla.

Anziano Perry: Bene, ora la domanda finale: cosa significa allenarsi nell’onorare le alleanze?

Anziano Christofferson: Ricordo che uno dei nostri Fratelli una volta disse: “Noi andiamo al tempio per stipulare le alleanze. Poi andiamo a casa per mantenerle”. Quindi, secondo me, in pratica mantenere le alleanze è qualcosa che, ancora una volta, ha luogo principalmente a casa, nel matrimonio e in famiglia. Ma abbiamo parlato del mettere in pratica il Vangelo soccorrendo e servendo in obbedienza. Per me, tutto questo è ciò che significa mantenere le nostre alleanze. Vorrei menzionare in particolare un pentimento continuo che viene facilitato dal sacramento.

Se ci prepariamo settimanalmente, prima della domenica, preoccupandoci di ciò che dobbiamo risolvere, confessare, affrontare o di cui ci dobbiamo pentire, e poi ci presentiamo alla riunione sacramentale per ricevere i simboli dell’Espiazione del Signore, benedetti con il potere del sacerdozio, penso che non solo rinnoveremmo le nostre alleanze, ma riceveremmo di nuovo la promessa remissione dei peccati e lo Spirito Santo come guida nella nostra vita. Questo è mantenere le alleanze.

Anziano Perry: Bene, Le piacerebbe portare la sua testimonianza di ciò che abbiamo discusso?

Anziano Christofferson: Grazie. Il Vangelo ha davvero le risposte. È ciò di cui abbiamo parlato, servire, soccorrere, amministrare le ordinanze e mantenere le alleanze. Col tempo, ci trasforma. Aumenta la nostra capacità di affrontare i problemi. Ci aiuta veramente a prevenire e, come ha detto Lei citando il presidente Kimball, a evitare molti problemi e difficoltà della vita e ad attingere all’aiuto divino. E per me, la chiave è il dono dello Spirito Santo. Abbiamo questa benedizione, questa guida costante, questo aiuto, questo conforto, questi doni dello Spirito che ci accompagnano per tutta la vita, a prescindere da cosa possa accadere.

Questo è il nostro precettore nel mettere in pratica il Vangelo, la nostra guida e il nostro conforto. La mia testimonianza è che lo Spirito Santo e i Suoi poteri sono veri, che il Signore Gesù Cristo e il Suo potere redentore sono veri, e che Dio, il nostro Padre Celeste, che ci ama e ha preparato per noi la via grazie al Vangelo, è davvero il nostro affettuoso Padre e che Egli vive. Di questo vi rendo testimonianza nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Anziano Perry: Mi unisco all’anziano Christofferson nel portare la mia testimonianza. Il Vangelo è stato restaurato. Questa è la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Egli è il Capo. Ci dirige, ci guida e ci conduce nell’opera di cui siamo responsabili. Questa è la dispensazione della pienezza dei tempi. Egli ci ha dato la via, la verità e la vita da seguire.

Vi porto la mia solenne testimonianza che Egli ci dirige, ci guida e ci conduce e che Egli ci dà le risposte a tutte i problemi e le difficoltà della vita, nel nome di Gesù Cristo. Amen.