Lezioni di fede tratte dalla storia della Chiesa in Africa

Inserito da R. Scott Lloyd, redazione di Church News

  • 15 Aprile 2015

Aspiranti Santi degli Ultimi Giorni vengono battezzati a centinaia dopo che le prime coppie di coniugi missionari sono arrivate nell’Africa occidentale in seguito alla rivelazione del 1978 sul sacerdozio.  Fotografia riprodotta per gentile concessione della Church History Library.

“Un’incredibile luce deriva dall’istituzione della Chiesa [in Africa] e dai membri della Chiesa che si sforzano di stipulare e osservare sacre alleanze con il Signore”. — Matthew K. Heiss, del Dipartimento di storia della Chiesa

La storia dell’istituzione e della crescita della Chiesa in Africa in tempi moderni è un esempio incredibile dell’adempimento dell’allegoria dell’olivo domestico e dell’olivo selvatico descritta in Giacobbe 5, nel Libro di Mormon, ha affermato il 9 aprile un oratore della serie di conferenze Pioneers in Every Land.

Matthew K. Heiss, direttore di area della Divisione di assistenza e acquisizioni globali del Dipartimento di storia della Chiesa, ha citato l’allegoria contenuta in Giacobbe, sottolineando che essa racconta simbolicamente l’opera del Signore nel preservare il Suo popolo dell’Alleanza, il casato d’Israele.

“Credo che lo stiamo vedendo nel continuo crescere e diffondersi della Chiesa in tutta l’Africa, la parte più bassa della vigna del Signore”, ha commentato.

“L’Africa è stata definita ‘il continente nero’”, ha detto, mostrando l’immagine di un giornale pubblicato in Gran Bretagna nel XIX secolo. “Questo nome potrebbe essere basato sul razzismo o sulla nostra ignoranza del luogo. Eppure […] un’incredibile luce deriva dall’istituzione della Chiesa e dai membri della Chiesa che si sforzano di stipulare e osservare sacre alleanze con il Signore”. Il fratello Heiss ha raccontato storie sui rapporti del Signore con i Suoi figli in Africa e sulla “possente influenza del Vangelo nel dare speranza e nel guarire le persone”.

Matthew K. Heiss parla delle lezioni di fede tratte dalla storia della Chiesa in Africa. Fotografia di R. Scott Lloyd.

Aspiranti santi degli ultimi giorni vengono battezzati a Marromeu, in Mozambico, dopo aver conosciuto la Chiesa tramite un “Modello di preparazione” apparentemente spontaneo. Fotografia riprodotta per gentile concessione della Church History Library.

Membri della Chiesa in Mozambico, dove la gente aveva conosciuto la Chiesa e aveva pregato per l’arrivo dei missionari. Fotografia riprodotta per gentile concessione della Church History Library.

Egli si è concentrato sull’amore che Dio ha manifestato ai Suoi figli preparandoli al Vangelo e superando le tradizioni del mondo, in particolare per quanto concerne il modo in cui vengono trattate le donne.

“In base a ciò che ho imparato sulla Chiesa in Africa prima della rivelazione del 1978 sul sacerdozio, di certo onoro i primi missionari in Africa, oltre che i sudafricani bianchi, che si sono uniti alla Chiesa e che hanno mantenuto viva la luce del Vangelo in Africa”, ha detto. “Molti di questi buoni membri della Chiesa sono stati e sono ancora i balii e le balie nell’aiutare la generazione futura di convertiti africani a stabilire la Chiesa e a vivere il Vangelo”, ha aggiunto, alludendo a 2 Nefi 10:9.

Concentrandosi sul suo primo punto, che ha chiamato “Modelli di preparazione”, il fratello Heiss ha fatto riferimento a storie pubblicate relative a come la Chiesa è stata stabilita in Ghana e in Nigeria. Egli ha raccontato che Joseph William “Billy” Johnson, che viveva in Ghana, si era imbattuto in una copia del Libro di Mormon, lo aveva letto, si era convertito e aveva trascorso quattordici anni predicando il mormonismo al meglio delle proprie capacità e organizzando piccoli rami. Quando i missionari della Chiesa finalmente arrivarono in Ghana, egli fu la seconda persona a essere battezzata.

Nella zona rurale orientale della Nigeria, Anthony Obinna ebbe sogni e visioni che lo portarono a scrivere alla Sede centrale della Chiesa e a chiedere informazioni anni prima della rivelazione sul sacerdozio. Anch’egli predicò il mormonismo al meglio delle proprie capacità e organizzò congregazioni e, infine, ricevette i missionari della Chiesa e fu battezzato.

Le esperienze di questi due uomini rientrano nel “Modello di preparazione”, ha detto il fratello Heiss. “Spesso parliamo del grande successo missionario avuto da persone come Wilford Woodruff e Brigham Young in Inghilterra nel XIX secolo. La stessa cosa è successa nell’Africa occidentale nel 1978 e nel 1979”.

Egli ha raccontato il modo in cui la Chiesa è stata stabilita in Mozambico, seguendo lo stesso modello.

“Nel 1992, subito dopo il cessate il fuoco [durante una guerra civile], i dirigenti della Chiesa si sono recati in Mozambico e hanno scoperto che c’erano dei piccoli gruppi di persone che rendevano il culto alla maniera dei Santi degli Ultimi Giorni. In un remoto villaggio, avevano costruito le loro case di riunione”.

Tutto ciò è stato il risultato di quello che è successo a Chico Mapenda, il quale a tredici anni lasciò la sua città natale di Beira, in Mozambico, per andare nella Repubblica Democratica Tedesca, dove terminò la sua istruzione di base e ricevette addestramento tecnico come saldatore. Nel 1989, vide un cartello che pubblicizzava una presentazione video sul Libro di Mormon. Quando andò alla presentazione, fu istruito dai missionari della Chiesa e ricevette una copia del libro in portoghese. In un’intervista, disse che all’inizio era confuso, ma alla fine sentì il potere di Dio che gli attestava che il libro era vero.

Fu l’anno in cui cadde il Muro di Berlino; nel 1990, fu battezzato.

Tornato a casa in Mozambico, egli parlò della Chiesa a suo fratello, Gimo. Insieme organizzarono congregazioni e iniziarono a servire come ministri viaggianti per questi “Santi degli Ultimi Giorni non battezzati”.

Negli anni seguenti, la Chiesa organizzò un gruppo di Santi degli Ultimi Giorni e autorizzò i primi battesimi di convertiti, tra cui c’era Gimo.

“Oggi, dopo solo 15 anni dall’arrivo dei primi missionari in Mozambico, ci sono circa 7.000 Santi degli Ultimi Giorni”, ha detto il fratello Heiss. “Il paese ha la propria missione e, appena due mesi fa, è stato organizzato il primo palo in Mozambico”.

Ha sottolineato: “Forse in tutto questo c’è una lezione per tutti noi: a volte alcune delle situazioni strane e alcuni degli eventi apparentemente impossibili nella nostra vita si rivelano essere grandi benedizioni, se abbiamo gli occhi della fede per vedere”.

Il fratello Heiss ha detto che una sfida per la Chiesa in Africa — come in tutti gli altri luoghi, chi più e chi meno — è quella di superare le tradizioni del mondo che non sono compatibili con le norme del Vangelo. In Africa, ha detto, il ruolo comune delle donne nella vita è di fare tutto il duro lavoro e di prendersi cura della famiglia, mentre l’uomo sta a guardare.

Ha mostrato citazioni, alcune delle quali tratte da “La famiglia – Un proclama al mondo”, mostrando come gli aspetti della dottrina dei Santi degli Ultimi Giorni “offrono la liberazione alle donne e le portano, con i mariti e i figli, fuori dal mondo e verso la luce del Signore”.