Il presidente Packer ha trascorso la vita a condividere i propri doni con gli altri

Inserito da Sarah Jane Weaver, direttrice associata di Church News

  • 3 Luglio 2015

Il presidente Boyd K. Packer — insegnante, soldato, artista, padre, nonno e vero discepolo e apostolo di Gesù Cristo — è deceduto venerdì 3 luglio 2015.  Fotografia di Jeffrey D. Allred, Deseret News.

Punti salienti dell’articolo

  • Il presidente Packer ha trascorso la vita a condividere i propri doni con gli altri
  • Insegnante di professione, il presidente Packer era un grande maestro.
  • Era stato ordinato presidente facente funzione del Quorum dei Dodici Apostoli il 5 giugno 1994 e presidente dello stesso quorum il 3 febbraio 2008.

“Il progresso spirituale è davvero un impegno individuale. Esserne consci ci consente di non smettere mai di imparare”. — Presidente Boyd K. Packer

Scopri di più sul funerale del presidente Packer che si è tenuto il 10 luglio.

Una sera, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il presidente Boyd K. Packer, un soldato degli Stati Uniti, stava andando a Tokyo in treno. Giunto in una cittadina, il treno aveva rallentato e si era fermato.

Il presidente Packer guardò fuori dal finestrino e vide un ragazzino giapponese con in mano una lattina con dentro un cucchiaio. Faceva molto freddo e il ragazzo indossava soltanto una camicia lacera. Aveva la testa coperta di croste. Il presidente Packer si chiese se il bambino avesse un ascesso, perché si era legato uno straccio attorno alla testa.

“La lattina e il cucchiaio indicavano che era un mendicante”, disse il presidente Packer, quasi sessant’anni dopo, durante la trasmissione di una conferenza di palo tenuta il 6 novembre 2004. “Ciò che chiedeva in realtà era qualcosa da mangiare. Non avevo niente da dargli. Poi ricordai che avevo del denaro”.

Mentre, però, il giovane Boyd K. Packer si affrettava verso la porta, il treno era ripartito. “Io avevo del denaro e lui ne aveva bisogno. Non sono riuscito a darglielo. Riesco ancora a vederlo con la stessa chiarezza con cui ci riuscivo quasi sessant’anni fa”.

Fu una delle esperienze che non voleva ripetere mai più. Non voleva vivere con il ricordo di qualcosa che avrebbe voluto fare, ma che gli era stato impedito.

Quindi il presidente Packer ha trascorso la vita a condividere i propri doni con gli altri.

Apostolo e grande maestro, teneva possenti sermoni che insegnavano la dottrina e rendevano testimonianza di Gesù Cristo. Anche se i suoi messaggi erano trasmessi in tutto il pianeta a milioni di membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, ha insegnato le lezioni più toccanti tramite l’esempio personale. Come gli uccelli complessi che intagliava a mano nel legno, egli vedeva il potenziale di tutti e amava le persone.

Il presidente Packer è deceduto venerdì 3 luglio 2015 all’età di novant’anni.

Ha lasciato la moglie, Donna Smith Packer, e i loro dieci figli.

Boyd K. Packer era nato il 10 settembre 1924 a Brigham City, nello Utah, il decimo degli undici figli di Ira W. ed Emma Jensen Packer.

Durante l’infanzia trascorsa nella piccola comunità dello Utah settentrionale, era stato colpito dalla poliomielite, ma si era ripreso completamente, anche se nel corso degli anni aveva risentito dei postumi della malattia.

Il tenente Boyd K. Packer, Seconda guerra mondiale, Aviazione.

Opera d’arte del presidente Boyd K. Packer.

Opera d’arte del presidente Boyd K. Packer.

9 ottobre 1983. L’anziano Boyd K. Packer.

Agosto 2002. Il presidente Boyd K. Packer e sua moglie, Donna, posano per una foto.

Durante la Seconda guerra mondiale il presidente Packer ha servito nelle forze armate quale pilota di bombardieri di stanza nell’area del Pacifico. Era stato addestrato a pilotare i B-24, ma aveva finito per pilotare i B-17, soprattutto nelle missioni di ricerca e di soccorso aeromarittimo.

Alla fine della guerra era stato inviato a Osaka, in Giappone, dove ha battezzato i primi membri della Chiesa a entrare nelle acque del battesimo in quel paese da quando la Chiesa aveva chiuso la missione giapponese anni prima.

“A volte penso a quei giorni; alcuni di voi, i più anziani — suppongo possiate solo voi che siete più anziani — riescono a ricordare la devastazione della guerra, il modo in cui le città scomparivano e le persone soffrivano”, aveva detto a una conferenza di palo tenuta in Giappone nel 2004. “Ma ho visto l’inizio della rinascita dei giapponesi. […] Qui il Vangelo era stato piantato ed è cresciuto e fiorito”.

Il 27 luglio 1947, terminato il servizio militare, il presidente Packer sposò Donna Smith nel Tempio di Logan, nello Utah.

Si stabilirono a Brigham City, dove il presidente Packer insegnava al Seminario e servì per quattro anni come componente del consiglio cittadino. Nel 1992 era stato anche nominato membro del comitato governativo per i bambini e i giovani.

Il presidente Packer era stato sostenuto nel Quorum dei Dodici il 6 aprile 1970, ricoprendo la carica lasciata dal presidente Joseph Fielding Smith quando fu sostenuto presidente della Chiesa. Aveva servito per nove anni, dall’ottobre del 1961, come Assistente al Consiglio dei Dodici, periodo durante il quale era stato chiamato a presiedere alla Missione del New England, con sede a Cambridge, nel Massachusetts. Aveva anche servito come componente del comitato per la pubblicazione delle Scritture, dove fu determinante nella pubblicazione delle nuove edizioni delle Scritture.

Era diventato presidente facente funzione del Quorum dei Dodici Apostoli il 5 giugno 1994 e presidente dello stesso quorum il 3 febbraio 2008.

Insegnante di professione, il presidente Packer era un grande maestro. Prima di diventare Autorità generale, la sua carriera aveva compreso il ruolo di supervisore del Seminario e dell’Istituto di Religione della Chiesa e l’appartenenza al consiglio d’amministrazione della Brigham Young University.

La stessa carriera di insegnante aveva incluso il ruolo di insegnante di Seminario e coordinatore degli affari indiani per la Chiesa presso la Intermountain School di Brigham City. Aveva lavorato anche come supervisore di 83 Seminari per i nativi americani, sia a scuola che nelle riserve degli Stati Uniti occidentali.

Il presidente Packer aveva cresciuto la propria famiglia su un ettaro di terreno a Sandy, nello Utah, dove avevano un orto e degli animali — tra cui polli, conigli, cani e cavalli.

La proprietà di famiglia, come la casa in cui era cresciuto a Brigham City, divenne d’ispirazione per le opere d’arte che comprendevano disegni, opere intagliate, sculture e dipinti raffiguranti uccelli e fauna selvatica.

Le opere del presidente Packer, create in oltre ottant’anni, erano una pausa dagli impegni e dai doveri quotidiani e hanno insegnato a molti altri le meraviglie delle creature del Signore.

Nel libro intitolato The Earth Shall Teach Thee, del 2012, scrisse del significato spirituale che si cela dietro le sue creazioni artistiche. “Sembra appropriato ora che la mia opera possa servire per illustrare uno dei messaggi fondamentali del Vangelo: Dio è il Creatore del cielo e della terra e di tutte le cose che in essi si trovano, la natura intera rende testimonianza di quella creazione diretta divinamente ed esiste una completa armonia tra la natura, la scienza e il Vangelo di Gesù Cristo”.

Molte delle sue opere faranno adesso parte di una mostra permanente al museo di scienze biologiche Monte L. Bean, presso la Brigham Young University.

Il 23 settembre 2012 il presidente Packer aveva dedicato il Tempio di Brigham City, nello Utah. “Sono meravigliato dal semplice privilegio di entrare in questo tempio, di poter partecipare oggi”, aveva detto della dedicazione. Aveva sottolineato l’opportunità di dedicare il tempio con queste parole: “È per me fonte di grande gioia. […] Sono molto commosso di tornare a Brigham City e di entrare in questa casa del Signore”.

Ovunque, nella sua carriera ecclesiastica, il presidente Packer era noto anche per la mente acuta e il senso dell’umorismo.

Parlando, per esempio, ai giovani adulti in età universitaria durante il discorso* tenuto al caminetto del Sistema Educativo della Chiesa il 2 febbraio 2003, ha implorato le donne di assicurarsi di uscire con uomini che le avrebbero trattate in modo appropriato.

Se qualcuno di essi non lo avesse fatto, aveva aggiunto: “Lasciatelo! Speditegli una lettera, ordinaria, come lui”.

Nel ripercorrere la sua vita per Church News durante un’intervista* fatta in occasione dei suoi 85 anni, al presidente Packer fu chiesto quale consiglio poteva dare a un ipotetico giovane uomo.

La sua pronta risposta fu: “Gli direi di stare in armonia con il grande piano di redenzione, di vivere il Vangelo, di ottenere una testimonianza — non una semplice impressione, ma una testimonianza certa — del fatto che il Vangelo è vero e che Gesù è il Cristo, che l’Espiazione è un’ottima medicina. Il progresso spirituale è davvero un impegno individuale. Esserne consci ci consente di non smettere mai di imparare.

Gli direi di mantenere il senso dell’umorismo. È decisamente importante. Se prendi le cose troppo sul serio, non puoi vederne il lato comico. Come molte altre cose, il senso dell’umorismo va coltivato.

Direi a quel giovane uomo di conseguire la migliore istruzione possibile — che non vuol sempre dire frequentare le scuole migliori — di continuare a imparare, di non smettere di essere curioso.

Gli direi di essere un po’ più coraggioso. Avere sempre paura sarebbe una cosa triste. Le dottrine del Vangelo sono possenti e sostengono i principi in modo che si possa vivere con sicurezza e senza paura anche nei momenti di difficoltà serie.

Direi al giovane uomo: ‘Non preoccuparti per il futuro. Non avere paura, ad esempio, di sposarti. Non puoi essere sicuro di tutto prima di compiere tale passo. Tu lo compi e tutto funziona’”.

Disse che avrebbe incoraggiato il giovane uomo ad andare avanti. “Non sono mai stato bravo a guardare al passato. Ho imparato che nella vita non si torna indietro. Non si torna nella vecchia città o al vecchio stile di vita. Il momento magico è passato e tu vai semplicemente avanti” (Church News, 19 settembre 2009).

Forse nessuna storia riassume meglio la vita del presidente Packer — e le sue riflessioni, il suo amore e la sua compassione — di quella sull’incontro avuto nel 1964 con un orfano di strada a Cuzco, in Perù.

Nel libro Faith Precedes the Miracle, il presidente Spencer W. Kimball descrisse la scena in cui il bambino si avvicinò alla porta aperta della cappella durante la riunione sacramentale.

“Passando quasi inosservato, si avvicinò furtivamente al tavolo del sacramento e, con una fame che sembrava spirituale, si chinò verso il tavolo e strofinò il viso sporco sul lino fresco, liscio e bianco”, scrisse il presidente Kimball.

Il bambino fu rimandato in strada da una donna che sedeva in prima fila. “Il monellino tornò subito dopo, sembrava spinto da una brama interiore, vinse la timidezza e percorse di nuovo il corridoio in modo furtivo e cauto, impaurito e pronto a scappare, se necessario”, scrisse il presidente Kimball.

“Dal suo posto sul pulpito, l’anziano Packer catturò il suo sguardo, lo chiamò e spalancò le braccia per accoglierlo. Dopo un attimo di esitazione, il monellino lamanita era comodamente accoccolato sulle sue gambe, tra le sue braccia, con la testa arruffata poggiata sul suo grande buon cuore — un cuore empatico nei confronti degli orfanelli, soprattutto di quelli lamaniti”.

Molto spesso, nella vita, il presidente Packer ha reso testimonianza del suo Salvatore Gesù Cristo con le parole e con le azioni.

Il 19 dicembre 2010, parlando alla riunione sacramentale del rione a cui apparteneva, il Rione di Cottonwood Creek, a Sandy, nello Utah, il presidente Packer ha attestato che il Salvatore è reale.

“Voglio che la nostra famiglia sappia di aver ascoltato il nonno rendere la sua testimonianza”, aveva detto. “Io so che Gesù è il Cristo, che Egli vive, che il Vangelo è vero e che io Lo riconosco quando Lo vedo e riconosco la Sua voce quando Lo ascolto. Voglio che voi bambini ricordiate di aver sentito vostro nonno rendere una testimonianza speciale del Signore Gesù Cristo e del dono dello Spirito Santo”.

 

*In inglese