Classi della Scuola Domenicale meno numerose potrebbero facilitare l’apprendimento del Vangelo

Inserito da Russell T. Osguthorpe, presidente generale della Scuola Domenicale

  • 18 Marzo 2014

“La chiamata come conferenziere non esiste nella Chiesa. Un docente si limita a impartire conoscenza, ma un insegnante invita i membri della classe a imparare, in parte insegnandosi gli uni gli altri”. — Presidente Thomas S. Monson

Punti salienti dell’articolo

  • Classi meno numerose della Scuola Domenicale possono ridurre i monologhi dell’insegnante e l’ascolto passivo e incrementare la partecipazione e il coinvolgimento della classe.

Mentre tenevo una riunione di addestramento a San Paolo, in Brasile, un presidente della Scuola Domenicale di rione ha alzato la mano e ha chiesto: “È possibile avere più di una classe di Dottrina evangelica in un rione?” In un primo momento ero sorpreso della domanda, poiché ho visto molti rioni con più di una classe di Dottrina evangelica. Poi, però, ho iniziato a pensare alla sua domanda. Le classi per i bambini e per i giovani sono solitamente poco numerose, ma le classi per gli adulti nella Chiesa sono spesso molto più numerose. Molti rioni hanno una sola classe di Dottrina evangelica e in alcuni casi ci sono così tante persone che l’unico posto abbastanza grande da accoglierle tutte è la cappella.

Ho assicurato a questo bravo presidente della Scuola Domenicale che poteva avere tutte le classi di Dottrina evangelica che il suo vescovo sarebbe stato ispirato a creare. Ho spiegato che un rione aveva creato quattro classi di Dottrina evangelica. Dapprima, i dirigenti del rione si sono chiesti se avevano abbastanza spazio per farlo. Poi, si sono chiesti se avrebbero trovato degli insegnanti che fossero qualificati per insegnare alle classi aggiuntive. Ma fu trovato lo spazio e furono chiamati gli insegnanti. Prima di creare le classi più piccole questo rione aveva una media di circa 45 membri nella classe di Dottrina evangelica. Dopo averle create, lo stesso rione ha avuto una frequenza totale di circa 75 membri nelle nuove quattro classi. I membri si sentivano più importanti e più integrati. Sentivano che l’insegnante era più interessato a ciò che essi avevano da dire e meno interessato a trattare tutto il materiale.

Recentemente, ho sentito che altri tre rioni stanno creando classi meno numerose di Dottrina evangelica. Stanno trovando in qualche modo lo spazio all’interno dell’edificio e stanno chiamando i necessari insegnanti aggiuntivi. Queste classi più piccole consentono agli insegnanti di insegnare in maniera diversa. Piuttosto che limitarsi a insegnare, l’insegnante può invitare ciascun membro della classe a condividere le cose uniche che ognuno di essi è preparato a offrire. Mi sono spesso chiesto come abbia fatto l’insegnamento “monologico” a diventare una pratica così comune nelle classi degli adulti e nelle riunioni di quorum della Chiesa. Il presidente Thomas S. Monson ha chiaramente insegnato che “la chiamata come conferenziere non esiste nella Chiesa. Un docente si limita a impartire conoscenza, ma un insegnante invita i membri della classe a imparare, in parte insegnandosi gli uni gli altri” (“Il valore di un insegnante”, Liahona, aprile 2010).

Russell T. Osguthorpe, presidente generale della Scuola Domenicale

Un motivo per cui credo che nella Chiesa ci si concentri ancora così tanto sull’esposizione della lezione è perché le nostre classi di adulti sono troppo numerose. Se ci sono 100 adulti in una classe, ognuno di essi sa che non tutti avranno la possibilità di parlare. Perciò, sia l’insegnante che i membri della classe hanno difficoltà a seguire il comandamento scritturale che “tutti possano essere edificati da tutti”. Nelle classi molto numerose non tutti possono “[insegnarsi] l’un l’altro”, quindi noi adulti frequentiamo le classi aspettandoci che per la maggior parte del tempo dovremo ascoltare l’insegnante. In questo modo l’insegnante parla per la maggior parte del tempo.

Con l’arrivo del nuovo corso di studio per i giovani Vieni e seguitami, questo fenomeno sta diminuendo. I giovani stanno iniziando a insegnarsi a vicenda, esprimendo le proprie domande e preoccupazioni e rendendo testimonianza delle benedizioni che ricevono vivendo i principi del Vangelo che hanno imparato.

L’insegnante non viene forzato a presentare i contenuti. I membri della classe non sono forzati a stare seduti e ascoltare passivamente. Tutti nella classe imparano. Gli insegnanti scoprono le necessità e i doni di ogni membro della classe e traggono spunti riguardo ai principi del Vangelo. Ogni giovane, a sua volta, sviluppa una profonda comprensione e testimonianza del vangelo restaurato.

Questo stesso tipo di apprendimento può essere presente nelle classi di Dottrina evangelica degli adulti. I membri adulti hanno sempre il bisogno di rafforzare la loro testimonianza della Restaurazione. Vogliono sentirsi integrati e importanti, proprio come i giovani. Mio figlio mi ha detto di recente di aver partecipato a una classe di Principi evangelici. Ha detto che il numero ridotto di partecipanti ha consentito a tutti di sentirsi a proprio agio. “Abbiamo avuto una meravigliosa conversazione sui principi basilari del Vangelo e tutti si sono sentiti parte della discussione”. Questo può accadere anche nelle classi di Dottrina evangelica. Dobbiamo soltanto renderle meno numerose e poi applicare i principi di insegnamento trattati in Vieni e seguitami.