1990–1999
La forza dei consigli

Ottobre 1993


La forza dei consigli


«Quando agiamo unendo i nostri sforzi, creiamo un sinergismo spirituale che porta a una maggiore efficacia quale risultato della nostra azione congiunta o collaborazione».

Durante questa conferenza, da questo pulpito, i Fratelli hanno esposto verità chiare e preziose riguardo al vangelo di Gesù Cristo. Porto testimonianza che noi abbiamo ascoltato «la volontà del Signore … la mente del Signore … la parola del Signore … la voce del Signore e il potere di Dio per la salvezza» (DeA 68:4).


Nella prefazione a Dottrina e Alleanze il Signore stesso dice: «Ciò che Io, il Signore, ho detto, l’ho detto, e non mi scuso; e sebbene i cieli e la terra possano passare, la mia parola non passerà, ma si adempierà integralmente, ch’essa sia stata data dalla mia voce o dalla voce dei miei servitori, è lo stesso» (DeA 1:38).


Durante questa conferenza abbiamo sentito la mancanza delle voci del presidente Benson, del presidente Hunter e dell’anziano Ashton. Chiedo l’aiuto del Signore perché voglio esporre un importante principio, con lo stesso spirito e chiarezza che hanno avuto i miei Fratelli.


Dio convocò un grande concilio nel mondo preterreno per esporre il Suo glorioso piano per il nostro benessere eterno. La chiesa del Signore è organizzata con consigli ad ogni livello, a cominciare dal consiglio della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici Apostoli, per passare quindi ai consigli di palo, rione, quorum, organizzazione ausiliaria e famiglia.


Il presidente Stephen L. Richards disse: «Il valore del governo della nostra chiesa consiste nel governare tramite i consigli …


Ho avuto sufficienti esperienze per apprezzare il valore dei consigli. Non passa giorno senza che io veda la saggezza di Dio nel creare dei consigli per governare il Suo regno …


Non ho esitazione nel rassicurarvi che, se vi riunirete nei vostri consigli come vi è chiesto di fare, Dio vi rivelerà la soluzione dei problemi che vi trovate di fronte» (Conference Report, ottobre 1953, pag. 86).


Come componente dei Dodici Apostoli faccio parte di diversi consigli e comitati generali della Chiesa. Mi incontro regolarmente con i dirigenti delle organizzazioni ausiliarie. Insieme ci consigliamo, studiamo le Scritture, preghiamo per avere una guida, mentre ci sforziamo di capire come le organizzazioni ausiliarie possono più efficacemente aiutare e rafforzare i membri della Chiesa.


Per molti aspetti i consigli generali della Chiesa funzionano nella stessa maniera dei consigli di palo e di rione. Tutti i consigli della Chiesa devono incoraggiare la libera e aperta discussione, la consultazione reciproca e gli sforzi di stabilire una comunicazione chiara e concisa. I consigli devono esaminare obiettivi e problemi, avendo come obiettivo finale la reciproca comprensione. I consigli di palo e di rione sono l’occasione ideale in cui i dirigenti di tutte le organizzazioni si consultano e si rafforzano reciprocamente. Lo scopo principale delle riunioni del consiglio di palo e di rione deve essere quello di coordinare le attività e lo svolgimento del ministero, non quello di preparare un calendario. In queste riunioni i dirigenti del sacerdozio e delle organizzazioni ausiliari devono esaminare insieme le loro responsibilità e trovare i modi in cui i programmi della Chiesa possono aiutare i fedeli a mettere in pratica il Vangelo nella loro casa. Oggi i singoli individui e le famiglie hanno bisogno di un aiuto saggio e ispirato da parte della Chiesa per combattere i mali del mondo.


In una recente riunione di consiglio con le presidenze delle organizzazioni ausiliarie delle donne, le sorelle mi hanno detto che poche donne della Chiesa esprimono un qualche interesse per poter detenere il sacerdozio. Ma esse vogliono ­essere ­ascoltate ed apprezzate e vogliono dare un importante contributo alle attività del palo e del rione per servire meglio il Signore e collaborare a compiere la missione della Chiesa.


Per esempio, non molto tempo fa parlavamo della dignità dei giovani ad andare in missione. La presidentessa Elaine Jack ha detto: «Sa, anziano Ballard, le sorelle della Chiesa possono avere molti buoni suggerimenti su come preparare meglio i giovani per la missione. Basta chiederlo. Dopo tutto, deve sapere che esse sono le loro madri!» I suggerimenti proposti dalle sorelle sono altrettanto utili per quanto riguarda la frequenza al tempio e una vasta gamma di altre questioni alle quali i dirigenti del sacerdozio si sforzano di trovare una soluzione.


Fratelli, vi prego di assicurarvi di chiedere il valido contributo delle sorelle nelle vostre riunioni di consiglio. Incoraggiate tutti i componenti del consiglio a proporre i loro suggerimenti e ad esporre le loro idee riguardo a come il palo o il rione può diventare più efficace nel proclamare il Vangelo, perfezionare i santi e redimere i morti.


Nella situazione ideale, tutti i componenti dei consigli della Chiesa e di famiglia devono poter far conoscere le cose che stanno loro a cuore e proporre soluzioni basate sui principi del Vangelo. Ritengo che la Chiesa e le nostre famiglie sarebbero molto rafforzate se i presidenti di palo e i vescovi usassero le riunioni di consiglio per trovare la risposta alle domande su come migliorare le riunioni sacramentali, come accrescere la riverenza, come provvedere meglio alle necessità dei bambini, come rafforzare i giovani, come aiutare gli adulti non sposati, incluse le famiglie in cui vi è un solo genitore, come insegnare e integrare i simpatizzanti e i nuovi membri, come migliorare l’insegnamento del Vangelo e molte altre questioni simili.


Durante il secondo trimestre di quest’anno abbiamo tenuto una riunione straordinaria di addestramento in concomitanza con ogni conferenza di palo per esaminare la moralità dei nostri giovani.


Coloro che vi hanno partecipato sono componenti dei consigli di palo e di rione. Ogni domanda che mi è stata rivolta durante il periodo di discussione poteva essere più proficuamente esaminata in una riunione del consiglio di rione. Eppure raramente coloro che hanno posto tali domande ritenevano di aver avuto un’adeguata possibilità di sollevare tale domanda durante le riunioni del consiglio di rione, la possibilità di esternare le loro preoccupazioni e di proporre i loro suggerimenti.


In questi tempi difficili abbiamo bisogno della collaborazione dei dirigenti della Chiesa, uomini o donne che siano, perché è necessaria un’accurata vigilanza da parte di coloro ai quali è stato affidato il compito di vegliare sul Regno. Ognuno di noi ha pesanti impegni personali, ma altrettanto importante è l’impegno che abbiamo insieme con gli altri di riunirci in consiglio per esercitare uno sforzo congiunto, al fine di risolvere le difficoltà e aiutare tutti i membri della nostra chiesa. Quando agiamo in uno sforzo unito, creiamo un sinergismo spirituale che significa maggiore efficacia quale risultato della nostra azione congiunta o collaborazione, il cui risultato è maggiore della somma delle singole parti.


Esopo, l’antico favolista greco, era solito usare la forza del sinergismo, mostrando un bastone e chiedendo un volontario tra i suoi ascoltatori che si riteneva in grado di spezzarlo. Naturalmente questa persona riusciva a spezzare facilmente il bastone. Poi Esopo metteva insieme più bastoni sino a quando il volontario non riusciva più a spezzarli. La morale della dimostrazione di Esopo era semplice: insieme generiamo un sinergismo che ci rende più forti di quanto siamo da soli.


Dio non intese mai che i Suoi figli fossero soli. I figli hanno dei genitori, e i genitori hanno la Chiesa, con le Scritture, i profeti e gli apostoli viventi e lo Spirito Santo, che li aiutano a comprendere i principi giusti e ad agire in base a tali principi per assolvere i loro doveri di genitori.


L’Apostolo Paolo spiegò che il Salvatore organizzò la Sua chiesa, completa di apostoli, profeti e altri dirigenti e insegnanti, «per il perfezionamento de’ santi, per l’opera del ministero, per la edificazione del corpo di Cristo, finché tutti siamo arrivati all’unità della fede» (Efesini 4:12-13).


Paolo paragona i membri della Chiesa e le loro varie responsabilità al corpo: «Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra …


Ma ora Iddio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto …


Ma ora ci son molte membra, ma c’è un unico corpo; e l’occhio non può dire alla mano: Io non ho bisogno di te; né il capo può dire ai piedi: Non ho bisogno di voi …


E se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; e se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui» (1 Corinzi 12:14, 18, 20-21, 26).


Le Scritture indicano chiaramente che, anche se le nostre rispettive chiamate possono essere diverse e cambiare di tanto in tanto, tuttavia tutte le chiamate sono importanti per il funzionamento della Chiesa. Abbiamo bisogno che i quorum del sacerdozio si adoperino per assolvere il compito che è stato loro divinamente affidato, proprio come abbiamo bisogno che la Società di Soccorso, la Primaria, le Giovani Donne, la Scuola Domenicale e i comitati delle attività svolgano le loro funzioni vitali. Abbiamo bisogno che i dirigenti e i membri di tutte queste organizzazioni ispirate lavorino insieme, aiutandosi gli uni gli altri secondo necessità per il bene dei singoli individui e delle famiglie. Questo non è un lavoro d’uomo o di donna: è tutto lavoro di Dio, ed è incentrato sull’espiazione del nostro Signore Gesù Cristo. Ho alcuni precisi suggerimenti da proporvi. Se li seguirete, ritengo che vi saranno utili per svolgere più efficacemente i vostri compiti in famiglia e nella Chiesa.


Primo, concentratevi sulle cose fondamentali. Sicuramente a questa conferenza ci è stato parlato di queste cose fondamentali. Coloro che insegnano devono accertarsi che la dottrina rimanga pura e che sia insegnata adeguatamente. Insegnate mediante lo Spirito, usando le Scritture e i testi di studio approvati. Non introducete né soffermatevi su argomenti che possono diventare oggetto di congetture o di osservazioni di gusto dubbio. Esaminate gli insegnamenti impartiti a questa conferenza durante le serate familiari e le riunioni di famiglia; rafforzeranno le vostre case. In un mondo pieno di peccato, conflitti e confusione, possiamo trovare pace e sicurezza studiando e mettendo in pratica le verità rivelate del Vangelo.


Secondo, concentratevi sulle persone. Il coordinamento delle attività e la preparazione del calendario hanno la loro importanza, ma troppe riunioni di consiglio cominciano e finiscono con questo argomento. Invece di recitare una litania di piani e rapporti organizzativi, dedicate la maggior parte del tempo della riunione di consiglio ad esaminare le necessità dei singoli fedeli. Ma quando lo fate, ricordate la necessità di riservatezza. I componenti del consiglio devono trattare con la massima riservatezza tutte le questioni esaminate durante le loro riunioni.


Terzo, incoraggiate un’espressione libera ed aperta dei sentimenti. Questa espressione è indispensabile se vogliamo raggiungere l’obiettivo dei consigli. I dirigenti e i genitori devono creare un’atmosfera che consenta ai partecipanti di esprimersi liberamente, poiché ogni persona è importante e ogni opinione preziosa. Il Signore ci ha dato questo ammonimento: «Ognuno parli a sua volta, e che tutti ascoltino i suoi detti, affinché quando tutti avranno parlato, tutti traggano edificazione» (DeA 88:122; corsivo dell’autore). I dirigenti devono dedicare il tempo necessario alle riunioni di consiglio e ricordare che tali riunioni sono un’occasione per i dirigenti di ascoltare almeno tanto quanto parlano.


Quarto, la partecipazione è un privilegio. Con questo privilegio ci viene anche una responsabilità: la responsabilità di operare nell’ambito dei parametri dell’organizzazione stessa, di essere preparati, di esprimere la nostra opinione, di difendere vigorosamente il corso d’azione che ritenete giusto. Ma altrettanto importante è la responsabilità di appoggiare e sostenere la decisione finale del dirigente del consiglio, anche se non siete totalmente d’accordo.


Il presidente David O. McKay riferì su una riunione del Consiglio dei Dodici Apostoli, durante la quale fu esaminata una questione della massima importanza. Egli e gli altri Apostoli riteneva fermamente che si dovesse seguire un certo corso d’azione, ed erano preparati ad esporre le loro opinioni in una riunione con la Prima Presidenza. Con loro sorpresa, il presidente Joseph F. Smith non chiese la loro opinione sull’argomento, com’era suo costume. Invece «si alzò e disse: ‹Questo è quello che il Signore vuole›.


Anche se non era completamente in armonia con quella decisione …», il presidente McKay scrisse: «Il presidente dei Dodici fu il primo ad alzarsi in piedi e a dire: ‹Fratelli, propongo che tale decisione diventi l’opinione e il giudizio di questo Consiglio›.


‹Approvo la mozione›, disse un altro, e così fu fatto all’unanimità. Non passarono sei mesi prima che diventasse evidente la saggezza di quella decisione» (Gospel Ideals, Salt Lake City: Improvement Era, 1953, pag. 264).


Quando il dirigente del consiglio raggiunge una decisione, i componenti del consiglio stesso devono sostenerla con tutto il cuore.


Quinto, guidate con amore. Gesù insegnò che il primo e grande comandamento nella legge è: «Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua …


Il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuo prossimo come te stesso» (Matteo 22:37, 39). I dirigenti del sacerdozio devono guidare con «persuasione … longanimità … gentilezza e mansuetudine … con amore sincero … bontà e conoscenza pura» (DeA 121:41-42). Questi sono i principi che devono guidarci nei nostri rapporti come colleghi nella chiesa di Gesù Cristo.


Coloro che detengono il sacerdozio non devono mai dimenticare che non hanno nessun diritto di esercitare l’autorità del sacerdozio come un bastone tenuto sopra il capo dei familiari o dei fedeli, nell’esercizio delle loro chiamate nella Chiesa. Il Signore disse al profeta Joseph Smith che «quando noi intraprendiamo di coprire i nostri peccati o di gratificare il nostro orgoglio, la nostra vana ambizione, o di esercitare controllo o dominio o coercizione sulle anime dei figli degli uomini, con un qualsiasi grado d’ingiustizia, ecco che i cieli si ritirano, lo Spirito del Signore è afflitto; e quando si ritira Amen al sacerdozio o all’autorità di quell’uomo» (DEA 121:37).


In altre parole, l’uomo che richiede gli speciali poteri del cielo per i propri fini egoistici e cerca di usare il sacerdozio con un qualsiasi grado d’ingiustizia nella Chiesa o nella casa, semplicemente non capisce la natura della sua autorità.


Sacerdozio significa servizio, non servitù, compassione, non costrizione, cura, non controllo. Coloro che pensano altrimenti operano fuori dei parametri dell’autorità del sacerdozio.


Fortunatamente la maggior parte dei nostri padri e dirigenti del sacerdozio guidano con amore, proprio come fanno la maggior parte delle nostre madri e i dirigenti delle organizzazioni ausiliarie. Una guida basata sull’amore esercita un potere incredibile. È reale e porta a risultati duraturi nei figli del nostro Padre. Possa Dio benedirvi, fratelli e sorelle, perché possiate trovare ispirato consenso e unità quando vi consigliate insieme nel vostro servizio reciproco. Soltanto così facendo, la Chiesa e le nostre famiglie cominceranno a realizzare il loro pieno potenziale di fare del bene tra i figli di Dio sulla terra.


So che Dio vive e che Gesù è il Cristo. So che possiamo compiere meglio il loro lavoro mediante l’unità e l’amore quando sediamo in consiglio gli uni con gli altri. Possiamo noi godere delle benedizioni del cielo. Questa è la mia preghiera, nel nome di Gesù Cristo. Amen. 9