1990–1999
Le cose più semplici
Ottobre 1994


Le cose più semplici

Non dobbiamo mancare di fare le cose più semplici e facili che il Vangelo richiede e non dobbiamo negare a noi stessi e alle nostre famiglie le grandi benedizioni che il Signore ha promesso.

Siamo davvero fortunati di stare qui e ascoltare le istruzioni che ci vengono impartite. È un particolare privilegio dare il benvenuto a questi uomini e dire addio per qualche tempo a coloro che ci lasceranno. Siamo grati per il valido servizio svolto da questi uomini.

Presidente Hunter, le voglio bene e la sostengo con tutto il cuore e tutta l’anima, come fanno tutti i Settanta. Noi proclamiamo a tutto il mondo la nostra testimonianza della realtà di Gesù Cristo e della sua chiamata come Suo profeta in questo tempo.

Ho incontrato per la prima volta il presidente Howard W. Hunter nel 1967, quando fui convocato nel suo ufficio per essere messo a parte per una nuova chiamata. Per qualche minuto parlammo del mio nuovo incarico; poi egli mi sorprese dicendo più o meno: «Fratello Pinegar, non abbiamo bisogno di nessuno che serva in questa chiamata. Lei sa di che cosa abbiamo bisogno?» Non sapevo cosa rispondere. Mi chiedevo se mi ero sbagliato riguardo alla mia chiamata. Con i suoi modi cordiali egli mi disse che se avessimo fermato i primi cento membri della Chiesa che fossero passati davanti all’edificio amministrativo della Chiesa, quasi tutti loro sarebbero stati in grado e disposti a servire in quella stessa chiamata. «Quello di cui abbiamo bisogno», egli disse, «sono gli insegnanti familiari. Questa è la più grande necessità della Chiesa oggi».

Poi, con un sorriso, disse: «Va bene, fratello Pinegar, la metterò a parte ad ogni modo». Quando pose le mani sul mio capo ero incerto riguardo a quello che l’anziano Hunter avrebbe detto. Pensai che forse mi avrebbe messo a parte come insegnante familiare. In maniera gentile e rassicurante egli mi impartì una benedizione, dichiarando che sarei stato in grado di assolvere la mia chiamata. Io promisi a me stesso che sarei stato un insegnante familiare migliore.

Il riferimento fatto oggi agli insegnanti familiari dal presidente Hunter è in armonia con il risalto che egli oggi desidera dare ai semplici messaggi del vangelo di Gesù Cristo. La grande opera del Signore viene compiuta principalmente mediante piccoli atti di bontà con cui si mettono in pratica gli insegnamenti fondamentali del Suo vangelo. L’obbedienza nel fare le cose più semplici è sempre stata il mezzo per richiamare su di noi le benedizioni del Signore.

Ricordate la storia di Naaman, capo dell’esercito del re di Siria, «uomo in grande stima ed onore presso il suo signore, perché per mezzo di lui l’Eterno avea reso vittoriosa la Siria … uomo forte e prode [ma] era lebbroso» (2 Re 5:1).

Per ordine del suo re, Naaman andò dal profeta Eliseo per essere guarito dalla sua terribile malattia.

«Naaman dunque venne coi suoi cavalli e i suoi carri e si fermò alla porta della casa di Eliseo.

Ed Eliseo gli inviò un messo a dirgli: ‹Va’, lavati sette volte nel Giordano; la tua carne tornerà sana, e tu sarai puro›.

Ma Naaman si adirò e se ne andò, dicendo: ‹Ecco, io pensavo: Egli uscirà senza dubbio incontro a me, si fermerà là, invocherà il nome dell’Eterno, del suo Dio, agiterà la mano sulla parte malata, e guarirà il lebbroso› …

Ma i suoi servi gli si accostarono per parlargli, e gli dissero: ‹Padre mio, se il profeta t’avesse ordinato una qualche cosa difficile, non l’avresti tu fatta? quanto più ora ch’egli t’ha detto: – Lavati, e sarai mondato›?

Allora egli scese e si tuffò sette volte nel Giordano, secondo la parola dell’uomo di Dio; e la sua carne tornò come la carne d’un piccolo fanciullo, e rimase puro» (vv. 9-11, 13-14).

Qualche volta non siamo forse come Naaman e cerchiamo delle cose grandi e importanti da fare, trascurando le cose più semplici che potrebbero cambiare la nostra vita e guarirci dalle nostre afflizioni?

A una riunione al caminetto all’Università Brigham Young il presidente Hunter disse: «Se pensate che quello che fate quest’anno o farete negli anni a venire non vi renderà molto famosi, rincuoratevi. La maggior parte delle persone vissute su questa terra non sono state neanche loro molto famose» («‹No Less Serviceable›», Brigham Young University 1990-91 Devotional and Fireside Speeches, Provo: BYU, 1991, pag. 6).

In un’altra occasione egli disse che «il successo della vera grandezza è un processo a lungo termine … Sembra che richieda sempre passi regolari, coerenti, piccoli e qualche volta comuni e mondani per un lungo periodo di tempo» («What Is True Greatness?» Brigham Young University 1986-87 Devotional and Fireside Speeches, Provo: BYU, 1987, pag. 115).

Il Signore ha detto: «E ciò che è grande procede da piccole cose» (DeA 64:33).

Anche il presidente David O. McKay parlò del potere degli atti piccoli e semplici:

«Non c’è una sola cosa grande che possiamo fare per ottenere la vita eterna; e mi sembra che la grande lezione che dobbiamo imparare nel mondo oggi è quella di mettere in pratica nelle nostre piccole azioni e doveri della vita i gloriosi principi del Vangelo. Non pensiamo che, poiché alcune delle cose menzionate questo pomeriggio possono sembrare piccole e comuni, non siano importanti. La vita, dopo tutto, è fatta di piccole cose. La nostra vita, il nostro essere esistono per i piccoli battiti del nostro cuore. Se questo piccolo cuore cessasse di battere, la vita cesserebbe.

Il grande sole è una forza possente nell’universo, ma noi riceviamo i doni che scaturiscono dai suoi raggi perché ci pervengono come sottili raggi, che presi nel loro insieme riempiono tutto il mondo di luce. La buia notte è resa più piacevole dallo scintillio di quelle che sembrano piccole stelle; e così la vera vita cristiana è fatta di piccoli atti cristiani compiuti in quest’ora, in questo minuto, nella casa, nel quorum, nell’organizzazione alla quale apparteniamo, nella città, ovunque viviamo e operiamo» (Conference Report, ottobre 1914, pagg. 87-88).

Concentriamo dunque la nostra attenzione sull’insegnare e mettere in pratica i semplici messaggi del Salvatore nella nostra casa per rafforzare la nostra famiglia, perfezionare la società in cui viviamo e migliorare noi stessi. Questo ci consentirà di combattere con successo l’erosione della famiglia che, come il presidente Hunter ha detto, è il più grande pericolo che il mondo corre oggi. La nostra prima linea di difesa, in questo mondo di decadimento spirituale e morale, è e continuerà ad essere la famiglia.

Le virtù cristiane instillate nei primi anni di vita apportano dei valori che condurranno i nostri figli a compiere le giuste scelte e azioni. È stato detto che i figli sono come il cemento fresco: tutto ciò che cade su di esso vi lascia un’impronta (Haim G. Ginott).

Ricordo che mentre ero adolescente cominciai a lavorare in un’impresa edile che gettava le fondamenta delle case. Imparai che il calcestruzzo è fatto di un insieme di elementi molto semplici, che da soli non sono abbastanza stabili per creare delle fondamenta. Mescolati insieme nella giusta sequenza e proporzione, i piccoli granelli di sabbia, i sassolini, l’acqua e il cemento formano una sostanza particolare di insolita forza e durevolezza. Per alcune ore dopo che è stato preparato il calcestruzzo, può essere versato in casseforme di qualsiasi tipo. All’inizio, prima che s’indurisca completamente, anche un piccolo uccello che saltella sulla sua superficie tanto soffice lascerà un’impronta. In seguito, tuttavia, esso diventa così duro che neppure un elefante che vi cade sopra potrebbe lasciarvi le sue orme.

Proprio come alcuni semplici elementi mescolati nella giusta maniera formano le solide fondamenta di una casa, così i semplici insegnamenti del Vangelo si uniscono insieme creando solide fondamenta per la nostra vita.

D’altra parte dobbiamo renderci conto che vi sono alcune piccole cose che possono distruggerci invece di edificarci o rafforzarci. Dei piccoli granelli di sale sparsi sul calcestruzzo, se non vengono rimossi, possono rovinarne la solidità. Per lo stesso motivo i piccoli passi compiuti nella direzione sbagliata, se vengono ignorati e non corretti, indeboliranno e distruggeranno la nostra vita. I grossi problemi sono causati dal pensare che le piccole cose non contano.

Come per Naaman, i nostri profeti ci hanno consigliato di fare quelle semplici cose che contano. Abbiamo ricevuto semplici istruzioni che tutti possiamo seguire per rafforzare la nostra famiglia, guarire le nostre afflizioni spirituali e diventare seguaci di Gesù Cristo nei pensieri e nell’azione. Ai genitori è stato consigliato di riservare una sera alla settimana per insegnare principi fondamentali del Vangelo ai loro figli.

La Prima Presidenza ha dichiarato:

«Nessuna organizzazione della Chiesa può sostituirsi ai genitori nell’assolvere questo obbligo. Il meglio che la Chiesa può fare è dare ogni aiuto possibile, in modo che i genitori non abbiano scuse per evitare di svolgere questo lavoro tanto sacro e vitale di costruire solide fondamenta nella casa» (Family Home Evening: Loves Makes a House a Home, 1974, pag. 2).

Se teniamo fedelmente delle serate familiari proficue «acquisiremo la forza necessaria per resistere alle tentazioni del mondo e riceveremo molte benedizioni che ci qualificheranno a godere delle nostre famiglie per tutta l’eternità nel regno celeste» (Prima Presidenza, Family Home Evening, 1978, pag. 2).

Se il Profeta ci chiedesse di fare una cosa grande per ricevere una grande ricompensa, la faremmo? Tenere fedelmente la serata familiare è una piccola cosa che possiamo fare per ricevere queste grandi benedizioni.

Un’altra cosa semplice che tutti possiamo fare è avvicinarci di più al Salvatore, e per godere della Sua guida dobbiamo dire le preghiere familiari ogni giorno. Il Salvatore stesso disse: «Pregate il Padre nelle vostre famiglie, sempre in nome mio, affinché le vostre mogli e i vostri figli siano benedetti» (3 Nefi 18:21).

Pregare insieme, cercare di conoscere la volontà del nostro Padre celeste e desiderare la forza di fare la Sua volontà sono cose che ci avvicinano sempre più a Lui. Questa abitudine unisce i componenti di una famiglia nella direzione e scopo comuni. Quanto ci ha reso facili le cose il Signore! Tutto quello che dobbiamo fare è chiedere sinceramente avendo fede nel Suo nome, ed Egli ascolterà e esaudirà le nostre preghiere. Tuttavia, se il Profeta ci chiedesse di fare una grande cosa per ricevere tali benedizioni, la faremmo? Dire fedelmente le preghiere familiari è una cosa molto semplice da fare per ricevere queste grandi benedizioni.

Il presidente Ezra Taft Benson promise che potremo tenere i nostri figli vicino a noi e al Signore, e che riceveremo «benedizioni in misura sinora sconosciuta» se leggeremo fedelmente insieme il Libro di Mormon e «osserveremo i suoi precetti» (relazione sulla conferenza generale di aprile 1986, pag. 78). Egli dice che nel Libro di Mormon troveremo «grande potere, grande conforto e grande protezione» (La Stella, gennaio 1987, pag. 7).

Se leggiamo scritti che parlano del Signore, ascoltiamo le Sue parole e impariamo a conoscere i Suoi insegnamenti, possiamo ricevere lo spirito della pace, della verità e della fede nelle nostre case e nel nostro cuore. Conosceremo quello che Gesù vuole che facciamo e quello che vuole che diciamo.

Se il Profeta ci avesse chiesto di fare una grande cosa per godere di queste benedizioni, la faremmo? Leggere il Libro di Mormon ogni giorno è un semplice requisito che dobbiamo soddisfare per ricevere queste grandi benedizioni.

Nel Libro di Mormon il profeta Nefi spiega al suo popolo perché molti figli di Israele perirono nel deserto dopo aver lasciato l’Egitto. A causa della loro iniquità il Signore mandò loro dei serpenti volanti e feroci; e dopo che ne furono morsicati, Egli preparò un mezzo per guarirli; e ciò che avevamo da fare a tal fine era semplicemente guardare; e per via della semplicità e della facilità di tale atto, ve ne furono molti che morirono (vedi 1 Nefi 17:41).

Fratelli e sorelle, non dobbiamo mancare di fare le cose più semplici e facili che il Vangelo richiede, e non dobbiamo negare a noi stessi e alle nostre famiglie le grandi benedizioni che il Signore ha promesso.

Alla conferenza generale dello scorso aprile l’anziano Neal A. Maxwell, membro del Quorum dei Dodici, chiese: «Data la gravità dell’attuale situazione, i genitori sarebbero disposti a rinunciare a una sola cosa estranea alla famiglia, dedicando il tempo e il talento che essa attualmente richiede alla famiglia?» (La Stella, luglio 1994, pag. 99).

Charles Francis Adams, nipote del secondo presidente degli Stati Uniti, era un avvocato di successo, deputato del Congresso degli Stati Uniti e ambasciatore americano in Gran Bretagna. A causa dei suoi innumerevoli impegni aveva poco tempo libero. Egli tuttavia teneva un diario. Un giorno scrisse: «Oggi sono andato a pescare con mio figlio: un giorno sprecato!»

In quella stessa data il figlio di Charles, Brooks Adams, scrisse nel suo diario: «Oggi sono andato a pescare con mio padre: è stato il giorno più bello della mia vita» (citato da Scott Walker in Daily Guideposts, 1994).

Il presidente Hunter ha detto: «Spesso sono i compiti più comuni che hanno il maggior effetto positivo sulla vita degli altri» («What Is True Greatness?» Brigham Young University 1986-1987 Devotional and Fireside Speeches, Provo: BYU, 1987, pag. 115).

Prego che daremo ascolto ai consigli del nostro profeta e avremo la fede per seguire il Salvatore, facendo le cose semplici che il Suo vangelo richiede. Poiché, se il profeta del Signore ci chiedesse di fare una grande cosa per ricevere le grandi benedizioni del Signore, chi tra noi non la farebbe? Nel nome di Gesù Cristo. Amen. 9