1990–1999
Le leggi eterne della felicità
Ottobre 1995


Le leggi eterne della felicità

Quando osserviamo i Dieci Comandamenti esprimiamo il nostro amore per Dio e, con l’attiva applicazione di questi principi eterni, esprimiamo il nostro amore per il prossimo.

Presidente Hinckley, ritengo di poter parlare in nome dei santi di tutto il mondo: siamo stati profondamente commossi dalla sua esortazione profetica a far progredire questo lavoro con maggiore energia. Impegnamo la nostra vita e la nostra obbedienza per realizzare questo proposito.

Mentre insegnavo all’Università Brigham Young nel 1978, fratello Dennis Rasmussen fece domanda e fu accettato come studente presso il Seminario teologico ebraico d’America. Durante la sessione di apertura, quando disse il suo nome e l’università di provenienza, il rabbino Muffs esclamò: «Lei è il Mormone! … Paga la decima?» «Sì», rispose Rasmussen. «La paga con gioia?» «Sì», fu la risposta. «Io penso che la gioia sia l’essenza della religione», disse il rabbino. «Non c’è nulla di più basilare della gioia nel vivere la propria religione … Sto scrivendo un libro sulla gioia». Fratello Rasmussen disse: «C’è un passo nel Libro di Mormon: ‹Adamo trasgredì perché gli uomini fossero; e gli uomini sono per poter conoscere la gioia›».

Il rabbino Muffs rimase profondamente colpito ed esclamò: «Ho finalmente trovato il testo che ho cercato per tutta la vita … e proprio nel Libro di Mormon». Poi, rivolgendosi di nuovo a fratello Rasmussen, chiese: «Lo dica di nuovo, ma più lentamente». Mentre Rasmussen ripeteva le familiari parole, gli occhi del rabbino si illuminarono di gratitudine per questo grande principio che egli capiva, ma che non aveva mai sentito esprimere così sinteticamente.

Quanto è importante conoscere lo scopo della nostra esistenza! L’uomo esiste per conoscere la gioia, e questa gioia la troviamo nell’obbedire ai comandamenti di Dio.

Nel febbraio scorso ho veduto questa gioia ben evidente quando ho accompagnato dei missionari di Santiago, nel Cile, a fare visita ad alcuni dei loro convertiti. Nella casa dei Basuare, i gemelli di otto anni Nicolas e Ignacio ci vennero incontro sulla porta con camicia bianca e cravatta, proprio come i missionari. Il loro padre era stato battezzato tre settimane prima, e la settimana successiva aveva battezzato sua moglie e i suoi figli. Parlammo della loro conversione. Essi espressero i loro sentimenti di amore per i missionari e la gioia che provavano nel mettere in pratica il Vangelo e nell’obbedire ai comandamenti. Essi ci mostrarono con orgoglio la fotografia del Tempio di Santiago esposta nel loro soggiorno, simbolo del loro obiettivo di diventare una famiglia eterna un anno dopo la data del loro battesimo.

Chiesi a Nicolas se da grande avrebbe fatto il missionario. Rispose affermativamente, e ci stringemmo la mano per suggellare la promessa che egli si sarebbe preparato per quel giorno. Poi feci a Ignacio la stessa domanda. Egli esitò, poi rispose: «Non so se posso fare questa promessa. Ho soltanto otto anni». Io insistetti: «Nicolas ha fatto questa promessa. Non vuoi fare lo stesso?» Egli esitò ancora e rispose: «Non so se potrò essere pronto». Vedevo che forse gli avevo messo nel piatto più di quanto poteva mangiare, così aggiunsi: «Forse farai bene a parlarne con tuo padre».

Egli andò da suo padre, che lo prese in braccio e disse: «Ignacio, Gesù era un missionario. Egli camminava per le strade, proprio come fanno l’anziano Sheets e il suo collega, e faceva felici le persone insegnando loro a obbedire ai comandamenti. Non vuoi essere come Gesù?» «Sì, papà, lo voglio». «Pensi che se lavoriamo insieme potrai essere pronto ad essere un missionario quando compirai diciannove anni?» «Penso di sì». «Non vuoi promettere all’anziano Mickelsen che lo farai?» Egli venne da me, e ci stringemmo la mano per suggellare la promessa. Mi stupii che quel giovane padre, convertito da appena tre settimane, potesse essere tanto perspicace nell’aiutare la sua famiglia a seguire il Salvatore e sapesse emulare i missionari nell’istruire i suoi figli. Il loro obiettivo di diventare una famiglia eterna sicuramente si realizzerà sotto la guida di quel padre fedele.

Sin dal principio della Creazione questa felicità familiare è stata l’obiettivo del piano del Padre celeste. Dopo essere stati scacciati dal Giardino di Eden, Adamo ed Eva cominciarono a moltiplicarsi e a riempire la terra. Man mano che la loro famiglia cresceva, essi invocavano l’aiuto del Signore. Egli dette loro dei comandamenti e ordinò che li insegnassero ai loro figli.

Queste leggi eterne furono ribadite a Mosè sul Monte Sinai, riassunte dal Salvatore nei due grandi comandamenti e ripetute a Joseph Smith in una rivelazione conosciuta come la «legge della Chiesa».

Anche noi dobbiamo insegnare questi comandamenti ai nostri figli. La nostra felicità in questa vita e la nostra gioia nella vita futura come famiglie eterne dipendono dalla fedeltà con la quale li mettiamo in pratica. Penso che possiamo insegnare i Dieci Comandamenti ai nostri figli in maniera positiva, in modo che essi rispecchino la legge superiore che il Salvatore ci ha dato.

  1. «Non avere altri dii nel mio cospetto».

  2. Non ti fare scultura alcuna.

  3. «Non usare il nome dell’Eterno, ch’è l’Iddio tuo, invano».

  4. Ricordati del giorno del riposo per santificarLo.

  5. «Onora tuo padre e tua madre».

  6. «Non uccidere».

  7. «Non commettere adulterio».

  8. «Non rubare».

  9. «Non attestare il falso».

  10. «Non concupire».

Quando osserviamo i Dieci Comandamenti esprimiamo il nostro amore per Dio e, con l’attiva applicazione di questi principi eterni, esprimiamo il nostro amore per il prossimo. Queste sono le leggi eterne della felicità. Se le osserveremo, ci riporteranno alla presenza del nostro Padre in cielo.

Prego che sapremo ammaestrarli mediante l’esempio e il precetto. Prego che sentiremo tutti la gioia provata dai Basuare quando arrivarono a conoscere la verità del Vangelo, che ora stanno insegnando ai loro figli.

Avendo una positiva conoscenza dei comandamenti, i nostri figli proveranno un maggior desiderio di osservarli e avranno una migliore conoscenza del potere che ha l’Espiazione di perdonarli quando commettono degli errori. Se capiranno il sacrificio che Egli compì per noi, si pentiranno e procederanno con «una speranza perfetta, sapendo che Cristo pagherà per i loro peccati se Lo seguono».

Prego che possiamo insegnare e osservare i comandamenti, in modo che insieme alle nostre famiglie potremo adempiere la misura della nostra creazione34 e ottenere la gioia che il nostro Padre in cielo desidera per noi. Nel nome di Gesù Cristo. Amen. 9