1990–1999
Avvicinatevi a Cristo
Aprile 1997


Avvicinatevi a Cristo

Cambiare non fu facile. Dovevo essere umile per rendermi conto di avere sbagliato.

Sono nata nella Chiesa; pertanto i miei genitori si sono sempre adoperati per insegnarmi i principi giusti. Nonostante questo, durante i primi anni delle scuole medie cambiai molto. Decisi di prendere la strada che sembrava più divertente e in apparenza anche più facile. Mi lasciavo guidare dai consigli delle mie amiche che mi inducevano a vestirmi in modo impudico, a andare a feste di dubbio gusto e anche a usare qualche volta un linguaggio non adatto.Durante quel periodo cominciai ad avere difficoltà a andare d’accordo con i miei genitori e smisi di leggere le Scritture. Per me era più importante avere tanti amici, andare alle feste e vestirmi nel modo che piaceva alle mie amiche. Ma in realtà dentro di me mi sentivo vuota e più sola che mai. Non avevo la coscienza tranquilla perché c’era sempre qualcosa che dovevo nascondere ai miei genitori per timore di essere rimproverata. Qualcosa mi diceva che ciò che facevo era sbagliato. Tuttavia continuavo a seguire le mie amiche e a cercare di conquistare la loro approvazione.Soltanto durante la seconda metà dell’ultimo anno del ginnasio cominciai a sentire che tutto ciò che veniva detto in Chiesa mi riguardava in modo particolare. Durante una riunione sacramentale i discorsi avevano per argomento cose che mi riguardavano da vicino. Mi voltai verso mia madre e le chiesi: «Mamma, hai parlato a questa gente di me?» Ella rispose di non aver detto nulla a quegli oratori. Fu allora che decisi di cambiare, e fu allora che le mie amiche mi voltarono le spalle. Mi sentivo davvero triste, ma accettai il fatto che i miei genitori avevano sempre avuto ragione. Arrivai a rendermi conto che erano i miei veri, unici amici.Cambiare non fu facile. Dovevo essere umile per rendermi conto di avere sbagliato. Volevo veramente essere diversa, così cominciai a lavorare al programma Progresso personale. Cominciai a sentirmi meglio e ad avere maggiore stima di me, grazie alle esperienze positive che facevo. Qualche volta fu difficile portare a termine i compiti del programma, come ad esempio la lettura delle Scritture. Ma anche solo impegnarmi nella lettura mi faceva sentire meglio.La prima volta che finii di leggere il Libro di Mormon mi resi conto che tutto ciò che i miei genitori mi avevano insegnato sulla Chiesa era vero e che potevo avvicinarmi a Cristo. Quando cominciai a lavorare ai progetti della mia classe delle Laurette cominciai a sentirmi soddisfatta di me e a sentire la pace che avevo cercato compiendo le opere di servizio richieste dal programma.Ora ho conquistato il mio medaglione, e penso che sia valso ogni sforzo che ho fatto. Per me è qualcosa di più che una collana. Simboleggia i miei sentimenti di amore verso il Padre celeste. Simboleggia la mia dignità personale e mi spinge a continuare a fare ciò che Cristo vuole che faccia.Sono molto grata per la possibilità che mi è stata data di scegliere tra il bene e il male, e sono anche grata per la possibilità che ho di imparare dai miei errori. La gioia che oggi provo quando sento l’amore di Cristo nel servire il prossimo e la consapevolezza della mia dignità non trovano confronto con i sentimenti che provavo quando ero una ragazza molto ammirata a scuola. Probabilmente nessun mio compagno di scuola alle medie si ricorda di me, ma io mi sento felice di sapere che Cristo mi conosce e sa che io Lo amo.So che possiamo superare le difficoltà che incontriamo sul nostro cammino perché siamo figlie del Padre celeste che ci ama. Ed Egli non lascerà che siamo tentate oltre le nostre forze. So che Joseph Smith era un vero profeta, proprio come il presidente Hinckley è un profeta. Dico queste cose nel nome di Gesù Cristo. Amen. 9