1990–1999
Rallegratevi, figliole di Sion
Ottobre 1999


Rallegratevi, figliole di Sion

Le donne di tutto il mondo saranno attratte dalla Chiesa se perfezioniamo la nostra vita e mettiamo in pratica i principi indispensabili per illuminare la via che altri seguiranno.

Mie care sorelle della Società di Soccorso, oggi mi presento davanti a voi con tanta umiltà e con il cuore pieno di una gratitudine che non conosce limiti. Vi porto testimonianza che durante gli ultimi mesi lo Spirito del Signore ha aleggiato sulle organizzazioni di questa chiesa. Abbiamo sentito la Sua influenza e la Sua guida mentre io lavoravo con le mie capaci consigliere, con i nostri devoti consulenti del sacerdozio, con le componenti del nostro consiglio e l’efficiente personale del nostro ufficio, pregando per avere una guida nel portare innanzi questo lavoro. Abbiamo studiato con diligenza e meditato su come possiamo edificare le nostre sorelle ovunque si trovano, nello sforzo di stabilire come ognuna di noi può avere un’idea dello stupendo potenziale dell’organizzazione della Società di Soccorso.

Prego che lo Spirito Santo scenda su di voi per darvi una più grande comprensione di chi siete, del motivo per cui vi trovate qui e dei particolari doni che potete portare nell’organizzazione della Società di Soccorso. Spero che se mediterete sulle cose che ascolterete questa sera dalla Prima Presidenza e dalla presidenza generale della Società di Soccorso, riceverete una testimonianza che quello che facciamo è davvero fatto per direttiva del Signore. Questo è un momento straordinario, un momento molto importante per prepararci per il futuro.

In Zaccaria 2:10–11 leggiamo:

«Rallegrati, o figliuola di Sion! poiché ecco, io sto per venire, e abiterò in mezzo a te, dice l’Eterno.

E in quel giorno molte nazioni s’uniranno all’Eterno, e diventeranno mio popolo; e io abiterò in mezzo a te, e tu conoscerai che l’Eterno degli eserciti m’ha mandato a te».

Siamo riunite come sorelle in una chiesa universale per gioire delle benedizioni che il Vangelo ci dà. È davvero un giorno in cui dobbiamo elevare i nostri cuori. Prima e soprattutto, gioiamo della conoscenza che abbiamo che il nostro Padre celeste ama ognuna di noi. Gioiamo della nostra testimonianza di Gesù Cristo e del Suo sacrificio espiatorio. Gioiamo della restaurazione del Vangelo e del grande lavoro compiuto dal profeta Joseph Smith. Gioiamo perché viviamo in un’epoca in cui un profeta vivente, il presidente Gordon B. Hinckley, porta coraggiosamente innanzi il grande lavoro del Signore. Gioiamo del numero di templi che vengono costruiti, dei progressi compiuti dalla scienza dei computer per svolgere le ricerche sui nostri antenati e dell’entusiasmo di servire. Gioiamo del numero dei missionari che vengono mandati in tutti i paesi della terra per raccogliere gli onesti di cuore. Gioiamo del modo in cui viviamo e della possibilità che viene data a ognuno di noi di essere partecipe del grande piano di felicità di Dio. Gioiamo dell’organizzazione della Società di Soccorso, e sappiamo che le donne di tutto il mondo saranno attratte dalla Chiesa se perfezioniamo la nostra vita e mettiamo in pratica i principi indispensabili per illuminare la via che altri seguiranno.

Ricordiamo le parole del profeta William Wordsworth:

«La nostra nascita è soltanto sognare e dimenticare:

l’anima che si leva con noi, la stella della nostra vita,

ha altrove il suo tramonto,e proviene da lontano:

non interamente dimentichi, non completamente spogli,

ma, trascinando con noi nuvole di gloria

veniamo da Dio, presso il Quale è la nostra dimora».

Durante questi due anni e mezzo di servizio come presidenza generale della Società di Soccorso, siamo diventate consapevoli che la gente del mondo è curiosa di conoscere la Società di Soccorso.

Per rispondere alle domande che provengono dal mondo esterno e per ricordare a noi stesse le grandi benedizioni di cui godono le donne, noi, presidenza generale della Società di Soccorso della Chiesa, esponiamo i seguenti principi:

Siamo figlie di spirito di Dio. Per noi la vita ha un significato, uno scopo e un obiettivo.

Siamo una sorellanza universale; siamo unite dalla nostra devozione

a Gesù Cristo, nostro Salvatore ed Esempio.

Siamo donne piene di fede, virtù, ideali e carità le quali:

Rafforzano la loro testimonianza di Gesù Cristo mediante la preghiera e lo studio delle Scritture

Cercano la forza spirituale seguendo i suggerimenti dello Spirito Santo

Si dedicano a rafforzare il loro matrimonio, la famiglia e la casa.

Trovano motivo di orgoglio nell’essere madri e gioia nell’essere donne.

Gioiscono nel servire e nel fare il bene.

Amano vivere e imparare.

Difendono la verità e la rettitudine.

Sostengono il sacerdozio come autorità di Dio sulla terra.

Gioiscono delle benedizioni del tempio, comprendono il loro destino divino e si sforzano per raggiungere l’esaltazione.

Come presidenza noi gioiamo di questa dichiarazione, approvata e avallata dalla Prima Presidenza e dal Quorum dei Dodici, nella quale sono affermati chiaramente i principi che stanno alla base del nostro atteggiamento e delle azioni che compiamo per riportare ognuna di noi alla presenza del nostro Padre celeste. Se ognuna di noi seguirà fedelmente questi insegnamenti raggiungerà, come sperava padre Lehi, l’albero della vita. In 1 Nefi 8:12 leggiamo: «E come mangiai del frutto, esso riempì la mia anima d’una immensa gioia; pertanto cominciai a desiderare che anche la mia famiglia ne mangiasse; poiché sapevo che era desiderabile più di ogni altro frutto».

Noi, come padre Lehi, abbiamo la speranza che nel percorrere il nostro cammino sulla terra potremo mangiare personalmente il frutto che si trova in questo vangelo di Gesù Cristo e conoscere la gioia che riempirà la nostra anima di una più grande fede, speranza e carità. Esaminiamo insieme alcuni di questi principi e l’influenza che essi possono avere sulla nostra vita.

Come sorellanza universale siamo unite dalla nostra devozione a Gesù Cristo, nostro Salvatore ed Esempio.

Noi dichiariamo al mondo che non è per caso che abbiamo abbracciato il vangelo di Gesù Cristo: il Vangelo è vero! Questo grande piano ci consente di avere una giusta prospettiva della vita.

Sappiamo che siamo esistite e che esisteremo per sempre. Sappiamo di essere state mandate sulla terra per acquisire esperienza e dare prova di noi stesse. Le decisioni che prendiamo hanno un’importanza vitale per raggiungere la vita eterna e l’esaltazione. Sappiamo che questa vita terrena è importante e che questa conoscenza dà significato, scopo e direzione alla nostra vita. Infine tutte noi vogliamo imparare bene molte lezioni e ritornare a casa dal nostro affettuoso Padre celeste.

Noi accettiamo il Salvatore come Figlio Unigenito del nostro Padre celeste. Sappiamo che tramite Lui saremo redente e risorgeremo. Perciò «noi parliamo di Cristo, gioiamo in Cristo, predichiamo il Cristo» (2 Nefi 25:26).

Abbiamo fede, virtù, ideali e carità.

Quando visitiamo la vostra parte del mondo vediamo molte sorelle della Società di Soccorso che si ⌦tengono strette alla verga di ferro. Abbiamo fede quando si scatenano le tempeste della vita; ci manteniamo pulite e pure davanti alle ⌦tentazioni.

Vediamo una fonte di carità scaturire dal cuore delle sorelle quando esse cercano il «puro amore di Cristo» (Moroni 10:47).

Ci dedichiamo a rafforzare il nostro matrimonio, la nostra famiglia, la nostra casa. Troviamo motivo di orgoglio nell’essere madri e gioia nell’essere donne.

Sappiamo che la famiglia è l’unità fondamentale creata da Dio perché potessimo servire e imparare. Da questa consapevolezza scaturisce l’impegno di dedicare il tempo innanzitutto alla nostra famiglia e di sforzarci di sapere come possiamo essere mogli migliori. Da queste riflessioni scaturiscono le azioni buone, affettuose e gentili da compiere verso i nostri mariti. Vediamo sorelle che desiderano veramente che i loro figli mangino il frutto del Vangelo, vadano in missione, si sposino nel tempio, perciò si dedicano a preparare delle belle serate familiari, a studiare le Scritture insieme alle loro famiglie, a pregare e a frequentare il tempio. Questa dichiarazione sarà un costante memento per concentrarci sulle nostre responsabilità più importanti.

Ma non tutte le donne danno alla luce i bambini che cureranno come madri.

Il presidente Joseph F. Smith rimase orfano alla tenera età di 13 anni. In seguito fu mandato in missione nelle Isole Hawaii. Sull’Isola di Molokai contrasse una forte febbre e rimase gravemente ammalato per tre mesi. Una cara sorella hawaiana lo accolse nella sua casa e lo curò affettuosamente come se fosse stato suo figlio.

Molti anni dopo, quando era presidente della Chiesa, il presidente Smith fece visita a quelle isole. Charles Nibley descrisse con commozione l’esperienza che egli fece in quella occasione:

«Fu tanto bello vedere il profondo affetto e la grande commozione che quelle persone sentivano per lui. Tra la folla notai una povera vecchia cieca che, guidata per mano, avanzava a passi incerti sotto il peso dei suoi circa novant’anni. Ella teneva in mano alcune belle banane. Era tutto quello che possedeva, tutto quello che poteva offrire. Continuava a chiamare: ‹Josepa, Josepa›. Appena la vide, egli le corse subito incontro per prenderla tra le braccia, stringerla fortemente a sé e baciarla più volte, accarezzandole il capo e dicendo: ‹Mamma, mamma, mia cara vecchia mamma›.

Poi, con le guance bagnate di lacrime, si voltò verso di me e disse: ‹Charlie, questa donna mi curò quando ero un ragazzo ammalato e senza nessuno che si prendesse cura di me. Mi accolse in casa sua e fu per me come una madre›» (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Joseph F. Smith, xvi, 192)).

Tutte possiamo aprire le braccia per esprimere il nostro affetto agli altri e fare loro dono della compassione e della dolcezza che possono scaturire soltanto dal cuore di una donna.

Gioiamo nel servire e nel fare il bene.

Alcune settimane fa un ciclone si è abbattuto su Salt Lake City causando devastazioni e distruzione. Il mattino seguente una presidentessa della Società di Soccorso di palo, la cui casa aveva subito gravi danni, preparò un rapporto per fornire ai suoi dirigenti del sacerdozio informazioni utili per future visite e valutazioni.

L’istruzione è un altro modo per aiutare gi altri e cambiare per sempre la loro vita. Una consigliera addetta all’istruzione afferrò l’idea di questa necessità. Invitò due amiche, e insieme seguirono un corso per imparare l’inglese come seconda lingua. Esse sono ora impegnate a insegnare l’inglese a una bella famiglia di tredici persone proveniente dal Kosovo. L’istruzione è stata una benedizione sia per le insegnanti che per gli studenti.

Difendiamo la verità e la rettitudine.

Leviamo la voce per fermare la marea di sporcizia e corruzione che affligge la nostra società. Le sorelle che distinguono il bene dal male sono schierate fermamente dalla parte del Signore, facendo le scelte che le distinguono dal resto del mondo, controllando attentamente i programmi televisivi che la famiglia segue, si vestono modestamente e si astengono dal vedere film che esaltano la violenza e il comportamento immorale.

Sosteniamo il sacerdozio come autorità di Dio sulla terra.

Vediamo in questa grande chiesa delle sorelle che riconoscono le benedizioni del sacerdozio restaurato. Gioiamo quando vediamo benedire un neonato, battezzare un bambino, quando prendiamo il sacramento e siamo messe a parte per le chiamate nella Chiesa, e vediamo i nostri mariti che impartiscono benedizioni paterne. Siamo grate per le benedizioni del sacerdozio che illuminano il nostro cammino e ci danno guida e speranza. Gioiamo e sosteniamo i degni detentori del sacerdozio.

Gioiamo delle benedizioni del tempio, comprendiamo il nostro destino divino e ci sforziamo di raggiungere l’esaltazione.

Vediamo sorelle che gioiscono delle benedizioni del tempio, sorelle che si sforzano di fare e osservare le loro alleanze, di svolgere il lavoro per i loro parenti defunti e, facendolo, sentono i loro fardelli diventare più leggeri e diventare più forte il loro potere di resistere alla tentazione; figlie di Dio consapevoli del loro destino divino, che comprendono il loro potenziale e si impegnano a vincere le loro debolezze.

Noi portiamo testimonianza che ognuna di noi ha un ruolo vitale, una sacra missione da compiere come figlia di Sion. Questo è un nuovo giorno, il sorgere di una nuova era. È la nostra ora, ed è nostro destino gioire nel riempire la terra di una maggiore gentilezza e bontà, di un amore più grande, di compassione, di una più grande solidarietà di quanto sia mai stato fatto in passato. È il momento di dedicarci al Maestro e di consentirGli di guidarci ai Suoi campi fertili, dove possiamo arricchire questo mondo pieno di tenebre e di infelicità. Ognuna di noi, chiunque ella sia, deve levarsi e approfittare al massimo di ogni occasione che si presenta. Dobbiamo seguire i consigli datici dal Signore e dai Suoi servi e fare che le nostre case siano case di preghiera e rifugi sicuri. Possiamo e dobbiamo accrescere la nostra fede obbedendo e sacrificandoci maggiormente. In questo processo individuale avverrà un miracolo. La Società di Soccorso comincerà a crescere e ad aiutare milioni di persone che si trovano nel bisogno. Continuerà a diventare l’organizzazione che porta sollievo e gioia. Questo avverrà grazie a ciascuna di noi individualmente. Uniamoci nella rettitudine e prendiamo veramente insieme il frutto dell’albero della vita. I frutti delle nostre fatiche possono guarire ⌦il mondo e, così facendo, guarire anche noi!

È la mia umile preghiera che ognuna di noi lasci questa riunione decisa a dedicare la sua vita a Cristo. Vi prometto che se lo farete avrete ogni motivo di gioire, «poiché il Signore abiterà in mezzo a voi» (Zaccaria 2:11). Di questo io porto testimonianza, nel nome di Gesù Cristo. Amen. 9