2000–2009
Uniti nell’amore e nella testimonianza
Aprile 2001


Uniti nell’amore e nella testimonianza

«I membri della Chiesa sono uniti in Cristo, per mezzo dell’amore e della testimonianza. La via verso il nostro Salvatore, in questa dispensazione, è segnata da Joseph e dal Libro di Mormon».

Diciassette anni fa da oggi, durante la sessione pomeridiana di domenica della Conferenza Generale, risposi all’incarico affidatomi dal presidente Hinckley di parlare in qualità di rappresentante dei nuovi sei membri dei Settanta appena chiamati. Mentre aspettavo il mio turno per parlare a metà della sessione, sedevo tra due grandi Apostoli: gli anziani Marvin J. Ashton e Bruce R. McConkie. Sentivo il loro amore e sostegno mentre osservavo con una certa apprensione la congregazione di Santi riuniti nel Tabernacolo. L’anziano Ashton, percependo i miei sentimenti, mi sussurrò: «So che quello che vedi è terrificante, ma sono tutti tuoi amici». Quando quella prima volta mi alzai per parlare, mi sentii invaso dall’amore dei Santi che si riversava su di me. Da allora, in tutti i luoghi in cui siamo stati incaricati di recarci, mia moglie Shirley ed io abbiamo sentito lo stesso amore e abbiamo provato a ridarlo.

L’unità dei Santi è unica e forte. Ho potuto osservarla e sentirla praticamente in ogni continente e nelle isole in mezzo al mare. Questa unità è la ragione principale del progresso della Chiesa. Senza di essa saremmo deboli. Come Gesù disse: «…ed ogni città o casa divisa in parti contrarie non potrà reggere».1 Nel mondo sono tante le divisioni o le controversie, ma: «No, non siam divisi, ma un sol corpo v’è».2 Siamo uniti sotto la direzione spirituale del nostro Profeta. Il nostro benessere, il nostro stato sociale o il colore della pelle non hanno importanza. Il banchetto del Vangelo è disponibile liberamente per tutti coloro che desiderano gustarne le sue prelibatezze. Gesù disse ai Suoi discepoli: «Or io vi dico che molti verranno di Levante e di Ponente e sederanno a tavola con Abramo e Isacco e Giacobbe, nel regno dei cieli».3 La Chiesa è in continua crescita, come una grande orchestra sinfonica al culmine della melodia e, nel crescere, rafforza le comunità.

Per mezzo dell’amore godiamo di questa unità. Non possiamo comprarla, né possiamo forzarla. Il nostro metodo è quello di «persuadere,… e di benedire con saggezza, amore e luce… ma di non forzare mai la mente dell’uomo».4 Quando non facciamo niente per promuovere l’unità, il nostro diritto a essere riconosciuti come discepoli di Cristo regredisce. «Da questo conosceranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri».5

Questa unità nell’amore si congiunge alle nostre testimonianze individuali. Quasi tutti i membri della Chiesa potrebbero e vorrebbero rispondere, se fossero chiamati, portando le loro testimonianze a questa conferenza. Si, noi siamo uniti nell’amore e nella testimonianza.

La mia testimonianza è fondata sulle ferme convinzioni che il Libro di Mormon è vero e che Gesù è il nostro Salvatore. Queste fondamenta spirituali mi hanno aiutato a superare le tempeste delle difficoltà e del dubbio. Cominciai a leggere il Libro di Mormon quando ero giovane ed ho continuato a farlo, imparando e dissetandomi del suo spirito ogni volta che l’ho studiato.

In mezzo all’ultimo grande gruppo di missionari chiamati a servire prima che le esigenze di partecipare alla Guerra di Korea portasse all’arruolamento dei nostri giovani tra i militari, io fui uno di quelli che partecipò ai cinque giorni di addestramento alla casa della missione di Salt Lake nella State Street. Uno dei nostri addestratori era Bryant S. Hinckley, un grande dirigente della Chiesa e insegnante stimolante. Egli invitò quei missionari riuniti a condividere i motivi per cui credevano che il Libro di Mormon fosse vero. Rimasi impressionato dalle tante ragioni condivise dai missionari. Durante quell’occasione, aggiunsi che oltre alla testimonianza dello Spirito Santo ciò che mi aveva colpito erano il numero di nuovi nomi propri di persone, luoghi, animali e altre cose citate nel Libro di Mormon.

Oggi, dopo cinquant’anni, resto ancora impressionato da questi nuovi nomi. Quando i ricercatori hanno rivelato la scoperta delle pietre nella parte meridionale del deserto arabico con inciso il nome «Nahom», vi prestai attenzione. Queste incisioni sembrano essere datate circa 700 a.C. Leggiamo che Ismaele fu sepolto in un luogo chiamato Nahom.6 Nahom era uno di quei nomi che mi avevano colpito.

La dimostrazione dell’autenticità del Libro di Mormon si completa sempre più. Durante la sua missione in Germania, Jack Welch scoprì dei versetti nel libro di Mosia che formano chiaramente un chiasmo o una configurazione a X. Questa scoperta rivela una forma di scrittura antica piuttosto che moderna. Gli studiosi continuano a scoprire e a pubblicare intuizioni riguardo a quello che il libro dice e a come lo esprime. Un distinto professore di letteratura ha recentemente pubblicato un libro contenente lo studio di una vita intera del Libro di Mormon, citando dettagliatamente la sorprendente varietà delle sue forme letterarie. Gli studiosi hanno accertato la prova di vari autori nel libro. Anche se queste prove si sono aggiunte alla mia testimonianza, l’autentica e possente testimonianza dello Spirito Santo resta incrollabile e inalterata. Questa testimonianza dello Spirito, inoltre, mi è pervenuta molte volte.

Mi chiedo inoltre se apprezziamo pienamente il valore e la forza delle testimonianze dei testimoni pubblicate in ogni copia del Libro di Mormon. Oliver Cowdery, David Whitmer e Martin Harris videro le tavole e l’angelo. Joseph, in aggiunta, mostrò le tavole d’oro ad altri otto uomini che le videro e che, usando le loro parole, «le soppesarono».7 Questi testimoni non rinnegarono le loro testimonianze, tanto meno le loro testimonianze pubblicate furono mai messe in dubbio. Gli ulteriori otto testimoni, in effetti, testimoniarono: «Poiché le abbiamo vedute e soppesate… che il detto Smith ce le ha mostrate». Le testimonianze per me sono state importanti. Il Signore ha detto a Joseph che le dichiarazioni di questi testimoni provano «al mondo che le Sacre Scritture sono vere e che Dio ispira gli uomini e li chiama alla sua santa opera in quest’epoca e in questa generazione, così come nelle generazioni antiche».8

Dopo aver scoperto che il libro è vero, dobbiamo chiederci: «Qual è il suo messaggio?» Alma, e incidentalmente, il professor Welch dice che hanno scoperto recentemente l’antico uso della parola Alma, parlando al popolo di Gedeone, fece notare il messaggio centrale del libro. Egli disse: «…vi sono molte cose a venire; ed ecco, c’è una cosa che è più importante di tutte—poiché, ecco, il tempo non è molto lontano, in cui il Redentore verrà a vivere fra il suo popolo».9 Certo, Alma, la venuta di Gesù e la Sua espiazione nel Getsemani e sulla croce, sono sicuramente più importanti di tutta la conoscenza che una persona possa ottenere. E il Libro di Mormon è «un altro testamento di Gesù Cristo», come il suo sottotitolo stesso proclama.

Quando ero bambino ricevetti una testimonianza di Gesù ancor prima di leggere il Libro di Mormon. La prima volta che presi coscienza di Gesù fu quando mia nonna Carmack, un’artista non famosa ma ben conosciuta nella sua comunità, mi fece notare quanto bello fosse il crepuscolo in Arizona e poi mi chiese: «John Kay, chi ha creato questo mondo meraviglioso?» Rispondendo ella stessa alla sua domanda, disse: «Gesù ha creato questo mondo. Si, Egli lo ha creato». Naturalmente la nonna aveva ragione. Gesù, il Figlio di Dio, creò i mondi sotto la direzione del Padre.10 I nonni, d’altra parte, non possono che sottovalutare la grande influenza che esercitano nella vita dei loro nipoti.

L’espiazione di Cristo è la dottrina centrale, ma ancora di maggior conforto e benefico è stato il modo in cui la Sua misericordia mi sia stata meravigliosamente donata e mi abbia aiutato personalmente. Queste parole familiari esprimono i miei sentimenti riguardo a questo aspetto importante dell’influenza e del ministero di Gesù:

«In terre straniere, sui monti o sul mar,

sia buona la sorte o amaro l’andar,

vivendo in miseria o nell’abbondar,

Iddio ti soccorre,… tu non dubitar».11

Sembra che durante questi tempi di confusione tutti proviamo l’ansietà o la disperazione, l’incomprensione o il sentimento di non venire apprezzati: a seconda di quello che i nostri giorni reclamano, il nostro Salvatore può e ci soccorrerà o aiuterà nei momenti di bisogno. Il Suo soccorso ci porta pace. Non ha Egli detto: «Nel mondo avrete tribolazione» ma «affinché abbiate pace in me»?12 Oh, quanto bisogno ho avuto di quella pace! Ed essa era disponibile in qualsiasi condizione, secondo le necessità del momento e le circostanze.

Per concludere, i membri della Chiesa sono uniti in Cristo, per mezzo dell’amore e della testimonianza. La via verso il nostro Salvatore, in questa dispensazione, è segnata da Joseph e dal Libro di Mormon.13 Pertanto possiamo essere certi che il resoconto di Gesù nel Nuovo Testamento è vero. Gesù è il nostro Signore e Redentore. In ogni occasione dovremmo proclamare: «Alleluia!, oh, quanto grande sei!»

Il presidente Hinckley è il Suo profeta sulla terra. Questa è la Sua Chiesa. Possa la nostra unità essere la dimostrazioni al mondo che siamo i Suoi discepoli. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. Matteo 12:25.

  2. «Su, soldati, in guardia», Inni, No. 152.

  3. Matteo 8:11.

  4. «Know This, That Every Soul Is Free,» Hymns, n. 240.

  5. Giovanni 13:35.

  6. Richard Dilworth Rust, Feasting on the Word: The Literary Testimony of the Book of Mormon, (1997).

  7. «La testimonianza di otto testimoni», Il libro di Mormon.

  8. Dottrina e Alleanze 20:11.

  9. Alma 7:7.

  10. Vedere Ebrei 1:1–2

  11. «Un fermo sostegno», Inni, No. 49.

  12. Giovanni 16:33.

  13. Dottrina e Alleanze 5:10.