2000–2009
Resta saldo nell’ufficio al quale ti ho nominato
Aprile 2003


Resta saldo nell’ufficio al quale ti ho nominato

Possiamo noi cercare e aiutare coloro che sono caduti per la via, affinché non vada perduta neanche un’anima.

Siamo riuniti stasera, sia qui nel Centro delle conferenze che in vari luoghi nel mondo, come detentori del sacerdozio. Alcuni detengono il Sacerdozio di Aaronne, mentre altri quello di Melchisedec.

Il presidente Stephen L. Richards, che servì come consigliere del presidente David O. McKay, disse: «Il sacerdozio di solito è definito semplicemente come ‹il potere di Dio delegato all’uomo›». Egli continua: «Ritengo esatta questa definizione. Ma per praticità mi piace definire il sacerdozio in termini di servizio, e spesso lo chiamo ‹il piano perfetto per servire›… Esso è uno strumento per servire;… e l’uomo che manca di farne uso corre il rischio di perderlo, poiché ci è detto chiaramente per rivelazione che colui che lo trascura non sarà giudicato «degno di conservarlo».1

Nel Palo di Pioneer, situato a Salt Lake City, dove io ho ricevuto il Sacerdozio di Aaronne e quello di Melchisedec, ci venne insegnato a familiarizzare con le Scritture, incluse le sezioni 20, 84 e 107 di Dottrina e Alleanze. In queste sezioni si impara riguardo al sacerdozio e al governo della Chiesa.

Questa sera vorrei soffermarmi su un versetto della sezione 107: «Pertanto, che ora ognuno con ogni diligenza apprenda il suo dovere, e impari ad agire nell’ufficio a cui è nominato».2

Il presidente Harold B. Lee diceva spesso: «Un uomo che giunga a detenere il sacerdozio diviene un rappresentante del Signore. Egli deve pensare alla propria chiamata come a quella di chi è al servizio del Signore».3

Queste sezioni ci insegnano anche i doveri delle presidenze di quorum e il fatto che noi siamo responsabili degli altri e non solo di noi stessi.

Credo fermamente che la Chiesa oggi sia più forte di quanto sia mai stata. Il livello di partecipazione dei nostri giovani testimonia che questa è una generazione di fede e dedizione alla verità. Pure ci sono alcuni che cadono per la via, che trovano altri interessi che li persuadono a trascurare le loro responsabilità di chiesa. Non dobbiamo perdere anime preziose.

C’è un numero sempre crescente di anziani potenziali che non partecipano alle riunioni, né svolgono i loro incarichi. Si può porre rimedio a questa situazione e noi dobbiamo farlo. È una nostra responsabilità. Bisogna che vengano assegnate le responsabilità e che ci si metta al lavoro oggi stesso.

Alle presidenze dei quorum del Sacerdozio di Aaronne, sotto la guida del vescovato e dei consulenti dei quorum, può essere conferito il potere di cercare e aiutare quelli caduti.

Il Signore disse: «Ricordate che il valore delle anime è grande agli occhi di Dio;… E quanto grande è la sua gioia nell’anima che si pente!»4

A volte l’impegno può sembrare troppo grande. Possiamo trovare rinnovato coraggio nell’esperienza di Gedeone che, con il suo piccolo esercito, dovette affrontare i madianiti e gli amalechiti. Ricorderete come Gedeone e il suo esercito si trovarono di fronte una forza largamente superiore sia nei numeri che nelle armi. Il libro di Giudici nell’Antico Testamento riporta che questa armata nemica, composta dai madianiti e dagli amalechiti, era sparsa «nella valle come una moltitudine di locuste, e i loro cammelli erano numerosi, come la rena ch’è sul lido del mare».5 Gedeone si rivolse al Dio Onnipotente per essere fortificato.

Con sua sorpresa, Gedeone fu informato dal Signore che il suo esercito era troppo numeroso perché il nemico potesse essere rimesso nelle sue mani, per tema che si vantasse: «La mia mano è quella che m’ha salvato».6 A Gedeone fu detto di annunciare al suo popolo: «Chiunque ha paura, e trema, se ne torni indietro e s’allontani dal monte di Galaad… E tornarono indietro ventiduemila uomini del popolo, e ne rimasero diecimila».7

Poi il Signore disse: «La gente è ancora troppo numerosa».8 Egli istruì Gedeone di portare i suoi uomini all’acqua e di osservare il modo in cui avrebbero bevuto. Tutti quelli che lambivano l’acqua furono messi in un gruppo e coloro che si inginocchiavano per bere furono messi in un altro. Il Signore disse a Gedeone: «Mediante questi trecento uomini che hanno lambito l’acqua io vi libererò e darò i Madianiti nelle tue mani. Tutto il resto della gente se ne vada, ognuno a casa sua».9

Gedeone ritornò dal suo esercito e disse: «Levatevi, perché l’Eterno ha dato nelle vostre mani il campo di Madian».10 Così divise quei trecento uomini in tre schiere e diede a ogni uomo delle brocche vuote con delle fiaccole all’interno delle brocche. E disse loro:

«Guardate me, e fate come farò io; quando sarò giunto all’estremità del campo, come farò io, così farete voi;

e quando io con tutti quelli che son meco sonerò la tromba, anche voi darete nelle trombe intorno a tutto il campo, e direte: - Per l’Eterno e per Gedeone!» Il suo invito fu: «Seguitemi». Le sue parole furono esattamente: «Come farò io, così farete voi».11

Al segnale del capo, le schiere di Gedeone diedero fiato alle trombe e ruppero le brocche che avevano in mano urlando: «La spada per l’Eterno e per Gedeone!» La Scrittura riporta il risultato di quella battaglia decisiva: «Ognun di loro rimase al suo posto» e la vittoria fu loro.12

L’insegnamento familiare oggi fa parte del piano di salvataggio. Quando fu presentato dal presidente David O. McKay a tutte le Autorità generali, egli consigliò: «L’insegnamento familiare è una delle nostre più urgenti e più gratificanti possibilità di nutrire e di ispirare, di consigliare e di dirigere i figli del nostro Padre… È un servizio divino, una chiamata divina. È nostro dovere come insegnanti familiari portare lo spirito divino in ogni casa e in ogni cuore».13

Nelle aree in cui ci sono pochi detentori del Sacerdozio di Melchisedec, presidenti di palo e vescovi, in collaborazione con il presidente di missione, possono usare i missionari a tempo pieno per fare visita alle famiglie meno attive o nelle quali solo alcuni componenti appartengono alla Chiesa. Questo non solo riaccende lo spirito missionario nella casa, ma fornisce anche un’ottima occasione di ottenere riferimenti di qualità.

Negli ultimi anni ho visitato molti pali in tutto il mondo e ho visto dirigenti di rioni e pali che, per necessità o per dovere, hanno smesso di girare i pollici, hanno tirato su le maniche e, con l’aiuto del Signore, si sono messi al lavoro e hanno aiutato uomini preziosi a qualificarsi per il Sacerdozio di Melchisedec e a prepararsi per entrare nel tempio insieme alle loro mogli e ai loro figli per ricevere le loro investiture ed essere suggellati.

Citerò brevemente alcuni esempi.

Qualche anno fa, durante una visita al Palo di Millcreek, a Salt Lake City, ho appreso che l’anno precedente erano stati ordinati all’ufficio di anziano più di cento fratelli anziani potenziali. Chiesi al presidente James Clegg il segreto del suo successo. Era troppo modesto per attribuirsene il merito, ma uno dei suoi consiglieri svelò che il presidente Clegg, conscio delle difficoltà, aveva cominciato a contattare personalmente ognuno degli anziani potenziali e a fissare con loro un appuntamento. Nel corso della visita, il presidente Clegg parlava del tempio del Signore, delle ordinanze di salvezza e delle alleanze stipulate in quel luogo e concludeva con questa domanda: «Non le piacerebbe portare la sua cara moglie e i suoi preziosi figli alla Casa del Signore per poter diventare una famiglia unita insieme per tutte le eternità?» Gli anziani potenziali concordavano, il processo di riattivazione veniva iniziato e l’obiettivo raggiunto.

Nel 1952 la maggior parte delle famiglie del Terzo Rione di Rose Park era composta da membri i cui padri o mariti detenevano solamente il Sacerdozio di Aaronne, invece del Sacerdozio di Melchisedec. Il fratello L. Brent Goates fu chiamato a rivestire l’incarico di vescovo. Invitò un fratello meno attivo del rione, Ernest Skinner, ad assisterlo nel riattivare 29 fratelli adulti del rione che detenevano l’ufficio di insegnanti nel Sacerdozio di Aaronne e nell’aiutare questi uomini e le loro famiglie ad andare al tempio. All’inizio il fratello Skinner, essendo egli stesso meno attivo, fu riluttante, ma poi manifestò la volontà di fare tutto ciò che poteva. Cominciò a fare visita personalmente agli insegnanti adulti meno attivi per provare ad aiutarli a riconoscere il loro ruolo come dirigenti del sacerdozio nelle loro case, e come mariti e padri in famiglia. Poi arruolò alcuni fratelli meno attivi affinché lo assistessero in questo incarico. Uno alla volta divennero tutti nuovamente attivi e portarono le lorofamiglie al tempio.

Un giorno il segretario del rione incontrò in un supermercato il gruppo che stava per andare al tempio. Commentando il fatto di essere stato l’ultimo a ricevere il sacerdozio, l’uomo disse: «Rimasi lì a guardare tutto il gruppo tornare ad essere attivo e andare al tempio. Se avessi solamente potuto immaginare la bellezza del tempio e come avrebbe cambiato la mia vita, non sarei di certo stato l’ultimo dei 29 a essere suggellato nel tempio».

Ognuna di queste storie parla di quattro elementi che determinarono il successo:

  1. Gli sforzi di riattivazione furono fatti a livello di rione.

  2. Il vescovo del rione era coinvolto in prima persona.

  3. Furono chiamati insegnanti qualificati e ispirati.

  4. Ogni individuo fu seguito con attenzione.

Fratelli, ricordiamoci del consiglio di re Beniamino: «Quando siete al servizio dei vostri simili, voi non siete che al servizio del vostro Dio».14

Cerchiamo coloro che hanno bisogno del nostro aiuto e aiutiamoli a intraprendere un cammino più alto e più nobile. Dirigiamo il nostro pensiero alle necessità dei detentori del sacerdozio che sono caduti nell’inattività, delle loro mogli e dei loro figli. Possiamo noi sentire il tacito messaggio dei loro cuori:

Guidami, aiutami,

Cammina insieme a me;

dimmi quel che devo far

Per ritornare a te.15

Il lavoro di riattivazione è un lavoro che non si addice all’indolente o al sognatore. I figli crescono, i genitori invecchiano e il tempo corre. Non mettete da parte i suggerimenti dello Spirito. Agite quando vi vengono e il Signore vi aiuterà.

Spesso è necessaria la celeste virtù della pazienza. Un giorno, quando ero vescovo, sentii di dover chiamare un uomo la cui moglie era in un certo qual modo attiva, così come i figli; senza però avere successo. Era un caldo mattino d’estate quando bussai alla porta di Harold G. Gallacher. Dal vetro vedevo il fratello Gallacher seduto nella sua poltrona a leggere il giornale. «Chi è?», chiese senza alzare lo sguardo.

«Il suo vescovo», risposi. «Sono venuto a farle visita e a chiederle di venire in chiesa insieme alla sua famiglia».

«No, sono troppo occupato», fu la sua risposta sdegnosa. Non alzò mai lo sguardo. Lo ringraziai per aver ascoltato e andai via.

La famiglia Gallacher si trasferì in California poco dopo. Gli anni passarono. Un giorno poi, come membro del Quorum dei Dodici Apostoli, ero nel mio ufficio quando la mia segretaria mi chiamò dicendo: «Il fratello Gallacher, tempo fa membro del suo rione, vorrebbe parlarle. È qui nel mio ufficio».

Risposi: «Gli chieda se è Harold G. Gallacher, la cui famiglia viveva a Vissing Place tra la West Temple e la Fifth South».

Mi rispose: «È proprio lui».

Le chiesi di farlo entrare. Parlammo della sua famiglia e passammo un bel momento insieme. Mi disse: «Sono venuto a scusarmi per non essermi alzato e averla accolta in casa quella mattina d’estate di tanti anni fa». Gli chiesi se fosse attivo nella Chiesa. Con uno sgargiante sorriso, rispose: «Sono secondo consigliere della presidenza del vescovato. Il ricordo del suo invito ad andare in chiesa e la mia risposta negativa non mi ha mai abbandonato e mi ha spinto ad agire».

Io e Harold ci siamo incontrati molte volte prima della sua morte. I Gallacher e i loro figli hanno svolto numerose chiamate nella Chiesa. Uno dei nipoti più giovani sta oggi svolgendo una missione a tempo pieno.

Ai molti missionari a tempo pieno che mi ascoltano stasera, dico che spesso il seme della testimonianza non attecchisce subito. A volte, il pane gettato in acqua non torna a galla, se non giorni dopo. Ma prima o poi ritorna a galla.

Una sera risposi al telefono e qualcuno chiese: «È per caso imparentato con un certo anziano Monson, che anni fa lavorò nella Missione del New England?»

Risposi che non lo ero. Il chiamante si presentò come fratello Leonardo Gambardella e poi disse che anni prima, un anziano Monson e un anziano Bonner avevano chiamato a casa sua e avevano condiviso la loro testimonianza con lui e sua moglie. Loro avevano ascoltato ma non avevano fatto nient’altro per mettere in atto quegli insegnamenti. Successivamente avevano traslocato in California dove, quasi tredici anni più tardi, avevano trovato nuovamente la verità, si erano convertiti ed erano stati battezzati. Il fratello Gambardella mi chiese poi se ci fosse un modo di rintracciare questi due anziani che per primi gli avevano fatto visita. Voleva esprimere loro la sua profonda gratitudine per la loro testimonianza che gli era rimasta dentro.

Scorsi gli annali. Individuai i due anziani. Potete immaginare la sorpresa di questi due anziani, ormai sposati, quando li chiamai per dargli la buona notizia, il risultato finale degli sforzi fatti anni prima. Si ricordarono subito dei Gambardella. Organizzai una teleconferenza in modo che gli anziani potessero congratularsi personalmente e dare il benvenuto nella Chiesa ai Gambardella. Lo fecero. Ci furono lacrime, ma furono lacrime di gioia.

Edwin Markham compose questi versi:

Fratelli ci rende un comune destino,

da soli non siamo in questo cammino.

Quel che tu fai cambia anche un altro,

quel che lui fa anche te cambierà.16

Prego che tutti noi che deteniamo il sacerdozio possiamo sentire la nostra responsabilità, affinché, come Gedeone, ognuno resti saldo nell’ufficio al quale è stato nominato. Possiamo noi, uniti, seguire il nostro Capo, il Signore Gesù Cristo, e il Suo profeta, il presidente Gordon B. Hinckley. Possiamo noi cercare e aiutare coloro che sono caduti per la via, affinché non vada perduta neanche un’anima.

Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. Conference Report, aprile 1937, 46.

  2. DeA 107:99.

  3. Stand Ye in Holy Places, 1974, 255.

  4. DeA 18:10, 13.

  5. Giudici 7:12.

  6. Giudici 7:2.

  7. Giudici 7:3.

  8. Giudici 7:4.

  9. Giudici 7:7.

  10. Giudici 7:15.

  11. Giudici 7:17–18.

  12. Giudici 7:18, 21; vedere anche Giudici 6 e 7.

  13. Priesthood Home Teaching Handbook, edizione rivista (1967), ii–iii.

  14. Mosia 2:17.

  15. Naomi W. Randall, «Sono un figlio di Dio», Inni, 190.

  16. «A Creed», James Dalton, Masterpieces of Religious Verse, 1948, 464.