2000–2009
Io credo; sovvieni alla mia incredulità
Ottobre 2003


Io credo; sovvieni alla mia incredulità

Possiamo trovare l’estremo conforto della vita nella fede a cui ci appoggiamo. Tutti noi dobbiamo trovare la nostra personale testimonianza.

Questa mattina voglio dare la mia umile testimonianza a tutti coloro che affrontano difficoltà personali e dubbi in merito alla missione divina della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Alcuni di noi a volte sono come quel padre che chiese al Salvatore di guarire suo figlio con uno «spirito mutolo». Quel padre chiese a gran voce: «Io credo; sovvieni alla mia incredulità».1 Mi rivolgo a tutti coloro che convivono con i dubbi e le domande: ci sono dei modi per venire in aiuto alla vostra incredulità. Quasi tutti, prima o poi, nel processo di accettazione e rifiuto delle informazioni che raccogliamo alla ricerca della luce, della verità e della conoscenza ci poniamo alcune domande. Fa parte del processo di apprendimento.

Possiamo trovare l’estremo conforto della vita nella fede a cui ci appoggiamo. Tutti noi dobbiamo trovare la nostra personale testimonianza.

Una testimonianza ha inizio con l’accettare per fede la missione divina di Gesù Cristo, il capo di questa Chiesa, e il profeta della restaurazione, Joseph Smith. Il Vangelo restaurato da Joseph Smith o è vero o non lo è. Dobbiamo accettarlo completamente con fede per ricevere tutte le benedizioni che sono promesse. Di solito però non arriviamo ad avere questo tipo di fede tutto ad un tratto. Impariamo spiritualmente linea su linea, precetto su precetto.

Joseph Hamstead, nel corso di una serie di conferenze che tenne alla London University, rivolgendosi ai futuri conferenzieri che frequentavano quella grande università parlò della Chiesa e dei suoi programmi per i giovani e per la famiglia. Uno degli studenti osservò: «Mi piace ogni cosa, tutto ciò che viene fatto per le famiglie, ecc. Potrei far parte della sua chiesa se solo potesse eliminare la parte che parla di un angelo che è apparso a Joseph Smith». Fratello Hamstead replicò: «Se però eliminassimo l’angelo che appare al profeta Joseph, allora io non potrei appartenere alla Chiesa perché queste sono le sue fondamenta».2

Come quel professore alla London University, molte persone vedono l’assoluto prodigio di questa Chiesa e sono convinti dei suoi grandi meriti e contenuti. Apprezzano ciò che la Chiesa può fare per i suoi fedeli, ma mancano della conferma spirituale che Joseph Smith ha realmente visto in visione il Padre e il Figlio e che un angelo gli ha consegnato le tavole dalle quali è stato tradotto il Libro di Mormon. Il più grande dono spirituale che un uomo o una donna può ricevere è arrivare a conoscere Dio. Joseph Smith ricevette personalmente questa conoscenza su Dio. Molti anni dopo, riflettendo sull’effetto nella sua vita di quello e di altri avvenimenti, Joseph Smith stesso disse: «Non biasimo chi non crede nella mia storia. Se non avessi fatto l’esperienza che ho fatto, non ci avrei creduto neanch’io».3

Non c’era nessuno assieme al giovane Joseph Smith nel bosco sacro a Palmyra, New York, quando Dio Padre e Suo Figlio Gesù Cristo gli apparvero. Eppure, anche per chi non crede che questi fatti accaddero, può essere difficile provare il contrario. Sono accadute troppe cose da quel momento per negare che abbiano avuto luogo.

Chi fra voi, come quel padre della bibbia, dice: «Io credo; sovvieni alla mia incredulità» può trovare una conferma seguendo le indicazioni del Libro di Mormon che vi invitano a chiedere a «Dio, Padre Eterno, nel nome di Cristo» in merito alla verità che riceviamo solo grazie alla nostra fede in Cristo e alla rivelazione. Vi sono comunque due elementi che sono indispensabili. Una persona deve chiedere «con cuore sincero, con intento reale» e Dio gliene «manifesterà la verità mediante il potere dello Spirito Santo. E mediante il potere dello Spirito Santo potr[à] conoscere la verità di ogni cosa».4

Altre forti prove, oltre al Libro di Mormon, confermano quanto asserito da Joseph Smith. Per iniziare, i tre testimoni e gli otto testimoni, che maneggiarono le tavole e videro le incisioni, testimoniarono che il Libro di Mormon fu tradotto per potere di Dio. Anche i componenti della famiglia di Joseph Smith, coloro che lo conoscevano meglio di tutti, accettarono e credettero nel suo messaggio. Fra le persone che credettero c’erano i suoi genitori, i suoi fratelli e sorelle e suo zio, John Smith. Il fratello maggiore, Hyrum, dimostrò la sua assoluta fede nell’opera di Joseph perdendo la propria vita assieme a lui. Tutti questi attendibili testimoni confermano la testimonianza del Profeta.

I suoi più vicini compagni avevano una fede assoluta nella divina missione di Joseph Smith. Due di loro, Willard Richards e John Taylor, erano assieme a Joseph e a Hyrum quando furono uccisi. Joseph Smith aveva chiesto a Willard Richards se era disposto ad andare con loro. Costui chiaramente rispose: «Fratello Joseph, non mi hai chiesto di attraversare il fiume con te, non mi hai chiesto di venire a Carthage, non mi hai chiesto di venire in prigione con te, e credi forse che ti abbandonerei proprio ora? Ti dirò cosa farò: se tu sarai condannato all’impiccagione per tradimento, io mi farò impiccare al tuo posto, e tu sarai libero».5

John Taylor testimoniò: «Joseph Smith, il Profeta e Veggente del Signore, ha fatto di più, a parte solo Gesù, per la salvezza degli uomini in questo mondo di qualsiasi altro uomo che vi abbia mai vissuto».6 Il pragmatico Brigham Young disse: «Quando penso che ho conosciuto Joseph Smith, il profeta che il Signore ha suscitato e ordinato, e a cui ha dato le chiavi e il potere di edificare e sostenere il Suo regno in terra, sento di dover continuamente gridare: «Alleluia!».7 Ritengo che questi uomini forti e intelligenti non avrebbero potuto essere ingannati.

Per me è anche molto importante il fatto che nessun’altra religione asserisca di avere le chiavi per unire eternamente le famiglie. Il presidente Hinckley ha detto: «Ogni tempio, sia grande o piccolo, vecchio o nuovo, è un’espressione della nostra testimonianza che la vita dopo la tomba è reale e certa quanto lo è l’esistenza terrena».8 Coloro che hanno gran cura della propria famiglia hanno l’obbligo di reclamare la straordinaria benedizione di essere suggellati per l’eternità nel tempio di Dio. Per tutti, nonni, genitori, mariti, mogli, figli e nipoti, questo potere e autorità di suggellamento sono il principio supremo, il culmine della restaurazione «di tutte le cose»9 tramite il profeta Joseph Smith. I suggellamenti vincolano per sempre. Questa benedizione può essere estesa a chi è vivente adesso e anche, per procura, a coloro che sono morti, permettendo così di unire le famiglie per l’eternità.10

Un’altra grande dimostrazione della divinità di questa sacra opera è la notevole crescita e forza della Chiesa in tutto il mondo. Si tratta di un’istituzione unica. Niente può esserle neppure paragonato. Come rifletté Gamaliele quando Pietro e i primi apostoli testimoniavano della divinità di Gesù Cristo:

«Se… quest’opera è dagli uomini, sarà distrutta; ma se è da Dio, voi non li potrete distruggere».11

Benché tutto ciò sia vero, ogni persona deve ricevere una conferma spirituale tramite il potere dello Spirito Santo, che è più potente di tutti i sensi riuniti insieme. A chi dice: «Io credo; sovvieni alla mia incredulità», posso suggerire di guardare «avanti, con l’occhio della fede».12 A chi fa così il Signore ha promesso: «Io ti parlerò nella tua mente e nel tuo cuore mediante lo Spirito Santo, che verrà su di te e che dimorerà nel tuo cuore».13

Alcune persone, quando la fiamma della loro fede trema e si spegne, danno la colpa alle debolezze umane e alle imperfezioni degli altri; a qualcosa nella storia della Chiesa che non riescono a comprendere; ai cambiamenti nelle procedure quale conseguenza della crescita della Chiesa e della rivelazione costante; all’indifferenza o alla trasgressione.

Una volta il Signore disse a Joseph Wakefield quanto fosse compiaciuto di lui,14 che era coraggioso e fedele e aveva parlato a centinaia di persone dell’opera profetica di Joseph Smith. Ma dal 1833 al 1834 egli subì le influenze di alcuni dissidenti a Kirtland. Una volta si trovava nella casa di Joseph Smith quando il Profeta uscì dalla stanza dove traduceva la parola di Dio e si mise a giocare con alcuni bambini. «Questo fatto convinse fratello Wakefield che Joseph non era un uomo di Dio e che pertanto l’opera era falsa».15 In breve tempo Joseph Wakefield diventò un apostata, fu scomunicato e iniziò a perseguitare la Chiesa e i santi.

Una sorella inattiva, quando il figlio partì per svolgere una missione si rese conto con sua sorpresa di non essere convertita alla Chiesa. Paragonando se stessa alle tante emozionanti storie di conversione che aveva sentito, si chiese: «Perché la conversione di queste persone è così forte e io, con il mio retaggio di pionieri, non sono ancora convertita?» Iniziò a leggere il Libro di Mormon sebbene dubitasse del suo valore e lo trovasse noioso. Poi un’amica le lanciò una sfida: «Dici di credere nella preghiera; perché allora non preghi per il Libro di Mormon?»

Così fece e dopo che ebbe pregato iniziò a leggere di nuovo il Libro di Mormon. Non era più noioso. E mentre leggeva ne rimaneva sempre più affascinata e pensava: «Joseph Smith non avrebbe potuto scriverlo, queste parole vengono da Dio!» Terminò di leggerlo e si chiese come Dio le avrebbe detto che era vero. Raccontò: «Un potere forte, meraviglioso e felice trasportò tutto il mio corpo… Sapevo che Gesù Cristo era risorto… che Joseph Smith era un profeta che aveva visto Dio e Gesù Cristo. Sapevo che aveva tradotto miracolosamente gli antichi annali con l’aiuto di Dio. Sapevo che Joseph Smith riceveva rivelazioni da Dio». Questi fatti cambiarono la sua vita perché anche lei era una convertita.16

Per coloro la cui fede si è affievolita, possono esserci delle buone ragioni, ma queste ragioni non cambiano la realtà di cosa Joseph Smith ha restaurato. Il profeta Joseph Smith affermò: «Non vi dissi mai che ero perfetto—ma non vi è nessun errore nelle rivelazioni che ho esposto».17 Non è possibile attaccare con successo i veri principi o dottrine perché sono eterni. Le rivelazioni arrivate tramite il profeta Joseph Smith sono ancora esatte! È un errore permettere alle distrazioni, agli affronti o alle offese di distruggere la nostra fede.

Possiamo avere una certa testimonianza che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e il Redentore dell’umanità e che Joseph Smith fu un profeta incaricato di restaurare la Chiesa nella nostra epoca, senza avere una comprensione completa di tutti i principi del Vangelo. Ma quando raccogliamo un bastone, lo facciamo per intero. Lo stesso è per il Vangelo. Come membri della Chiesa dobbiamo accettarlo tutto. Anche la limitata certezza spirituale di alcuni degli aspetti del Vangelo è una benedizione e col tempo, grazie alla fede e all’obbedienza, raccoglierete anche gli altri elementi di cui adesso non siete certi.

Il divario fra ciò è che popolare e ciò che è giusto si sta allargando. Come profetizzato da Isaia, molti oggi «chiaman bene il male, e male il bene».18 Le rivelazioni dei profeti di Dio non sono come le offerte al supermercato, dove alcune possono essere scelte ed altre ignorate. Abbiamo un grande debito nei confronti del profeta Joseph Smith per le molte grandi rivelazioni che ci sono arrivate grazie a lui. Nessuno ha fatto quanto lui per restaurare la conoscenza spirituale.19 La rivelazione data a Joseph Smith nel marzo 1839 si è adempiuta:

«Le estremità della terra chiederanno del tuo nome, e gli stolti ti tratteranno con derisione, e l’inferno si scatenerà contro di te;

Mentre i puri di cuore e i saggi, e i nobili, e i virtuosi cercheranno costantemente consiglio, e autorità, e benedizioni, sotto le tue mani».20

Esorto chi crede e desidera essere rafforzato in ciò che crede a camminare con fede e fiducia in Dio. La conoscenza spirituale richiede sempre che esercitiamo la fede. Acquisiamo una testimonianza dei principi del Vangelo quando cerchiamo di viverli con obbedienza. Il Salvatore disse: «Se uno vuol fare la volontà di lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio».21 Riceviamo la testimonianza dell’efficacia della preghiera attraverso la preghiera umile e sincera. Riceviamo la testimonianza della decima pagando la decima. Non permettete che i vostri dubbi personali vi dividano dalla fonte divina di conoscenza. Continuate con devozione e con umiltà a cercare la luce eterna e le vostre incredulità spariranno. Vi porto testimonianza che se porterete avanti con determinazione il vostro processo di ricerca e di accettazione della luce, della verità e della conoscenza spirituali, otterrete quanto state cercando. Se procedete con fede scoprirete che la vostra fede è aumentata, come un buon seme che si gonfierànel vostro petto se non lo espellete con la vostra incredulità.22

Io credo che la testimonianza personale che Gesù è il Cristo sia per ogni individuo un dono spirituale. Nessuno può contrastarlo o metterlo in discussione perché è un dono personale per colui al quale è stato dato. La nostra testimonianza è come una continua ricarica spirituale che mantiene accesa la nostra luce spirituale per mostrarci la via verso la felicità eterna. Vi attesto che può essere anche di più, molto, molto di più. Quando facciamo alleanza con «Dio di fare la sua volontà e di essere obbedienti ai suoi comandamenti in tutte le cose che egli ci comanderà, per tutto il resto dei nostri giorni» il nostro «cuore è cambiato, tramite la fede nel… nome [di Cristo]». Pertanto possiamo essere «nati da lui» e diventare «suoi figli e sue figlie».23 Ho una conoscenza certa di questo e lo dichiaro nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. Marco 9:17, 24.

  2. Corrispondenza personale.

  3. History of the Church, 6:317.

  4. Moroni 10:4–5; corsivo dell’autore.

  5. History of the Church, 6:616.

  6. DeA 135:3.

  7. Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Brigham Young, 98.

  8. «Questa casa di Dio piena di pace», La Stella, luglio 1993, 90.

  9. Atti 3:21.

  10. Vedere DeA 110:15–16.

  11. Atti 5:38–39.

  12. Alma 5:15.

  13. DeA 8:2.

  14. DeA 50:37.

  15. George A. Smith, Deseret News, 20 gennaio 1858, 364.

  16. Vedere Grace Jorgensen, «Every Member a Convert», Ensign, aprile 1980, 70–71.

  17. History of the Church, 6:366.

  18. Isaia 5:20.

  19. Vedere DeA 135:3.

  20. DeA 122:1–2.

  21. Giovanni 7:17.

  22. Vedere Alma 32:28.

  23. Mosia 5:5, 7.