2000–2009
I Giovani Uomini—detentori di chiavi
Ottobre 2003


I Giovani Uomini—detentori di chiavi

Abbiamo bisogno che i giovani uomini adempiano le loro chiamate, coscienti del loro diritto ordinato di agire nell’ufficio al quale sono nominati.

Tengo in mano una copia del manuale della Scuola Domenicale dal titolo Leaders of theScriptures, che fu stampato nel 1947. Gli autori erano Marion G. Merkley e Gordon B. Hinckley. Cinquantasei anni fa! Questo manuale è in casa mia da molti anni ed è in parte la ragione di questo discorso.

Uno degli eventi più significativi della Restaurazione è il ritorno del Sacerdozio di Aaronne nel maggio 1829. Giovanni Battista apparve al profeta Joseph Smith e ad Oliver Cowdery.

Joseph Smith racconta: «Mentre eravamo così occupati, a pregare e ad invocare il Signore, un messaggero dal cielo scese in una nuvola di luce, e dopo averci imposto le mani, ci ordinò dicendo:

‹Su di voi miei compagni di servizio, nel nome del Messia, io conferisco il Sacerdozio di Aaronne, che detiene le chiavi del ministero degli angeli, e del Vangelo di pentimento, e del battesimo per immersione per la remissione dei peccati›».1

In questa sessione del sacerdozio della conferenza generale, abbiamo decine di migliaia di giovani uomini che detengono il Sacerdozio di Aaronne e che appartengono ai quorum dei diaconi, insegnanti e sacerdoti di tutto il mondo. Ogni quorum è retto da una presidenza di quorum, che comprende un presidente che detiene le chiavi per guidare detto quorum del sacerdozio.

Molti di noi forse considerano questi dirigenti troppo giovani per detenere delle posizioni tanto importanti e di responsabilità. Consideriamo alcuni personaggi, esempi di quanto i giovani possono veramente fare.

Primo, il profeta Geremia:

«La parola dell’Eterno mi fu rivolta, dicendo:

‹Prima ch’io ti avessi formato nel seno di tua madre, io t’ho conosciuto; e prima che tu uscissi dal suo seno, io t’ho consacrato e t’ho costituito profeta delle nazioni›.

E io risposi: ‹Ahimè, Signore, Eterno, io non so parlare, poiché non sono che un fanciullo›.

Ma l’Eterno mi disse: ‹Non dire: — Sono un fanciullo, — poiché tu andrai da tutti quelli ai quali ti manderò, e dirai tutto quello che io ti comanderò…

Poi l’Eterno stese la mano e mi toccò la bocca; e l’Eterno disse: ‹Ecco, io ho messo le mie parole nella tua bocca›».2

Se il Signore lo desiderasse, non potrebbe anche Egli mettere le parole nella bocca del presidente tredicenne del quorum dei diaconi che «detiene le chiavi del ministero degli angeli»?

Timoteo, un altro giovane, diventò compagno di missione dell’apostolo Paolo. Le epistole di Paolo e Timoteo rendono onore alla fede e testimonianza di questo ragazzo molto giovane. Lasciate che legga alcuni brani di quelle epistole:

«Per questa ragione, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per la imposizione delle mie mani…

[Cristo] ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata».3

«E che fin da fanciullo hai avuto conoscenza degli Scritti sacri, i quali possono renderti savio a salute».4

Così come per Timoteo, non potrebbe un presidente di quorum degli insegnanti quattordicenne ricevere anche lui un «dono di Dio» quando messo a parte dal vescovo? La chiamata di presidente del quorum degli insegnanti è anch’essa «una santa chiamata»? Può un sacerdote di sedici anni essere «savio»? Le Scritture rispondono con uno stentoreo !

Mormon è uno dei maggiori esempi di giovani che hanno reso un contributo monumentale. Leggiamo una parte del suo racconto:

«Ed ora io, Mormon, faccio una storia delle cose che ho sia visto che udito, e la chiamo il Libro di Mormon.

E circa al tempo in cui Ammaron nascose gli annali per il Signore, egli venne da me (e io avevo circa dieci anni e cominciavo ad essere un po’ istruito, alla maniera della cultura del mio popolo), ed Ammaron mi disse: Mi accorgo che sei un fanciullo giudizioso e che sei pronto ad osservare…

Ed ecco, prenderai con te le tavole di Nefi, ma lascerai il resto nel luogo dove sono; e inciderai sulle tavole di Nefi tutte le cose che hai osservato in merito a questo popolo».5

«E nonostante io fossi giovane, ero di alta statura; perciò il popolo di Nefi mi nominò affinché fossi il loro capo, ossia il capo dei loro eserciti».

E così, «avvenne dunque che, nel mio sedicesimo anno, [avanzai] alla testa di un esercito di Nefiti».6

Quale susseguirsi di eventi in una vita tanto giovane! Iniziò a prepararsi per la sua chiamata profetica all’età di dieci anni, ricevendo conoscenza dei sacri annali antichi. Per chiamata del popolo di Nefi, egli diventò il capo delle armate nefite all’età di sedici anni.

A giugno dell’anno in cui compii dodici anni ebbi un incidente con un cavallo mentre stavo distribuendo i giornali a Randolph, il mio paese nello Utah. Stetti sei mesi su una sedia a rotelle e feci i miei primi passi a Natale di quell’anno. Ricordo che i membri della presidenza del mio quorum di diaconi vennero a trovarmi a casa. Dale Rex, Doug McKinnon e altri che erano i dirigenti tredicenni della summenzionata presidenza sembravano capire le loro responsabilità nei miei confronti come appartenente al quorum.

Recentemente mi trovavo all’aeroporto internazionale di Salt Lake e stavo aspettando il mio bagaglio quando una donna venne verso di me e mi chiese come mi chiamassi. Riconobbi in lei una vecchia compagna di superiori della South Rich High School. Era cambiata dall’ultima volta che l’avevo vista. Tutti voi sapete come ci si sente alla temuta riunione degli ex alunni. Aveva qualche capello grigio e qualche ruga. (Certamente, io non ero cambiato). Era evidente che aspettava il figlio missionario, di ritorno dalla missione. Ero sorpreso. Ai tempi della scuola, la sua famiglia, che non apparteneva alla Chiesa, si era trasferita nella nostra piccola comunità. Si chiamava Alice Gomez e aveva circa la stessa età mia e dei miei amici. Ricordai che era sempre stata cordiale e educata, ma che non era mai venuta alle riunioni di chiesa.

Le dissi: «Alice, parlami di te. È ovvio che adesso sei un membro attivo della Chiesa, ma non hai mai frequentato quando andavamo a scuola».

La sua risposta fu una condanna: «Nessuno me lo chiese mai!» Oh, no! Quella volta, il nostro quorum fece proprio fiasco.

Ho appreso recentemente che in Giamaica un quorum di giovani sacerdoti decise di aiutare i missionari nel loro lavoro. Così, questo quorum di giovani uomini andarono di porta in porta per procurare appuntamenti ai missionari. Presto trovarono più contatti di quanti ne potessero seguire i missionari.

Un quorum di sacerdoti di Kaysville, nello Utah, decise che non avrebbero perso un solo appartenente. L’intero quorum andava a casa di uno dei membri meno attivi e teneva la lezione domenicale seduto intorno al letto del ragazzo. Presto quel giovane uomo si unì al suo quorum nel portare le lezioni domenicali in un’altra casa.

Oggi, nel 2003, ci sono più di 26.000 rioni e rami della Chiesa, con approssimativamente 78.000 quorum di diaconi, insegnanti e sacerdoti. Tanto per parlare di armate!

Il contributo che i quorum del Sacerdozio di Aaronne potrebbero dare al lavoro di conversione, ritenimento e attivazione dei giovani del loro quorum è enorme.

Se Mormon, a sedici anni, poteva essere comandante di un grande esercito militare, se a Geremia, ancora bambino, sono state messe le parole in bocca dall’Iddio Onnipotente, se Timoteo poteva essere saggio com’era, allora ogni giovane uomo a portata della mia voce può elevarsi e assolvere i suoi doveri di quorum.

Le responsabilità dei quorum del Sacerdozio di Aaronne non sono meno importanti di quelle dei quorum degli anziani o dei gruppi dei sommi sacerdoti. Ricordate che detengono «le chiavi del ministero degli angeli». Abbiamo bisogno che i giovani uomini adempiano le loro chiamate, coscienti del loro diritto ordinato di agire nell’ufficio al quale sono nominati.

Io porto testimonianza che questi quorum del Sacerdozio di Aaronne detengono il santo sacerdozio di Dio. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. Joseph Smith—Storia 1:68–69.

  2. Geremia 1:4–7, 9.

  3. 2 Timoteo 1:6, 9.

  4. 2 Timoteo 3:15.

  5. Mormon 1:1–2, 4.

  6. Mormon 2:1–2.