2000–2009
La fede e le chiavi
Ottobre 2004


La fede e le chiavi

Dobbiamo sapere tramite ispirazione che le chiavi del sacerdozio sono in mano di coloro che ci guidano e ci servono. Questo necessita della testimonianza dello Spirito.

Nella cappella di un luogo distante da Salt Lake City, dove raramente si reca un membro del Quorum dei Dodici, un padre mi avvicinò tenendo per mano il suo giovane figlio. Quando arrivarono da me, l’uomo guardò il ragazzo, lo chiamò per nome e disse indicandomi con la testa: «questo è un apostolo». Si capiva dal suono della voce del padre che sperava che il figlio pensasse fosse qualcosa di più dell’incontro di un personaggio illustre. Sperava che il figlio ricevesse la certezza che le chiavi del sacerdozio erano sulla terra, nella chiesa del Signore. Suo figlio avrà bisogno di questa convinzione ripetutamente. Ne avrà bisogno quando aprirà la lettera di qualche futuro profeta, che non avrà mai visto, che lo chiamerà a svolgere una missione. Ne avrà bisogno quando dovrà seppellire un figlio o una moglie o un genitore. Ne avrà bisogno per trovare il coraggio di seguire le direttive del servizio. Ne avrà bisogno per provare il conforto derivante dal potere di suggellamento che unisce per sempre.

I missionari inviteranno i simpatizzanti a incontrare un vescovo o presidente di ramo oggi con lo stesso intento. Sperano che i simpatizzanti abbiano la sensazione di aver incontrato molto più di una brava persona o di un grande uomo. Pregheranno affinché i simpatizzanti si convincano che quest’uomo, apparentemente comune, detiene le chiavi del sacerdozio nella chiesa del Signore. I simpatizzanti avranno bisogno di questa convinzione quando entreranno nelle acque del battesimo. Ne avranno bisogno quando dovranno pagare la decima. Avranno bisogno di questa convinzione quando il vescovo si sentirà ispirato ad assegnare loro un incarico. Ne avranno bisogno quando lo vedranno presiedere alla riunione sacramentale e quando li nutrirà, insegnandogli il Vangelo.

E dunque i missionari, i padri e tutti quelli che servono gli altri nell’ambito della vera chiesa, vogliono aiutare coloro che amano a ricevere una testimonianza duratura che le chiavi del sacerdozio sono in possesso dei servitori del Signore, nella Sua chiesa. Oggi parlo per incoraggiare tutti coloro che operano per infondere e rafforzare questa testimonianza.

Sarà utile per riconoscere alcune cose. Primo, Dio è persistente e generoso nell’elargire le benedizioni del potere del sacerdozio ai Suoi figli. Secondo, i Suoi figli devono scegliere per se stessi di qualificarsi per ricevere tali benedizioni. E terzo, Satana, il nemico della rettitudine, ha sin dall’inizio cercato di minare negli uomini la fede necessaria per ricevere le benedizioni rese possibili dal potere del sacerdozio.

Ho imparato queste realtà da un saggio insegnante, quasi venticinque anni fa. Stavo tenendo un discorso in un antico teatro di Efeso. La luce del sole splendeva sul pavimento che l’apostolo Paolo aveva solcato durante le sue predicazioni. Il mio tema era Paolo, l’apostolo chiamato da Dio.

La congregazione riunita era costituita da centinaia di Santi degli Ultimi Giorni. Occupavano le numerose file di sedute di pietra utilizzate dagli Efesini più di un millennio prima. Tra di loro vi erano due apostoli viventi: l’anziano Mark E. Petersen e l’anziano James E. Faust.

Come potete immaginare, mi ero preparato accuratamente. Avevo letto gli Atti degli Apostoli, le due Epistole di Paolo e quelle degli altri apostoli. Avevo letto e meditato l’epistola di Paolo agli Efesini.

Feci del mio meglio per onorare Paolo e il suo ufficio. Dopo il discorso, vennero a congratularsi con me un numero di persone. Entrambi i due apostoli viventi furono generosi in complimenti. Ma più tardi, l’anziano Faust mi prese in disparte e, con un sorriso e la voce soave, disse: «È stato proprio un bel discorso. Ma ha lasciato fuori la cosa più importante che avrebbe potuto dire».

Gli chiesi che cosa fosse. Dopo alcune settimane, accettò di dirmelo. La sua risposta è stata una lezione per me, per sempre.

Disse che avrei potuto dire alle persone che se i santi che ascoltarono Paolo avessero avuto una testimonianza del valore e del potere delle chiavi che egli deteneva, forse gli apostoli non sarebbero stati tolti dalla terra.

Questo mi rimandò all’epistola di Paolo agli Efesini. Immaginavo che Paolo volesse che le persone avvertissero il valore della catena delle chiavi del sacerdozio che partiva dal Signore e, passando dai Suoi apostoli, arrivava fino a loro, membri della chiesa del Signore. Paolo stava tentando di edificare una testimonianza di quelle chiavi.

Paolo testimoniò agli Efesini che Cristo era a capo della Sua chiesa; insegnò che il Salvatore aveva edificato la Sua chiesa sul fondamento degli apostoli e dei profeti, i quali detengono tutte le chiavi del sacerdozio.

Malgrado la chiarezza e la forza del suo insegnamento e del suo esempio, Paolo sapeva che sarebbe avvenuta un’apostasia. Sapeva che gli apostoli e i profeti sarebbero stati tolti dalla terra. E sapeva che, in un glorioso giorno futuro, sarebbero stati restaurati. Scrisse agli Efesini parlando di quel giorno, indicando quello che il Signore avrebbe fatto:

«Nella pienezza dei tempi» Egli avrebbe raccolto «sotto un sol capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che son nei cieli, quanto quelle che son sopra la terra».1

Paolo guardò al futuro ministero del profeta Joseph Smith, quando i cieli si sarebbero nuovamente aperti. Ciò accadde. Giovanni Battista tornò e conferì agli uomini il Sacerdozio di Aaronne e le chiavi del ministero degli angeli e del battesimo per immersione per la remissione dei peccati.

Gli antichi apostoli e profeti sono tornati e hanno conferito su Joseph Smith le chiavi da loro detenute durante la vita terrena. Nel febbraio 1835 l’uomo è stato nuovamente ordinato al santo apostolato. Alla fine di marzo 1844 le chiavi del sacerdozio sono state nuovamente conferite ai Dodici Apostoli.

Il profeta Joseph Smith sapeva che la sua morte era imminente. Sapeva che le preziose chiavi del sacerdozio e l’apostolato non dovevano andare perduti e che non lo sarebbero stati mai più.

Uno degli apostoli, Wilford Woodruff, ci ha lasciato questo racconto di quanto accadde a Nauvoo quando il Profeta parlò ai Dodici:

«In quell’occasione il profeta Joseph Smith si alzò e disse: ‹Fratelli, ho desiderato vivere sino a vedere la costruzione di questo tempio portata a termine. Io non vivrò abbastanza per vederlo, ma voi sì. Ho suggellato sui vostri capi tutte le chiavi del regno di Dio. Ho suggellato su di voi ogni chiave, potere, principio che l’Iddio del cielo mi ha rivelato. Ora, a prescindere da dove possa andare o da ciò che possa fare, il Regno poggia su di voi›».2

Ognuno dei profeti che hanno seguito Joseph Smith, da Brigham Young al presidente Hinckley, ha detenuto ed esercitato quelle chiavi e ha detenuto il santo apostolato.

Ma proprio come ai tempi di Paolo, il potere di quelle chiavi del sacerdozio richiede che abbiamo fede. Dobbiamo sapere tramite ispirazione che le chiavi del sacerdozio sono in mano di coloro che ci guidano e ci servono. Questo necessita della testimonianza dello Spirito.

E questo dipende dalla testimonianza che abbiamo che Gesù è il Cristo e che Egli vive e guida la Sua chiesa. Dobbiamo anche essere personalmente convinti che il Signore ha restaurato la Sua chiesa e le chiavi del sacerdozio tramite il profeta Joseph Smith. Dobbiamo anche avere la certezza, tramite lo Spirito Santo, spesso rinnovata, che quelle chiavi sono state trasmesse senza interruzione al profeta vivente e che il Signore benedice e dirige il Suo popolo attraverso la linea delle chiavi del sacerdozio che arriva fino a noi, tramite i presidenti dei pali e distretti e dei vescovi e presidenti dei rami, dovunque ci troviamo e indipendentemente dalla distanza che ci separa dal profeta e dagli apostoli.

Non è facile oggi. Non era facile ai tempi di Paolo. È sempre stato difficile riconoscere negli esseri umani imperfetti gli autorizzati servi di Dio. Paolo deve esser sembrato a molte persone un uomo comune. Il carattere allegro di Joseph Smith fu percepito da alcune persone come poco adatto alle aspettative poste su un profeta di Dio.

Satana si impegnerà sempre per minare la fede dei santi di Dio rispetto alle chiavi del sacerdozio. Un metodo che egli adotta è sottolineando il lato umano di coloro che le detengono. In quel modo può indebolire la nostra testimonianza e tagliarci fuori dalla linea delle chiavi tramite la quale il Signore ci lega a sé e si prefigge di riportare noi e le nostre famiglie alla presenza Sua e del Padre celeste.

Satana è riuscito a minare la testimonianza di uomini che, insieme a Joseph Smith, avevano visto i cieli aperti e udito la voce degli angeli. L’evidenza di quanto avevano visto e udito fisicamente non bastò più quando non poterono più sentire la testimonianza spirituale che le chiavi del sacerdozio erano sempre in possesso di Joseph.

L’ammonimento è semplice. Quando ci mettiamo a cercare il peggio in una persona, lo troviamo. Quando cerchiamo le debolezze di coloro che detengono le chiavi del sacerdozio, corriamo seri rischi. Quando parliamo o scriviamo agli altri di queste debolezze, le mettiamo in pericolo.

Viviamo in un mondo in cui trovare difetti negli altri sembra uno degli sport violenti preferiti. È stato a lungo la base strategica della campagna politica. È il tema di molti programmi televisivi in tutto il mondo. I giornali vendono molto. Quando conosciamo qualcuno, la nostra prima e quasi inconscia reazione è quella di cercarne i difetti.

Per rimanere radicati nella Chiesa del Signore, possiamo e dobbiamo esercitare i nostri occhi a riconoscere il potere del Signore nel servizio svolto da coloro che Egli ha chiamato. Dobbiamo essere degni della compagnia dello Spirito Santo. Dobbiamo pregare affinché lo Spirito Santo ci aiuti a sapere che gli uomini preposti a guidarci detengono questo potere. Per quanto mi riguarda, queste preghiere ottengono risposta quando sono io stesso impegnato nel servizio del Signore.

Accadde dopo una tragedia. Nell’Idaho una diga si è rotta in un giorno di giugno. Un muro d’acqua ha colpito le comunità a valle. Migliaia di persone, in gran parte Santi degli Ultimi Giorni, hanno lasciato la loro casa per mettersi in salvo.

Mi trovavo in quel luogo quando gli abitanti dovevano affrontare la triste ricostruzione. Il presidente del palo ha riunito i suoi vescovi per guidare le persone. Nei primi giorni della tragedia eravamo tagliati fuori da qualsiasi supervisione dall’esterno. Stavo partecipando alla riunione dei dirigenti locali quando è arrivato un direttore dell’agenzia federale di crisi.

Ha tentato di prendere in mano la riunione. Con forza ha cominciato ad elencare le cose che, disse, andavano fatte. Mentre leggeva a voce alta ogni articolo, il presidente del palo, seduto accanto a lui, diceva sotto voce: «Lo abbiamo già fatto». Dopo cinque o dieci minuti di questo elenco, l’ufficiale federale era diventato silenzioso e si era seduto. Ascoltava in silenzio mentre il presidente del palo annotava i rapporti fatti dai vescovi e impartiva direttive.

L’ufficiale federale è arrivato in anticipo alla riunione del giorno successivo. Si è seduto in fondo alla sala. Il presidente del palo ha iniziato la riunione. Ha raccolto ulteriori rapporti e impartito istruzioni. Dopo pochi minuti, l’ufficiale federale, che era venuto con tutta l’autorità e le risorse della sua grande agenzia, ha detto: «Presidente Ricks, che cosa vuole che facciamo?»

Aveva riconosciuto il potere. Io ho visto di più. Ho riconosciuto l’evidenza di queste chiavi e della fede che dà loro il potere.

Ho visto di nuovo questo potere quando un uomo e sua moglie sono tornati in città subito dopo la rottura della diga. Non sono andati a casa loro. Sono andati prima a cercare il loro vescovo. Era ricoperto di fango, e stava dirigendo i suoi fedeli nei lavori di pulizia delle case. Essi gli hanno chiesto che cosa voleva che facessero.

Si sono messi al lavoro. Molto tempo dopo, sono andati a controllare la loro casa. Non c’era più. Allora sono tornati al lavoro, dovunque il loro vescovo chiedesse loro di andare. Sapevano dove andare per ricevere le direttive del Signore e svolgere il servizio nella Sua chiesa.

È stato allora che ho imparato, e oggi so, come i pali di Sion diventano luoghi di sicurezza. I loro membri diventano simili a una grande famiglia, molto unita, dove l’uno si cura dell’altro. Questo accade per semplice fede.

Per fede vengono battezzati e ricevono lo Spirito Santo. Se continuano a osservare i comandamenti, quel dono diventa costante. Possono riconoscere cose spirituali. Diventa più facile vedere il potere di Dio all’opera tramite la gente comune che Dio chiama a servirli e a guidarli. I cuori s’inteneriscono. I forestieri diventano cittadini del regno del Signore, legati dall’amore.

Questa felice condizione non durerà senza un rinnovamento costante della nostra fede. Il vescovo che amiamo un giorno sarà rilasciato, così come lo sarà il presidente del palo. Gli apostoli che abbiamo fedelmente seguito saranno riportati a casa, dal Dio che li ha chiamati.

Nell’avvicendarsi di questi continui cambiamenti ci viene data una grande occasione. Possiamo agire in modo da qualificarci per ricevere la rivelazione che ci permette di sapere che le chiavi vengono trasmesse da Dio, da una persona ad un’altra. Possiamo cercare di fare questa esperienza ripetutamente. E dobbiamo farlo, se vogliamo ricevere le benedizioni che Dio ha in serbo per noi e che desidera che noi offriamo agli altri.

La risposta alla vostra preghiera potrebbe non essere tanto scenografica quanto quella ottenuta da coloro che ascoltavano Brigham Young e lo hanno visto, mentre parlava, prendere le sembianze del profeta Joseph, morto martire. Ma potete ricevere la stessa certezza. E con quella certezza spirituale riceverete la pace e il potere. Saprete nuovamente che questa è la vera chiesa vivente del Signore, che Egli la guida mediante i Suoi servitori ordinati, e che Egli si cura di noi.

Se un numero sufficiente di noi esercita questa fede e riceve queste conferme, Dio eleverà coloro che ci guidano e così facendo benedirà noi e la nostra famiglia. Diventeremo come Paolo aveva tanto desiderato diventassero coloro che egli serviva:«edificati sul fondamento degli apostoli e de’ profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare».3

Io so che Gesù Cristo è il nostro Salvatore e che Egli vive. So che è la roccia sulla quale questa Sua vera chiesa è stata edificata. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. Efesini 1:10.

  2. «Le chiavi del Regno», Liahona, aprile 2004, 41.

  3. Efesini 2:20.