2000–2009
Come rafforzare la nostra testimonianza
Ottobre 2004


Come rafforzare la nostra testimonianza

La frequente lettura, meditazione e applicazione delle lezioni apprese nelle Scritture, unite alla preghiera, assumono una parte insostituibile nell’ottenimento e nel rafforzamento di una testimonianza forte e vibrante.

Recentemente ho avuto un’interessante conversazione con un giovane che stava prendendo in esame di partire in missione. Mentre parlavamo, ho compreso che faceva fatica a decidere, perché aveva dei dubbi sulla solidità della sua testimonianza del vangelo di Gesù Cristo. Desiderava sapere il motivo per cui non aveva ricevuto una risposta più chiara alle preghiere e allo studio delle Scritture.

Questo giovane, che chiamerò Jim, era cresciuto sul campo di missione in una famiglia con genitori affettuosi che stavano facendo del loro meglio per insegnare ai figli i principi evangelici.

Era un ottimo atleta e a scuola era benvoluto tra gli amici. Egli, tuttavia, era solo uno dei pochi studenti della Chiesa in una scuola superiore piuttosto grande.

Avendo cresciuto i figli sul campo di missione, ho compreso subito le sue difficoltà: il desiderio di vivere osservando i principi del Vangelo ed essere accettato da buoni amici, anche se, di solito, questi ultimi hanno valori e credenze diversi.

Stava cercando un’ulteriore conferma della sua testimonianza di Gesù Cristo e della Restaurazione del Vangelo.

Oggi mi rivolgo a Jim e molti altri santi come lui, giovani uomini e giovani donne di tutto il mondo, che non si sentono sicuri della propria testimonianza, ma che desidererebbero molto svilupparne una forte che li guidi nelle insidie della vita a venire.

Parlo anche agli adulti che non hanno ancora sentito profondamente nella vita lo spirito del Vangelo. In assenza di una testimonianza forte, alcune persone hanno consentito ai pensieri e alle azioni di tutti i giorni di concentrarsi sulle cose del mondo, fino a ridurre al minimo l’influenza della luce evangelica nella loro vita quotidiana.

Come l’anziano Neal A. Maxwell ha descritto in maniera tanto eloquente, sono compresi quei «membri della Chiesa essenzialmente onorevoli che raschiano la superficie invece di penetrare a fondo nel ruolo di discepoli, e che sono casualmente impegnati invece che ‹ansiosamente impegnati› (DeA 76:75; 58:27)» (La Stella, gennaio 1993, 75).

Quando ho assistito ai funerali degli anziani Neal A. Maxwell e David B. Haight e ho ascoltato i meritati omaggi, ho interiorizzato in maniera più completa l’esempio straordinario di testimonianza e discepolato che la vita di questi due meravigliosi fratelli ha fornito. Ho continuato a meditare su come il loro esempio potrebbe rafforzare la nostra testimonianza e aumentare la determinazione ad avvicinarci a Cristo.

Questi due grandi discepoli di Cristo esemplificano l’esortazione del presidente Hinckley a tutti noi quando disse: «Sono state citate le mie parole: ‹Fate il meglio che potete›, ma voglio sottolineare che deve essere il meglio in assoluto. Ci lasciamo troppo in fretta soddisfare dalla mediocrità, ma siamo in grado di fare molto meglio» («Essere forti e inamovibili», Riunione di addestramento dei dirigenti a livello mondiale, 10 gennaio 2004, 21).

Certamente il consiglio e l’incoraggiamento del presidente Hinckley si possono applicare anche allo sviluppo e al rafforzamento della testimonianza di Gesù Cristo.

La vera testimonianza ci porta la luce del vangelo restaurato di Gesù Cristo e ci indirizza tutti verso la stessa meta, ossia ritornare dal nostro Padre celeste. La testimonianza personale, tuttavia, ci giunge in differenti fasi della vita grazie a esperienze diverse.

Come Jim, da giovane ho avuto la fortuna di avere «buoni genitori» (1 Nefi 1:1). Mi hanno insegnato i principi del Vangelo e il valore della famiglia mediante il precetto e l’esempio. Da bambino pensavo di avere una testimonianza: credevo! In famiglia, poi, abbiamo fatto alcune esperienze spirituali personali tramite la fede, la preghiera, lo studio delle Scritture e, soprattutto, le benedizioni di nostro padre, che mi hanno portato a pensare più seriamente ai principi che mi erano stati impartiti e in cui credevo, ma anche a ciò che stavo iniziando a sentire. Sarò per sempre grato ai miei genitori che mi hanno guidato in queste preziose esperienze spirituali. Hanno avuto un’influenza durevole su di me e sulla forza della mia testimonianza.

Ritengo che Alma deve aver pensato a noi quando ha insegnato agli Zoramiti come ottenere una testimonianza della verità.

«Ma ecco, se voi risveglierete e stimolerete le vostre facoltà, sì, per un esperimento sulle mie parole, ed eserciterete una particella di fede, sì, anche se non poteste fare null’altro che desiderare di credere, lasciate che questo desiderio operi in voi fino a che crediate, in modo che possiate far posto a una porzione delle mie parole» (Alma 32:27).

Alma poi continua e «paragon[a] la parola a un seme». Spiega che quando il seme è piantato nel cuore, «comincerà a gonfiarsi nel vostro petto» (Alma 32:28). Alma poi ci consegna la chiave per sviluppare una testimonianza possente.

«Ma se nutrirete la parola, sì, se nutrirete l’albero mentre comincia a crescere, mediante la vostra fede, con grande diligenza e con pazienza, attendendone il frutto, esso prenderà radice; ed ecco, sarà un albero che crescerà fino alla vita eterna» (Alma 32:41).

Segue poi la promessa.

«Allora, fratelli miei, raccoglierete la ricompensa della vostra fede e della vostra diligenza, pazienza e longanimità nell’attendere che l’albero vi portasse frutto» (Alma 32:43).

Per un momento, fratelli e sorelle, pensate con me a ciò che Alma ci sta insegnando.

Prima di tutto, dobbiamo avere un desiderio sincero di credere. Espressioni come «risvegliare», «stimolare le vostre facoltà», «esperimento» ed «esercitare una particella di fede» implicano l’azione, suggeriscono uno sforzo concreto da parte nostra.

La raffigurazione del seme che si gonfia nel petto descrive il sentimento provocato dal Santo Spirito e, come promette Moroni: «Mediante il potere dello Spirito Santo voi potrete conoscere la verità di ogni cosa» (Moroni 10:5).

Per far sì che questo spirito continui a crescere, Alma insegna che dobbiamo nutrirlo «mediante la fede, con grande diligenza e con pazienza». Egli promette poi che la ricompensa per la fede, diligenza, pazienza e longanimità sarà la vita eterna (Alma 32:41; vedere anche il versetto 43).

Come Alma, i profeti degli ultimi giorni hanno insegnato con chia-rezza le cose che è d’uopo che facciamo per sviluppare e rafforzare la testimonianza.

Noi siamo stati mandati qui per compiere la nostra salvezza tramite le prove e i problemi della vita quotidiana. Non possiamo farlo affidandoci unicamente alla luce presa a prestito della testimonianza altrui. Quando riceviamo ispirazione ascoltando i profeti, i dirigenti e gli amici che portano testimonianza, i sentimenti spirituali che proviamo dovrebbero accrescere il desiderio di rafforzare la nostra convinzione personale.

A tutti voi, e in particolare ai miei giovani amici, dico: non smettete mai di avere fiducia nel Signore. La risposta alle preghiere potrebbe non essere chiara e immediata come vorreste, ma continuate a invocare Iddio. Il Signore vi sta ascoltando. Quando pregate chiedete aiuto per comprendere i sussurri dello Spirito Santo. E poi fate del vostro meglio per essere degni di ricevere quelle impressioni. Quando riconoscete o sentite le impressioni o i sussurri dello Spirito, poi agite di conseguenza.

Le preghiere ferventi innalzate tutti i giorni alla ricerca del perdono, di un aiuto e guida divini sono fondamentali per noi e per nutrire la nostra testimonianza. Quando abbiamo fretta, siamo ripetitivi, distaccati o noncuranti, tendiamo a perdere contatto con lo Spirito, che è essenziale nella guida continua di cui abbiamo bisogno per affrontare le difficoltà della vita di ogni giorno. Le preghiere familiari rivolte di mattina e di sera aggiungono benedizioni e potere a quelle dette individualmente e alla nostra testimonianza.

Lo studio impegnato e sincero delle Scritture produce fede, speranza e porta le soluzioni alle difficoltà giornaliere. La frequente lettura, meditazione e applicazione delle lezioni apprese nelle Scritture, unite alla preghiera, assumono una parte insostituibile nell’ottenimento e nel rafforzamento di una testimonianza forte e vibrante.

Il presidente Spencer W. Kimball ci ha rammentato l’importanza della lettura costante delle Scritture, affermando: «Scopro che quando trascuro i miei rapporti con la divinità, quando mi sembra che nessun orecchio divino stia ascoltando e nessuna voce divina stia parlando… Se mi immergo nelle Scritture, la distanza diminuisce e la spiritualità ritorna» (The Teachings of Spencer W. Kimball, ed. Edward L. Kimball [1982], 135, vedere anche Liahona, aprile 2000, 26).

Il Signore insegnò: «Voi investigate le Scritture, perché pensate aver per mezzo d’esse vita eterna, ed esse son quelle che rendon testimonianza di me» (Giovanni 5:39).

La testimonianza forte e incrollabile che molti di voi magnifici membri fedeli della Chiesa avete è giunta in conseguenza del fervore con cui avete seguito il consiglio delle Scritture e dei profeti. La stessa preziosa benedizione è a disposizione di ognuno di noi.

Al mio giovane amico Jim, e a tutti coloro che a volte si preoccupano della forza della propria testimonianza, dico che il Padre celeste li ama e si prende cura di loro ogni giorno. Risponderà, se voi cercate di obbedire ai Suoi comandamenti e cercate il Suo affettuoso aiuto.

Per tutti è valida la stessa promessa che il Signore ha fatto al profeta Joseph Smith: «Avvicinatevi a me ed io mi avvicinerò a voi; cercatemi diligentemente e mi troverete; chiedete e riceverete; bussate e vi sarà aperto» (DeA 88:63).

L’esortazione del nostro profeta a fare del nostro «meglio in assoluto» è rivolta ad ognuno di noi, singoli e famiglie, per valutare la nostra vita e per impegnarci a cambiare ciò che meglio ci permetterà di rafforzare la nostra testimonianza.

Una forte testimonianza diventa per tutti noi la forza motrice che ci spinge a fare «molto meglio». Essa diventa l’impenetrabile corazza che ci protegge dal mondo.

Sono testimone che abbiamo un affettuoso Padre nei cieli e che Egli e il Suo amato Figlio Gesù Cristo apparvero al giovane Joseph per restaurare il Vangelo in quest’ultima dispensazione.

Gesù Cristo è a capo di questa Chiesa. Il presidente Gordon B. Hinckley è il Suo profeta scelto.

Possiamo noi avere il coraggio e la convinzione di seguire il consiglio del profeta. Se noi lo facciamo la nostra testimonianza personale si rafforzerà. Prego affinché ciò avvenga, nel nome di Gesù Cristo. Amen.