2000–2009
Chi sta con il Signor?
Aprile 2005


Chi sta con il Signor?

Il Signore ha bisogno di sapere su chi può contare.

Questa sera vorrei concentrare i miei pensieri sulla pressante chiamata al servizio di un inno molto amato: «Chi sta con il Signor? È tempo di saper» (Inni, 165)

In questa dispensazione della pienezza dei tempi, mentre ci prepariamo ad affrontare le battaglie sataniche finali che anticiperanno il ritorno di Cristo sulla terra, è molto importante sapere chi sta con il Signore. Il Signore ha bisogno di sapere su chi può contare.

Uno spererebbe che ogni detentore del sacerdozio fosse tra coloro disposti a servire nelle file dell’esercito del Signore. Oggi nella Chiesa ci sono circa tre milioni di detentori del sacerdozio, divisi a metà tra Sacerdozio di Aaronne e Sacerdozio di Melchisedec.

Purtroppo, troppi di questi uomini, giovani e meno giovani, mancano e la loro assenza non ha giustificazione.

Una volta, umilmente seduti, hanno ricevuto l’imposizione delle mani sul loro capo da parte di uomini con l’autorità che hanno conferito loro il sacerdozio. Quel giorno strinsero un’alleanza con il Signore di obbedienza e servizio.

Per capire l’importanza di queste alleanze dobbiamo chiederci: «Che cos’è il sacerdozio?» Ogni diacono attento conosce la risposta a questa domanda: il sacerdozio è l’autorità di agire nel nome di Dio.

Che cosa significa questo per voi diaconi, insegnanti e sacerdoti? Primo, significa che siete autorizzati a distribuire, preparare e benedire il sacramento. Vi sembra una cosa importante? Certo che lo è!

Chi ha amministrato il sacramento per la prima volta di cui abbiamo una registrazione? Certo, la risposta è: il Signore Gesù Cristo. La sera prima della Sua sofferenza nel Giardino di Getsemani, Cristo preparò, benedisse e distribuì il sacramento ai Suoi discepoli. Così quando celebriamo questa sacra ordinanza stiamo, in effetti, rappresentando il Signore stesso. Questo è stupendo!

Giovanni Battista pose le mani sul capo di Joseph Smith e Oliver Cowdery e conferì loro il Sacerdozio di Aaronne dichiarando: «Io conferisco il Sacerdozio di Aaronne, che detiene le chiavi del ministero degli angeli, del Vangelo di pentimento e del battesimo per immersione per la remissione dei peccati» (DeA 13:1). Questa è una notevole responsabilità per gli uomini di qualsiasi età. Con un tale incarico siamo decisamente dalla parte del Signore.

E cosa dire del Sacerdozio di Melchisedec? Nella sezione 84 di Dottrina e Alleanze si legge: «E questo sacerdozio maggiore amministra il Vangelo e detiene la chiave dei misteri del regno, sì, la chiave della conoscenza di Dio» (v. 19). Questo sacerdozio detiene il potere di amministrare e dirigere, di benedire e guarire, di insegnare e suggellare. Queste attività di servizio del sacerdozio pongono chiaramente i fratelli che le svolgono dalla parte del Signore.

Uno dei maggiori esempi del potere di suggellare del sacerdozio è contenuto nella storia di Nefi, figlio di Helaman. Grazie alla sua diligenza nel dichiarare la parola di Dio, il Signore gli dette il potere di suggellare affinché «qualsiasi cosa tu suggellerai in terra sarà suggellata in cielo; e qualsiasi cosa tu scioglierai in terra sarà sciolta in cielo» (Helaman 10:7). Nefi sarebbe stato un potente dirigente dell’armata del Signore in qualsiasi dispensazione.

Quale grande gesto di fiducia fa il nostro Padre celeste condividendo con noi parte del Suo potere, affinché possiamo aiutarLo a realizzare la Sua grande opera facendo sì che questa avanzi e riempia la terra.

Notate con quanta cura siamo stati istruiti sul modo di conferire l’autorità del sacerdozio. Quando compii dodici anni, mio padre, Charles Oaks, e il mio vescovo, George Collard, imposero le mani sul mio capo, conferendomi il Sacerdozio di Aaronne e ordinandomi diacono.

Alcuni anni più tardi, l’allora anziano Gordon B. Hinckley usò la stessa procedura divinamente ispirata per ordinarmi Settanta. Ogni ordinazione riflette un’ulteriore fiducia divina e una nuova possibilità di servire dalla parte del Signore.

Quando si formano gli eserciti, le battaglie vengono generalmente combattute su vasti campi di battaglia. Ma questa battaglia per le anime è molto diversa. Le persone affrontano ogni giorno della vita il conflitto, che oppone le schiere del Signore alle forze di Satana rappresentate da avidità, egoismo e lussuria.

I muscolosi 2.060 giovani guerrieri di Helaman, a spalla a spalla, sottolineano la necessità di grande forza fisica per unirsi alle loro file; ma c’è posto per ogni anima coraggiosa e determinata a farne parte.

Abbiamo un nipote di undici anni, Andrew, che è costretto sulla sedia a rotelle, forse per il resto della sua vita. Verrà ordinato diacono l’autunno prossimo e si unirà alle schiere del sacerdozio del Signore. Il suo handicap fisico non sarà un limite in questa guerra, perché la scelta delle armi non avviene tra lance e spade brandite in un caotico campo di battaglia.

Piuttosto, le armi usate sono quelle eternamente efficienti della completa armatura di Dio, e cioè verità, rettitudine, fede, preghiera e parola di Dio (vedere Efesini 6:13–18). Queste armi sono brandite nella nostra mente, nella nostra bocca e nei nostri movimenti. Ogni pensiero, parola e azione buona e giusta è una vittoria per il Signore.

Ecco perché l’handicap di Andrew non ha alcun peso in questa battaglia. I suoi genitori lo hanno istruito bene. È pronto a unirsi alle schiere dei fratelli del sacerdozio.

I valori in gioco sono molto alti. Sono messe in palio le anime stesse dei figli e figlie di Dio, la loro salvezza eterna. E queste anime saranno vinte o perse in base alla loro virtù e purezza, alla loro carità e servizio, e in base alla loro fede e speranza.

Andrew si unirà al quorum dei diaconi del suo rione. Essi gli insegneranno a distribuire il sacramento e a raccogliere le offerte di digiuno. Lo cureranno perché questo è quello che devono fare i quorum del sacerdozio: curarsi gli uni degli altri. In effetti, questo è il modo in cui l’armata del sacerdozio del Signore è organizzata: in quorum.

Ho trascorso gran parte della mia vita a fare il pilota per l’Aviazione degli Stati Uniti. Gli uomini del mio squadrone rimangono, fino ad oggi, un gruppo molto compatto, rimasto in stretto contatto dopo 40 anni.

Nel nostro addestramento di piloti da combattimento, una delle prime regole di maggiore importanza era: «Prenditi cura del tuo copilota. Controlla costantemente dietro di te per accertarti che non spunti un nemico alle sue spalle».

Se proteggere i compagni del proprio squadrone di combattimento è un buon consiglio, è un consiglio preziosissimo rimanere vicini ai membri del nostro quorum e proteggerli nei nostri sforzi volti a stare coraggiosamente dalla parte del Signore. Dobbiamo avere il desiderio di andare a cercare coloro che si sono perduti.

Stare saldamente dalla parte del Signore è particolarmente prezioso oggi. Il nostro profeta indica spesso che questi sono gli ultimi giorni. Sappiamo dai segni dei tempi che la fine si sta avvicinando; e anche Satana lo sa. Lui e le sue forze non sembrano dormire mai.

In una riunione di addestramento dei dirigenti del sacerdozio a livello mondiale, il presidente Hinckley, notando le condizioni di immoralità del mondo, dichiarò: «Non credo che le cose fossero peggiori ai tempi di Sodoma e Gomorra».

Continuò dicendo: «Le città e i loro malvagi abitanti furono annientati. Oggi ci troviamo in circostanze simili. Esse prevalgono in tutto il mondo. Credo che nostro Padre pianga quando guarda giù verso i Suoi figli e figlie traviati». («Essere forti e inamovibili», Riunione di addestramento dei dirigenti a livello mondiale, 10 gennaio 2004, 20).

Non so quanto il nostro profeta debba ancora dire per farci sentire messi in guardia.

In un discorso tenuto recentemente alla conferenza generale, l’anziano Dallin H. Oaks ha dichiarato: «Questi segni della Seconda Venuta sono tutti attorno a noi e sembrano aumentare in frequenza e intensità… Benché non possiamo cambiare il fatto che ci sarà la Seconda Venuta, di cui non conosciamo il momento esatto, possiamo accelerare la nostra preparazione e cercare d’influenzare quella di coloro che ci circondano. È necessario prepararci per gli eventi profetizzati alla Seconda Venuta sia da un punto di vista materiale sia spirituale». («La preparazione per la Seconda Venuta», Liahona, maggio 2004, 7–9).

Questi ammonimenti sono stati pronunciati molto tempo prima dell’arrivo della stagione, senza precedenti, dei cicloni che hanno seminato distruzione nella zona caraibica, e della devastazione causata dello tsunami nel sudest asiatico.

L’inno «Chi sta con il Signor?» ci istruisce che: «È tempo di saper». È tempo di stare saldamente in difesa della nostra fede e dei nostri principi, come fece il comandante Moroni. Adesso c’è bisogno di noi diaconi, insegnanti, sacerdoti, vescovi, anziani, sommi sacerdoti e patriarchi. È tempo di mostrare il nostro apprezzamento per il sacrificio espiatorio del nostro Signore Gesù Cristo. È tempo di mostrare la nostra fede mediante la nostra obbedienza ai comandamenti fondamentali come le leggi della castità e della decima, la Parola di Saggezza e l’osservanza della santità del giorno del Signore.

È tempo di ammonire i nostri vicini condividendo con loro il messaggio del Vangelo. È tempo di dare al mondo un modello di decenza e modestia, un esempio di virtù e purezza. Non dovremmo mai sprecare il potere del nostro sacerdozio rimanendo impigliati nel sudiciume corrosivo e nel fango della pornografia.

È tempo di rivedere le alleanze che abbiamo stipulato con il Signore nelle acque del battesimo, alleanze stipulate quando abbiamo accettato il giuramento e l’alleanza del sacerdozio, e le alleanze pattuite nei Suoi sacri templi.

È invero tempo di mostrare che stiamo con il Signore.

Fratelli, questa è la Sua opera. Il vangelo di Gesù Cristo è stato restaurato nelle sua pienezza tramite il profeta Joseph Smith. Cristo è alla testa di questa chiesa, e la porta avanti tramite il Suo profeta vivente, Gordon B. Hinckley. Cristo tornerà sulla terra per governare e regnare, e un giorno ognuno di noi dovrà stare davanti a Lui per essere giudicato per i pensieri, le azioni e i desideri del proprio cuore. Egli è il nostro Salvatore e Redentore e di questo porto testimonianza, nel Suo santo nome. Amen.