2000–2009
Come un fanciullo
Aprile 2006


Come un fanciullo

La nostra natura deve cambiare, affinché possiamo diventare come fanciulli e ottenere quella forza che dobbiamo possedere per essere al sicuro nei momenti di pericolo morale.

I profeti di Dio hanno previsto l’epoca in cui viviamo. L’apostolo Paolo scrisse a Timoteo: «Or sappi questo, che negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili».1 Chiunque abbia occhi per vedere i segni dei tempi e orecchie per ascoltare le parole dei profeti sa che i pericoli sono molti. Le minacce giungono dalle forze del male, che stanno diventando man mano più grandi. Pertanto, diventerà sempre più duro, non più facile, mantenere fede alle alleanze che dobbiamo stringere per vivere secondo il vangelo di Gesù Cristo.

Per coloro che tra noi si preoccupano per se stessi e i loro cari in merito al futuro, in famiglia, nei quorum e nelle nostre classi, la speranza risiede nella promessa che il Signore ci ha fatto di un rifugio dalle tempeste che ci attendono. Ecco una descrizione di questo luogo, di cui avete letto nelle Scritture e che è stato ripetutamente descritto dai profeti viventi. Un padre affettuoso parlò di esso ai figli, mentre cercava di rafforzarli contro le tempeste della tentazione:

«Ed ora, figli miei, ricordate, ricordate che è sulla roccia del nostro Redentore, che è Cristo, il Figlio di Dio, che dovete costruire le vostre fondamenta; affinché, quando il diavolo manderà i suoi venti potenti, sì, e i suoi strali nel turbine, sì, quando tutta la sua grandine e la sua potente tempesta si abbatteranno su di voi, non abbia su di voi alcun potere di trascinarvi nell’abisso di infelicità e di guai senza fine, a motivo della roccia sulla quale siete edificati, che è un fondamento sicuro, un fondamento sul quale se gli uomini edificano, non possono cadere».2

Non è mai stato tanto importante quanto ora comprendere come edificare su queste fondamenta. Secondo me, non c’è nulla di meglio dell’ultimo sermone di re Beniamino, che è riportato nel Libro di Mormon. La maggior parte di noi l’ha recentemente riletto e, ancora una volta, vi ha meditato. Re Beniamino poté vedere noi e la nostra posterità; sapeva mediante il potere profetico che cosa affrontiamo; conosceva per esperienza i terrori della guerra; in combattimento aveva difeso il suo popolo affidandosi al potere di Dio; si avvide chiaramente dei tremendi poteri che Lucifero ha per tentarci e per schiacciarci.

Egli fu un uomo grande e santo, che, come tutti i profeti del Signore, aveva imparato a invitare il popolo a edificare sulla roccia della salvezza.

Diede inizio al suo discorso spiegando da dove tutti dobbiamo iniziare per aiutare la gente a sfuggire ai disastri spirituali. Le persone, per desiderare di salvarsi, devono prima credere che il pericolo sia reale e temere le conseguenze dovute al fatto di ignorarlo. Egli chiarì i rischi che corriamo perché siamo liberi di scegliere tra il bene e il male, come pure perché non possiamo evitare le conseguenze delle nostre scelte. Parlò in maniera schietta e franca, sapendo che coloro che non avrebbero udito e prestato attenzione ai suoi ammonimenti avrebbero sofferto.

Ecco come descrisse le conseguenze delle nostre scelte, sia che seguiamo i suggerimenti dello Spirito di Cristo o i messaggi malvagi che provengono da Satana, il cui scopo è tentarci e intrappolarci nel peccato:

«Poiché ecco, c’è una maledizione pronunciata su colui che tende a obbedire a questo spirito; poiché se tende a obbedire a lui, e rimane e muore nei suoi peccati, egli beve dannazione per la sua anima; poiché riceve come suo salario una punizione eterna, avendo trasgredito la legge di Dio contraddicendo la sua stessa conoscenza…

Perciò se quest’uomo non si pente, e rimane e muore nemico di Dio, le esigenze della giustizia divina risvegliano nella sua anima immortale un vivido senso della sua propria colpa, che lo fa rifuggire dalla presenza del Signore e riempie il suo petto di colpa, di dolore e di angoscia, il che è come un fuoco inestinguibile, la cui fiamma ascende per sempre e in eterno».

Re Beniamino proseguì: «Oh, voi tutti, vecchi, e anche voi, giovani, e voi bambini che potete comprendere le mie parole, poiché vi ho parlato con chiarezza, affinché poteste comprendere, io prego che vi risvegliate al ricordo dell’orribile condizione di coloro che sono caduti in trasgressione».3

Per me, il potere di questa ammonizione risiede nell’immagine che forma nella mia mente del momento in cui, dopo questa vita, ognuno di noi starà davanti al Salvatore per essere giudicato. Quando re Beniamino mi parla di rifuggire dalla presenza del Signore infonde paura nel mio cuore. M’immagino in quel giorno del giudizio davanti al Salvatore glorificato e risorto. Con tutto il mio cuore non voglio rifuggire, ma guardarLo, vederLo sorridere e dire: «Va bene, buono e fedel servitore; entra».4

Re Beniamino ci spiega bene in che modo possiamo ottenere la speranza di ascoltare queste parole, se troviamo la via e ci adoperiamo affinché la nostra natura cambi grazie all’espiazione di Gesù Cristo. Questa è l’unica maniera in cui possiamo edificare sulle fondamenta sicure e rimanere saldi nella rettitudine, anche durante le tempeste delle tentazioni.

Re Beniamino descrive tale cambiamento con un paragone bellissimo, usato per millenni dai profeti e dal Signore stesso. Eccolo: che possiamo e dobbiamo diventare come un fanciullo.

Per alcuni potrebbe non essere facile capire o accettare questo principio. La maggior parte di noi vuole essere forte e potrebbe ritenere l’essere come un fanciullo un segno di debolezza. La maggioranza dei genitori ha desiderato che a volte i figli si comportassero meno da bambini. Anche l’apostolo Paolo utilizzò queste parole quando ci ha spronato a incorporare nella vita la carità, il puro amore di Cristo. «Quand’ero fanciullo, parlavo da fanciullo, pensavo da fanciullo, ragionavo da fanciullo; ma quando son diventato uomo, ho smesso le cose da fanciullo».5

Re Beniamino, tuttavia, che come tutti sapeva che cosa significa essere un uomo forte e coraggioso, precisa che essere come un fanciullo non significa essere infantile, bensì essere come il Salvatore, che si rivolse a Suo Padre in preghiera al fine di avere la forza per fare la Sua volontà, cosa che poi fece. La nostra natura deve cambiare, affinché possiamo diventare come fanciulli e ottenere quella forza che dobbiamo possedere per essere al sicuro nei momenti di pericolo morale.

Ecco la commovente descrizione di re Beniamino sui cambiamenti che avvengono nel diventare come un fanciullo e come ciò avviene:

«Poiché l’uomo naturale è nemico di Dio, lo è stato fin dalla caduta di Adamo, e lo sarà per sempre e in eterno, a meno che non ceda ai richiami del Santo Spirito, si spogli dell’uomo naturale e sia santificato tramite l’espiazione di Cristo, il Signore, e diventi come un fanciullo, sottomesso, mite, umile, paziente, pieno d’amore, disposto a sottomettersi a tutte le cose che il Signore ritiene conveniente infliggergli, proprio come un fanciullo si sottomette a suo padre».6

Noi siamo al sicuro sulla roccia del Salvatore, dopo che con fede ci siamo consegnati a Lui, abbiamo risposto all’invito dello Spirito Santo di osservare abbastanza a lungo e fedelmente i comandamenti, tanto che il potere dell’Espiazione ha cambiato il nostro cuore. Quando, tramite questa esperienza, siamo diventati come un fanciullo nella capacità di amare e obbedire, allora abbiamo eretto fondamenta sicure.

Da re Beniamino apprendiamo che cosa possiamo fare per arrivare a questo luogo sicuro, ma ricordate: le cose che facciamo sono il mezzo, non l’obiettivo che perseguiamo. Quello che compiamo consente all’espiazione di Gesù Cristo di farci diventare ciò che dobbiamo essere. La nostra fede in Gesù Cristo ci porta al pentimento e a osservare i Suoi comandamenti. Seguendo i suggerimenti dello Spirito Santo, siamo obbedienti e resistiamo alle tentazioni. Col tempo, la nostra natura cambia e diventeremo come fanciulli, obbedienti a Dio e più affettuosi. Questo cambiamento, se compiremo tutto ciò che dobbiamo fare per mantenerlo, ci qualificherà per i doni che giungono tramite lo Spirito Santo. A questo punto, saremo salvi sulla sola roccia sicura.

Come voi, ho sentito ciò che re Beniamino intendeva quando disse che davanti a Dio potevamo diventare come un fanciullo. Io, come voi, ho pregato per sapere che cosa fare quando mi sono trovato dinanzi a scelte che avevano conseguenze eterne. Nel corso di molti anni ho osservato un modello ricorrente nel modo in cui le risposte a queste preghiere mi sono giunte chiarissime.

Una volta, per esempio, pregai tutta la notte per sapere che cosa dovevo scegliere di fare la mattina. Mi resi conto che nessun’altra scelta avrebbe avuto un effetto maggiore sulla vita di altre persone e sulla mia. Sapevo qual era la scelta più semplice. Avevo ben chiaro il risultato finale che desideravo, ma non potevo vedere il futuro. Non riuscivo a capire a quali risultati avrebbero portato le diverse scelte. In quella situazione, il rischio di sbagliare mi sembrava eccessivo.

Pregai, ma per alcune ore non mi parve di ricevere risposta. Solo poco prima dell’alba, percepii un sentimento. Più di quanto mi fosse capitato dall’infanzia, mi sentii un fanciullo. Una grande tranquillità s’infuse nel mio cuore e nella mia mente. In quella quiete interiore provai un senso di pace.

Con mio stupore, mi ritrovai a pregare: «Padre celeste, non è importante ciò che io desidero. Non m’interessa più quello che voglio. Voglio solo che venga fatta la Tua volontà. Questo è tutto quello che desidero. Ti prego, dimmi cosa devo fare».

In quel momento fui pervaso da un senso di calma interiore che non avevo mai provato prima. Giunse il messaggio e io ero certo di chi me lo avesse mandato. Mi fu chiaro ciò che dovevo fare. Non mi furono fatte promesse sull’esito. Mi fu solo data la rassicurazione che ero un fanciullo cui era stato indicato il sentiero che conduceva a ciò che Egli desiderava per me.

Imparai da quella, e da altre innumerevoli esperienze simili, che la descrizione dello Spirito Santo come di un «suono dolce e sommesso» è realistica. È poetica, ma non è una favola. Solo quando il mio cuore era dolce e sommesso, sottomesso come quello di un fanciullo, lo Spirito era risultato percepibile al cuore e alla mente.

Re Beniamino ci ha insegnato come questi momenti possano giungere più spesso, cosa che deve accadere nei pericoli che affrontiamo. Ci ha spiegato che ci sono cose che possiamo e dobbiamo fare per invitare quel meraviglioso cambiamento per avere un cuore di fanciullo.

Tutte queste cose hanno a che fare con il compiere ciò che accresce la fede in Gesù Cristo e ci qualifica, quindi, per avere l’aiuto dello Spirito Santo. Re Beniamino ce ne ha fornito la ragione:

«Ed oltre a ciò io vi dico che non sarà dato alcun altro nome, né alcun altro modo né mezzo per cui la salvezza possa giungere ai figlioli degli uomini, se non nel nome e tramite il nome di Cristo, il Signore Onnipotente».7

Ciò di cui abbiamo bisogno è la fede in Lui e di amarLo. Dobbiamo sapere che Egli vive e chi è. Se questo avviene, Lo ameremo. Re Beniamino ha suggerito il modo per conoscerLo con delle parole che abbiamo sentito spesso:

«Poiché, come conosce un uomo il padrone che non ha servito, e che gli è estraneo e che è lungi dai pensieri e dagli intenti del suo cuore?»8

Giungiamo ad amare coloro che serviamo. Se scegliamo di cominciare a servire il Maestro, partendo anche solo da un barlume di fede, allora inizieremo a conoscerLo, e comprenderemo i Suoi propositi per le persone che serviamo per Lui. Anche se non accetteranno la nostra offerta di servirle, se persisteremo sentiremo il Suo apprezzamento.

Se insisteremo, sentiremo il bisogno dell’influenza dello Spirito Santo, poiché il compito ci apparirà ben oltre la nostra portata, e le nostre umili preghiere rivolte al Padre celeste troveranno risposta. Uno degli scopi principali dello Spirito Santo è portare testimonianza che Gesù è il Cristo. Se invocheremo aiuto per servire, lo Spirito Santo si farà sentire e confermerà la nostra fede. La nostra fede nel Salvatore aumenterà. Inoltre, continuando a servirLo, arriveremo ad amarLo. Essere chiamati a servire è una chiamata a giungere ad amare il Maestro che serviamo. È una chiamata a far sì che la nostra natura cambi.

Per mantenere nel cuore i benefici di tale cambiamento occorrono determinazione, sforzi e fede. Re Beniamino ha insegnato una parte di ciò che sarà necessario. Egli ha dichiarato che, per mantenere di giorno in giorno la remissione dei peccati, dobbiamo nutrire gli affamati, rivestire gli ignudi e soccorrere le persone sia spiritualmente sia materialmente.9 Ci ha ammonito che dobbiamo badare che nel nostro cuore non alberghino sentimenti di contesa.10 Ha chiarito che il possente mutamento, che avviene grazie all’Espiazione che opera in noi, può ridursi se non stiamo in guardia contro il peccato. Il Signore ci ha avvertito: «Perciò che la chiesa faccia attenzione e preghi sempre, per timore di cadere in tentazione; Sì, e anche coloro che sono santificati facciano attenzione».11

A causa del peccato il dono può essere perso. Re Beniamino ha insegnato che siamo responsabili degli sforzi necessari stabiliti per resistere alle tentazioni. Egli ammonì il suo popolo contro tentazioni specifiche, ma, dopo questi avvertimenti, pose su loro degli obblighi. Quanto più spesso preghiamo per non essere sopraffatti dalla tentazione ed essere liberati dal male, tanto più siamo responsabili di noi stessi. Ecco le parole che egli pronunciò, che non sono sue, ma provengono da Dio:

«E infine io non posso dirvi tutte le cose per le quali potete commettere peccato; poiché vi sono diversi modi e mezzi, anzi, così tanti che non posso contarli.

Ma questo è quanto posso dirvi: Che se non controllate voi stessi, i vostri pensieri, le vostre parole e le vostre azioni, e non osservate i comandamenti di Dio e non continuate nella fede in ciò che avete udito riguardo alla venuta del nostro Signore, sì, sino alla fine della vostra vita, voi dovrete perire. Ed ora, o uomo, ricorda, e non perire».12

Con l’aiuto dello Spirito Santo possiamo controllare noi stessi; possiamo pregare per riconoscere e rigettare i primi pensieri peccaminosi; possiamo pregare per ravvisare un avvertimento di non pronunciare parole che ferirebbero o tenterebbero un’altra persona; possiamo, quando dobbiamo, pregare per avere l’umiltà e la fede di pentirci.

Ci sarà senz’altro qualcuno che udendomi penserà: «Ma le tentazioni sono troppo grandi per me. Ho resistito fin dove ho potuto. I comandamenti sono troppo duri per me. Gli standard sono eccessivamente elevati».

Non è così. Il Salvatore è il nostro Avvocato presso il Padre. Conosce le nostre debolezze. Sa come soccorrere coloro che sono tentati.13

Vi attesto che il Salvatore vive e che Egli è il fondamento sicuro. So che agendo in base alla nostra fede in Lui possiamo essere purificati e cambiare per divenire puri e forti, come un fanciullo. Rendo testimonianza che lo Spirito Santo può condurci alla verità e allontanarci dal peccato.

Joseph Smith vide il Padre celeste e il Suo Figlio diletto. Il Libro di Mormon è la parola di Dio e una testimonianza di Gesù Cristo come nostro Salvatore. Questa è la vera chiesa. So che possiamo scegliere la gioia promessa della vita eterna, per quanto pericoloso sia il nostro tempo.

Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. 2 Timoteo 3:1.

  2. Helaman 5:12.

  3. Mosia 2:33, 38, 40.

  4. Vedere Matteo 25:21.

  5. 1 Corinzi 13:11.

  6. Mosia 3:19.

  7. Mosia 3:17.

  8. Mosia 5:13.

  9. Vedere Mosia 4:26.

  10. Vedere Mosia 2:32.

  11. DeA 20:33–34.

  12. Mosia 4:29–30.

  13. Vedere DeA 62:1.