2000–2009
Creare una casa dove si condivide il Vangelo
Aprile 2006


Creare una casa dove si condivide il Vangelo

Creare una casa dove si condivide il Vangelo è il modo più facile ed efficace per proclamare il Vangelo.

Miei fratelli e sorelle, alcune settimane fa, le mie ginocchia sono state sostituite chirurgicamente. Quindi, quando dico che sono grato di stare dinanzi a voi oggi, non è solo una dichiarazione di circostanza. Durante questo periodo di recupero ho ricordato quanto siamo benedetti a conoscere l’espiazione del Signore Gesù Cristo. Quando penso alle pene e alle sofferenze che Egli dovette subire, a causa nostra, nel Getsemani e sulla croce, sono sopraffatto. Non posso comprendere com’Egli abbia fatto a sopportarle. Ma Lo ringrazio e Lo amo più profondamente di quanto le parole possano esprimere.

Ringrazio anche il presidente Hinckley per il privilegio di essere stato con lui nel luogo di nascita del profeta Joseph Smith. Grazie a Joseph Smith ci è stato dato tanto. Se non fosse stato per la Restaurazione noi non conosceremmo la vera natura di Dio, il nostro Padre celeste, o la nostra natura divina quali Suoi figli. Noi non comprenderemmo l’eterna natura della nostra esistenza e non sapremmo che le famiglie possono stare insieme per sempre.

Non saremmo al corrente del fatto che, ai nostri giorni, Dio continua a parlare al Suo profeta, iniziando con la meravigliosa Prima Visione nella quale il Padre e il Figlio apparvero al profeta Joseph Smith. Non avremmo la confortante sicurezza di essere guidati da un profeta, il presidente Gordon B. Hinckley.

Senza la Restaurazione saremmo probabilmente convinti che la parola di Dio nella sua interezza si trova solo nella Bibbia. Noi non sapremmo del Libro di Mormon, un libro di Scritture tanto prezioso e meraviglioso, e delle altre Scritture degli ultimi giorni, che insegnano verità eterne che ci aiutano ad avvicinarci al nostro Padre celeste e al Salvatore.

Senza la restaurazione non avremmo le benedizioni delle ordinanze del Sacerdozio che sono valide in questa vita e nell’eternità. Non conosceremmo le condizioni del pentimento e non comprenderemmo la realtà della resurrezione. Non godremmo della costante compagnia dello Spirito Santo.

Quando capiamo veramente quanto è grande la benedizione del Vangelo di Gesù Cristo nella nostra vita, quando accettiamo e abbracciamo queste verità eterne e permettiamo ad esse di penetrare nel nostro cuore e nella nostra anima, proviamo un «possente mutamento» (Alma 5:14) nel nostro cuore. Siamo ripieni d’amore e di gratitudine. Come scrisse il profeta Alma, ci sentiamo «di cantare il canto dell’amore che redime» (Alma 5:26) a tutti coloro che lo vorranno ascoltare.

«Oh, fossi io un angelo», disse Alma, «e potessi veder esaudito il desiderio del mio cuore; e poter andare a parlare con la tromba di Dio, con una voce da scuotere la terra, e gridare il pentimento a ogni popolo!

Sì, proclamerei ad ogni anima… il piano di redenzione, affinché si pentano e vengano al nostro Dio, affinché non vi sia più dolore su tutta la faccia della terra» (Alma 29:1–2).

Lo stesso dovrebbe valere per noi, miei fratelli e sorelle. Il nostro amore per il Signore e la nostra gratitudine per la Restaurazione del Vangelo sono la motivazione di cui abbiamo bisogno per condividere ciò che ci dà tanta gioia e felicità. Per noi dovrebbe essere la cosa più semplice del mondo da fare, tuttavia, molti di noi ancora esitano a condividere con gli altri le loro testimonianze.

In tutto il mondo i nostri missionari sono sensibili a questa gioia derivante dal condividere il Vangelo. Molti di loro varcano l’MTC con la propria copia, evidenziata e ben studiata, della guida per i missionari: Predicare il mio Vangelo. Sono felice di riportare che, con l’uso di Predicare il mio Vangelo, essi sono più capaci di insegnare con parole proprie e con il potere dello Spirito Santo, e sono maggiormente in grado di adattare le lezioni ai bisogni di coloro a cui insegnano. Quale risultato, essi stanno avendo un potente impatto sulla vita di molti.

Ma francamente, ciò di cui ora necessitano, sono più persone alle quali insegnare. L’esperienza ci mostra che le situazioni migliori per insegnare si creano quando i fedeli partecipano al processo di ricerca e d’insegnamento. Non è nulla di nuovo—l’avete già sentito prima. Alcuni di voi potrebbero anche sentirsi colpevoli del fatto che non stanno aiutando molto i missionari.

Oggi vi invito a rilassarvi e a mettere da parte le vostre preoccupazioni e focalizzarvi invece sul vostro amore per il Signore, sulla vostra testimonianza della Sua eterna realtà, e sulla vostra gratitudine per tutto ciò che Egli ha fatto per voi. Se siete veramente motivati dall’amore, dalla testimonianza e dalla gratitudine, farete abbastanza naturalmente tutto ciò che è in vostro potere per assistere il Signore nel «fare avverare l’immortalità e la vita eterna» (Mosè 1:39) dei figli del nostro Padre. In effetti, sarebbe impossibile impedirvi di farlo.

Il Salvatore stesso ci ha mostrato come fare quando invitò i Suoi discepoli a «veni[re] e vede[re]… ove [Egli] dimorava… e [a stare] con lui quel giorno» (Giovanni 1:39). Perché pensate che lo abbia fatto? Le Scritture non ci spiegano le Sue motivazioni, ma confido che ciò non aveva nulla a che fare con le comodità o la convenienza. Come al solito, Egli stava insegnando. E quale modo migliore di insegnare ai Suoi seguaci, dell’invitarli a stare con Lui così da potere vedere e sentire in prima persona il Suo magnifico messaggio.

Similmente, le nostre case possono essere luoghi per condividere il Vangelo quando le persone, che amiamo e conosciamo, vengono a trovarci e a toccare con mano il Vangelo applicato sia con le parole e sia con le azioni. Possiamo condividere il Vangelo senza fare una conversazione formale. Le nostre famiglie possono essere la nostra lezione, e lo spirito che è emanato dalle nostre case può essere il nostro messaggio.

Avere una casa in cui si condivide il Vangelo non sarà solo una benedizione per coloro che vi entrano, ma anche per coloro che in essa vivono. Vivendo in una casa dove si condivide il Vangelo rafforziamo le nostre testimonianze e aumentiamo la nostra comprensione del Vangelo. In Dottrina e Alleanze impariamo che possiamo essere perdonati per i nostri peccati quando aiutiamo qualcun altro a pentirsi (vedere DeA 62:3). Proviamo gioia nell’aiutare gli altri a venire a Cristo e a conoscere il potere redentore del Suo amore (DeA 18:14–16). Le nostre famiglie sono benedette quando le testimonianze e la fede di genitori e figli cresce.

In una casa dove si condivide il Vangelo preghiamo per ricevere guida e preghiamo per il benessere, fisico e spirituale, degli altri. Preghiamo per le persone a cui i missionari stanno insegnando, per i nostri cari e per coloro che non sono della nostra fede. Al tempo di Alma, nelle case dove si condivideva il Vangelo, le persone si univano «nel digiuno e in possente preghiera in favore del benessere delle anime di coloro che non conoscevano Dio» (Alma 6:6).

Creare una casa dove si condivide il Vangelo è il modo più facile ed efficace per proclamare il Vangelo agli altri. E non ci riferiamo solo alle case tradizionali con famiglie costituite da due genitori che vivono con i propri figli. Gli studenti universitari possono creare una casa in cui condividere il Vangelo quando adornano i muri dei loro appartamenti con fotografie che riflettono le loro mete spirituali invece che le cose del mondo. Le coppie più anziane e i fedeli single esemplificano una casa dove si condivide il Vangelo, quando danno il benvenuto ai nuovi vicini, li invitano a venire in Chiesa e li visitano nelle loro case.

Una casa dove si condivide il Vangelo è una di quelle dove i bambini del vicinato amano giocare, dove è naturale invitare loro e le loro famiglie in Chiesa, alla serata familiare o ad altre attività. Gli adolescenti che visitano una casa dove si condivide il Vangelo, si sentono a loro agio nel porgere delle domande e partecipare alla preghiera familiare.

Le case dove si condivide il Vangelo sono molto comuni. Esse possono non essere sempre senza macchia, né con bambini sempre perfettamente educati. Sono luoghi in cui i familiari si amano palesemente l’un l’altro e dove coloro che le visitano sentono lo Spirito del Signore.

Nel parlare di ciò che è una casa dove si condivide il Vangelo, forse sarebbe anche opportuno capire ciò che non è una casa dove si condivide il Vangelo.

Una casa dove si condivide il Vangelo non è un programma. Essa è uno stile di vita. Creare una casa dove si condivide il Vangelo significa invitare i nostri amici e vicini nel flusso continuo di attività familiari e di Chiesa. Quando invitiamo i nostri amici ad unirsi a noi in queste attività, essi sentiranno lo Spirito.

Creare una casa dove condividere il Vangelo non significa che dobbiamo dedicare troppo tempo a incontrare gli amici e a rafforzare l’amicizia con coloro coi quali condividiamo il Vangelo. Questi amici entreranno naturalmente nella nostra vita; e se siamo chiari con loro dal principio riguardo alla nostra appartenenza alla Chiesa, possiamo avere delle discussioni con loro riguardo al Vangelo senza correre il rischio di non essere compresi. Gli amici e le persone care accetteranno che essa fa parte di quello che siamo e si sentiranno liberi di farci delle domande.

Una casa dove si condivide il Vangelo non è definita dal fatto che le persone che contattiamo si uniscono o no alla Chiesa. La nostra opportunità e responsabilità è di curare, condividere, testimoniare, invitare e lasciare libere le persone di decidere da sole. Noi veniamo benedetti quando li invitiamo a riflettere sulla restaurazione a prescindere dal risultato finale. Male che vada, avremo un rapporto gratificante con qualcuno di un’altra fede e potremo continuare a godere di quell’amicizia.

In una casa dove si condivide il Vangelo non si prega solo per la salute, la sicurezza e il successo dei missionari di tutto il mondo. Si prega anche per avere delle opportunità e delle esperienze missionarie e per essere preparati ad agire basandoci sulle impressioni che riceveremo. E vi prometto che esse giungeranno.

Più di vent’anni fa, suggerii che la chiave per un lavoro membro- missionario di successo era l’esercizio della fede. Uno dei modi per mostrare la nostra fede nel Signore e nelle Sue promesse, è di pregare per scegliere una data per la quale avere qualcuno preparato a incontrare i missionari. Ho ricevuto centinaia di lettere da santi che hanno esercitato la loro fede in questo semplice modo. Anche se le famiglie non avevano nessuno in mente con cui condividere il Vangelo, scelsero una data, pregarono e parlarono con molte più persone. Il Signore è il Buon Pastore ed Egli conosce le Sue pecore che sono pronte per udire la Sua voce. Egli ci guiderà se cerchiamo il Suo divino aiuto nel proclamare il Suo vangelo.

A una sorella in Francia fu chiesto il segreto del suo successo. Spiegò: «Semplicemente esprimo la mia gioia. Tratto chiunque come se fosse già membro della Chiesa. Se sono di fianco a qualcuno e inizio una conversazione, parlo di quanto mi sono piaciute le riunioni domenicali della Chiesa. Quando i miei colleghi mi chiedono: ‹Che cosa hai fatto questo fine settimana?› Non passo subito dal sabato sera al lunedì mattina. Racconto loro che sono andata in Chiesa, ciò che è stato detto, e le mie esperienze con i santi. Parlo di come vivo, penso e di ciò che provo».

In una casa dove si condivide il Vangelo, il nostro personale impegno missionario è uno degli argomenti delle discussioni e dei consigli di famiglia. In una fedele famiglia si sono consigliati a vicenda sul bisogno di essere singolarmente un esempio. Successivamente, l’allenatore della scuola del figlio, che non apparteneva alla Chiesa, fece una donazione alla Chiesa. Perché? Perché quel giovane uomo lo aveva davvero colpito con il suo coraggio nel farsi valere e dire ai suoi compagni di squadra di usare un linguaggio più pulito. Vi sono migliaia di esperienze che possono essere raccontate, di persone che si sono unite alla Chiesa grazie allo spirito e all’atteggiamento osservato nella vita dei fedeli che venivano da case dove si condivide il Vangelo.

La letteratura della Chiesa e i DVD possono introdurre i nuovi amici alla Chiesa. L’invito ad ascoltare un membro della famiglia che parla alla riunione sacramentale o ad assistere al battesimo di un familiare, oppure mostrare la casa di riunione, sono stati apprezzati da coloro che non appartengono alla Chiesa. Di tutti gli indicatori che abbiamo, non v’è nulla di più efficace che noi possiamo fare dell’invitare i nostri amici a «venire e vedere» unendosi a noi alla riunione sacramentale. Troppe persone non sanno che sono le benvenute a adorare insieme a noi.

Naturalmente tutti noi sosteniamo i nostri dirigenti di rione e li assistiamo nel creare un efficace piano missionario di rione. Qualunque sia la nostra chiamata nella Chiesa, aiutiamo i dirigenti del sacerdozio e delle organizzazioni ausiliarie ad assistere i missionari, dare il benvenuto ai visitatori e a integrare i nuovi membri. Potete chiedere ai missionari di mostrarvi le loro agende così da vedere come aiutarli a raggiungere le loro mete. Lavorando insieme, lo spirito delle case dove è condiviso il Vangelo passerà poi alle nostre cappelle, alle classi e alle sale culturali.

Vi porto la mia testimonianza che se faremo solo alcune di queste semplici cose, il Signore ci guiderà a trovare le migliaia di figli del Padre celeste che sono pronti a ricevere il Vangelo. Il nostro amore per il Signore, la nostra gratitudine per il Suo sacrificio espiatorio e la Sua missione perché tutti potessimo tornare a Lui, dovrebbero fornirci tutta la motivazione necessaria ad avere successo nel proclamare il Vangelo.

Prego che il Signore possa benedirvi, miei fratelli e sorelle, con una maggior fede e fiducia in Lui, mentre cercherete di presentare la restaurazione del Vangelo di Gesù Cristo alle persone del mondo. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.