2000–2009
Dei profeti di nuovo nel paese
Ottobre 2006


Dei profeti di nuovo nel paese

Non è una faccenda da poco per questa chiesa dichiarare al mondo l’esistenza della profezia, della veggenza e della rivelazione, ma noi lo dichiariamo.

Non molto tempo dopo che la nostra amica Carolyn Rasmus si unì al corpo insegnanti della Brigham Young University, dei nuovi colleghi la invitarono ad unirsi a loro per una camminata tra le montagne sovrastanti Provo. Carolyn non era un membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, ma si era sentita particolarmente benvenuta nella sua nuova cerchia di conoscenti, e si unì con gioia alla camminata.

Mentre il sole saliva nel cielo, gli escursionisti salivano sulla montagna. All’avvicinarsi dello scoccare delle 10:00, il gruppo iniziò a cercare un luogo dove sedersi. Carolyn pensò: «Meraviglioso. Come facevano a sapere che avevo bisogno di riposare?» così anche lei cercò un posto comodo dove rilassarsi. Ma i partecipanti sembravano insolitamente presi da questa pausa; alcuni si procurarono matite e quaderni mentre uno cercava di sintonizzare una radio portatile.

Ciò che stava per accadere avrebbe cambiato la sua vita per sempre. Uno dei suoi amici disse: «Carolyn c’è qualcosa che dobbiamo spiegarti. Questo è il primo sabato di ottobre e per noi non significa soltanto ammirare il favoloso tempo e la caduta delle foglie, vuol dire anche avere una conferenza generale della Chiesa. Quali Santi degli Ultimi Giorni, ovunque siamo, qualsiasi cosa facciamo, ci fermiamo ed ascoltiamo. Così ci fermeremo qui tra le querce e i pini, guardando la vallata sotto di noi, e ascolteremo i profeti di Dio per un paio di ore».

«Un paio di ore!» pensò Carolyn. «Non sapevo che ci fossero profeti di Dio viventi sulla terra e certo non sapevo che ce ne fossero abbastanza da parlare per due ore!» Certo non si immaginava che si sarebbero fermati di nuovo alle due del pomeriggio per altre due ore e che l’avrebbero poi invitata a sintonizzarsi a casa, il giorno dopo, per altre quattro ore di ascolto.

Il resto lo potete immaginare. Con il dono di una copia delle Scritture da parte dei suoi studenti, l’amore delle famiglie e degli amici del rione che iniziò a frequentare e grazie alle esperienze spirituali che noi tutti desideriamo per coloro che si avvicinano al Vangelo, Carolyn fu battezzata e confermata quale membro della Chiesa. Il resto, come si dice, è storia. Dopo essere venuta a conoscenza della conferenza generale in cima alla Y Mountain quel giorno, la sorella Rasmus vide il suo personale adempimento dell’invito profetico di Isaia: «‹Venite, saliamo al monte dell’Eterno, alla casa dell’Iddio di Giacobbe; egli ci ammaestrerà intorno alle sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri›. Poiché da Sion uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola dell’Eterno».1

Stiamo giungendo al termine di un’altra magnifica conferenza generale. Siamo stati benedetti nell’udire i messaggi dei nostri dirigenti, incluso in particolare il presidente Gordon B. Hinckley, l’uomo che noi sosteniamo quale oracolo di Dio sulla terra, il nostro profeta vivente, veggente e rivelatore. Come i profeti hanno fatto nelle dispensazioni da Adamo fino ai nostri giorni, il presidente Hinckley ci ha simbolicamente radunato in una valle di Adam-ondi-Ahman, ci ha amato, istruito e ci ha impartito la sua benedizione.2

Penso di poter dire tranquillamente che la preghiera di tutti i fratelli e delle sorelle che ci hanno parlato questo fine settimana sia stata quella che la conferenza generale potesse essere un’esperienza così edificante e, se necessario, tale da cambiare la vita di ognuno di noi come fu per la sorella Rasmus e altre migliaia di persone che due volte all’anno rispondono al nostro inno: «Ascolta il Profeta e udrai la voce del Signor».3

Quale mia personale espressione di testimonianza e di gratitudine per i messaggi e per il significato della conferenza generale, vorrei suggerire almeno tre concetti che vengono dichiarati a tutto il mondo da queste conferenze due volte l’anno.

Primo, esse dichiarano intensamente e inequivocabilmente che vi è di nuovo un profeta vivente sulla terra che parla nel nome del Signore. Quanto abbiamo bisogno di questa guida! I nostri giorni sono turbolenti e difficili. Vediamo guerre tra le nazioni e problemi nelle case. I vicini tutt’attorno a noi affrontano dolori personali e dispiaceri familiari. L’umanità prova centinaia di paure e di preoccupazioni diverse. Ciò ci ricorda che quando le brume tenebrose circondarono i viaggiatori della visione avuta da Lehi riguardo all’albero della vita, esse avvolsero tutti i presenti: i giusti e i malvagi, i giovani e i vecchi, i nuovi convertiti e i membri di vecchia data. In quell’allegoria, tutti affrontarono l’opposizione e il travaglio e solo la verga di ferro, la dichiarata parola di Dio, poteva far loro superare la difficoltà. Noi tutti necessitiamo di quella verga. Noi tutti necessitiamo di quella parola. Nessuno è al sicuro senza di essa, poiché se mancasse chiunque si«svi[erebbe] su cammini proibiti e si perde[rebbe]», dice la Scrittura.4 Quanto siamo grati per aver udito la voce di Dio e provato la potenza di quella verga di ferro in questa conferenza durante i due giorni trascorsi.

Raramente, nel corso degli anni, alcune fonti commentano che, secondo loro, i Fratelli, con le loro dichiarazioni, non vanno a segno, che non conoscono davvero i problemi o che le loro norme e metodi sono antiquati, non pertinenti ai nostri giorni.

Essendo io il minore di tutti coloro che sono stati sostenuti da voi per testimoniare personalmente riguardo alla guida della Chiesa, dico con tutto il fervore della mia anima che mai, nella mia vita personale o professionale, mi sono associato con un gruppo che colpisca così nel segno, che conosca tanto approfonditamente i problemi che affrontiamo, che guardi profondamente nel passato pur rimanendo in contatto col presente, e soppesi così attentamente, con la preghiera e la meditazione, ogni cosa. Attesto che la conoscenza detenuta da questo corpo di uomini e di donne riguardo ai problemi sociali eccede quella di qualsiasi altro gruppo di studiosi o di ricercatori di cui io sia a conoscenza. Rendo personale testimonianza di quanto assolutamente buoni essi siano, di quanto duro essi lavorino e di quanto umilmente essi vivano. Non è una faccenda da poco per questa chiesa dichiarare al mondo l’esistenza della profezia, della veggenza e della rivelazione, ma noi lo dichiariamo. È la vera luceche brilla in un mondo tenebroso, e viene emanata da queste conferenze.

Secondo, ciascuna di queste conferenze sono una chiamata ad agire non solo per la nostra vita, ma per il benessere degli altri intorno a noi, per coloro che appartengono alla nostra famiglia e alla nostra fede e per coloro che non ne fanno parte. Questa mattina il presidente Hinckley ci ha ricordato che quest’anno ricorre il 150mo anniversario di quelle compagnie di carretti a mano che, mentre si teneva la conferenza generale dell’ottobre 1856 qui nella Valle del Lago Salato, avanzavano a stento negli ultimi chilometri ghiacciati del Nebraska e presto si sarebbero persi nelle insormontabili nevicate del Wyoming. Egli ha citato il messaggio ispirato del presidente Brigham Young ai santi durante quella conferenza generale: «Andate a prendere quella gente che si trova nelle praterie e portatela qui».5

Proprio come alla conferenza generale dell’ottobre del 1856, il tema di salvare coloro che sono nel bisogno è anche il tema di questa conferenza, lo è stato per la conferenza passata e lo sarà per la conferenza della prossima primavera. Forse per questa conferenza non dovremo affrontare le bufere o le sepolture nella terra ghiacciata, ma i bisognosi sono ancora là fuori: i poveri e gli afflitti, gli scoraggiati e gli oppressi, coloro che si sono smarriti nei sentieri proibiti che abbiamo menzionato prima, e le moltitudini che sono «tenut[e] lontano dalla verità soltanto perché non sanno dove trovarla».6 Essi sono tutti là fuori con le ginocchia fiacche, le mani cadenti7 e con l’avvicinarsi del cattivo tempo. Essi possono essere salvati solo da coloro che hanno qualcosa in più, che conoscono di più e che possono aiutare di più. Non preoccupatevi di chiedere: «Dove sono?» Essi sono ovunque, alla nostra destra e alla nostra sinistra, nei nostri quartieri e nei luoghi di lavoro, in ogni comunità,contea e nazione della terra. Prendete i vostri buoi e i vostri carri, riempiteli con il vostro amore, la vostra testimonianza e con un sacco di farina spirituale, poi andate in qualsiasi direzione. Il Signore vi guiderà verso coloro che sono nel bisogno se voi abbraccerete il vangelo di Gesù Cristo che è stato insegnato durante questa conferenza. Aprite il vostro cuore e le vostre mani verso coloro che sono intrappolati negli equivalenti Martin’s Cove e Devil’s Gate del ventunesimo secolo. Nel fare ciò onoriamo la ripetuta supplica del Maestro in favore della pecorella smarrita, della moneta perduta e delle anime perse.8

Per ultimo, una conferenza generale della Chiesa è una dichiarazione a tutto il mondo che Gesù è il Cristo, che Egli e Suo Padre, il Dio e il Padre di tutti noi, apparvero al profeta Joseph Smith quale adempimento dell’antica promessa che Gesù di Nazaret risorto avrebbe ancora una volta ristabilito la Sua Chiesa sulla terra e che sarebbe di nuovo venuto «nella medesima maniera che [quei santi giudei lo videro] andare in cielo».9 Questa conferenza, come ogni altra conferenza, è una dichiarazione che Egli accondiscese a venire sulla terra in povertà e in umiltà per affrontare il dolore e il rifiuto, la delusione e la morte cosicché noi potessimo essere salvati da quello stesso destino nell’eternità, poiché «per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione».10 Questa conferenza proclama ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo l’amorevole promessa del Messia che «la sua benignità dura in eterno».11

A coloro che pensano di essere perduti e senza speranza o che pensano di aver compiuto il male per troppo tempo, a tutti coloro che si preoccupano di essere dispersi sulle pianure innevate della vita e che hanno rotto il loro carretto lungo il cammino, questa conferenza vi ricorda l’instancabile insegnamento di Geova: «La [mia] mano rima[ne] distesa».12 «Poiché, nonostante ch’io protenda il mio braccio verso di loro», Egli disse, «[anche se] essi mi rinnegheranno; nondimeno io sarò misericordioso verso di loro,… se si pentiranno e verranno a me; poiché il mio braccio è proteso per tutto il giorno, dice il Signore Iddio degli eserciti».13 La Sua misericordia dura in eterno e la Sua mano è ancora distesa. Il Suo è il puro amore di Cristo, la carità che non verrà mai meno, la compassione che resiste anche quando tutte le altre forze ci abbandonano.14

Rendo testimonianza di questo Gesù misericordioso che si tende verso di noi e ci salva, che questa è la Sua Chiesa redentrice basata sul Suo amore redentore e che, come dichiarato dal Libro di Mormon, «vennero fra il popolo anche dei profeti, che erano mandati dal Signore, e profetizzavano… [Sì], e vennero di nuovo nel paese dei profeti».15 Rendo testimonianza che il presidente Gordon B. Hinckley è sotto ogni aspetto un profeta, uno di quelli la cui vita e voce noi amiamo e per cui abbiamo pregato tanto. Egli concluderà questa riunione semestrale. Per tale benedizione, e per tutte queste benedizioni e per molte altre, ringrazio personalmente nel periodo della conferenza generale. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. Isaia 2:3.

  2. Vedere DeA 107:53–56.

  3. «Ascolta il profeta», Inni, 13.

  4. 1 Nefi 8:28; vedere anche vv. 23–24.

  5. Deseret News,15 ottobre 1856, 252; vedere anche LeRoy R. Hafen e Ann W. Hafen, Handcarts to Zion (1960), 120–121.

  6. DeA 123:12.

  7. Vedere DeA 81:5.

  8. Vedere Luca 15.

  9. Atti 1:11.

  10. Isaia 53:5.

  11. Vedere Salmi 136:1.

  12. Vedere Isaia 5:25; 9:17, 21.

  13. 2 Nefi 28:32.

  14. Vedere Moroni 7:46–47.

  15. Ether 7:23; 9:28.