2000–2009
Profeti pionieri e dei nostri giorni
Aprile 2007


Profeti pionieri e dei nostri giorni

Entrambi, il presidente Brigham Young e il presidente Gordon B. Hinckley, sono profeti che hanno guidato la Chiesa per mezzo dell’ispirazione e della rivelazione.

Fratelli e sorelle, davanti al pulpito di questo Tabernacolo, antico e nuovo allo stesso tempo, sono sopraffatto dal senso della storia che suscita in me, in questo momento. Se considero il passato e se guardo al futuro, sono grato per i profeti e gli apostoli del tempo dei pionieri e per quelli di oggi, che ebbero e che ancora hanno la visione di costruire e preservare questo straordinario edificio per il tempo a venire.

Vi parlerò di due di questi uomini di visione: Brigham Young e il suo successore odierno.

Brigham Young fu il secondo profeta della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Guidò la Chiesa per trentatrè anni. Fece costruire questo Tabernacolo e presiedette alla sua dedicazione alla Conferenza generale dell’ottobre 1875, più di 131 anni fa.

Egli realizzò molte altre cose e io posso citarne solo alcune.

Egli fu un pioniere, nel senso di qualcuno che apre e prepara per gli altri la strada da seguire. Uno scrittore disse di lui: «Condusse una compagnia di persone povere e rozze, praticamente spogliate di ogni bene materiale, in una regione sconosciuta. Critici e biografi denotano come quest’uomo si sia distinto tra i grandi capi della storia moderna, per essere riuscito da solo, senza alcun appoggio politico o finanziario, a fondare dal nulla nel deserto una società ordinata e industriosa, con nessun’altra autorità all’infuori del sacerdozio e della forza spirituale con la quale impartiva i suoi insegnamenti. Costante nell’esortare e nell’istruire, egli unificò il suo popolo e lo ispirò a mettere in atto il divino comandamento di edificare il regno di Dio sulla terra».1

Quando Brigham Young giunse per la prima volta nella valle del Gran Lago Salato, proclamò: «Questo è il posto giusto».2 Più tardi dichiarò:

«Dio mi ha mostrato che questo è il luogo dove far dimorare il Suo popolo e qui è dove essi prospereranno, dove Egli mitigherà gli elementi per il bene dei santi; dove Egli redarguirà il gelo e la sterilità del suolo e la terra diventerà fertile… e noi costruiremo una città e un tempio dedicato all’Altissimo in questo luogo».3

Oggi, possiamo tutti attestare la veridicità di questa profezia. Il deserto e le valli delle Montagne Rocciose sono veramente diventate fertili e produttive terre di promessa e di profezia.

Egli fece costruire dei templi. Avviò il tempio di Salt Lake, che venne terminato quaranta anni dopo. Dette inizio anche ai templi di Manti e di Logan. Dedicò il tempio di Saint George quattro mesi e mezzo prima di morire.

Egli fu uno dei maggiori colonizzatori d’America. Al momento della sua morte, erano state fondate circa 400 colonie.

Egli organizzò il Fondo perpetuo per l’immigrazione, per dare assistenza ai convertiti più bisognosi che arrivavano dai paesi europei.

Egli fondò delle università. L’Università di Deseret è oggi conosciuta come Università dello Utah. Il Latter-Day Saints College è ora conosciuto come LDS Business College. E, naturalmente, fondò anche la Brigham Young University.

Egli amò la Chiesa e i suoi membri. Brigham Young aveva un suo modo speciale di riferirsi alla Chiesa:

«Dio è al timone. Questa è la poderosa nave Sion. Rimanete fedeli alla nave e onoratela; assicuratevi di non perdere il favore della nave Sion e non avrete null’altro di cui preoccuparvi…

Egli guida la nave e ci condurrà in porto sani e salvi. Tutto quello di cui dobbiamo preoccuparci è di noi stessi e di fare ciò che è giusto. Dimostriamoci un equipaggio coraggioso, ognuno fermo e fedele nel proprio incarico, ed essa supererà ogni tempesta e ci condurrà in sicurezza nel porto della gioia eterna».4

Egli amava i giovani della Chiesa, come testimonia l’esperienza di Heber J. Grant. Nove giorni dopo la nascita di Heber, suo padre, Jedediah M. Grant, che era il secondo consigliere del presidente Brigham Young, morì. Per i successivi ventuno anni, Brigham Young si prese cura in modo speciale del giovane Heber J. Grant.

Questi scrisse:

«Mi sentivo di famiglia nelle case del presidente Brigham Young, quasi quanto in quella di mia madre. In una casa… se avevo fame mi sentivo libero di chiedere qualcosa da mangiare là come a casa mia… Mi sono inginocchiato tante volte, prima da bambino, poi da ragazzo, durante le preghiere familiari a casa sua nella Lion House».5

Egli nutriva un profondo affetto per il profeta Joseph Smith. A questo riguardo, raccontò:

«Quello che io ho ricevuto dal Signore, l’ho ricevuto per mezzo di Joseph Smith».6

«Amo la sua dottrina… Quando penso che ho conosciuto Joseph Smith, sento di dover continuamente gridare ‹Alleluia!›».7

Quale grande affetto nutro per Brigham Young. Il suo odierno successore è il presidente Gordon B. Hinckley, anch’egli profeta amato e rispettato.

Un bellissimo dipinto mostra il presidente Hinckley con lo sguardo rivolto al futuro e i progetti di alcuni templi davanti a lui. Sullo sfondo vi è un ritratto di Brigham Young, che sembra guardare sopra la spalla del presidente Hinckley.

Il ritratto di Brigham Young che appare nel dipinto è effettivamente appeso nell’ufficio del presidente Hinckley e lui ne ha parlato spesso. A una recente conferenza generale, ha raccontato:

«Al termine di un giorno particolarmente difficile, ho osservato un ritratto di Brigham Young che è appeso nel mio ufficio. Ho chiesto: ‹Fratello Brigham, che cosa dovremmo fare?› Pensai di vederlo sorridere un po’ e sembrò che mi dicesse: ‹Ai miei tempi, ho avuto già abbastanza problemi. Non chiedermi cosa fare. Questo è il tuo turno. Rivolgiti al Signore, a cui appartiene veramente quest’opera›».8

Questi due grandi profeti, il presidente Brigham Young e il presidente Gordon B. Hinckley, sono uniti dalla stessa visione profetica che consiste nel vedere il futuro e avere la fede per realizzare quella visione nella realtà presente.

Il presidente Hinckley, come Brigham Young, è un pioniere e un costruttore. Egli ha viaggiato per il mondo, incontrato re, regine e presidenti. È stato intervistato dai media di tutto il mondo. Egli procede nel far uscire la Chiesa «dall’oscurità».9 Più di 75 templi sono stati costruiti negli ultimi dodici anni. Sua, inoltre, è stata l’ispirazione di far costruire il maestoso Centro delle conferenze.

Il presidente Hinckley, come Brigham Young, diffonde il Vangelo e valorizza l’istruzione. I membri della Chiesa sfiorano oggi i tredici milioni, sparsi tra 176 nazioni, territori e paesi. Più di 53.000 missionari stanno servendo in tutto il mondo. Questa conferenza viene tradotta in 90 lingue. Egli continua a sostenere le università e l’opera di educazione della Chiesa. Più di 26.000 membri hanno beneficiato sin qui del Fondo perpetuo per l’educazione.

Il presidente Hinckley, come Brigham Young, ama i giovani e tutti i membri della Chiesa. I giovani della Chiesa si rivolgono in modo speciale al presidente Hinckley per ricevere consigli ispirati.

Il presidente Hinckley nutre un profondo affetto per il profeta Joseph Smith. Parecchi anni fa, egli dichiarò:

«Adoro il Dio del cielo che è il mio Padre eterno. Adoro il Signore Gesù Cristo che è il mio Salvatore e Redentore. Non venero il profeta Joseph Smith, ma nutro riverenza e autentico affetto per questo grande veggente, tramite il quale si è compiuto il miracolo della restaurazione di questo vangelo. La mia età avanza e so che tra non molti anni, come è naturale che sia, varcherò la soglia del velo e mi ritroverò davanti al mio Creatore e Signore, al Quale renderò conto della mia vita. Spero che allora potrò abbracciare il profeta Joseph Smith, ringraziarlo ed esprimergli il bene profondo che gli voglio».10

Vi porto la mia umile testimonianza che entrambi, il presidente Brigham Young e il presidente Gordon B. Hinckley, sono profeti che hanno guidato la Chiesa per mezzo dell’ispirazione e della rivelazione. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Hugh W. Nibley, Daniel H. Ludlow, ed., Encyclopedia of Mormonism, 5 voll. (1992), 4:1611.

  2. Come citato da Wilford Woodruff, The Utah Pioneers (1880), 23.

  3. Come citato in Messages of the First Presidency of The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, a cura di James R. Clark, 6 voll. (1965–1975), 6:265.

  4. Come citato da Preston Nibley Brigham Young: The Man and His Work, (1936), 293, 352.

  5. Gospel Standards, a cura di G. Homer Durham (1941), 223.

  6. Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Brigham Young, (1997), 345.

  7. Discourses of Brigham Young, a cura di John A. Widtsoe (1954), 458.

  8. «Un vessillo per le nazioni e una luce per il mondo», Liahona, novembre 2003, 82.

  9. DeA 1:30.

  10. Teachings of Gordon B. Hinckley (1997), 509.