2000–2009
Chi sta con il Signor?
Aprile 2007


Chi sta con il Signor?

Se rimarrete dal lato del Signore, l’avversario non potrà venire a tentarvi.

Cari fratelli, sono grato di vivere in un’epoca in cui apostoli e profeti sono sulla terra per ispirarci e fornirci una guida. Porto testimonianza che il presidente Hinckley è veramente un profeta di Dio, proprio come Mosè, Abrahamo e tutti gli altri profeti mai vissuti dalla fondazione del mondo. Sono grato per i suoi consigli di questa mattina e per l’opportunità che avremo al termine di questa conferenza di ascoltarlo ancora una volta.

Oggi vorrei rivolgermi in particolare ai giovani uomini e alle giovani donne della Chiesa, oltre che ai loro genitori e dirigenti. Vorrei parlare anche agli splendidi giovani adulti non sposati, che possiedono tanti meravigliosi talenti, capacità e potenziale per servire nel Regno.

Il presidente Hinckley disse di questa generazione: «Non c’è mai stato un periodo come questo. In che momento fantastico della storia del mondo viviamo ora. Mai prima c’era stata una generazione simile di giovani… Voi siete veramente ‹una generazione eletta›» (Way to Be! [2002], 3).

Voi giovani di Sion avete un’opera grandiosa da compiere, per la quale vi sono stati forniti talenti e possibilità, a prescindere da dove vivete, affinché facciate ciò che il Padre celeste si aspetta da voi. Mi auguro che il mio discorso questo pomeriggio vi aiuti in tale opera.

Nel febbraio 1852, una ragazza di nome Hannah Last Cornaby fu battezzata a Yarmouth, Inghilterra. Non fu l’esperienza quieta e riverente come di solito accade; ella la descrisse così: «Trovammo la casa circondata dalla plebaglia, e ci facemmo strada tra loro con difficoltà… Prima che potessimo raggiungere l’acqua, l’orda di persone fu su di noi; e mio marito mi battezzò sotto una pioggia di pietre e grida… e, anche se le pietre sibilavano attorno a noi compatte come la grandine, nessuna ci toccò, e tornammo a casa sicuri, ringraziando Dio per la miracolosa liberazione» (Hannah Cornaby, Autobiography and Poems [1881], 24–25).

Il resto della sua vita non fu semplice. Alcuni anni dopo, ella scrisse queste parole:

Chi sta con il Signor?

È tempo di saper.

Chiediam senza timor:

Chi sta con il Signor?

(«Chi sta con il Signor?» Inni, numero 165).

Anche se non cantiamo spesso l’inno che contiene queste parole, esso è diventato uno dei miei preferiti, per via dell’impegno verso la giustizia e la verità. Di fatto, è una domanda che dovrebbe stare nella mente di ogni giovane uomo o donna in tutto il mondo: «Chi sta con il Signor?» E la nostra enfatica risposta dovrebbe essere «Io!»

Era la domanda nella mente di Nefi quando il Signore, tramite suo padre Lehi, disse a lui e ai suoi fratelli di tornare a Gerusalemme per prendere le tavole di bronzo. Quando Laman e Lemuele mormoravano, la domanda «Chi sta con il Signor?» venne in mente a Nefi. Ed egli rispose: «Io», dicendo: «Andrò e farò le cose che il Signore ha comandato, poiché so che il Signore non dà alcun comandamento ai figlioli degli uomini senza preparare loro la via affinché possano compiere quello che egli comanda loro» (1 Nefi 3:7).

La stessa cosa avvenne con il giovane Davide, nell’Antico Testamento. Ricorderete quando era un giovane pastore in visita ai suoi fratelli maggiori sul campo di battaglia. Mentre era lì, udì gli insulti del gigante filisteo Goliath contro gli uomini d’Israele, sfidandoli alla battaglia. Tutti i guerrieri di Israele avevano paura di affrontare il gigante. La loro risposta alla domanda «Chi sta con il Signor?» non fu «Io», bensì «Chi io?»

Ma non il ragazzo Davide. Prendendo con sé solo delle pietre e una semplice fionda da pastore, si avvicinò al gigante, dicendo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e col giavellotto; ma io vengo a te nel nome dell’Eterno degli eserciti…

Oggi l’Eterno ti darà nelle mie mani… e tutta la terra riconoscerà che v’è un Dio in Israele» (1 Samuele 17:45–46). A quel punto, Davide non camminò timidamente, ma corse incontro al gigante. E grazie alla sua fede in Dio, Goliath fu abbattuto e Israele prevalse.

Miei giovani fratelli e sorelle, dovunque io viaggi incontro giovani nobili come voi che affrontano ogni giorno i Goliath moderni, in forma di tentazioni che possono portarci a violare le nostre alleanze e gli standard che il Signore ci ha dato. Ciò diviene ancora più importante se siete circondati quotidianamente da cose profane, immoralità socialmente accettata, immodestia, pornografia e altre cose inappropriate nei mass media, compresi la televisione e Internet, nonché la libera disponibilità di droga e alcol. In breve, non passa giorno senza che ci venga chiesto, in un modo o nell’altro: «Chi sta con il Signor?» Ho due semplici suggerimenti che vi aiuteranno a preparare la risposta a questa domanda.

Primo, non dimenticatevi mai chi siete. La semplice verità sta nell’inno dei bambini che molti di noi impararono in Primaria: «Sono un figlio di Dio» (Inni, numero 190). Il nostro saggio e benevolo Padre celeste non ci ha mandato qui per poi abbandonarci. Egli ci ha fornito delle guide specifiche per aiutarci a compiere ciò che si aspetta da noi. Ci ha dato una famiglia che ci aiuta, ci ama e ci istruisce; ci ha dato profeti viventi che ci guidano; attraverso la Prima Presidenza, ci ha prescritto le norme nell’opuscolo Per la forza della gioventù, con questa promessa: «Noi vi promettiamo che, se osserverete queste norme e vivrete secondo i principi contenuti nelle Scritture, sarete in grado di svolgere i vostri compiti con maggiore saggezza e abilità, e sosterrete le prove con maggior coraggio. Avrete l’aiuto dello Spirito Santo» ([2002], 2).

Porto sempre con me una copia tascabile dell’opuscolo—sempre! V’invito a fare altrettanto, così, quando aspettate un autobus o avete un momento libero, potete prenderlo, leggerlo e impegnarvi con nuova determinazione a vivere quegli standard. Vi prometto che, se lo farete, proverete felicità, pace e sentimenti di coraggio e di autostima.

Nel momento in cui esercitate il libero arbitrio, ricordatevi: non siete soli. Oltre a un Padre celeste gentile e saggio, ci sono altre persone che pregano perché facciate scelte sagge. Da giovane, quando uscivo per un appuntamento o con i miei amici, mi facevo sentire dai miei genitori quanto tornavo a casa. Di solito bussavo alla porta, l’aprivo e dicevo: «Sono a casa». Poi andavo a dormire. Una sera tornai a casa da un appuntamento, bussai come sempre e aprii la porta. Così facendo, la luce dell’anticamera illuminò la mia angelica madre inginocchiata in preghiera. E quando la vidi così, seppi per chi stava pregando. Non ho mai dimenticato quella lezione. E sapere che mia madre prega per me ancora oggi mi solleva e mi ricorda chi sono e che non sono solo.

Il mio secondo suggerimento è: imparate a controllare i vostri pensieri. Parte del piano di felicità che il Padre celeste ci ha dato è che venissimo sulla terra per essere messi alla prova; quindi, saremo sempre soggetti alla tentazione. Il nostro compito di Santi degli Ultimi Giorni è osservare i comandamenti di Dio, nonostante le tentazioni che Satana ci pone sul cammino. Nella vita ho scoperto che è molto più facile farlo quando riusciamo a controllare i nostri pensieri, soprattutto se abbiamo memorizzato musica, versetti e buone poesie perché rimpiazzino i pensieri cattivi che ci passano per la mente.

Il presidente Boyd K. Packer ci ha consigliato d’imparare a memoria un inno in modo che, quando ci passano per la mente pensieri indegni, possiamo rimpiazzarli con l’inno. Seguendo questo consiglio, un mio amico mi disse: «Un giorno uscii dall’ufficio per il pranzo. Dopo aver camminato per un paio d’isolati, mi resi conto che stavo canticchiando ‹il mio inno›: ‹Sono un figlio di Dio›. Nel ripensare ai miei percorsi mentali, mi resi conto che mentre attraversavo la strada fuori dell’ufficio, una giovane donna, vestita succintamente, aveva attraversato davanti a me. Immediatamente, nel subconscio, parole e musica di ‹Sono un figlio di Dio› avevano cominciato a risuonarmi in testa, per disperdere i pensieri impuri». Quel giorno il mio amico imparò una grande lezione sulla sua abilità di controllare i pensieri.

Il presidente George Albert Smith ci diede un grande consiglio a questo proposito, quando disse: «Esiste una linea di demarcazione ben definita tra il territorio del Signore e quello del diavolo. Se rimarrete dal lato del Signore, l’avversario non potrà venire a tentarvi… Ma… se oltrepassate la linea della parte del diavolo, siete nel suo territorio… ed egli lavorerà su di voi per farvi allontanare il più possibile dalla linea, sapendo che può avere successo nel distruggervi solo se vi tiene lontani dal luogo sicuro» (Conference Report, ottobre 1945, 118).

Il tema delle attività congiunte per il 2007 prevede una promessa per coloro che ascoltano questo saggio consiglio: «La virtù adorni i tuoi pensieri senza posa; allora la tua fiducia si rafforzerà alla presenza di Dio… [e] lo Spirito Santo sarà tuo compagno costante» (DeA 121:45–46).

Porto testimonianza che Dio vive. So che noi siamo i Suoi figli, che Egli ci conosce per nome e che non siamo da soli quando prendiamo decisioni importanti. Ogni giorno dovrete fare delle scelte, e le conseguenze vi porteranno da una parte della linea o dall’altra. Quindi vi esorto, giovani tutti che mi state ascoltando, voi giovani di regal retaggio in tutto il mondo: vivete in modo tale che quando sarete davanti a una scelta tra il bene e il male, e quando dentro di voi sentirete la domanda «Chi sta con il Signor?», sarete preparati a rispondere con tutta la vostra forza: «Io!». Nel nome di Gesù Cristo. Amen.