2000–2009
Salvezza ed esaltazione
Aprile 2008


Salvezza ed esaltazione

Nel piano eterno di Dio, la salvezza è una questione individuale; l’esaltazione è una questione di famiglia.

Con gratitudine diamo il benvenuto all’anziano D. Todd Christofferson nel Quorum dei Dodici Apostoli. Sosteniamo con tutto il cuore questa meravigliosa Prima Presidenza e tutti coloro che sono stati chiamati.

Fratelli e sorelle, quando abbiamo ricevuto la notizia della morte del presidente Gordon B. Hinckley ognuno di noi ha provato immediatamente un profondo senso di perdita. Sapendo che il suo destino era nelle mani del Signore, il nostro stato d’animo è comunque passato dal dolore alla gratitudine. Siamo molto grati per ciò che abbiamo imparato da questo grande profeta di Dio.

Oggi, a questa solenne assemblea, abbiamo seguito la volontà del Signore, che ha detto: «Non sarà accordato a nessuno di andare a predicare il mio Vangelo, o ad edificare la mia chiesa, a meno che sia stato ordinato da qualcuno che ha autorità, e che sia noto alla chiesa che egli ha autorità e sia stato regolarmente ordinato dai capi della chiesa».1 Questa legge del consenso comune2 è stata invocata e ora la Chiesa seguirà il suo corso.

I fedeli in tutto il mondo sostengono il presidente Thomas S. Monson e i suoi capaci consiglieri. Non siamo più «né forestieri né avventizi; ma… concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio,

essendo stati edificati sul fondamento degli apostoli e de’ profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare».3

Il Signore ha rivelato perché «ha dato gli uni, come apostoli; gli altri, come profeti». È «per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministerio, per la edificazione del corpo di Cristo,

finché tutti siamo arrivati all’unità della fede e della piena conoscenza del Figliuol di Dio».4

Così il ministero degli apostoli—la Prima Presidenza e i Dodici—è di far sì che vi sia l’unità della fede e di proclamare la conoscenza del Maestro. Il nostro ministero consiste nel benedire la vita di coloro che verranno a conoscere e seguiranno «la via per eccellenza» del Signore.5 E noi dobbiamo aiutare le persone a prepararsi per la loro potenziale salvezza ed esaltazione.

Il terzo articolo di fede recita che «tramite l’espiazione di Cristo tutta l’umanità può essere salvata, mediante l’obbedienza alle leggi e alle ordinanze del Vangelo».

Essere salvati—o ottenere la salvezza—significa essere salvati dalla morte fisica e spirituale. Grazie alla risurrezione di Gesù Cristo, tutti risorgeranno e saranno salvati dalla morte fisica. Le persone possono anche essere salvate dalla morte spirituale individuale tramite l’espiazione di Gesù Cristo, mediante la fede in Lui, l’osservanza alle leggi e alle ordinanze del Suo vangelo e rendendoGli servizio.

Essere esaltati, o ottenere l’esaltazione, si riferisce al più alto stato di felicità e gloria nel regno celeste. Possiamo avere queste benedizioni dopo aver lasciato quest’esistenza fragile e mortale. Il tempo per prepararci alla salvezza ed esaltazione finale è adesso.6

Come parte di questa preparazione, si deve per prima cosa ascoltare e comprendere il Vangelo. Per questa ragione il vangelo di Gesù Cristo deve essere portato «ad ogni nazione e tribù e lingua e popolo».7

Responsabilità personale

Alcuni anni fa incontrai il re di una tribù in Africa. Quando si rese conto di essere istruito da un apostolo del Signore, fu profondamente commosso. Disse che tantissimi del suo popolo si sarebbero battezzati se avesse dato loro l’ordine di farlo. Lo ringraziai per la gentilezza, spiegando però che il Signore non opera in quel modo.

Lo sviluppo della fede nel Signore è una questione individuale. Anche il pentimento è individuale. Solo individualmente si può essere battezzati e ricevere lo Spirito Santo. Ognuno di noi nasce individualmente; similmente ciascuno di noi «nasce di nuovo»8 individualmente. La salvezza è una questione individuale.

Le responsabilità familiari

Il progresso individuale è incoraggiato in famiglia, che è «il cardine del piano del Creatore per il destino eterno dei Suoi figli».9 L’ambiente familiare è il laboratorio di Dio fatto d’amore e di servizio. Lì il marito è tenuto ad amare la moglie, la moglie ad amare il marito, e i genitori e i figli ad amarsi reciprocamente.

In tutto il mondo la famiglia è sempre più sotto attacco. Se la famiglia viene a mancare, anche molti dei nostri sistemi politici, economici e sociali verranno meno. E se le famiglie verranno meno, il loro glorioso potenziale eterno non si potrà realizzare.

Il nostro Padre celeste vuole che marito e moglie siano reciprocamente fedeli e considerino e trattino i loro figli come un’eredità che viene dall’Eterno.10 In una tale famiglia studiamo le Scritture e preghiamo insieme. E siamo focalizzati sul tempio. Là riceviamo le più alte benedizioni che Dio ha in serbo per i Suoi figli fedeli.

Grazie al grande piano di felicità di Dio,11 i famigliari possono stare insieme per sempre, come esseri esaltati. Il nostro Padre celeste dichiarò: «Poiché ecco, questa è la mia opera e la mia gloria: fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo».12 Entrambi i Suoi obiettivi furono resi possibili dall’espiazione del Suo Figlio Diletto, Gesù Cristo. La Sua espiazione ha reso la risurrezione una realtà e la vita eterna una possibilità per tutti coloro che vivranno.

La risurrezione, o immortalità, è data a ogni uomo e donna come dono incondizionato.

La vita eterna, o gloria celeste o esaltazione, è un dono condizionato. Le condizioni per ricevere questo dono sono state stabilite dal Signore, che disse: «E se rispetti i miei comandamenti e perseveri fino alla fine, avrai la vita eterna, che è il dono più grande fra tutti i doni di Dio».13 Le condizioni che ci qualificano includono la fede nel Signore, il pentimento, il battesimo, il ricevimento del dono dello Spirito Santo e il rimanere fedeli alle ordinanze e alleanze del tempio.

Nessun uomo in questa Chiesa può ottenere il più alto grado della gloria celeste senza una donna degna che sia suggellata a lui.14 Quest’ordinanza del tempio permette loro di ricevere l’esaltazione.

Nelle chiamate di Chiesa siamo soggetti al rilascio. Non possiamo però essere rilasciati come genitori. Dai primi giorni della storia umana, il Signore ha comandato ai genitori di insegnare il Vangelo ai propri figli.15 Mosè scrisse: «Inculcherai [le parole di Dio] ai tuoi figliuoli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai».16

Ai nostri giorni il Signore ha aggiunto che dobbiamo «allevare i… figli in luce e verità».17 La Chiesa deve aiutare, e non sostituire, i genitori nelle loro responsabilità di insegnamento dei loro figli.

In questi giorni di immoralità dilagante e pornografia che rende dipendenti, i genitori hanno la sacra responsabilità di insegnare ai loro figli l’importanza di Dio nella loro vita.18 Questi mali, altamente distruttivi per il potenziale divino, devono essere assolutamente evitati dai figli di Dio.

Dobbiamo anche insegnare ai nostri figli a onorare i genitori. Il quinto comandamento dichiara: «Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che l’Eterno, l’Iddio tuo, ti dà».19

Come insegnamo ai nostri figli nel modo migliore? Il Signore ci ha dato un ordine preciso:

«Nessun potere, o influenza, può o dovrebbe essere mantenuto in virtù del sacerdozio, se non per persuasione, per longanimità, per gentilezza e mitezza, e con amore non finto;

Con benevolenza e conoscenza pura, che allargheranno grandemente l’anima senza ipocrisia e senza frode;

Rimproverando prontamente con severità, quando sospinti dallo Spirito Santo; e mostrando in seguito un sovrappiù di amore verso colui che hai rimproverato, per timore che ti consideri un suo nemico».20

Quando un figlio necessita di correzione, potreste chiedervi: «Che cosa posso dire o fare per persuaderlo a scegliere una via migliore?» Quando impartite la correzione necessaria, fatelo con calma, in privato e con affetto, non in pubblico. Se è necessario un rimprovero, mostrate un sovrappiù di amore affinché i semi del risentimento non mettano radice. Per essere persuasivi, il vostro amore deve essere sincero e i vostri insegnamenti basati sulla dottrina e sui principi giusti.

Non cercate di controllare i vostri figli; piuttosto ascoltateli, aiutateli ad apprendere il Vangelo, ispirateli e guidateli verso la vita eterna. Voi agite per conto di Dio nella cura dei figli che Egli vi ha affidato. Lasciate che la Sua influenza divina rimanga nei vostri cuori mentre li istruite e li persuadete.

Gli avi

Qualsiasi discorso sulle responsabilità familiari per prepararsi all’esaltazione sarebbe incompleto se non includesse madre, padre e figli. Che cosa dire dei nonni e degli altri avi? Il Signore ha rivelato che non possiamo diventare perfetti senza di loro; né loro possono essere resi perfetti senza di noi.21 Le ordinanze del suggellamento sono essenziali all’esaltazione. Una moglie ha bisogno di essere suggellata al marito; i figli hanno bisogno di essere suggellati ai genitori; e noi tutti abbiamo bisogno di essere legati ai nostri antenati.22

Cosa dire di coloro che non riescono a sposarsi in questa vita, o di coloro che non possono essere suggellati ai genitori in questa vita? Sappiamo che il Signore giudicherà ciascuno di noi secondo i desideri del nostro cuore, come pure in base alle nostre opere,23 e che le benedizioni dell’esaltazione saranno concesse a tutti coloro che sono meritevoli.24

Come figli dell’alleanza siamo altamente favoriti. Nel nostro cuore sono state piantate le promesse fatte ai padri Abrahamo, Isacco e Giacobbe. Il Signore disse:

«Poiché voi siete degli eredi legittimi, secondo la carne, e siete stati celati dal mondo con Cristo in Dio…

Perciò, beati voi se continuate nella mia bontà, per essere una luce per i Gentili e, tramite questo sacerdozio, dei salvatori per il mio popolo Israele».25

Questa vita è il tempo in cui prepararci alla salvezza e all’esaltazione.26 Nel piano eterno di Dio, la salvezza è una questione individuale; l’esaltazione è una questione di famiglia.

Quali figli dell’alleanza questa mattina ci siamo incontrati in assemblea solenne. È stata posta attenzione sui sacri titoli di profeti e apostoli. Ma la responsabilità finale di prepararsi alla salvezza e all’esaltazione poggia su ogni persona, responsabile del suo arbitrio individuale, che agisce nella propria famiglia portando altri sacri titoli come madre, padre, figlia, figlio, nonna o nonno.

In questi sacri ruoli possiamo noi procedere con fede, guidati da Gesù Cristo, a Cui appartiene questa Chiesa, e dai Suoi profeti tramite i quali Egli parla. Questa è la mia preghiera nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. DeA 42:11; corsivo dell’autore.

  2. Vedere DeA 26:2; 28:13.

  3. Efesini 2:19–20.

  4. Efesini 4:11–13.

  5. 1 Corinzi 12:31; Ether 12:11.

  6. Vedere Alma 34:32–33.

  7. Apocalisse 14:6.

  8. Giovanni 3:3, 7; Mosia 27:25; Alma 5:49; 7:14; Mosè 6:59.

  9. «La famiglia: un proclama al mondo», Liahona, ottobre 2004, 49.

  10. Vedere Salmi 127:3.

  11. Vedere Alma 42:8.

  12. Mosè 1:39.

  13. DeA 14:7; vedere anche 3 Nefi 15:9. Il Libro di Mormon spiega ulteriormente la natura condizionata di questo grande dono. Esso dichiara: «Voi dovete spingervi innanzi con costanza in Cristo, avendo un perfetto fulgore di speranza e amore verso Dio e verso tutti gli uomini. Pertanto, se vi spingerete innanzi nutrendovi abbondantemente della parola di Cristo, e persevererete fino alla fine, ecco, così dice il Padre: Avrete la vita eterna» (2 Nefi 31:20; corsivo dell’autore).

  14. Vedere DeA 131:1–3.

  15. Vedere Mosè 6:57–58. Da notare inoltre l’insegnamento di re Beniamino: «E non permetterete che i vostri figlioli vadano affamati o nudi; né permetterete che trasgrediscano le leggi di Dio, che lottino e litighino l’uno con l’altro, e servano il diavolo, che è il maestro del peccato… Ma insegnerete loro a camminare nelle vie della verità e della sobrietà; insegnerete loro ad amarsi l’un l’altro e a servirsi l’un l’altro» (Mosia 4:14–15).

  16. Deuteronomio 6:7.

  17. DeA 93:40. Il Signore ha anche detto: «Insegn[ate] pure ai [vostri] figli a pregare e camminare rettamente dinanzi al Signore» (DeA 68:28).

  18. Così Paolo insegnò a Timoteo: «Persevera nelle cose che hai imparate e delle quali sei stato accertato, sapendo da chi le hai imparate… Fin da fanciullo hai avuto conoscenza degli Scritti sacri, i quali possono renderti savio a salute mediante la fede che è in Cristo Gesù» (2 Timoteo 3:14–15).

  19. Esodo 20:12. Da ricordare il proverbio per i genitori: «Inculca al fanciullo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne dipartirà» (Proverbi 22:6).

  20. DeA 121:41–43.

  21. Vedere DeA 128:15.

  22. Vedere DeA 128:18.

  23. Vedere DeA 137:9.

  24. Vedere DeA 130:20–21; vedere anche Rudger Clawson, Conference Report, ottobre 1917, 29; Joseph F. Smith, Deseret News, 1 maggio 1878, 2; Richard G. Scott, «Gioia nel grande piano di felicità», La Stella, gennaio 1997, 82.

  25. DeA 86:9, 11.

  26. Vedere Alma 12:24.