2000–2009
Il servizio, una qualità divina
Aprile 2008


Il servizio, una qualità divina

Chi serve si sforzerà di nobilitare, edificare e sollevare il prossimo.

Tutte le cose che Cristo fece per la nostra salvezza sono uniche. Fu in grado di compiere la Sua opera di redenzione in circa tre anni di ministero. Oggi vorrei porre l’accento su tre scopi della vita terrena del Salvatore.

1. Il Suo sacrificio espiatorio

Il primo e sommo scopo fu l’incredibile compito senza pari che ricevette dal Padre: portare a termine un sacrificio infinito ed eterno per tutta l’umanità.

Come Figlio Unigenito nella carne del Padre celeste, ereditò tutte le qualità divine di Suo Padre, mentre dalla madre terrena, Maria, ricevette le caratteristiche mortali.

Solo il Suo sacrificio poteva salvarci dal nostro stato mortale e decaduto (vedere Alma 34:8–14). Venne al mondo con lo scopo specifico di offrire la vita, poiché soltanto la Sua vita poteva offrici la vita eterna.

Nessun altro essere mortale—passato, presente o futuro—è vissuto o vivrà per portare a termine un’espiazione per i nostri peccati. Egli è il nostro Salvatore e Redentore (vedere Giovanni 3:16).

Ritornerà ancora per governare e per regnare su di noi con gran potere e gloria.

2. La Sua dottrina

Il secondo scopo per aver dimorato tra noi è stato insegnare la dottrina ch’Egli aveva appresa dal Padre, che include le ordinanze e le alleanze di salvezza ed esaltazione (vedere Marco 1:27, Giovanni 7:16).

La Sua dottrina è una dottrina d’amore, di perdono e di misericordia. È il modo per vivere in pace e armonia tra gli uomini e la maniera per ritornare a dimorare con Dio.

3. Il Suo servizio reso ai figli di Dio

Il terzo scopo fu di edificare il regno servendo il prossimo. Questo era un tipo diverso di leadership. Il servizio è una caratteristica dei Suoi seguaci, una qualità divina.

«Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono.

Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, v’ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri.

Poiché io v’ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come v’ho fatto io» (Giovanni 13:13–15).

Egli visse per predicare il vangelo del regno e per guarire tutti i tipi d’infermità (vedere Matteo 4:23–24). Insegnare la Sua dottrina e servire il nostro prossimo sono due responsabilità che accettiamo al battesimo. Questo ci converte in veri servitori di Cristo.

Una volta, dopo aver insegnato la Sua dottrina, ebbe compassione del popolo e compì il miracolo della moltiplicazione dei pane e dei pesci. In questa maniera sfamò la moltitudine e ci rivelò la Sua compassione e la Sua propensione al servizio. Il giorno dopo la folla era ancora più numerosa per il cibo che aveva ricevuto. Egli insegnò loro con determinazione e con una visione eterna:

«Voi mi cercate, non perché avete veduto dei miracoli, ma perché avete mangiato de’ pani e siete stati saziati.

Adopratevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna, il quale il Figliuol dell’uomo vi darà» (Giovanni 6:26–27).

Come Chiesa dovremmo sfamare gli affamati, soccorrere gli infermi, vestire gli ignudi e dare un tetto agli indigenti. Con le offerte di digiuno alleviamo le necessità vitali immediate dei fedeli e con il piano di benessere li aiutiamo a soddisfare i bisogni a lungo termine. Quando ci sono calamità naturali, attraverso i servizi umanitari offriamo assistenza ai fratelli che non sono della nostra fede.

Senza ignorare queste necessità materiali, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, per comandamento del Signore, mantiene l’opera di servizio più sublime e nobile, che è quella di aiutare tutti gli uomini insegnando loro la dottrina di Cristo, invitandoli a ricevere le ordinanze di salvezza, in modo che possano ottenere «l’immortalità e la vita eterna» (Mosè 1:39).

Un cambiamento di pensieri e di atteggiamento

So che Dio ci ama. Egli ci consente di esercitare il libero arbitrio morale, anche quando ne facciamo cattivo uso. Ci permette di prendere decisioni.

Cristo non può aiutarci se non ci fidiamo di Lui; non può insegnarci se non Lo serviamo. Non ci costringerà a fare ciò che è giusto, ma ci mostrerà la via solo quando decideremo di servirLo. Certamente, per servire nel Suo regno, Cristo richiede che sperimentiamo un cambiamento nei pensieri e nell’atteggiamento,

«poiché, come conosce un uomo il padrone che non ha servito, e che gli è estraneo e che è lungi dai pensieri e dagli intenti del suo cuore?» (Mosia 5:13).

Le benedizioni del servizio

Rendo testimonianza che attraverso il servizio reso al prossimo giungiamo a conoscere il Signore.

Il servizio ci rafforza nella fede e ci rende utili nel Suo regno; ci fornisce uno scopo nella vita e infonde in noi coraggio; ci avvicina a Dio e ci aiuta a raffinare la nostra natura divina; ci insegna ad amare e a comprendere il prossimo, ad accantonare i nostri desideri personali, a eliminare l’egoismo, l’orgoglio e l’ingratitudine; ci insegna a pensare ai bisogni altrui, il che ci consente di sviluppare le virtù che possiede il Salvatore.

La gentilezza, l’amore, la pazienza, la comprensione e l’unità aumenteranno man mano che serviremo, mentre l’intolleranza, la gelosia, l’invidia, l’avidità e l’egoismo diminuiranno o scompariranno. Più daremo di noi stessi, più crescerà la capacità di servire, comprendere e amare.

Coloro che servono cercheranno sempre di compiacere Iddio e di essere in armonia con Lui. Saranno pieni di pace, avranno un volto allegro e uno spirito di gentilezza.

Chi serve si sforzerà di nobilitare, edificare e sollevare il prossimo, pertanto cercherà negli altri il buono e non troverà il motivo o il tempo di offendersi. Svilupperà la virtù di pregare per coloro che criticano. Non si aspetterà un riconoscimento o una ricompensa. Possederà l’amore di Cristo.

Quelli che servono saranno sempre disposti a condividere ciò che hanno e che sanno, e lo faranno in ogni momento, in ogni luogo e con tutta la gente.

Coloro che servono anche nelle avversità avranno sempre una speranza reale di un futuro più roseo. Continueranno a essere fermi nel mezzo delle crisi, perché la loro speranza è riposta in Cristo.

Chi serve accetterà un incarico con umiltà, riconoscendo i propri limiti, ma con la convinzione che due persone possono fare tutte le cose che si propongono di fare, a condizione che una di loro sia l’Eterno.

Ispirato da Dio, Re Beniamino dichiarò: «Quando siete al servizio dei vostri simili, voi non siete che al servizio del vostro Dio» (Mosia 2:17). Coloro che servono avranno una comprensione maggiore della personalità e degli attributi dell’Onnipotente.

Quelli che servono con devozione, anche quando i risultati non sono quelli desiderati, non si scoraggiano facilmente, né si stancano, né si sentono frustrati, perché la promessa di pace nella mente e della compagnia dello Spirito Santo non li abbandonerà mai.

Il servizio a livello mondiale e locale

Nella Chiesa ci sono decine di migliaia di fedeli che servono altruisticamente in più di centosettanta nazioni, dove si parla una varietà di lingue e idiomi. Prestano un servizio altruistico come dirigenti, insegnanti e prendendosi cura di altre persone, senza un salario o una ricompensa materiale, senza ricevere applausi o un riconoscimento dal mondo. Offrono il loro tempo, i talenti e le altre risorse che hanno; sacrificano tutto ciò che possiedono e servono con efficacia e in modo meraviglioso. Dopo un certo tempo sono rilasciati per dare l’opportunità di servire ad altre persone.

Grazie alla Sua dottrina e al Suo servizio, la restaurata Chiesa di Gesù Cristo benedice continuamente la vita dei suoi fedeli. Ringraziamo Dio per tutti voi fedeli santi che avete provato la gioia del servizio, che la provate ora e che proverete questa gioia servendo gli altri. Preghiamo che Dio vi benedica sempre per questo. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.