2000–2009
Il piano di nostro Padre è sufficiente per tutti i Suoi figli
Aprile 2009


Il piano di nostro Padre è sufficiente per tutti i Suoi figli

Anche se il nostro viaggio può essere pieno di tribolazioni, la destinazione è veramente gloriosa.

La vita terrena può essere un viaggio difficile, tuttavia la destinazione è veramente gloriosa. Cristo espresse ciò ai Suoi discepoli: «V’ho dette queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi animo, io ho vinto il mondo».1

Questo pomeriggio il mio obiettivo è duplice: primo, parlare di alcune pietre d’inciampo alla fede; secondo, spiegare come il piano di nostro Padre sia sufficiente per tutti i Suoi figli.

Durante gli ultimi due anni, negli Stati Uniti e nel mondo, c’è stato un grande aumento nelle discussione sulla nostra fede e ciò in cui crediamo. Non si tratta di una cosa nuova; è accaduto periodicamente durante la storia della Chiesa.

Nel 1863, Charles Dickens, il romanziere inglese, salì a bordo della nave passeggeri Amazon, diretta a New York. Il suo scopo era scrivere un articolo sui convertiti Santi degli Ultimi Giorni che emigravano per edificare la Chiesa nell’Ovest americano. Già migliaia di convertiti erano emigrati e molto era stato scritto su di loro e sul loro credo, soprattutto nella stampa britannica. La maggior parte di ciò che era stato scritto era sfavorevole.

«Salii a bordo della loro nave», scrisse Dickens, «per dare testimonianza contro di loro, se lo avessero meritato, come ritenevo; con mia grande sorpresa, non lo meritavano».2

Dopo averli osservati ed essersi mescolato con loro, Dickens rimase colpito e descrisse questi convertiti inglesi, per lo più manovali, come, «nel loro rango, il fiore all’occhiello dell’Inghilterra».3

Rispetto alla Chiesa ci sono state due opinioni contrastanti. Da una parte, generalmente si è parlato favorevolmente dei membri retti e del modo in cui vivono. Coloro che conoscono di persona i Santi degli Ultimi Giorni, o che hanno la possibilità di osservarli da vicino, si formano la stessa opinione che Charles Dickens riportò centocinquanta anni fa.

Grazie alla dottrina edificante della Restaurazione, i Santi si rallegrano nel Vangelo e trovano gioia e soddisfazione nella Chiesa. Siamo visti in maniera favorevole quando mettiamo in pratica gli insegnamenti del vangelo restaurato di Gesù Cristo. Quando i membri non osservano gli insegnamenti, ciò può costituire una pietra d’inciampo per coloro che non appartengono alla Chiesa.4

A differenza dei rapporti favorevoli sui membri retti, le descrizioni della Chiesa e delle sue dottrine sono state spesso false, ingiuste e dure. Va riconosciuto che alcune descrizioni della cristianità in generale sono state anch’esse assai severe.5

Questo atteggiamento verso la nostra dottrina non ci sorprende. In Dottrina e Alleanze il Signore indicò che ci sarebbero stati alcuni che «[avrebbero levato] la voce, [avrebbero maledetto] Iddio»,6 e altri che «[avrebbero distolto] il cuore da [Lui] a causa dei precetti degli uomini».7

Recenti pubblicità sugli autobus di Londra dimostrano la polarizzazione che esiste in generale sulla religione. Sugli autobus rossi a due piani, alcuni atei, agnostici e non credenti hanno pagato per mostrare grandi poster con sopra scritto: «Probabilmente Dio non esiste. Quindi smettila di preoccuparti e goditi la vita». Pubblicità opposte patrocinate da cristiani asserivano: «Certamente c’è un Dio», seguito da messaggi edificanti.8

I non credenti trovano difficile accettare i miracoli dell’Antico e del Nuovo Testamento, come pure la nascita da una vergine e la risurrezione del Salvatore. Considerano questi eventi con lo stesso scetticismo con cui considerano l’apparizione di Dio Padre e di Gesù Cristo al profeta Joseph Smith. Essi non sono aperti alla possibilità che ci sia un piano celeste curato da un essere supremo. Costoro non hanno fede.9

La mia preoccupazione principale è per le persone onorabili della terra, che sono aperte alla fede religiosa, ma che sono scoraggiate o confuse da dottrina erronea. Per esempio, rispetto alla dottrina che la rivelazione esiste ancora, alcune brave persone sono sicure che la Chiesa non possa essere vera perché è stato loro insegnato, e quindi credono, che i cieli siano chiusi, per cui non ci saranno altre rivelazioni, né Scritture, né pronunciamenti celesti. Vorrei sottolineare che questo insegnamento, vastamente accettato, non è scritturale, ma è una pietra d’inciampo per alcuni.10

In un recente libro di successo, l’autore usa come analogia principale l’interessante fatto che per secoli tutti gli europei hanno creduto che tutti i cigni fossero bianchi. Fu solo quando l’Australia fu scoperta che furono trovati cigni di diverso colore. L’autore usa questa analogia per spiegare eventi che si sono verificati nono-stante non fossero attesi.11 Pensando a questa analogia, mi sono reso conto che molte persone si sono rifiutate d’investigare seriamente la Chiesa perché credono che in questa dispensazione non possano esserci rivelazioni. Un convertito, che ora è presidente di missione, ha descritto quanto sia stato difficile per lui quando investigava la Chiesa. Egli ha detto: «Per tutta la vita mi era stato insegnato che non ci sarebbero mai più stati profeti e apostoli sulla faccia della terra. Accettare Joseph Smith come profeta creò pertanto una grande pietra d’inciampo». Tuttavia, quando pregò, egli ha dichiarato: «Ricevetti una testimonianza che realmente il Vangelo era stato restaurato sulla terra e che Joseph Smith era invero un profeta di Dio».12

Per molte di queste persone, che sono aperte alla fede religiosa, c’è una questione che è stata particolarmente scottante, ossia è stato per loro difficile riconciliare la dottrina corretta che abbiamo un affettuoso Padre celeste con quella erronea che la maggior parte dell’umanità sarà condannata a un inferno senza fine.

Questo fu un problema per il mio trisavolo Phineas Wolcott Cook, che nacque nel 1820 nel Connecticut. Nel suo diario scrisse di aver stretto l’alleanza con il Signore che Lo avrebbe servito, se avesse trovato la maniera giusta per farlo. Frequentò molte chiese e in una gli fu chiesto di «testimoniare [e] unirsi alla chiesa [e] essere cristiano». Rispose che «non riusciva a sapere a quale unirsi, poiché ce ne erano tante». Egli continuò a investigare diverse chiese. Una dottrina aveva particolare significato per lui. Spiegò: «Talvolta trovavano colpe in me perché volevo una salvazione più liberale per la famiglia umana. Non potevo credere che il Signore avesse fatto una parte per salvarla e una parte più grande per condannarla per l’eternità».13 Per via di questa dottrina, egli lasciò che cancellassero il suo nome dai registri di una chiesa protestante. Quando nel 1844 i missionari Santi degli Ultimi Giorni gli insegnarono la vera dottrina del piano di salvezza, egli fu battezzato.

La fede di Phineas nella misericordia amorevole del Signore e nel Suo piano di felicità è stata comune a molte persone onorevoli, anche quando gli insegnamenti della loro religione erano assai deprimenti.

Frederick Farrar, un dirigente nella chiesa anglicana, nonché studioso dei classici e autore di The Life of Christ, in alcune lezioni che tenne a Westminster Abbey si lamentò che gli insegnamenti sull’inferno, comuni nelle chiese protestanti, erano erronei. Asserì che le definizioni d’inferno che includevano «tormento senza fine» e «dannazione eterna» erano il risultato di errori di traduzione dall’ebraico e dal greco all’inglese della versione di re Giacomo della Bibbia. Farrar, inoltre, fece notare la dimostrazione schiacciante della presenza nella Bibbia di un affettuoso Padre celeste come ulteriore prova che le definizioni di infermo e dannazione, usate nella traduzione inglese, erano erronee.14

Lor Tennyson, nel suo poema «In Memoriam», espresse la sua sentita opinione, dopo aver notato che «confidiamo che in qualche modo la buona volontà sarà l’obiettivo finale della malvagità». Egli proseguì dicendo:

Che niente cammini senza una meta;

Che nessuna vita debba essere distrutta,

O gettata nel vuoto come spazzatura,

Dal momento che Dio creò l’intero grandioso edificio del mondo.15

Quando Joseph Smith ricevette rivelazioni e organizzò la Chiesa, la maggior parte delle chiese insegnava che l’espiazione del Salvatore non avrebbe fatto avverare la salvezza dei più. Il precetto comune era che pochi sarebbero stati salvati e che la schiacciante maggioranza sarebbe stata condannata alle torture infinite della più terribile e indicibile intensità.16 La dottrina meravigliosa rivelata al profeta Joseph ci svelò un piano di salvezza che si applica a tutti gli uomini, compresi coloro che in questa vita non sentono parlare di Cristo, i bambini che muoiono prima dell’età della responsabilità e chi non è in grado di comprendere.17

Alla morte, gli spiriti dei giusti vivono in uno stato temporaneo chiamato paradiso. Alma il Giovane c’insegna che il «paradiso… [è] una condizione di riposo, una condizione di pace, dove [i giusti] si riposeranno da tutte le loro afflizioni, da tutte le preoccupazioni e dolori».18 Gli spiriti dei malvagi dimorano in una prigione degli spiriti, cui a volte ci si riferisce come «inferno».19 Esso è descritto come un luogo spaventoso, tenebroso, dove coloro che temono l’«indignazione dell’ira di Dio» rimarranno sino alla risurrezione.20 Tuttavia, grazie all’espiazione di Gesù Cristo tutti gli spiriti benedetti con la nascita alla fine risorgeranno; lo spirito e il corpo saranno riuniti insieme ed erediteranno i regni di gloria che sono superiori alla nostra esistenza qui sulla terra.21 Le eccezioni sono limitate a coloro che, come Satana e i suoi angeli, intenzionalmente si ribellano contro Dio.22 Alla risurrezione, la prigione spirituale, o «inferno», libererà i suoi spiriti prigionieri. Gesù venne nel mondo «per essere crocifisso per il mondo, e per portare i peccati del mondo, e per santificare il mondo, e per purificarlo da ogni ingiustizia».23

Il Salvatore disse: «Il vostro cuore non sia turbato… Nella casa del Padre mio ci son molte dimore… io vo a prepararvi un luogo».24 Un breve sommario ci è fornito nel Libro di Mosè: «Poiché ecco, questa è la mia opera e la mia gloria: fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo».25

Dopo tutto quello che soffrì per l’umanità, non c’è da sorprendersi che nella Prima Visione, parlando delle chiese esistenti, il Salvatore istruì Joseph di non «unir[si] a nessuna di esse, poiché erano tutte nell’errore».26 Il Salvatore in seguito introdusse la restaurazione della Sua vera dottrina rispetto al piano di salvezza e ad altri principi di salvezza come la dottrina di Cristo.27

Nonostante l’importanza delle differenze dottrinali rispetto ad altre religioni, il nostro atteggiamento verso le altre chiese è stato quello di trattenerci dal criticismo. Queste chiese compiono molte opere buone. Sono di beneficio all’umanità. Molte aiutano i propri fedeli a conoscere il Salvatore e i Suoi insegnamenti.

In Nigeria, una giornalista del Washington Post si recò ad una nostra riunione e intervistò un nuovo convertito, che le raccontò la sua conversione. La giornalista scrisse:

«[Egli] disse… che saltò giù da un autobus e che entrò in un edificio [della Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni]… Immediatamente gli piacque ciò che udì dentro [la cappella], in particolare che nessuno predicava che le persone di altre religioni sarebbero andate all’inferno».28 Ciò rappresenta i sentimenti di numerosi convertiti alla Chiesa, sin dalla sua organizzazione.

I nostri dirigenti ci hanno costantemente consigliato di «dimostrare rispetto e apprezzamento per coloro che non appartengono alla nostra fede. C’è una grande necessità di cortesia e di rispetto reciproco tra coloro che appartengono a religioni e filosofie diverse».29

È ugualmente importante che siamo affettuosi e gentili verso i fratelli della Chiesa, qual che sia il loro livello d’impegno o l’attività. Il Salvatore è stato chiaro che non dobbiamo giudicarci a vicenda.30 Ciò vale soprattutto per i nostri familiari. Il nostro obbligo è amare e insegnare, senza mai arrenderci. Il Signore ha dato la salvezza «liberamente a tutti», ma «ha comandato al suo popolo di persuadere tutti gli uomini al pentimento».31

Il desiderio del nostro cuore, ovviamente, non è solo di ottenere la salvezza e l’immortalità, ma anche di assicurarci la vita eterna nel regno celeste, in compagnia della nostra famiglia, di un affettuoso Padre celeste e del nostro Salvatore. Possiamo ottenere la vita eterna solo attraverso l’obbedienza alle leggi e alle ordinanze del Vangelo.32 Il Salvatore disse: «Poiché, se rispettate i miei comandamenti sarete partecipi della sua pienezza e sarete glorificati in me».33

Quei primi convertiti europei che Dickens conobbe a bordo dell’Amazon avevano superato molte pietre d’inciampo. Avevano una testimonianza che la rivelazione giunge dal cielo e che profeti e apostoli sono nuovamente sulla terra. Avevano fede nel vangelo restaurato di Gesù Cristo.

Erano giunti a comprendere la meta sublime che li avrebbe attesi. Non avevano paura del difficile viaggio che stavano intraprendendo e la loro destinazione finale non era davvero la Valle del Lago Salato. Il loro vero traguardo era il paradiso, seguito dall’esaltazione nel regno celeste.

Questo è il motivo per cui i Santi degli Ultimi Giorni cantavano allora e cantano ancor oggi con fede e speranza l’ultima strofa di «Santi, venite»:

E se la morte ci cogliesse un dì,

prima ancor d’arrivar,

liberi alfin dal nostro uman soffrir,

noi sarem col Signor.34

Un amorevole Padre ha fornito un piano completo e compassionevole per i Suoi figli, «che salva i vivi, redime i morti, soccorre i dannati e glorifica tutti coloro che si pentono».35 Anche se il nostro viaggio può essere pieno di tribolazioni, la destinazione è veramente gloriosa.

Gioisco per il grande piano di salvezza, che è sufficiente per tutti i figli del nostro Padre celeste. Esprimo una gratitudine per l’espiazione di Gesù Cristo che va ben oltre la mia capacità d’espressione. Rendo la mia testimonianza di Lui, nel nome di Gesù Cristo. Amen.

  1. Giovanni 16:33.

  2. Charles Dickens, «The Uncommercial Traveler», All the Year Round (4 luglio 1863), 449; vedere anche David M. W. Pickup, The Pick and Flower of England (2001), 2.

  3. All the Year Round (4 luglio 1863), 446.

  4. Vedere Alma 4:10.

  5. Vedere Paul Johnson, «Militant Atheism and God», Forbes (8 ottobre 2007), 27; John Gray, «Faith in Reason: Secular Fantasies of a Godless Age», Harper’s Magazine (gennaio 2008), 86.

  6. DeA 45:32.

  7. DeA 45:29.

  8. William Lee Adams, «Christians and Atheists Battle in London Bus Wars», 8 febbraio 2009, www.time.com.

  9. Vedere Luca 18:8.

  10. Alcuni hanno erroneamente citato Apocalisse 22:18, che però si riferisce al libro dell’Apocalisse, non alla Bibbia nella sua interezza. Vedere anche Deuteronomio 4:2.

  11. Vedere Nassim Nicholas Taleb, The Black Swan: The Impact of the Highly Improbable (2007), xvii–xxviii.

  12. Racconto della conversione di Gary G. Ely, 16 maggio 2008, in preparazione al suo servizio come presidente della Missione di Denver Nord, Colorado.

  13. Newell Cook McMillan, comp., The Life and History of Phineas Wolcott Cook (1980), 19–20.

  14. Vedere Frederic W. Farrar, Eternal Hope (1892), xxxvi–xlii. Per un approfondimento dell’argomento, vedere H. Wallace Goddard, «God’s Plan—Kinder Than We Dare to Expect», Meridian Magazine, (2006) www.ldsmag.com/myth/060217plan.html.

  15. Poems of Tennyson, Oxford University Press, (1907), 387–8.

  16. Vedere Frederic W. Farrar, Eternal Hope (1892), xxii.

  17. Vedere DeA 29:46–50; 137:7–10.

  18. Alma 40:12.

  19. Vedere 2 Nefi 9:10–14; DeA 76:84–86.

  20. Alma 40:14.

  21. Vedere DeA 76:89.

  22. Vedere Isaia 14:12–15; Luca 10:18; Apocalisse 12:7–9; DeA 76:32–37.

  23. DeA 76:41; vedere anche 1 Corinzi 15:22.

  24. Giovanni 14:1–2.

  25. Mosè 1:39

  26. Joseph Smith—Storia 1:19; vedere anche v. 20.

  27. Vedere 2 Nefi 31:2–21; vedere anche Ebrei 6:1–2; 2 Giovanni 1:9–10; 3 Nefi 11:30–40.

  28. Mary Jordan, «The New Face of Global Mormonism», The Washington Post, 19 novembre 2007, A01.

  29. Gordon B. Hinckley, «Questo è il lavoro del Maestro», La Stella, luglio 1995, pagina 85.

  30. Vedere Luca 6:37.

  31. 2 Nefi 26:27.

  32. Vedere DeA 93:1.

  33. DeA 93:20.

  34. «Santi, venite», Inni, 21.

  35. Orson F. Whitney, Saturday Night Thoughts (1921), 323.