2010–2019
Radici e rami
Aprile 2014


Radici e rami

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Anziano Quentin L. Cook

Affrettare l’opera di compilazione della storia familiare e il lavoro di tempio è essenziale per la salvezza e per l’esaltazione delle famiglie.

Poco prima della sua morte per cancro avvenuta nel 1981, il controverso scrittore William Saroyan disse alla stampa: “Tutti devono morire, ma ho sempre pensato che, nel mio caso, sarebbe stata fatta una eccezione. E adesso?”1

L’espressione “e adesso?” quando si affronta la morte e quando si contempla la vita dopo la morte è il fulcro delle domande dell’anima a cui il vangelo restaurato di Gesù Cristo risponde così meravigliosamente nel piano di felicità del Padre.

In questa vita ridiamo, piangiamo, lavoriamo, ci divertiamo, viviamo e poi moriamo. Giobbe chiese in maniera succinta: “Se l’uomo muore, può egli tornare in vita?”2 La risposta è un risonante sì, grazie al sacrificio espiatorio del Salvatore. Parte dell’ampio preambolo di Giobbe a tale domanda è interessante: “L’uomo, nato di donna, vive pochi giorni […]. Spunta come un fiore, poi è reciso […]. Per l’albero, almeno c’è speranza; se è tagliato, rigermoglia e continua a mettere rampolli […] e rinverdisce e mette rami come una pianta nuova”3.

Il piano del nostro Padre Celeste riguarda le famiglie. Molti dei nostri passi scritturali più toccanti usano, come analogia, il concetto dell’albero con le sue radici e con i suoi rami.

Nel capitolo conclusivo dell’Antico Testamento, descrivendo la seconda venuta del Salvatore, Malachia usa tale analogia in maniera vivida. Parlando degli orgogliosi e dei malvagi, egli fa notare che essi saranno bruciati come stoppia e che “non lascerà loro né radice né ramo”4. Malachia chiude questo capitolo con la promessa rassicurante del Signore:

“Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che venga il giorno dell’Eterno, giorno grande e spaventevole.

Egli ricondurrà il cuore dei padri verso i figliuoli, e il cuore dei figliuoli verso i padri, ond’io, venendo, non abbia a colpire il paese di sterminio”5.

All’alba della Restaurazione, Moroni enfatizzò nuovamente tale messaggio nelle prime istruzioni che diede al giovane Joseph Smith nel 1823.6

Cristiani ed ebrei di tutto il mondo accettano il racconto di Elia nell’Antico Testamento.7 Egli fu l’ultimo profeta a detenere il potere di suggellamento del Sacerdozio di Melchisedec prima dell’epoca di Gesù Cristo.8

Elia restaura le chiavi

Il ritorno di Elia avvenne nel tempio di Kirtland il 3 aprile 1836. Egli dichiarò che stava adempiendo la promessa di Malachia e consegnò le chiavi del sacerdozio per suggellare le famiglie in questa dispensazione.9 La missione di Elia è agevolata da quello che viene spesso definito lo spirito di Elia che, come insegnato dall’anziano Russell M. Nelson, è una “manifestazione dello Spirito Santo che porta testimonianza della divina natura della famiglia”10.

Il Salvatore sottolineò la necessità del battesimo. Egli insegnò: “Se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio”11. Il Salvatore Stesso fu battezzato per dare l’esempio. E che dire delle persone defunte che non sono state battezzate?

La dottrina del lavoro di tempio e della storia familiare

A Nauvoo, l’11 ottobre 1840, Vilate Kimball scrisse una lettera a suo marito, l’anziano Heber C. Kimball, che stava svolgendo una missione con altri membri dei Dodici in Gran Bretagna. La conferenza generale di ottobre era stata tenuta alcuni giorni prima.

Cito una parte della lettera privata di Vilate: “Abbiamo assistito alla più grande e interessante conferenza che vi sia mai stata da quando la Chiesa è stata organizzata. […] Il presidente [Joseph] Smith ha introdotto un nuovo e glorioso argomento […], ossia, l’essere battezzati per i morti. Paolo ne parla nel versetto 29 del quindicesimo capitolo di Primo Corinzi. Joseph ne ha ricevuto una spiegazione più completa mediante rivelazione. Egli dice che è privilegio dei [membri di] questa Chiesa essere battezzati per tutti i propri familiari che sono morti prima che questo Vangelo venisse alla luce. […] Cosi facendo agiamo come procuratori, dando loro il privilegio di levarsi nella prima resurrezione. Egli dice che il Vangelo verrà loro predicato mentre si trovano nella prigione”.

Vilate aggiunse: “Voglio essere battezzata per mia madre. […] Non è questa una dottrina gloriosa?”12

La dottrina fondamentale della possibilità di unire le famiglie venne alla luce linea su linea e precetto su precetto. Le ordinanze per procura sono il fulcro dell’azione volta a saldare insieme famiglie eterne, collegando le radici ai rami.

La dottrina della famiglia in relazione alla storia familiare e al lavoro di tempio è chiara. Nelle prime istruzioni rivelate, il Signore fa riferimento al “battesimo per i vostri morti”13. Il nostro dovere dottrinale è verso i nostri antenati. Il motivo di ciò è che l’organizzazione del cielo è fondata sulla famiglia.14 La Prima Presidenza ha incoraggiato i membri, specialmente i giovani e i giovani adulti, a compilare la storia familiare e a svolgere le ordinanze per i nomi della loro famiglia o per i nomi degli antenati dei membri del loro rione e del loro palo.15 Dobbiamo essere collegati alle nostre radici ma anche ai nostri rami. Il pensiero di essere uniti nel regno eterno è davvero glorioso.

Templi

Wilford Woodruff indicò che il profeta Joseph Smith visse sufficientemente a lungo per porre le fondamenta del lavoro di tempio: “L’ultima volta che incontrò i membri del Quorum dei Dodici fu quando diede loro l’investitura”16.

Dopo il martirio del profeta, i Santi completarono il tempio di Nauvoo e il potere di suggellamento venne usato per benedire migliaia di fedeli membri della Chiesa prima dell’esodo verso Mountain West. Trent’anni dopo, quando venne completato il tempio di St. George, il presidente Brigham Young rimarcò l’importanza eterna di avere finalmente a disposizione le ordinanze di salvezza sia per i vivi che per i morti.17

Questo principio viene dichiarato chiaramente dal presidente Wilford Woodruff: “Non c’è quasi principio che il Signore abbia rivelato nel quale gioisca maggiormente rispetto a quello della redenzione dei morti: che nel mattino della prima risurrezione e nel regno celeste avremo con noi nell’organizzazione familiare i nostri progenitori, mogli e figli. Questi sono principi grandiosi, che valgono qualsiasi sacrificio”18.

Che epoca grandiosa in cui vivere! Questa è l’ultima dispensazione e possiamo sentire l’affrettarsi dell’opera di salvezza in ogni ambito in cui è prevista un’ordinanza di salvezza.19 Ora abbiamo dei templi in gran parte del mondo per fornire tali ordinanze di salvezza. Inoltre, frequentare il tempio al fine di rinnovarsi spiritualmente, ricevere pace, protezione e guida nella nostra vita è una grande benedizione.20

Meno di un anno dopo essere stato chiamato come Apostolo, il presidente Monson dedicò la biblioteca genealogica del tempio di Los Angeles. Egli parlò di antenati defunti “in attesa [del] giorno in cui voi ed io faremo la ricerca necessaria a liberare il passaggio, [… e] similmente andremo nella casa del Signore a svolgere tale lavoro [… che essi] non possono svolgere”21.

Quando il 20 giugno 1964 l’allora anziano Monson fece tali osservazioni nel corso della preghiera dedicatoria, vi erano soltanto dodici templi in funzione. Durante il periodo in cui il presidente Monson ha servito nei consigli più alti della Chiesa, centotrenta dei centoquarantadue templi hanno ricevuto la loro prima preghiera dedicatoria. Non è nulla di meno che un miracolo vedere l’affrettarsi dell’opera di salvezza nei nostri giorni. Altri ventotto templi sono stati annunciati e si trovano in varie fasi di ultimazione. L’ottantacinque percento dei membri della Chiesa adesso vive a poco più di trecento chilometri da un tempio.

La tecnologia per la compilazione della storia familiare

Inoltre, la tecnologia per compilare la storia familiare è cresciuta sensibilmente. Nel novembre del 1994, il presidente Howard W. Hunter dichiarò: “Abbiamo iniziato a servirci della tecnologia informatica per affrettare la sacra opera di fornire le ordinanze per i morti. Il ruolo della tecnologia […] è stato accelerato dal Signore stesso. […] Tuttavia, siamo soltanto agli inizi di quello che possiamo fare con questi strumenti”22.

Nei diciannove anni trascorsi da questa dichiarazione profetica, l’accelerazione dello sviluppo tecnologico è stata quasi incredibile. Una madre trentaseienne con dei bambini piccoli di recente mi ha detto: “E pensare che siamo passati dalla lettura di microfilm in appositi centri di storia familiare alla possibilità di sedere al tavolo della cucina per compilare, tramite il computer, la storia familiare dopo che i bambini sono finalmente andati a dormire”. Fratelli e sorelle, ora i centri di storia familiare si trovano nelle nostre case.

Il lavoro di tempio e di compilazione della storia familiare non riguarda solo noi. Pensate a coloro dall’altra parte del velo che attendono che le ordinanze di salvezza li liberino dalla schiavitù della prigione spirituale. La definizione di prigione è “una condizione di limitazione o cattività”23. Coloro che sono in cattività potrebbero porsi la domanda fatta da William Saroyan: “E adesso?”.

Una fedele sorella ha condiviso un’esperienza spirituale speciale avuta nel tempio di Salt Lake. Mentre si trovava nella stanza delle confermazioni a seguito di una confermazione per procura, ella ha udito: “E il prigioniero sarà liberato!” Ella ha sentito un grande senso di urgenza verso coloro che stavano aspettando che il loro battesimo e la loro confermazione venissero celebrati. Dopo essere tornata a casa, ha cercato nelle Scritture la frase che aveva udito. Nella sezione 128 di Dottrina e Alleanze, ha trovato la dichiarazione fatta da Joseph Smith: “Che il vostro cuore gioisca e sia estremamente lieto. Che la terra prorompa in canti. Che i morti esclamino inni di eterna lode al Re Emmanuele, che ordinò, prima che fosse il mondo, ciò che ci avrebbe messo in grado di redimerli dalla loro prigione, poiché i prigionieri saranno liberati”24.

La domanda è: che cosa dobbiamo fare? Il consiglio del profeta Joseph fu quello di presentare nel tempio “un libro contenente le registrazioni dei nostri morti che sia degno di essere pienamente accettato”25.

La dirigenza della Chiesa ha emanato un fervido appello esortando la generazione nascente a essere una guida nell’uso della tecnologia per sentire lo spirito di Elia, per ricercare i propri antenati e per svolgere per loro le ordinanze del tempio.26 Gran parte del lavoro più duro per affrettare l’opera di salvezza, sia per i vivi che per i morti, sarà compiuto da voi giovani.27

Se non soltanto andranno al tempio per fare i battesimi per i loro morti, ma lavoreranno inoltre con le loro famiglie e con gli altri membri del rione per fornire i nomi per il lavoro di tempio che svolgono, sia i giovani di ogni rione che la Chiesa saranno grandemente benedetti. Non sottovalutate l’influenza che i defunti possono avere nell’assistervi nei vostri sforzi e la gioia di incontrare, un giorno, coloro che servite. La benedizione eternamente rilevante di riunire le nostre stesse famiglie va quasi al di là della nostra comprensione.28

Attualmente, tra tutti i membri della Chiesa del mondo, il cinquantuno percento degli adulti non ha inserito entrambi i propri genitori nella pagina Albero familiare di FamilySearch, il sito Internet della Chiesa. Il sessantacinque percento degli adulti non ha tutti e quattro i nonni inseriti.29 Ricordate: senza le nostre radici e i nostri rami non possiamo essere salvati. I membri della Chiesa devono ottenere e inserire queste informazioni vitali.

Finalmente disponiamo della dottrina, dei templi e della tecnologia tramite cui le famiglie possono compiere questa gloriosa opera di salvezza. Suggerisco un modo affinché ciò possa essere fatto. Le famiglie possono tenere delle “riunioni di famiglia dedicate ad Albero familiare”. Tenere tali riunioni dovrebbe essere un impegno ricorrente. Ognuno può portare racconti di famiglia esistenti, storie, foto e oggetti preziosi posseduti dai nonni e dai genitori. I nostri giovani sono entusiasti di scoprire la vita dei membri della loro famiglia — da dove sono venuti e come sono vissuti. Molti hanno volto il proprio cuore ai padri. Amano le storie e le foto, e hanno le competenze tecnologiche per scannerizzarle e caricarle su Albero familiare per poi collegare la fonte di tali documenti agli antenati, al fine di preservarli per sempre. Certamente, l’obiettivo primario è quello di determinare quali ordinanze devono ancora essere svolte e di assegnare dei compiti per compiere il lavoro essenziale di tempio. Il libretto La mia famiglia può essere utilizzato come ausilio per registrare informazioni sulla famiglia, storie e foto che possono, poi, essere caricate su Albero familiare.

Le aspettative e gli impegni di famiglia dovrebbero essere in cima alle nostre priorità per proteggere il nostro destino divino. Per coloro che stanno cercando di rendere la domenica più produttiva, dedicandola a tutta la famiglia, affrettare questa opera diventa un terreno fertile. Una madre racconta raggiante che sua figlia di diciassette anni, dopo le riunioni domenicali in chiesa, si siede davanti al computer per compilare la storia familiare e che, suo fratello di dieci anni, adora ascoltare le storie e vedere le foto dei suoi antenati. Ciò ha benedetto l’intera famiglia facendo sentire lo spirito di Elia. Le nostre radici e i nostri rami preziosi devono essere nutriti.

Gesù Cristo diede la Sua vita compiendo un’Espiazione per procura. Egli fornì la risposta alla domanda sollevata da Giobbe. Egli vinse la morte per tutta l’umanità, cosa che noi non avremmo potuto fare da soli. Tuttavia, possiamo svolgere le ordinanze per procura e diventare veramente dei salvatori sul monte Sion30 per le nostre famiglie, affinché noi, assieme a loro, possiamo essere esaltati e anche salvati.

Rendo testimonianza del sacrificio espiatorio del Salvatore e della certezza del piano che il Padre ha per noi e per le nostre famiglie. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. William Saroyan, in “Raging against Aging”, di Henry Allen, Wall Street Journal, 31 dicembre 2011–1 gennaio 2012, C9.

  2. Giobbe 14:14 (vedere nota a piè di pagina).

  3. Giobbe 14:1, 2, 7, 9.

  4. Malachia 4:1. Di recente diversi articoli hanno riportato che vi è un numero sempre più significativo di persone che scelgono di non avere figli al fine di migliorare il proprio tenore di vita (vedere Abby Ellin, “The childless plan for their fading days”, New York Times, 15 febbraio 2014, B4). Come risultato di queste scelte individuali, molte nazioni sono sempre meno popolate. Tale fenomeno viene definito “inverno demografico” (vedere The New Economic Reality: Demographic Winter [documentary], byutv.org/shows).

  5. Malachia 4:5–6.

  6. Vedere History of the Church, 1:12; Dottrina e Alleanze 2.

  7. I giudei stanno aspettando il ritorno di Elia da 2.400 anni. Ancora oggi, durante la cena pasquale, essi lasciano un posto libero per lui e vanno alla porta nella speranza che egli arrivi ad annunciare la venuta del Messia.

  8. Vedere Guida alle Scritture, “Elia”.

  9. Vedere Dottrina e Alleanze 110:14–15; vedere anche Dottrina e Alleanze 2:2.

  10. Russell M. Nelson, “Una nuova stagione di mietitura”, La Stella, luglio 1998, 37.

  11. Giovanni 3:5.

  12. Vilate M. Kimball a Heber C. Kimball, 11 ottobre 1840, lettere di Vilate M. Kimball, Biblioteca di storia della Chiesa; ortografia e uso delle lettere maiuscole standardizzati.

  13. Dottrina e Alleanze 127:5; corsivo dell’autore.

  14. Vedere Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Joseph Fielding Smith (2013), 71.

  15. Vedere Lettera della Prima Presidenza, 8 ottobre 2012.

  16. Vedere The discourses of Wilford Woodruff, a cura di G. Homer Durham (1946), 147.

  17. Brigham Young affermò: “Tutto ciò che voglio è vedere questo popolo consacrare i propri mezzi e i propri interessi per l’edificazione del regno di Dio, erigere i templi e in essi officiare per i vivi e i morti […] affinché possano essere incoronati figli e figlie dell’Onnipotente” (Deseret News, 6 Settembre 1876). Il battesimo per i morti cominciò a essere celebrato il 9 gennaio 1877 e, due giorni dopo, ebbero inizio le investiture per i morti. La gioia per tutto ciò fu descritta da Lucy B. Young che disse che il “suo cuore traboccava all’idea di essere accolta a braccia aperte dai [suoi antenati defunti], proprio come lo sarebbero stati tutti da coloro che non potevano compiere l’opera da se stessi” (in Richard E. Bennett, “Which Is the Wisest Course?”, The Transformation in Mormon Temple Consciousness, 1870–1898”, BYU Studies Quarterly, vol. 52, n. 2 [2013], 22).

  18. Insegnamenti dei presidenti della Chiesa — Wilford Woodruff (2004), 199–200.

  19. Il presidente Wilford Woodruff (noto come uno dei più grandi missionari di tutti i tempi tra i vivi), parlando dell’opera da svolgere per i morti, disse: “Considero questa parte del nostro ministero come una missione tanto importante quanto predicare ai vivi: i morti udranno la voce dei servitori di Dio nel mondo degli spiriti, e non potranno levarsi nel mattino della [prima] risurrezione, salvo che certe ordinanze siano celebrate per procura a loro favore. […] Occorrono gli stessi requisiti per salvare un morto […] rispetto a un vivente” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa — Wilford Woodruff, 195).

  20. Il presidente Hunter invitò i membri della Chiesa ad andare al tempio spesso “per i benefici personali che scaturiscono dal culto reso nel tempio e di cui noi godiamo, per la santità e la sicurezza che ci vengono date dentro quelle sacre mura. […] È [sacro] per il Signore; deve essere [sacro] per noi” (“Il grande simbolo della nostra appartenenza alla Chiesa”, La Stella, novembre 1994, 6).

  21. “Messages of Inspiration from President Thomas S. Monson”, Church News, 29 dicembre 2013, 2.

  22. Howard W. Hunter, “We Have a Work to Do”, Ensign, marzo 1995, 65.

  23. Merriam-Webster’s Collegiate Dictionary, undicesima edizione (2003), “prison”.

  24. Dottrina e Alleanze 128:22; vedere anche Dottrina e Alleanze 138:42. “Prima che il mondo fosse, il Signore ordinò ciò che permette agli spiriti in [prigione] di essere redenti” (Index to the Triple Combination, “Prison”).

  25. Dottrina e Alleanze 128:24.

  26. Vedere Lettera della Prima Presidenza, 8 ottobre 2012. Vedere David A. Bednar, “Il cuore dei figli si volgerà”, Liahona, novembre 2011, 24–27; vedere anche R. Scott Lloyd, “‘Find Our Cousins’: Apostle [Neil L. Andersen] Counsels LDS Youth at RootsTech Conference”, Church News, 16 febbraio 2014, 8–9.

  27. Uno studio recente ha denotato che una grande priorità di questa generazione è vivere una vita significativa durante la quale “servire gli altri e orientarsi su uno scopo più ampio” (Emily Esfahani Smith e Jennifer L. Aaker, “Millennial Searchers”, New York Times Sunday Review, 1 dicembre 2013, 6).

  28. Howard W. Hunter, “Un popolo che guarda al tempio”, Liahona, maggio 1995, 2–7.

  29. Statistiche fornite dal Dipartimento di Storia familiare.

  30. Vedere Abdia 1:21.