2010–2019
Sono bravo abbastanza? Ce la farò?
Ottobre 2016


Sono bravo abbastanza? Ce la farò?

Se proverete davvero, senza razionalizzare né ribellarvi, pentendovi spesso e supplicando di ricevere la grazia, sarete certamente “bravi abbastanza”.

Care sorelle e cari fratelli, che grande benedizione è quella di riunirci per essere istruiti dai servitori del Signore. Non è meraviglioso in quanti modi ci guidi e ci benedica il nostro affettuoso Padre Celeste? Egli vuole davvero che torniamo a casa.

Grazie a una serie di tenere misericordie, quando ero un giovane dottore appena uscito dalla facoltà di medicina fui ammesso alla specializzazione in pediatria in un corso competitivo e di alto profilo. Quando conobbi gli altri specializzandi, mi sentii il meno intelligente e il meno preparato. Pensavo che non sarei mai riuscito ad essere all’altezza del resto del gruppo.

Una notte, all’inizio del terzo mese, ero seduto nella medicheria dell’ospedale e passavo dal singhiozzare all’addormentarmi mentre cercavo di compilare la scheda di ricovero di un bambino con la polmonite. Non mi ero mai sentito tanto scoraggiato in vita mia. Non avevo idea di come curare la polmonite in un bambino di dieci anni. Cominciai a chiedermi che cosa ci facessi lì.

Proprio in quel momento, uno degli specializzandi con più anni di esperienza mi mise la mano sulla spalla. Mi chiese come stessi e io raccontai tutte le mie frustrazioni e paure. La sua risposta mi cambiò la vita. Mi disse quanto lui e gli altri specializzandi più esperti fossero fieri di me e come pensassero che sarei diventato un ottimo dottore. In breve, credeva in me in un momento in cui neanche io credevo in me stesso.

Similmente alla mia esperienza, spesso i membri si chiedono: “Sono bravo abbastanza?” oppure “Riuscirò davvero a entrare nel regno celeste?”. Ovviamente, è impossibile essere “bravo abbastanza”. Nessuno di noi potrà mai “guadagnarsi” o “meritarsi” la salvezza, ma è normale chiedersi se si è accetti agli occhi del Signore, ed è così che io interpreto queste domande.

Quando siamo in chiesa, a volte perfino degli inviti sinceri a migliorare noi stessi ci scoraggiano. Nella nostra mente pensiamo: “Non posso fare tutte queste cose” oppure “Non sarò mai bravo come tutte queste altre persone”. Forse ci sentiamo proprio come mi sentii io quella notte in ospedale.

Per favore, mie cari fratelli e sorelle, dobbiamo smetterla di paragonarci agli altri. Mettendoci in competizione e facendo paragoni ci torturiamo inutilmente. Giudichiamo erroneamente il nostro valore in base alle cose che possediamo o che non possediamo e in base alle opinioni degli altri. Se proprio dobbiamo fare dei paragoni, paragoniamo come eravamo in passato a come siamo oggi e perfino a come vogliamo essere in futuro. L’unica opinione che conta è ciò che il nostro Padre Celeste pensa di noi. Vi prego di chiederGli sinceramente che cosa Egli pensa di voi. Egli ci ama e ci correggerà, ma non ci scoraggerà mai; scoraggiarci è il piano di Satana.

Permettetemi di essere diretto e chiaro. Le risposte alle domande: “Sono bravo abbastanza?” e “Ce la farò?” sono: “Sì! Sarai all’altezza” e “Sì! Ce la farai se continuerai a pentirti, non razionalizzerai né ti ribellerai”. Il Dio del cielo non è un arbitro spietato alla ricerca di qualunque scusa per buttarci fuori dalla partita, ma un Padre che ci ama in maniera perfetta, che più di ogni altra cosa desidera che tutti i Suoi figli tornino a casa e vivano per sempre con Lui come famiglie. Egli ha davvero dato il Suo Unigenito Figliuolo in modo che noi non perissimo ma avessimo la vita eterna!1 Vi prego, credete in questa verità eterna e traetene speranza e conforto. Il nostro Padre Celeste vuole che tutti noi ce la facciamo! Questa è la Sua opera e la Sua gloria.2

Amo il modo in cui il presidente Gordon B. Hinckley era solito insegnare questo principio. In diverse occasioni lo sentii dire: “Fratelli e sorelle, tutto quello che il Signore si aspetta da noi è che proviamo, ma dobbiamo provare davvero!”3.

“Provare davvero” significa fare tutto ciò che possiamo, riconoscendo dove dobbiamo migliorare e poi provare ancora. Facendolo ripetutamente, ci avviciniamo sempre di più al Signore, sentiamo sempre di più il Suo Spirito,4 e riceviamo un’ulteriore porzione della Sua grazia, ossia del Suo aiuto.5

A volte credo che non riconosciamo quanto il Signore desideri aiutarci. Adoro queste parole dell’anziano David A. Bednar:

“La maggior parte di noi comprende in modo chiaro che l’Espiazione è per i peccatori. Non sono sicuro, tuttavia, che sappiamo e comprendiamo che l’Espiazione è anche per i santi […].

L’Espiazione ci dà l’aiuto di cui abbiamo bisogno per superare ed evitare il male così come per fare il bene e diventare buoni […].

È mediante la grazia del Signore che le persone […] ricevono la forza e l’assistenza per compiere le buone opere che altrimenti non potrebbero [compiere].Questa grazia è quel potere [capacitante] [Bible Dictionary, “Grace”, corsivo aggiunto], o aiuto celeste di cui ognuno di noi ha disperatamente bisogno per qualificarsi per il regno celeste”.6

Tutto ciò che dobbiamo fare per ricevere questo aiuto divino è chiedere di ottenerlo e poi agire sulla base dei retti suggerimenti spirituali che riceviamo.

La splendida notizia è che se ci pentiamo sinceramente, i nostri vecchi peccati non ci impediranno di essere esaltati. Moroni ci parla dei trasgressori della sua epoca: “Ma ogni volta che si pentivano e chiedevano perdono, con intento reale, erano perdonati”7.

E il Signore stesso ha detto del peccatore:

“E se confessa i suoi peccati dinanzi a te e a me, e si pente nella sincerità del suo cuore, lo perdonerai, e io pure lo perdonerò.

Sì, e ogni volta che il mio popolo si pentirà, io perdonerò loro le loro trasgressioni contro di me”8.

Se ci pentiremo con sincerità, Dio ci perdonerà veramente, anche se abbiamo commesso lo stesso peccato più e più volte. Come ha detto l’anziano Jeffrey R. Holland: “A prescindere da quanto tardi pensiate che sia, da quante opportunità pensiate di aver perso, da quanti errori sentiate di aver commesso […], vi attesto che non vi siete allontanati oltre la portata dell’amore divino. È impossibile per voi affondare così profondamente da non poter essere raggiunti dall’infinita luce dell’Espiazione di Cristo”9.

Questo non significa in alcun modo che peccare sia accettabile. Il peccato ha sempre delle conseguenze. Il peccato fa del male e ferisce sempre sia chi lo compie sia chi lo subisce. Il vero pentimento non è mai facile.10 Inoltre, vi prego di comprendere che Dio non può eliminare immediatamente tutte le conseguenze dei nostri peccati, nonostante Egli tolga, quando ci pentiamo sinceramente, la colpa e l’onta causata da essi. A volte tali conseguenze rimangono per il resto della nostra vita. Il peggior tipo di peccato è quello premeditato in cui si dice: “Posso peccare ora e pentirmi in seguito”. Credo che questa sia una solenne beffa del sacrificio e delle sofferenze di Gesù Cristo.

Il Signore stesso ha dichiarato: “Poiché io, il Signore, non posso considerare il peccato col minimo grado di tolleranza”11.

E Alma ha proclamato: “Ecco, io ti dico, la malvagità non fu mai felicità”12.

Uno dei motivi per cui la dichiarazione di Alma è particolarmente vera è che, continuando a peccare, noi ci allontaniamo dallo Spirito, ci scoraggiamo e quindi smettiamo di pentirci. Ma ripeto: grazie all’Espiazione del Salvatore, possiamo pentirci ed essere completamente perdonati, non appena il nostro pentimento sarà sincero.

Quello che non possiamo fare è razionalizzare anziché pentirci. Non funzionerà giustificarci nei nostri peccati dicendo: “Dio sa che per me è troppo difficile, quindi mi accetta così come sono”. “Provare davvero” significa perseverare mentre raggiungiamo appieno il livello richiesto dal Signore, che è definito con chiarezza nelle domande che ci vengono poste per ottenere una raccomandazione per il tempio.

L’altra cosa che sicuramente ci terrà distanti dal cielo e ci allontanerà dall’aiuto di cui abbiamo bisogno è la ribellione. Dal libro di Mosè impariamo che Satana fu scacciato dal cielo a causa della ribellione.13 Siamo in ribellione ogni volta che diciamo nel nostro cuore: “Non ho bisogno di Dio e non mi devo pentire”.

Come pediatra che ha lavorato in terapia intensiva, so che rifiutare una terapia salvavita può portare inutilmente alla morte fisica. Allo stesso modo, quando ci ribelliamo contro Dio rifiutiamo il nostro unico aiuto e la nostra unica speranza, ossia Gesù Cristo, e questo porta alla morte spirituale. Nessuno di noi può farcela con le sole proprie forze. Nessuno di noi sarà mai “bravo abbastanza”, se non tramite i meriti e la misericordia di Gesù Cristo;14 tuttavia, a motivo del fatto che Dio rispetta il nostro arbitrio, noi non possiamo nemmeno essere salvati senza tentare. È così che funziona l’equilibrio tra la grazia e le opere. Possiamo avere questa speranza in Cristo perché Egli vuole aiutarci e cambiarci. In realtà, Egli vi sta già aiutando. Fermatevi a riflettere e riconoscete il Suo aiuto nella vostra vita.

Vi rendo testimonianza che se proverete davvero, senza razionalizzare né ribellarvi, pentendovi spesso e supplicando di ricevere la grazia — ossia l’aiuto — di Cristo, sarete certamente “bravi abbastanza”, ossia accettabili agli occhi del Signore; riuscirete a raggiungere il regno celeste essendo perfetti in Cristo; e riceverete le benedizioni, la gloria e la gioia che Dio desidera per ognuno dei Suoi preziosi figli, inclusi nello specifico voi ed io. Attesto che Dio vive e che vuole che torniamo a casa. Attesto che Gesù vive. Nel santo nome di Gesù Cristo. Amen.