2002
Perché la mia vita fu preservata?
Giugno 2002


Perché la mia vita fu preservata?

Quando pensavo alle mie prime esperienze di crescita, a Cuba, una di esse mi tornava sempre in mente. Potevo descrivere chiaramente il mio adorato fratellino Raul, ammalato. Potevo vedere mia madre che si preoccupava per lui, piangendo disperatamente ogni giorno, e mia nonna che cercava freneticamente aiuto. Potevo vedere l’intera famiglia china sul suo letto, in lacrime. Mi era sempre sembrato di essere testimone della paura di mio fratello e delle lacrime della mia famiglia, come se li avessi osservati da un luogo posto in alto, con una buona visuale di tutto ciò che si trovava sotto. Per qualche ragione, quella scena era sempre presente nella mia mente, ma non volevo mai parlarne.

Quando avevo 10 anni, mia madre morì, lasciando cinque bambini. Io mi addolorai per la sua morte, ma era anche più doloroso vedere come i miei fratelli e sorelle ed io fummo divisi. Nessuno volle prenderci tutti e cinque, così ogni coppia di nonni prese due bambini e la sorella di mio padre prese il mio fratello più giovane, Orlando. A causa della mia ribellione, alla fine fui mandata in una scuola per orfani, dove crebbi triste, sola e amareggiata.

Quando compii 16 anni, cominciai a cercare i miei fratelli e le mie sorelle. Trovai solamente tre di loro perché Orlando si era trasferito con mia zia negli Stati Uniti. Poi, poco tempo dopo che lo ebbi rintracciato, Raúl rimase fulminato mentre stava imparando il mestiere di elettricista.

Addolorata dalla perdita, confidai a mia nonna il ricordo della malattia di Raul. Mia nonna mi chiese: «Di che cosa stai parlando? Raul non era malato. Quella eri tu. Una notte ti ammalasti così gravemente che il dottore ti dette per morta. Eravamo disperati e piangemmo sul tuo letto. Non abbiamo mai saputo perché il tuo cuore riprese a battere di nuovo».

Io rimasi scioccata a tal punto che non chiesi ulteriori particolari a mia nonna, ma le domande riguardo al significato della vita cominciarono a tormentarmi: «Perché la mia vita era stata preservata? Che cosa dovevo fare? Che cosa significava tutto ciò?»

Dieci anni più tardi, mi trasferii negli Stati Uniti. Là trovai mio fratello Orlando. Ma dovevo ancora trovare le risposte alle mie domande. Cominciai la mia ricerca nelle varie chiese. Sebbene ognuna contribuisse con una risposta o con un’altra, nessuna di esse aveva tutte le risposte che avevo bisogno di trovare. Pregai Dio che mi aiutasse ad arrivare a conoscere la verità.

Poi un giorno, nella primavera del 1986, i missionari della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni vennero a casa mia. Essi risposero ad ognuna delle mie do-mande. Quando studiai il Libro di Mormon, fui commossa fino alle lacrime dalla testimonianza che avevo ricevuto della sua veridicità. Fui battezzata a luglio. Circa un anno dopo, feci celebrare il battesimo di Raul nel tempio. Poi io e lui fummo suggellati ai nostri genitori per l’eternità.

Il Vangelo ha cambiato la mia vita. Da quel momento, circondata dai miei fratelli e dalle mie sorelle nel Vangelo, non mi sono mai sentita sola. So che la mia vita ha uno scopo e che, finché noi confidiamo in Dio, la sofferenza può esserci d’insegnamento e fortificarci.

Io provo gioia pensando che i membri della mia famiglia mi stanno aspettando oltre il velo della vita terrena. So che un giorno o l’altro il mio spirito lascerà di nuovo il mio corpo. Ma so che grazie a Gesù Cristo, il mio spirito e il mio corpo un giorno saranno riuniti per sempre ed io potrò vivere con Lui e con la mia famiglia per tutta l’eternità.

María MacPherson è membro del Rione di Elkhorn, Palo di Milwaukee (Wisconsin).