2003
La meraviglia che è in voi
Novembre 2003


La meraviglia che è in voi

Cominciate a scoprire chi voi siete realmente imparando a conoscere di più i vostri predecessori.

Miei cari fratelli del sacerdozio di Dio di tutto il mondo, estendiamo a ognuno di voi il nostro affetto e i nostri saluti ovunque vi troviate.

Provate a immaginare con me una piccola orfana di sei anni in viaggio per le pianure dell’America. Si chiama Elsie Ann. Sua madre morì quando aveva due anni. Suo padre si era risposato, così per qualche tempo aveva avuto una madre adottiva. Poi suo padre morì a Winter Quarters quando aveva cinque anni. La madre adottiva si era risposata e trasferita, lasciando quest’orfanella con Peter e Selina Robison, parenti della donna. Elsie Ann lasciò Winter Quarters con i Robison nel luglio del 1849 verso l’ovest. Osservando Selina prendersi cura della sua bimba di dieci mesi, sentiva indubbiamente la mancanza della propria madre. Talvolta osava chiedere: «Dov’è mia madre?»

Il mio cuore si stringe attorno a questa piccola quando la immagino affrontare il suo futuro incerto senza il conforto e l’aiuto di parenti. Elsie Ann era la mia bisnonna e solo di recente abbiamo scoperto chi fosse la sua vera madre. Per anni avevamo creduto che Elsie Ann fosse la figlia di Jane Robison. Un’accurata ricerca ci ha rivelato i suoi veri genitori e dopo tutti questi anni Elsie Ann è stata finalmente suggellata a suo padre John Akerley e sua madre Mary Moore.

I miei nonni hanno influito fortemente sulla mia vita. Sebbene siano morti da molti anni, sento tuttora il loro confortante affetto. Uno dei miei nonni, James Akerley Faust, morì prima che io nascessi. L’ho conosciuto soltanto attraverso i racconti di mia nonna e dei miei genitori. Tuttavia, mi sento fortemente legato a lui, poiché io sono in parte ciò che lui era. Tra le altre cose, egli era un cowboy, aveva una fattoria ed era il direttore dell’ufficio postale di un paesino nel centro dello Utah. Una volta in pieno inverno mio nonno intraprese un viaggio verso l’Idaho, dove incontrò un conoscente che era caduto in sventura. Faceva freddo e l’amico di mio nonno non possedeva un cappotto. Il nonno si tolse il cappotto e glielo donò.

Questa sera incoraggio voi giovani uomini a cominciare a scoprire chi voi siete realmente imparando a conoscere di più i vostri predecessori. Alex Haley, l’autore del libro Radici, disse: «Nell’intimo di ognuno di noi c’è lo struggente desiderio di conoscere il nostro retaggio—di conoscere chi siamo e da dove siamo venuti. Se manca questa preziosa conoscenza, c’è in noi un grande smarrimento. Quali che siano i successi che otteniamo in questa vita, c’è in noi un vuoto e la più inquietante solitudine».1 Possiamo fare delle esperienze emozionanti nel conoscere i nostri energici e vitali avi. Erano persone reali, con problemi, speranze e sogni proprio come noi oggi.

In molti modi ognuno di noi è il risultato di ciò che furono i nostri antenati. Le virtù che possedevano potrebbero essere le nostre virtù, le loro forze le nostre forze e magari le loro difficoltà potrebbero essere le nostre difficoltà. Alcuni dei loro tratti caratteristici potrebbero essere nostri. Qualche tempo fa ho notato che uno dei miei pronipoti, ancora piccolo, sembrava camminare in modo tutto particolare. Mia moglie disse: «Cammina proprio come te!» Ora mi domando da chi posso aver ereditato questa caratteristica.

Conoscere i nostri antenati morti molto tempo fa porta grande gioia. Ognuno di noi ha una genealogia affascinante. Trovare i propri antenati può essere uno dei puzzle più interessanti a cui voi giovani uomini vi possiate dedicare.

Ognuno di noi deve cominciare da qualche parte e ciò può essere fatto dai giovani e dai meno giovani. Quest’estate 170 bambini del Palo di Accra Lartebiokorshie, nel Ghana, hanno cercato le loro quattro generazioni nel corso di un’attività di due ore e più di 74 di loro hanno completato ed esposto i loro alberi genealogici.

Come il presidente Boyd K. Packer ha insegnato: «Se non sapete da dove iniziare, iniziate con voi stessi. Se non sapete quali documenti cercare e dove cercarli, iniziate con ciò che avete».2 Scoprirete la meraviglia che è in voi. Può essere più entusiasmante che guardare un film o giocare con il computer. Dovrete scoprire chi erano i vostri nonni e i vostri bisnonni, nonché quali ordinanze sono state fatte per loro nel tempio. Se non sapete dove reperire queste informazioni, chiedete ai membri del vostro rione che sanno dove cercare.

Chiedete ai componenti della vostra famiglia ciò che sanno riguardo ai parenti lontani. Cercate nelle fonti disponibili, come le Bibbie di famiglia, ulteriori dettagli sui vostri antenati. Inoltre potete servirvi di altre risorse, come i documenti anagrafici ed ecclesiastici, i censimenti e i registri militari. Se avete accesso a un computer, potete utilizzarlo per entrare nel sito della Chiesa Family Search.org. La ricerca genealogica è diventata un’attività sofisticata, nella quale i computer possono apportare un contributo immenso alla vostra ricerca. Potete accedere facilmente a una vasta raccolta di documenti genealogici, collegandovi a Internet dal vostro computer o dal centro genealogico più vicino.

I centri genealogici sono ora presenti in ottantotto paesi. Fanno parte di un ineguagliabile sistema di conservazione di dati che contribuiscono a preservare il retaggio delle famiglie di tutto il mondo. Nella biblioteca genealogica centrale di Salt Lake City gli utilizzatori mantengono una corrispondenza continua e condividono i propri alberi genealogici. Una persona ha scritto: «Vi mandiamo cinque bambini in una busta a parte».

Il grande lavoro di effettuare le ordinanze di salvezza per i nostri parenti morti è una parte essenziale della triplice missione della Chiesa. Svolgiamo questo lavoro per un motivo: redimere i nostri antenati defunti. Il lavoro nel tempio è fondamentale sia per noi che per i nostri avi che stanno attendendo che le ordinanze di salvezza siano svolte per loro. È essenziale poiché «noi senza di loro non possiamo essere resi perfetti, né possono loro essere resi perfetti senza di noi».3 Loro hanno bisogno delle ordinanze di salvezza e noi di essere suggellati a loro. Per questo motivo è importante tracciare il nostro albero genealogico in modo che nessuno venga tralasciato.

Cercare i nostri parenti defunti non è solo un hobby. È un dovere fondamentale di tutti i membri della Chiesa. Crediamo che la vita continui dopo la morte e che tutti risusciteranno.4 Crediamo che le famiglie possano continuare nella prossima vita se hanno mantenuto le speciali alleanze strette in uno dei sacri templi sotto l’autorità di Dio. Crediamo che i nostri antenati defunti possano anche essere uniti eternamente alla loro famiglia quando stringiamo le alleanze per procura nei templi. I nostri progenitori possono accettare queste alleanze nel mondo degli spiriti, se questo è loro desiderio.5

La grande opera di vicariato per i nostri antenati nei templi evidenzia la giustizia e l’imparzialità del vangelo di Gesù Cristo. Il profeta Joseph Smith spiegò il terribile dilemma che dovrebbero affrontare i figli di Dio se non ci fosse il lavoro nel tempio per i nostri antenati. Egli disse: «Una persona muore e viene sepolta, senza mai aver conosciuto il vangelo di riconciliazione; a un altro viene portato il messaggio di salvezza, egli lo ascolta e accoglie, ed eredita la vita eterna. Dovrebbe l’uno prendere parte alla gloria e l’altro essere destinato alla perdizione eterna? Non esiste alcuna via di salvezza?»6 Fortunatamente i nostri antenati avranno la possibilità di ricevere e accettare le ordinanze di salvezza nel momento in cui noi li identifichiamo e completiamo per procura le sacre alleanze. Noi facciamo per loro ciò che non possono fare per se stessi. Si tratta di un’esperienza molto gratificante.

Nella grande visione all’interno del tempio di Kirtland, il profeta Elia apparve al profeta Joseph Smith e a Oliver Cowdery, consegnò le chiavi del lavoro nel tempio e del potere di suggellamento nelle mani di Joseph Smith.7 Fu così adempiuta la profezia di Malachia che Elia sarebbe stato mandato per «volgere il cuore dei padri ai figli e i figli ai padri, per timore che la terra intera sia colpita di maledizione».8

Cosa significa? Volgere i nostri cuori ai nostri padri significa ricercare i nomi dei nostri antenati e svolgere le ordinanze di salvezza nel tempio in loro favore. Questo creerà una catena continua tra noi e i nostri predecessori che potrà poi risalire fino a Padre Adamo e Madre Eva.

Il cuore di un ragazzino di undici anni si volse verso i suoi padri durante una serata familiare in cui i bambini crearono dei libri personali di ricordi. Il giovane Jeff volle accompagnare sua madre agli archivi nazionali. La madre temeva che lui potesse disturbare gli altri ricercatori ma egli insistette e lei acconsentì a portarlo. Dopo quattro ore di ricerca Jeff esclamò: «Mamma, ho trovato il nonno!» Aveva realmente trovato il suo trisavolo.9 Tuttavia non è sempre così facile. In una lettera al dipartimento di genealogia, qualcuno scrisse: «Abbiamo perso la nostra nonna. Ci mandereste una copia?»

Il vangelo di Gesù Cristo insegna che l’organizzazione della famiglia celeste sarà «completa», cioè «una organizzazione unita dal padre, dalla madre e dai figli di una generazione al padre, alla madre ed ai figli della generazione successiva, e così di seguito sino alla fine del tempo».10

Risalendo ai nomi dei nostri avi, li troviamo spesso scritti in modo diverso, secondo la fonte. È questo il caso di uno studente universitario di Provo, nello Utah, che si incuriosì al fenomeno dei collegamenti delle generazioni. Una sera, camminando per la biblioteca, si ricordò di aver sentito qualcuno nella famiglia Searing parlare di una città nello Stato di New York che aveva preso il nome da un loro antenato. Così decise di cercare la città. Incappò in una vecchia copia del gazzettino di New York e vi lesse di un uomo di nome Simon Searing che contribuì alla colonizzazione di Long Island alla metà del 1600. Poteva questo Simon essere un suo antenato? Doveva scoprirlo. Cominciò a fare ricerche minuziose e risalì di qualche generazione ma aveva ancora bisogno di collegare il 1800 al 1600. Avvenne poi un miracolo. Inaspettatamente individuò la storia di una famiglia Syring. Le famiglie nel libro dei Syring terminavano con la stessa generazione a cui lui si era fermato nella sua ricerca. Non solo fu in grado di collegare molte generazioni, ma riuscì anche a collegarsi al colonizzatore Simon Searing.11

Alcuni sono interessati alla ricerca genealogica per accrescere la propria immagine attraverso antenati importanti. La mia esperienza è stata diversa. Sono rimasto affascinato nel conoscere delle persone sconosciute perfettamente comuni, i cui documenti parlano di vite eroiche. Una volta Arthur R. Bassett disse: «Chi di noi vuole scagliare pietre ai propri antenati? Io, ad esempio, sono attratto dalle loro battaglie, dalle vittorie quanto dalle sconfitte… Sono affascinato da quelle che potrebbero apparire le vite più normali perché ho imparato a riconoscere il lato entusiasmante di ciò che è normale».12

Probabilmente non troverete ladri di cavalli tra i vostri antenati ma se così fosse, è importante che svolgiate il lavoro di tempio, perché noi crediamo nel pentimento anche per i morti:

«I morti che si pentono saranno redenti tramite l’obbedienza alle ordinanze della casa di Dio,

E dopo che avranno pagato la pena per le loro trasgressioni e saranno stati purificati, riceveranno una ricompensa secondo le loro opere, poiché sono eredi della salvezza».13

Trovare i nostri antenati ad uno ad uno può essere un processo pieno di ostacoli, ma anche emozionante e gratificante. Sentiamo spesso la guida dello Spirito quando utilizziamo le fonti che li identificano. Poiché questa è un’opera molto spirituale, possiamo aspettarci di ricevere aiuto dall’altra parte del velo. Sentiamo che i nostri parenti che attendono che li troviamo ci tirano, affinché possano ricevere le ordinanze. Questo è un servizio cristiano poiché facciamo qualcosa per coloro che non lo possono fare da sé.

Molti di voi giovani uomini hanno già avuto esperienze con il lavoro di tempio prendendo parte ai battesimi per i morti. Quando ci rechiamo presto al tempio vediamo spesso giovani vestiti di bianco pronti a partecipare a questa esperienza appagante prima di andare a scuola. La vostra dedizione a quest’opera fondamentale è lodevole. Così facendo avete già assaporato la pace e la serenità all’interno delle mura dei nostri templi.

Porto testimonianza che Dio è un Dio giusto, che Egli non concederà a noi privilegi negandoli ai nostri antenati ma noi su questa terra dovremo fare a loro favore i battesimi, le investiture e i suggellamenti per procura, così che possiamo essere uniti eternamente a loro e «prendere parte alla prima risurrezione».14

Porto inoltre testimonianza che il Signore ispira il presidente Hinckley nel guidarci in quest’opera importante. Possa la pace che proviene dallo svolgimento fedele dei nostri doveri di sacerdoti essere sempre con noi. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. «What Roots Means to Me», Reader’s Digest, maggio 1977, 73–74.

  2. «La vostra genealogia: da dove cominciare», Liahona, agosto 2003, 15.

  3. DeA 128:18.

  4. Vedere Atti 24:15; Alma 11:41–45.

  5. Vedere «Why Family History?» su Internet: www.familysearch.org.

  6. History of the Church, 4:425–426.

  7. Vedere DeA 110:13–14, 16.

  8. DeA 110:15.

  9. R. Scott Lloyd, «Hearts of the Children», Church News, 14 settembre 1986, 16.

  10. Joseph Fielding Smith, Dottrine di salvezza, Bruce R. McConkie, 3 volumi, 2:156.

  11. Bryan Searing, «The Link Made», Church News, 27 ottobre 1990, 16.

  12. «The Relationship of Genealogy and History», rapporto sulla conferenza mondiale del 1980 sui dati genealogici, 13 volumi, Archivi della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, 2:4.

  13. DeA 138:58–59.

  14. Wilford Woodruff, The Discourses of Wilford Woodruff, G. Homer Durham (1946), 149.