2007
La pietra staccatasi dalla montagna
Novembre 2007


La pietra staccatasi dalla montagna

Il Signore sta mantenendo la Sua promessa che il Suo vangelo sarà come la pietra che è staccata dalla montagna senz’opera di mano.

Immagine

Miei fratelli e sorelle, viviamo con un fenomeno interessante. Un solista canta ripetutamente la stessa canzone. Un’orchestra ripete la stessa musica. Ma da un oratore ci si aspetta che dica qualcosa di nuovo ogni volta che parla. Stamattina infrangerò quella tradizione e ripeterò in larga misura ciò che ho detto in un’altra occasione.

La Chiesa è diventata una grande famiglia sparsa per il mondo. Ora siamo oltre 13 milioni in più di 176 nazioni e territori. Si sta avverando un’opera meravigliosa e un prodigio. Il Signore sta mantenendo la Sua promessa che il Suo vangelo, «come la pietra che è staccata dalla montagna senz’opera di mano, rotolerà finché avrà riempito la terra intera», come ha visto Daniele in visione (vedere Daniele 2:31–45; DeA 65:2). Proprio sotto i nostri occhi si sta realizzando un grande miracolo.

Voglio portarvi indietro di 184 anni, nel 1823. Era il mese di settembre, nella notte tra il 21 e il 22, per essere esatti.

Il giovane Joseph Smith aveva pregato prima di andare a letto. Aveva chiesto perdono al Signore per la sua leggerezza. Allora accadde un miracolo. Egli dice:

«Mentre ero così nell’atto di invocare Dio, mi accorsi di una luce che apparve nella mia stanza, e che continuò ad aumentare finché la stanza fu più luminosa che a mezzogiorno, quando improvvisamente un personaggio apparve accanto al mio letto…

Mi chiamò per nome e mi disse che era un messaggero inviatomi dalla presenza di Dio, e che il suo nome era Moroni; che Dio aveva un’opera da farmi compiere, e che il mio nome sarebbe stato conosciuto in bene e in male fra tutte le nazioni, stirpi e lingue, ossia che se ne sarebbe parlato bene e male fra tutti i popoli» (Joseph Smith—Storia 1:30, 33).

Il ragazzo rimase stupito da quanto aveva udito. Agli occhi di chi lo conosceva, lui era semplicemente un povero ragazzo di campagna senza istruzione. Non era ricco; versava nelle stesse condizioni dei suoi vicini. I suoi genitori erano poveri contadini. La zona in cui abitava era rurale e sconosciuta. Gli abitanti erano persone normali che cercavano di sopravvivere con il duro lavoro.

Eppure, un angelo di Dio disse che il suo «nome sarebbe stato conosciuto in bene e in male fra tutte le nazioni, stirpi e lingue». Come poteva essere? Quell’affermazione includeva tutto il mondo.

Oggi, guardando indietro, a 177 anni dall’organizzazione della Chiesa, rimaniamo meravigliati per ciò che è accaduto. Quando la Chiesa fu organizzata nel 1830 c’erano solo sei membri, un pugno di credenti, tutti residenti in un oscuro villaggio. Oggi siamo diventati la quarta o quinta chiesa del Nord America, con congregazioni in ogni città di una qualche importanza. I pali di Sion oggi fioriscono in tutti gli stati degli Stati Uniti, in tutte le province canadesi, in ogni stato del Messico, in ogni nazione del Centro America e ovunque in Sud America.

Ci sono congregazioni ogni dove nelle Isole Britanniche e nell’Europa continentale, dove negli anni a migliaia si sono uniti alla Chiesa. Quest’opera ha raggiunto gli stati baltici e poi giù la Bulgaria, l’Albania e altre zone in quell’area. Si estende in Russia, raggiunge la Mongolia e giù per le nazioni asiatiche fino alle isole del Pacifico, in Australia, in Nuova Zelanda, in India e in Indonesia. Fiorisce in molte nazioni africane.

Le nostre conferenze generali vengono trasmesse via satellite o con altri mezzi in 92 diverse lingue.

E questo è solo l’inizio. Quest’opera continuerà a crescere e a prosperare e a espandersi su tutta la terra. Deve farlo, se si deve avverare la promessa di Moroni a Joseph.

Questa è un’opera unica e meravigliosa. È sostanzialmente diversa da tutte le altre dottrine religiose che io conosco.

Quando Gesù era sulla terra disse: «Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo» (Giovanni 17:3).

Joseph, a quattordici anni, fece un’esperienza durante quella gloriosa Prima Visione diversa da tutte le altre esperienze mai fatte da un qualsiasi uomo. Non abbiamo alcun resoconto, in alcuna epoca, che Dio, il nostro Padre Eterno, sia apparso sulla terra insieme al Suo Beneamato Figliolo, il Signore risorto.

Quando Gesù fu battezzato da Giovanni nel fiume Giordano, si udì la voce di Dio, ma non fu visto. Di nuovo sul Monte della Trasfigurazione si udì la voce di Dio, ma non c’è traccia della Sua apparizione. Stefano vide il Signore alla destra del Padre, ma Essi non si rivolsero a lui e non lo istruirono.

Dopo la Sua risurrezione, Gesù apparve ai Nefiti nell’emisfero occidentale. La voce dell’Onnipotente fu udita tre volte, per annunciare il Cristo risorto, ma il Padre non apparve.

Quanto fu meravigliosa quella visione del 1820, quando Joseph pregò nel bosco e gli apparvero entrambi, il Padre e il Figlio. Uno di essi gli parlò, chiamandolo per nome, e disse indicando l’altro: «Questo è il mio Figlio diletto. Ascoltalo!» (Joseph Smith—Storia 1:17).

Prima non era mai accaduto nulla di simile. Ci chiediamo perché era così importante che apparissero entrambi, il Padre e il Figlio. Penso fosse così importante perché stavano introducendo la dispensazione della pienezza dei tempi, l’ultima dispensazione del Vangelo, quando gli elementi di tutte le dispensazioni precedenti sarebbe stati riuniti insieme. Questo doveva essere l’ultimo capitolo nella lunga cronaca dei rapporti tra Dio e l’uomo sulla terra.

Dopo la morte del Salvatore, la Chiesa che Egli stabilì cadde nell’apostasia. Le parole di Isaia si erano adempiute: «La terra è profanata dai suoi abitanti, perch’essi han trasgredito le leggi, han violato il comandamento, han rotto il patto eterno» (Isaia 24:5).

Rendendosi conto dell’importanza di conoscere la vera natura di Dio, gli uomini hanno cercato di trovare un modo per descriverLo. Il clero si disputava. Quando Costantino diventò cristiano, nel quarto secolo, convocò un gran numero di uomini dotti con la speranza che giungessero a una conclusione per la conoscenza della vera natura di Dio. Riuscirono solo a giungere ad un compromesso delle diverse opinioni. Il risultato fu il Credo di Nicea del 325 d.C. Questo credo e altri successivi sono diventati la dichiarazione dottrinale riguardo alla natura della Divinità per la maggioranza della cristianità.

Li ho letti tutti molte volte. Non li comprendo. Penso che anche altri non li comprendano. Sono sicuro che anche il Signore sapeva che molti non li avrebbero compresi. Quindi, nel 1820, in quella incomparabile visione, il Padre e il Figlio apparvero al giovane Joseph. Essi gli parlarono con parole udibili, ed egli parlò Loro. Essi potevano vedere, parlare, ascoltare. Erano reali, con un corpo; non erano esseri immaginari. Dimoravano in un tabernacolo di carne. E da quella esperienza deriva la nostra comprensione, unica e reale, della natura della Divinità.

Non c’è da stupirsi che quando Joseph, nel 1842, scrisse gli articoli di fede, come primo articolo enunciò: «Noi crediamo in Dio, il Padre Eterno, e in Suo Figlio Gesù Cristo e nello Spirito Santo» (Articoli di Fede 1:1).

Come tutti ben sapete, negli anni si susseguirono un «gran nuvolo di testimoni», come profetizzato da Paolo (vedere Ebrei 12:1).

Prima venne Moroni, con le tavole dalle quali fu tradotto il Libro di Mormon. È qualcosa di singolare e straordinario. La storia di Joseph riguardo alle tavole d’oro era fantastica, difficile da credere e facile da smentire. Avrebbe potuto scriverlo di proprio pugno? Il libro, fratelli e sorelle, è a disposizione di tutti per essere visto, toccato, letto. Tutti i tentativi per spiegarne le origini, oltre alla storia da lui stesso raccontata, non hanno retto. Egli non era istruito; eppure in breve tempo tradusse ciò che, stampato, supera le 500 pagine.

Paolo dichiara: «Ogni parola sarà confermata dalla bocca di due o di tre testimoni» (2 Corinzi 13:1).

La Bibbia fu sola per secoli. È un libro prezioso e meraviglioso. Ora c’è un secondo testimone a dichiarare la divinità di Cristo. Il Libro di Mormon è il solo libro mai pubblicato, che io conosca, con la promessa che a colui che lo legge devotamente e chiede in preghiera sarà rivelata, per il potere dello Spirito Santo, la conoscenza che è vero (vedere Moroni 10:4).

Da quando è stato pubblicato per la prima volta in un negozio di campagna a Palmyra, nello Stato di New York, ne sono state stampate 133 milioni di copie. È stato tradotto in centocinque lingue, e di recente è stato inserito nella rosa dei venti libri di maggiore influenza, mai pubblicati nel Nord America.

Recentemente una prima edizione è stata venduta per 105.000 dollari; ma la versione più economica ha lo stesso valore per il lettore che ama il suo linguaggio e messaggio.

Per tutti questi anni i critici hanno cercato di spiegarlo, ne hanno parlato contro, lo hanno ridicolizzato, ma è sopravissuto a tutti loro, e la sua influenza oggi è maggiore che in qualsiasi altra epoca.

In questa serie di eventi, il successivo fu la restaurazione del sacerdozio, conferito da esseri risorti che lo avevano detenuto quando il Salvatore camminava sulla terra. Successe nel 1829, quando Joseph aveva solo 23 anni.

Dopo il ricevimento del sacerdozio, la Chiesa fu organizzata il 6 aprile 1830, quando Joseph non aveva ancora 25 anni. Di nuovo, la sua organizzazione è unica e diversa da quella della cristianità tradizionale. È guidata da ministri laici. Il servizio volontario è la sua genialità. È cresciuta e si è estesa, migliaia e migliaia di uomini fedeli e capaci ne hanno diretto l’opera.

Oggi rimango attonito davanti alle meraviglie rivelate da Dio al Suo profeta prescelto, quando era ancora giovane e sconosciuto. Il linguaggio stesso di queste rivelazioni va oltre la capacità di esprimersi di un uomo, per quanto istruito possa essere.

Gli studiosi che non sono della nostra fede, che non accettano le nostre dottrine peculiari, sono meravigliati dall’avanzamento di quest’opera, che tocca il cuore delle persone in tutto il mondo. Tutto questo lo dobbiamo al profeta Joseph, il veggente e rivelatore, l’apostolo del Signore Gesù Cristo, che fu preordinato ad essere uno strumento nelle mani dell’Onnipotente in questa generazione per restaurare sulla terra ciò che il Salvatore aveva insegnato quando calcava le strade della Palestina.

In questo giorno io affermo la mia testimonianza della chiamata del profeta Joseph, della sua opera, del suggellamento della sua testimonianza con il sangue come martire per la verità eterna. Ognuno di voi può rendere la stessa testimonianza. Voi ed io dobbiamo confrontarci con la semplice domanda se accettare la verità della Prima Visione e quello che ne è seguito. Sulla sua realtà poggia la validità stessa di questa chiesa. Se è vero, e io attesto che è vero, allora l’opera nella quale siamo impegnati è la più importante sulla faccia della terra.

Vi lascio la mia testimonianza della verità di queste cose, e invoco le benedizioni del cielo su di voi. Possano le cateratte del cielo aprirsi e le benedizioni piovere su di voi come promesso dal Signore. Non dimenticate mai questa Sua promessa, e che Egli ha il potere e la capacità di adempierla. Questa è la mia preghiera, e vi lascio la mia benedizione e il mio affetto nel sacro nome del nostro Redentore, il Signore Gesù Cristo. Amen.