2008
Adorare tramite gli inni
Marzo 2008


Adorare tramite gli inni

Possiamo avvicinarci al Salvatore tramite la musica.

Vorrei saper cantare come la sorella Schneider. Vorrei saper suonare il pianoforte come il fratello Menendez. Quante volte abbiamo udito o pensato queste cose? A volte pensiamo ai talenti musicali come a doni speciali riservati solo ad altre persone, a una capacità che apprezziamo, ma che pensiamo non avere.

Nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni la musica e il canto sono per tutti. Attraverso gli inni possiamo esprimere gratitudine e lodi, apprendere il vangelo restaurato del Salvatore, ricordare l’Espiazione e impegnarci a seguirLo.

Esprimiamo gratitudine e lodi

Quando gli antichi Israeliti furono liberati dall’Egitto, «allora Mosè e i figliuoli d’Israele cantarono questo cantico all’Eterno» (Esodo 15:1). Mentre i Giarediti attraversavano l’oceano, «cantavano lodi al Signore» (Ether 6:9). Quando i primi Santi degli Ultimi Giorni dedicarono il Tempio di Kirtland, cantarono il nuovo inno di William W. Phelps, «Lo Spirito arde in noi come fuoco».1 In tutte le dispensazioni evangeliche i figli di Dio hanno levato la voce per lodarLo con la musica.

Oggi molti dei nostri inni hanno in comune questo spirito di giubilo e di lode. Ad esempio, un altro noto inno di William W. Phelps proclama:

O Re d’Israele,

diletto sei Tu;

la Tua protezione invochiam.

La luce nel buio

e l’ombra nel dì,

o Re, sei per noi figli Tuoi.2

Gli inni possono inoltre dare voce alla nostra gratitudine per benedizioni specifiche, come espressa in questa strofa ben nota:

Ti siam grati, o Signor, per il Profeta

che ci guida negli ultimi dì.

Ti siam grati, o Signor, per il Vangelo

che illumina il nostro cammin.

Per tutte le benedizioni

che ci accorda ognor la Tua man,

con gioia vogliamo servirTi,

con amor Ti vogliamo obbedir.3

Nel cantare questi inni seguiamo il comandamento «se sei allegro», cioè se sei gioioso o felice, «loda il Signore col canto, con la musica… e con una preghiera di lode e di ringraziamento» (DeA 136:28).

Apprendiamo il Vangelo

Oltre a esprimere gratitudine e lodi, gli inni ci danno anche la possibilità d’imparare il vangelo di Gesù Cristo. Ad esempio, questo conosciuto inno dei bambini spiega in maniera molto semplice e bella il nostro rapporto con il Padre in cielo:

Sono un figlio di Dio;

Ei mi mandò quaggiù,

mi diede una famiglia che

mi ama e pensa a me.4

Altri inni ci mostrano in che modo osservare i principi del Vangelo, come questo inno, scritto ai tempi dei pionieri:

Santi, venite senza alcun timor,

lieto è il cammin.

Anche se duro è questo nostro errar,

verso il ciel noi andrem.

Le vane cure abbandoniam

se gioia pura aver vogliam.

Allora sì, noi canterem:

«Tutto ben, tutto ben!»5

Alcuni dei nostri inni più amati c’insegnano a seguire i servitori di Cristo, i Suoi eletti profeti dei nostri giorni. «Lode all’uomo», ad esempio, ci aiuta a ricordare il ruolo importante del profeta Joseph Smith nella restaurazione del Vangelo:

Lode all’uomo che vide Dio Padre,

scelto a portare al mondo il Vangel.

Quale supremo Profeta e Veggente

sia riverito da ogni nazion.6

La meditazione di questi e altri inni, unita allo studio dei riferimenti scritturali riportati nell’innario, può aiutarci a conoscere il Vangelo e a ricordare nella vita quotidiana il Salvatore.

Ricordiamo l’Espiazione

Uno dei modi più importanti per ricordare il Salvatore è prendere il sacramento ogni settimana. Per prepararci a questo evento sacro cantiamo un inno. Gli inni sacramentali ci ricordano il sacrificio di Cristo e il suo significato per noi:

Ricorda che Gesù morì,

per i peccati tuoi soffrì.

La legge infranta soddisfò…

La vita eterna ci donò.7

Con il Suo sangue riscattò

dal mal l’umanità.

Ei, l’Innocente, s’immolò

salvando il mondo inter.8

In croce Ei morì per potere ognun salvar;

non posso, non posso tal grande mercé scordar.

Con tutto me stesso per sempre Lo adorerò,

finché alle Sue alte dimore non giungerò.9

Se cantate con riverenza e fervore, le parole degli inni sacramentali ci aiutano a concentrarci sul Salvatore. Ci preparano a prendere il sacramento nel giusto modo, a impegnarci nuovamente a prendere su di noi il nome di Cristo, a ricordarci sempre di Lui e a osservare i Suoi comandamenti.

Ci impegniamo a seguire Gesù Cristo

L’impegno a seguire il Salvatore è espresso in molti nostri inni. Quando li cantiamo, attestiamo al Padre celeste che desideriamo seguire Suo Figlio. Ad esempio, prendete in considerazione questi versi:

In questo dì, Padre, Ti ringraziam,

l’amore Tuo ci ha indicato la via;

gioiosi canti a Te leverem,

fa’ che sempre la Tua luce avrem.10

L’inno «Su vette ardite mai forse andrò» fa una dichiarazione simile:

Me stesso offrirò al Suo voler,

io so ch’Egli mi condurrà;

e Lo servirò con amore sincer,

sarò quel ch’Ei vuol di me far.11

I nostri inni—di lode, gratitudine, conoscenza, rimembranza o impegno—sono graditi al Signore. Egli affermò: «La mia anima si diletta nel canto del cuore; sì, il canto dei giusti è una preghiera per me, e sarà risposto con una benedizione sulle loro teste» (DeA 25:12).

Per fortuna il Signore non disse: «Solo gli inni cantati bene sono una preghiera a me», oppure «Ascolterò soltanto coloro che hanno talento musicale». Nella musica, come nella vita, Egli è più preoccupato dello stato del nostro cuore che della nostra capacità.

Indipendentemente dalle nostre capacità, possiamo tutti prendere parte alla musica cantando gli inni. Se canteremo con tutto il nostro cuore, giungeremo a Cristo mediante gli inni.

Note

  1. Vedere «Lo Spirito arde», Inni, 2.

  2. «O Re d’Israele», Inni, 6.

  3. Vedere «Ti siam grati, o Signor, per il Profeta», Inni, 11.

  4. «Sono un figlio di Dio», Inni, 190.

  5. Vedere «Santi, venite», Inni, 21.

  6. «Lode all’uomo», Inni, 19.

  7. «Ricorda che Gesù morì», Inni, 112.

  8. «Iddio ebbe carità», Inni, 105.

  9. Vedere «Attonito resto», Inni, 114.

  10. «Mamma e papà, insegnatemi insiem», Inni, 193.

  11. «Su vette ardite mai forse andrò», Inni, 170.