2008
L’aborto: un attacco agli indifesi
Ottobre 2008


L’aborto: un attacco agli indifesi

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Elder Russell M. Nelson

Innanzi tutto, lasciate che mi scusi con i lettori per l’uso di termini non piacevoli. La natura della guerra di cui vi parlerò richiede tale chiarezza di comunicazione.

Come figli di Dio, amiamo la vita come dono proveniente da Lui. Il Suo piano eterno fornisce ai Suoi figli l’occasione di ottenere un corpo fisico, di fare un’esperienza terrena e di adempiere il destino divino come eredi della vita eterna.1

Le vittime di guerra

Con questa comprensione e riverenza per la vita, lamentiamo la morte associata allo stato di guerra. I dati sono raccapriccianti. Nella prima guerra mondiale morirono più di otto milioni di persone. Nella seconda guerra mondiale persero la vita più di ventidue milioni di soldati e di soldatesse.2 Insieme, questi due conflitti, che coprirono parte di quattordici anni, costarono la vita di almeno trenta milioni di militari sparsi per il mondo. Questa cifra non include i milioni di vittime civili.

I dati della prima e della seconda guerra mondiale messi insieme, tuttavia, risultano assai modesti se paragonati al prezzo richiesto annualmente da un altro conflitto. I rapporti mondiali indicano che più di quaranta milioni di aborti sono praticati annualmente.3

Questa guerra chiamata aborto è mossa contro gli inermi e coloro che non parlano a propria difesa, è la guerra mossa contro gli esseri umani non ancora nati. Questo conflitto è ingaggiato in tutto il pianeta. Ironicamente, le società civilizzate che in genere hanno posto delle misure protettive sulla vita umana hanno ora approvato leggi che sanciscono questa pratica.

La dottrina divina

Ciò conta molto per noi, giacché il Signore ha ripetutamente dichiarato questo imperativo divino: «Non uccidere».4 Ha aggiunto poi: «Non fare alcunché di simile».5 Anche prima che la pienezza del Vangelo fosse restaurata, persone illuminate compresero la santità della vita umana. Giovanni Calvino, un riformatore del sedicesimo secolo, scrisse: «Se uccidere un uomo a casa propria sembra più orribile che ucciderlo in un campo… dovrebbe certamente essere ritenuto più atroce distruggere un feto nell’utero prima che sia venuto alla luce».6

Le regole umane hanno ora legalizzato ciò che era stato proibito da Dio sin dagli albori dei tempi. Il ragionamento umano ha contorto e trasformato la verità assoluta in slogan accattivanti che promuovano una pratica che è completamente sbagliata.

Alcune ansietà particolari

La preoccupazione per la salute della madre è essenziale, tuttavia le circostanze in cui l’interruzione della gravidanza è necessaria per salvare la sua vita sono molto rare, soprattutto dove ci sono centri medici moderni. Un’altra situazione speciale riguarda le gravidanze conseguenti a uno stupro o a un incesto. Questa tragedia è aggravata perché la libertà di scelta di una donna innocente è stata negata. In tali circostanze, talvolta l’aborto è considerato consigliabile per serbare la salute fisica e mentale della madre. Anche questi aborti sono rari.

Alcuni sostengono l’aborto quando si teme che il figlio possa nascere con malformazioni congenite. Certamente nel primo trimestre di gravidanza gli effetti dannosi di certe infezioni o agenti tossici sono reali, tuttavia occorre prudenza nel prendere in considerazione l’interruzione di una gravidanza. La vita ha un gran valore per tutti, anche per coloro che nascono disabili. Si aggiunga che le conseguenze potrebbero non essere tanto serie quanto quelle presupposte.

Ricordo bene una coppia che si trovava in questa situazione. La donna a quel tempo aveva solo ventuno anni ed era una moglie bella e devota. Nel primo trimestre contrasse la rosolia. Le fu consigliato di abortire perché il feto che si stava sviluppando avrebbe sicuramente riportato danni. Alcuni familiari, in segno d’amore, le fecero ulteriore pressione a favore dell’aborto. Con devozione, la coppia si rivolse al vescovo. Questi li mandò dal presidente del palo che, dopo averli ascoltati, consigliò loro di non sopprimere la vita del piccolo, anche se il bambino probabilmente sarebbe nato con qualche problema. Citò questo passo scritturale:

«Confidati nell’Eterno con tutto il cuore, e non t’appoggiare sul tuo discernimento.

Riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli appianerà i tuoi sentieri».7

Scelsero di seguire il consiglio e consentirono al feto di nascere: una bellissima bambina, normale sotto ogni aspetto, salvo che per la totale perdita dell’udito. In seguito, alla scuola per sordi la piccola fu sottoposta a un test di valutazione e i genitori furono informati che era intellettualmente un genio. Frequentò un’università famosa vincendo una borsa di studio. Ora, quarant’anni dopo, conduce un’esistenza meravigliosa.

Negare la vita a una persona per un possibile handicap è una questione molto seria. In base a tale logica si dovrebbe stabilire che coloro che vivono già con queste deficienze dovrebbero essere similmente soppressi. Un ulteriore passo in avanti in quel treno tragico di pensieri porterebbe alla conclusione che chi è infermo o scomodo dovrebbe essere anche lui eliminato. Sarebbe impensabile una simile mancanza di riverenza per la vita.

L’aborto su richiesta

Relativamente pochi aborti sono praticati per le circostanze particolari che ho menzionato.8 La maggior parte degli aborti sono praticati su richiesta per affrontare le gravidanze indesiderate. Questi aborti sono semplicemente un metodo di controllo delle nascite.

L’aborto elettivo è stato legalizzato in molti paesi sulla premessa che una donna è libera di scegliere che cosa fare del proprio corpo. Fino a un certo punto ciò è vero per tutti noi, maschi e femmine: siamo liberi di pensare; siamo liberi di programmare; siamo liberi di agire. Una volta però che l’azione è stata intrapresa, non siamo mai liberi dalle sue conseguenze.

Per comprendere questo concetto più chiaramente, possiamo imparare dagli astronauti. Durante le selezioni o la preparazione si possono ritirare liberamente dal programma. Una volta che però la navicella è decollata, sono vincolati dalle conseguenze della scelta precedente d’intraprendere il viaggio.

Lo stesso è con le persone che scelgono d’imbarcarsi nel viaggio che porta a diventare genitori. Esse sono libere di scegliere: intraprendere o non intraprendere quel corso. Quando si ha il concepimento, quella scelta è già stata fatta.

Sì, una donna è libera di scegliere ciò che vuole fare del proprio corpo. Sia che la scelta porti a una missione spaziale o a un bambino, la scelta d’iniziare il viaggio la vincola alle conseguenze che essa comporta. Non può annullare la scelta.

Quando si dibattono le controversie sull’aborto, il «diritto individuale di scelta» è invocato come se fosse la virtù suprema per eccellenza. Ciò potrebbe essere vero soltanto se una sola persona fosse coinvolta. I diritti di un qualsiasi individuo non consentono l’abuso dei diritti altrui. Dentro o fuori del matrimonio, l’aborto non è unicamente una scelta individuale. La soppressione della vita di un bambino in fase di sviluppo coinvolge due persone che hanno corpi, cervelli e cuori separati. La scelta di una donna per il proprio corpo non le dà diritto di negare la vita al figlio e tutte le scelte che questi compirebbe nella vita.

Come Santi degli Ultimi Giorni dovremmo difendere la scelta, la scelta giusta, non soltanto una scelta come metodo.9

Quasi tutte le leggi riguardanti l’aborto prendono in considerazione la durata della gestazione. La mente umana ha supposto di stabilire il principio della «vita significativa». Durante gli studi come medico, imparai che una nuova vita inizia quando due cellule speciali si uniscono per diventare una cellula sola, portando insieme i ventitré cromosomi paterni con i ventitré materni. Questi cromosomi contengono migliaia di geni. In un processo meraviglioso che comprende una combinazione di codici genetici tramite la quale tutte le caratteristiche umane di base della persona non nata sono stabilite, si forma una nuova catena di DNA. Ciò porta a una crescita continua nel nuovo essere umano. Dopo circa ventidue giorni dall’unione di queste cellule, inizia a battere un minuscolo cuoricino. Dopo ventisei giorni inizia a circolare il sangue.10 Secondo me, legiferare su quando la vita che si sviluppa sia considerata «significativa» è un atto di presunzione piuttosto arbitrario.

L’aborto è stato legalizzato dagli enti governativi senza rispetto per Dio e per i Suoi comandamenti. Le Scritture dichiarano ripetutamente che le persone prospereranno soltanto se obbediranno ai comandamenti divini.11 I singoli prospereranno unicamente quando cammineranno in fede e obbedienza a Dio, che proferì:

«Io, il Signore… ho costruito la terra, vera opera delle mie mani; e tutte le cose che vi si trovano sono mie.

Ed è mio intento provvedere…

Ma deve necessariamente farsi nella mia maniera…

Poiché la terra è piena, e c’è abbastanza e d’avanzo».12

La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni si è costantemente opposta alla pratica dell’aborto. Più di un secolo fa, la Prima Presidenza scrisse: «Cogliamo nuovamente l’occasione per ammonire i Santi degli Ultimi Giorni contro le… pratiche del feticidio e dell’infanticidio».13

All’inizio della sua presidenza, il presidente Spencer W. Kimball (1895–1985) insegnò: «Noi abbiamo ripetutamente dichiarato la posizione della Chiesa come assolutamente contraria ad ogni genere di aborto, eccetto due casi rari: quando il concepimento è il risultato di violenza carnale e quando, ad opinione di medici competenti, la salute della madre è in grave pericolo».14 Le linee di condotta attuali includono altre due eccezioni: l’incesto e se il bambino non può sopravvivere dopo la nascita, se accertato da un medico competente. Neanche queste eccezioni giustificano automaticamente l’aborto. Esso «deve essere preso in considerazione soltanto dopo che le persone responsabili si sono consultate con il vescovo e hanno ricevuto la divina conferma tramite la preghiera».15

L’adozione

Perché distruggere una vita che potrebbe donare grande gioia ad altre persone? Ci sono modi migliori di affrontare una gravidanza indesiderata. Quando una vita è generata tramite un comportamento peccaminoso, il modo migliore per iniziare il pentimento personale è preservare la vita del figlio. Aggiungere un grave peccato a un grave peccato già commesso aggrava soltanto il dolore. L’adozione è un’alternativa meravigliosa all’aborto. Il bambino e i genitori adottivi possono trarre grande beneficio da unin una famiglia dove il piccolo sia cresciuto in maniera affettuosa e dove siano disponibili le benedizioni del Vangelo.

Il pentimento è possibile

C’è speranza per chi ha partecipato in un aborto? C’è speranza per chi ha peccato e ora soffre? La risposta è sì! «Per quanto è stato rivelato, una persona può pentirsi ed essere perdonata per il peccato di aborto».16 Sappiamo che il Signore aiuterà tutti i veri penitenti.17

La vita è preziosa. Nessuno può abbracciare un neonato innocente, guardare quei bellissimi occhi, accarezzare le ditina e baciare le guance senza provare una profonda riverenza per la vita e per il nostro Creatore. La vita viene dalla vita. Non è un caso. È un dono di Dio. Una vita innocente non è creata da Lui per essere distrutta. È donata da Lui ed è soltanto da Lui che va tolta.18 Attesto che la vita è eterna, come Egli è eterno.

NOTE

  1. Vedere «La famiglia: un proclama al mondo», Liahona, ottobre 2004, 49.

  2. Vedere The New Encyclopedia Britannica, quindicesima edizione (1998), «World Wars, The».

  3. Vedere Maria Cheng, «Abortion Just as Common in Nations Where It’s Illegal», Salt Lake Tribune, 12 ottobre 2007, pagina A7. Negli Stati Uniti il numero annuale di nati vivi va dai tre ai quattro milioni. Il numero di aborti praticati nello stesso periodo supera il milione. In questo paese, pertanto, una ogni tre o quattro gravidanze termina con l’aborto.

  4. Vedere Esodo 20:13; Deuteronomio 5:17; Matteo 5:21; Romani 13:9; Mosia 13:21; 3 Nefi 12:21; DeA 42:18–19.

  5. DeA 59:6.

  6. Giovanni Calvino, Commentaries on the Four Last Books of Moses Arranged in the Form of a Harmony, tradotto da Charles William Bingham, 22 volumi (1979), 3:42.

  7. Proverbi 3:5–6.

  8. Vedere la dichiarazione del dottor Irvin M. Cushner, rivolta al comitato del senato degli Stati Uniti sulla magistratura, Constitutional Amendments Relating to Abortion, S.J. 17–19, 110, novantasettesimo congresso, prima sessione, 1981, 158.

  9. Vedere Dallin H. Oaks, «Le cose più gravi della legge», Liahona, marzo 2000, 17–20.

  10. Vedere J. Willis Hurst e altri autori, The Heart, quarta edizione (1978), 7.

  11. Vedere Levitico 26:3–13; Giosuè 1:7–8; 1 Re 2:3; 2 Re 18:5–7; 2 Cronache 24:20; 26:5; 31:21; Giobbe 36:11–12; 1 Nefi 2:20–21; 4:14; 2 Nefi 1:9, 20, 31; 4:4; 5:10–11; Giarom 1:9; Omni 1:6; Mosia 1:7; 2:22, 31; Alma 9:13; 36:1, 30; 37:13; 38:1; 45:6–8; 48:15, 25; 50:20; Helaman 3:20; 3 Nefi 5:22; DeA 9:13.

  12. DeA 104:14–17.

  13. John Taylor e George Q. Cannon, «Epistle of the First Presidency», 4 aprile 1885; James R. Clark, Messages of the First Presidency of The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, 6 volumi (1965–75), 3:11.

  14. Spencer W. Kimball, «Un rapporto e una sfida», La Stella, aprile 1977, 4; vedere anche «The Time to Labor Is Now», Ensign, novembre 1975, 6.

  15. Manuale di istruzioni della Chiesa, Libro 1: Presidenze di palo e vescovati (2006), 205.

  16. Manuale di istruzioni della Chiesa, Libro 1, 205.

  17. Vedere Geremia 31:34; Ebrei 8:12; 10:17; DeA 58:42.

  18. Vedere Deuteronomio 30:20; Atti 17:28; DeA 88:13; Mosè 6:32.