2009
Barbabietole da zucchero e il valore di un’anima
Luglio 2009


Messaggio della Prima Presidenza

Barbabietole da zucchero e il valore di un’anima

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President Thomas S. Monson

Molti anni fa, il vescovo Marvin O. Ashton (1883–1946), che servì come consigliere nel Vescovato Presiedente, illustrò qualcosa che vorrei condividere con voi. Immaginate un fattore alla guida di un grande trattore pieno di barbabietole da zucchero diretto a una raffineria di zucchero. Mentre il fattore guida su questa strada sterrata piena di buche, alcune barbabietole cadono giù dal trattore e si disseminano ai lati della strada. Quando si rende conto di aver perso delle barbabietole, il fattore dà istruzione ai suoi aiutanti, dicendo: «In quelle che sono cadute c’è tanto zucchero quanto ce n’è nelle altre. Torniamo indietro a prenderle».

Nel mio discorso, le barbabietole da zucchero rappresentano i membri di questa Chiesa per i quali, noi che siamo chiamati a essere dirigenti, siamo responsabili. Quelle che sono cadute dal trattore invece rappresentano uomini e donne, giovani e bambini che, per una qualunque ragione, sono caduti sulla strada dell’inattività. Parafrasando il commento del fattore sulle barbabietole da zucchero, dico di queste anime, preziose per il nostro Padre e per il nostro Maestro: «In quelli che sono caduti c’è tanto valore quanto ce n’è negli altri. Torniamo indietro a prenderli».

Proprio ora, oggi, alcuni di loro si stanno lasciando trasportare dalla corrente dell’opinione degli altri. Altri vengono sviati dalla corrente di tempi turbolenti. Altri ancora vengono risucchiati e affogano nel turbine del peccato.

Non deve accadere. Abbiamo le dottrine della verità. Abbiamo i programmi. Abbiamo le persone. Abbiamo il potere. La nostra missione va oltre l’organizzare riunioni. Il nostro servizio è di salvare anime.

Il nostro servizio: salvare anime

Il Signore sottolineò il valore di ogni uomo e donna, giovane e bambino, quando dichiarò:

«Il valore delle anime è grande agli occhi di Dio…

E se accadrà che doveste faticare tutti i vostri giorni nel gridare il pentimento a questo popolo, per portare non fosse che una sola anima a me, quanto sarà grande la vostra gioia in sua compagnia nel regno di mio Padre!

Ed ora, se la vostra gioia sarà grande con una sola anima che mi avete portato nel regno di mio Padre, quanto sarà grande la vostra gioia se mi portate molte anime!» (DeA 18:10, 15–16).

Ricordate che avete diritto alle benedizioni del nostro Padre in questo lavoro. Egli non vi ha chiamato a lavorare in queste posizioni privilegiate per farlo da soli, senza guida, confidando nella buona sorte. Al contrario, Egli conosce le vostre capacità, è conscio della vostra devozione e muterà le vostre supposte incapacità in punti di forza riconosciuti. Egli ha promesso: «Andrò davanti al vostro volto. Sarò alla vostra destra e alla vostra sinistra, e il mio Spirito sarà nel vostro cuore e i miei angeli tutt’attorno a voi per sostenervi» (DeA 84:88).

Dirigenti della Primaria, conoscete i bambini che servite? Dirigenti delle Giovani Donne, conoscete le vostre giovani donne? Dirigenti del Sacerdozio di Aaronne, conoscete i giovani uomini? Dirigenti della Società di Soccorso e del Sacerdozio di Melchisedec, conoscete le donne e gli uomini su cui siete stati chiamati a presiedere? Capite i loro problemi e le loro perplessità, i loro desideri, ambizioni e speranze? Sapete quanta strada hanno fatto, le difficoltà che hanno affrontato, i fardelli che hanno portato, il dolore che hanno provato?

Vi incoraggio a tendere una mano a coloro che servite e ad amarli. Quando amate davvero coloro che servite, essi non si trovano più in quella temuta «Isola che non c’è»: non saranno mai oggetto di preoccupazione, non dovranno mai ricevere aiuto. Forse non avrete mai il privilegio di aprire le porte di una città o di un palazzo, ma la vera felicità e la gioia durevole saranno vostre e di ciascuno di quelli che servirete se prenderete una mano e toccherete un cuore.

Lezioni incise sul cuore

Se doveste scoraggiarvi, ricordate che a volte le tempistiche del Signore non coincidono con le nostre. Quando ero un vescovo molti anni fa, una delle dirigenti delle Giovani Donne, Jessie Cox, venne da me e mi disse: «Vescovo, sono un fallimento!» Quando le chiesi perché si sentisse così, ella disse: «Non sono riuscita a far sposare nel tempio neanche una delle ragazze che partecipavano alle mie attività. Ho fatto del mio meglio, ma il mio meglio sembra chiaramente non essere stato abbastanza».

Provai a consolare Jessie dicendole che io, come suo vescovo, sapevo che ella aveva fatto tutto ciò che poteva. Seguii gli eventi della vita di quelle ragazze negli anni e scoprii che ognuna di esse alla fine fu suggellata nel tempio. Se la lezione è incisa sul cuore, non si perde.

Nel guardare servitori fedeli come Jessie Cox, ho imparato che ciascun dirigente può essere un vero pastore quando serve sotto la direzione del nostro grande e Buon Pastore, avendo il privilegio di guidare e avere a cuore e prendersi cura di coloro che conoscono e amano la Sua voce (vedere Giovanni 10:2–4).

Alla ricerca della pecorella errante

Lasciate che condivida un’altra esperienza avuta quando ero vescovo. Una domenica mattina notai che Richard, uno dei nostri sacerdoti che frequentava di rado, mancava di nuovo alla riunione del sacerdozio. Lasciai il quorum nelle mani del consulente e andai a casa di Richard. Sua madre mi disse che stava lavorando in un’autofficina vicina. Mi misi in macchina alla ricerca di Richard ma non riuscivo a trovarlo da nessuna parte. Improvvisamente mi venne l’ispirazione di guardare nella buca che si usava una volta, situata a lato dell’officina. Nell’oscurità potei vedere due occhi che brillavano. Sentii Richard dire: «Mi ha trovato, vescovo! Vengo su». In quei minuti passati insieme, dissi a Richard quanto ci mancava e che avevamo bisogno di lui. Riuscii a strappargli un impegno a venire alle riunioni.

La sua frequenza migliorò moltissimo. Egli e la sua famiglia poi si trasferirono, ma due anni più tardi ricevetti un invito a parlare nel rione di Richard prima che partisse per una missione. Nel suo discorso quel giorno, Richard disse che il punto di svolta nella sua vita fu quando il suo vescovo lo trovò mentre era nascosto in una buca e lo aiutò a tornare a essere attivo.

Miei cari fratelli e sorelle, è nostra responsabilità, sì, nostro dovere solenne, tendere una mano a tutti coloro le cui vite siamo stati chiamati a toccare. Abbiamo il dovere di guidarli al regno celeste di Dio. Ricordiamoci sempre che il mantello della dirigenza non è un abito confortevole, ma la veste della responsabilità. Aiutiamo coloro che hanno bisogno del nostro aiuto e del nostro amore.

Quando abbiamo successo nel riportare una donna o un uomo, una ragazza o un ragazzo all’attività, rispondiamo alla fervente preghiera di una moglie, di una sorella, di una madre, al più grande desiderio di un marito, di un fratello, di un padre. In quel momento staremo onorando le istruzioni di un amorevole Padre e seguendo l’esempio di un Figlio obbediente (vedere Giovanni 12:26; DeA 59:5). Il nostro nome sarà onorato per sempre da coloro che abbiamo aiutato.

Con tutto il mio cuore prego che il nostro Padre celeste ci guidi sempre nell’impegno di servire e salvare i Suoi figli.

Illustrazioni di Jeff Ward; fotografia di David Newman