2011
Chiamare il mio quorum
Settembre 2011


Sezione speciale su Dovere verso Dio

Chiamare il mio quorum

Stavo rendendo servizio a una famiglia del rione e avevo bisogno di aiuto per fare tutto.

Una sabato pomeriggio ricevetti una telefonata dal padre di una famiglia di cui ero l’insegnante familiare. “Mi chiedevo se potresti guardare i nostri figli mentre io e Cindy andiamo a trovare la nonna”, mi chiese fratello Stevens (i nomi sono stati cambiati). “Ultimamente non sta bene e pensiamo che questa potrebbe essere la nostra ultima possibilità di vederla”.

Risposi al fratello Stevens che li avrei aiutati con piacere. “Grazie tante!”, rispose. “E se puoi, sarebbe bello se mettessi un po’ a posto la casa, visto che oggi è il nostro anniversario”.

Quando arrivai, fratello e sorella Stevens mi lasciarono alcuni spaghetti da scaldare al microonde e una lista di cose da fare in casa. Poi partirono. Sentivo la forte impressione di dover fare qualcosa in più che solo guardare i bambini. Questo ero un giorno difficile per loro e io volevo renderlo un po’ migliore. Decisi di fare tutto quello che c’era nell’elenco e qualcosa in più, compreso lavare i piatti e tagliare l’erba.

Naturalmente non potevo fare tutto e allo stesso tempo guardare i bambini in sole tre ore, così pensai di chiamare alcuni membri del mio quorum dei sacerdoti. C’era solo un problema: io non ero proprio amico dei giovani del mio quorum. Andavamo d’accordo, ma a parte la Chiesa, non avevamo molto in comune. Andavamo in scuole diverse e li vedevo raramente al di fuori delle riunioni della Chiesa. Non mi sentivo a mio agio a chiamarli per una cosa del genere.

Chiamai il presidente dei giovani uomini e gli chiesi se poteva riunirli per aiutare. Mi rispose gentilmente che lui era solo un consulente e che avrei dovuto chiamare Peter, il primo assistente del vescovo, che era stato chiamato per aiutarmi nelle mie responsabilità del sacerdozio. Era proprio quello che temevo mi dicesse.

Nervoso e esitante, telefonai a Peter e gli chiesi se poteva venire. “Certo”, mi rispose. “Qui ci sono anche Scott e Kevin, porterò anche loro”.

Insieme tagliammo l’erba, lavammo i piatti e mettemmo a posto la casa. Finimmo giusto quando arrivarono fratello e sorella Stevens.

Questa esperienza mi ha insegnato che i quorum del sacerdozio sono uniti nella fede in Gesù Cristo e nel servizio, nonostante le differenze negli interessi, nella personalità o nelle esperienze.

Illustrazione fotografica di Robert Casey