2012
Tutti conoscono Bleck
Aprile 2012


Tutti conoscono Bleck

Per Honoura “Bleck” Bonnet la pallacanestro era tutto. A quindici anni Bleck era una stella nascente nella Polinesia Francese, uno dei migliori giocatori di una delle squadre più quotate nella serie top adulti del paese. Anche se il suo soprannome era una trascrizione sbagliata del termine inglese black, non c’erano certo errori nel suo talento.

Lui però voleva di più. Voleva giocare in Europa come professionista. E più di ogni altra cosa voleva vincere una medaglia d’oro ai Giochi del Sud Pacifico.

L’unico ostacolo sul suo cammino sembrava essere la Chiesa.

Un uomo in missione

Sebbene la squadra per cui giocava Bleck a quel tempo fosse sponsorizzata dalla Chiesa, egli aveva poco interesse nella Chiesa o nell’appello del profeta rivolto a ogni giovane degno e capace di svolgere una missione.

Aveva già detto al suo vescovo che non sarebbe andato in missione. Non vedeva come avrebbe potuto giocare da professionista se avesse smesso per due anni.

Inoltre i Giochi del Sud Pacifico, che si tengono ogni quattro anni, si sarebbero svolti durante il periodo della sua missione e la Federazione di pallacanestro di Tahiti era interessata ad averlo nella sua nazionale. Avrebbe finalmente avuto la possibilità di mettere fine alle parole che suo padre diceva ogni volta che Bleck iniziava a pensare con troppa considerazione di sé: “Tutti conoscono Bleck, ma non ha la medaglia d’oro”.

Jean-Baptiste, il padre dei Bleck, diceva quelle cose bonariamente, ma questo faceva arrabbiare Bleck. Gli face ricordare che, anche se i fan di tutta Tahiti lo conoscevano, lui non aveva una medaglia d’oro. Suo padre aveva vinto la medaglia d’oro con la squadra maschile ai primi Giochi del Sud Pacifico.

La missione di Bleck era quella di confutare quelle parole. Non aveva tempo per qualsiasi altra missione.

Cambiamento d’idea, cambiamento di cuore

A prescindere dai suoi sentimenti sulla missione, Bleck continuava a frequentare le attività della Chiesa. A una ballo della Chiesa quando aveva sedici anni, Bleck ebbe il coraggio di chiedere a Myranda Mariteragi di ballare. Anche Myranda era una brava cestista col sogno di vincere una medaglia d’oro. Anche suo padre era stato nella prima squadra che l’aveva vinta.

Pochi secondi dopo averle chiesto di ballare, la canzone finì, così ballarono quella successiva, che era anche l’ultima della serata. Da allora sperò che il ballo non finisse più.

Bleck non aveva programmato di sposarsi al tempio o anche solo di sposare un membro della Chiesa per quel motivo. Iniziò a cambiare idea man mano che conobbe meglio Myranda nei due anni successivi. Un giorno a casa di lei qualcosa che ella aveva fatto alle Giovani Donne colpì la sua attenzione. Riportava la scritta: “Mi sposerò nel tempio”.

L’interesse di Bleck per Myranda e la ferma determinazione di lei a sposarsi nel tempio furono sufficienti a fargli riesaminare i suoi programmi. Decise di iniziare a pensare seriamente alla Chiesa. Le sue decisioni portarono a delle azioni che permisero allo Spirito Santo di operare nella sua vita.

La decisione

Una di quelle decisioni fu di prepararsi a ricevere la benedizione patriarcale a diciotto anni. Quando il patriarca dichiarò nella benedizione che Bleck avrebbe svolto una missione e si sarebbe sposato al tempio, egli sentì lo Spirito. “Sapevo che era ciò che Dio voleva da me”, affermò.

Anche se la nazionale aveva la possibilità di vincere la medaglia, Bleck decise col sostegno della sua famiglia che avrebbe messo al primo posto ciò che Dio voleva invece di ciò che voleva lui. La decisione non fu facile. La pressione a giocare era grande. Imparò presto che la sua decisione di sottomettersi alla volontà di Dio sarebbe stata messa alla prova più di una volta.

Dopo aver servito come missionario a Tahiti per un anno, la federazione di pallacanestro gli chiese di tornare in squadra solo per un mese e di partecipare ai giochi.

Il presidente di missione di Bleck, preoccupato per l’effetto che l’esperienza avrebbe avuto sulla sua capacità di tornare e servire, sentì di dovergli dire: “Se vuoi puoi andare, ma non puoi tornare”.

Bleck voleva quella medaglia, ma non era più la cosa che desiderava più di qualsiasi altra. La sua missione era stata meravigliosa. Non era disposto a rinunciare al suo ultimo anno, neanche per la pallacanestro.

Bleck rimase.

La squadra vinse l’oro.

Diverse circostanze, stessa decisione

Dopo che Bleck ebbe portato a termine la sua missione con onore, sposò Myranda nel Tempio di Papeete, a Tahiti, e insieme iniziarono a formare una famiglia. Egli riprese a giocare per la nazionale.

Myranda giocava come punta nella squadra nazionale femminile e si stava preparando anche lei ai Giochi del Sud Pacifico.

Tuttavia, all’avvicinarsi dei giochi, la coppia sentì fortemente che doveva avere un secondo figlio.

Con l’inizio dei giochi a meno di un anno di distanza sarebbe stato facile rimandare un altro figlio finché Myranda avesse giocato. La squadra femminile aveva buone opportunità di conquistare la medaglia.

I due però avevano imparato per esperienza che sottomettere la loro volontà a quella di Dio portava maggiori benedizioni di quelle che potevano sperare se avessero seguito i loro desideri. Dopo attento studio e preghiera, decisero di mettere la famiglia al primo posto.

Nel 1999, mentre Myranda era all’ottavo mese di gravidanza, la squadra femminile vinse l’oro.

Tutti conoscono Bleck

Nell’ultimo decennio Bleck e Myranda hanno giocato a pallacanestro ai più alti livelli nella Polinesia Francese, vincendo campionati nazionali e tornei, e hanno giocato per la nazionale ai giochi del 2003 e del 2007.

Ai giochi del 2011 hanno partecipato entrambi, ma stavolta Bleck era presente come allenatore della squadra maschile. Anche se Myranda e la squadra femminile hanno vinto la medaglia d’oro, la squadra maschile ha vinto il bronzo, non riuscendo a esaudire il sogno di Bleck di vincere l’oro.

A volte Bleck si chiede come sarebbe stata la sua vita se avesse fatto ciò che voleva lui invece di ciò che Dio voleva.

“Probabilmente avrei una medaglia d’oro. Forse avrei giocato da professionista, forse no”.

Ma la coppia non rimpiange le decisioni prese. Non sa come avrebbe potuto essere più felice.

“Sono sposato al tempio”, dice Bleck. “Ho una moglie meravigliosa, quattro splendidi figli e sono ancora in Chiesa. La pallacanestro da sola non avrebbe potuto darmi nulla di tutto ciò. Queste sono benedizioni che derivano dall’aver messo il Signore al primo posto”.

Mettere il Signore al primo posto ha fatto smettere le prese in giro da parte di suo padre, dando a quelle parole un nuovo significato. Alcuni anni fa, quando la federazione prese in considerazione di giocare la domenica, i presidenti dei club si incontrarono per discuterne. Qualcuno chiese: “Avete chiesto a Bleck?”

La proposta fu abbandonata.

Poiché Bleck ha messo il Signore al primo posto, non solo tutti conoscono Bleck, ma conoscono ciò in cui crede.

Honoura “Bleck” e Myranda Bonnet sono stati coinvolti a lungo nella pallacanestro a Tahiti.

Per Bleck e Myranda il successo nello sport ha assunto il posto in panchina rispetto al successo in famiglia.

Fotografie di Adam C. Olson, eccetto dove indicato diversamente

Fotografie delle partite di Tamara Ratieta © IRI