2014
L’amore: l’essenza del Vangelo
Maggio 2014


L’amore: l’essenza del Vangelo

Non possiamo amare veramente Dio se non amiamo i nostri compagni di viaggio nella mortalità.

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Presidente Thomas S. Monson

Cari fratelli e amate sorelle, durante il ministero terreno del Salvatore, un dottore della legge Gli domandò: “Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?”

In Matteo, apprendiamo che Gesù rispose:

“Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua.

Questo è il grande e il primo comandamento.

Il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuo prossimo come te stesso”1.

In Marco, il racconto si conclude con quest’affermazione del Salvatore: “Non v’è alcun altro comandamento maggiore di questi”2.

Non possiamo amare veramente Dio se non amiamo i nostri compagni di viaggio nella mortalità. Similmente, non possiamo amare veramente il nostro prossimo se non amiamo Dio, il Padre di tutti noi. L’apostolo Giovanni ci dice: “Questo è il comandamento che abbiam da lui: che chi ama Dio ami anche il suo fratello”3. Siamo tutti figli di spirito del Padre Celeste e, in quanto tali, siamo fratelli e sorelle. Se terremo a mente questa verità, amare tutti i figli di Dio diventerà più facile.

Invero, l’amore è l’essenza stessa del Vangelo e Gesù Cristo è il nostro Esempio. La Sua vita fu un retaggio d’amore: per i malati che guarì, gli oppressi che sollevò, i peccatori che salvò. Alla fine, la folla adirata Gli tolse la vita. Ciò nonostante, ancora risuonano le parole compassionevoli che pronunciò sul Golgota: “Padre, perdona loro; perché non sanno quello che fanno”4 — un’espressione suprema, nella mortalità, di compassione e amore.

Ci sono molti attributi che esprimono l’amore, come la gentilezza, la pazienza, l’altruismo, la comprensione e il perdono. In tutti i nostri rapporti, questi attributi, e altri simili a questi, ci aiuteranno a dare prova dell’amore che nutriamo.

Il più delle volte dimostreremo il nostro amore nelle relazioni quotidiane con gli altri. La cosa più importante sarà la nostra capacità di riconoscere i bisogni delle persone e provvedervi. Ho sempre apprezzato molto il significato espresso da questa breve poesia:

Ho pianto spesso nella notte

per la grande miopia

che mi ha reso cieco,

mentre non ho mai avuto

modo di dolermi

di essere stato un po’ troppo generoso.5

Di recente sono venuto a conoscenza di un esempio toccante di amorevole gentilezza — dal risultato imprevedibile. Era il 1933 e, a causa della Grande Depressione, le offerte di lavoro scarseggiavano. Il luogo era la parte orientale degli Stati Uniti. Arlene Biesecker si era da poco diplomata alle scuole superiori. Dopo aver cercato a lungo un lavoro, finalmente lo trovò presso una fabbrica di abbigliamento come cucitrice. Le operaie venivano pagate solo per i capi che riuscivano a confezionare correttamente ogni giorno. Più capi producevano, maggiore era la paga.

Pochi giorni dopo il suo arrivo alla fabbrica, Arlene si ritrovò confusa e frustrata a causa del procedimento che doveva seguire nel lavoro. Seduta davanti alla macchina da cucire, cercava di scucire il capo che aveva provato a completare senza successo. Sembrava non ci fosse nessuno disposto a darle una mano, poiché tutte le altre cucitrici badavano a confezionare quanti più capi potevano. Arlene si sentì impotente e disperata. Silenziosamente iniziò a piangere.

Di fronte ad Arlene sedeva Bernice Rock. Era più grande di lei e più esperta come sarta. Osservando le difficoltà di Arlene, Bernice interruppe il suo lavoro e si mise accanto alla ragazza, offrendole, con gentilezza, aiuto e guida. Rimase con lei finché Arlene non si sentì sicura e fu in grado di completare il pezzo con successo. Bernice allora tornò alla sua macchina da cucire, avendo ormai perso la possibilità di finire tutti i capi che avrebbe potuto cucire se non si fosse fermata per aiutare Arlene.

Grazie a questo atto di gentilezza affettuosa, Bernice e Arlene divennero amiche per il resto della vita. In seguito, entrambe si sposarono ed ebbero dei figli. Nel corso degli anni cinquanta, Bernice, che era membro della Chiesa, dette ad Arlene e alla sua famiglia una copia del Libro di Mormon. Nel 1960, Arlene, il marito e i loro figli furono battezzati e divennero membri della Chiesa. Successivamente furono suggellati in un sacro tempio di Dio.

Come conseguenza della compassione che Bernice dimostrò mettendo da parte il suo interesse per aiutare qualcuno che non conosceva, ma che era angosciato e aveva bisogno di aiuto, innumerevoli persone, sia vive che morte, ora godono delle ordinanze di salvezza del Vangelo.

Ogni giorno della nostra vita ci vengono date delle occasioni per dimostrare amore e gentilezza a coloro che ci circondano. Il presidente Spencer W. Kimball dichiarò: “Dobbiamo ricordare che quegli esseri umani che incontriamo nei parcheggi, negli uffici, negli ascensori e in qualsiasi altra parte del mondo rappresentano quella parte di umanità che Dio ci ha affidato per amarla e servirla. Ci servirà ben poco parlare in termini generali di fratellanza se non riusciamo a considerare coloro che ci stanno attorno come nostri fratelli e sorelle”6.

Spesso la possibilità di dimostrare il nostro amore giunge in modi inaspettati. Un esempio di ciò che dico fu riportato in un articolo di giornale dell’ottobre 1981. Sono rimasto così colpito dall’amore e dalla compassione in questa storia che conservo un ritaglio di quell’articolo da più di trent’anni.

L’articolo indica che un volo dell’Alaska Airlines partito da Anchorage, in Alaska, e diretto a Seattle, nello stato di Washington, con 150 passeggeri, fece un cambio di rotta per andare in una remota città dell’Alaska per prendere a bordo un bambino gravemente ferito. Il bambino, di appena due anni, si era tagliato l’arteria di un braccio cadendo su un pezzo di vetro mentre giocava vicino a casa. La città si trovava a più di settecento chilometri a sud di Anchorage e non era certamente sulla rotta del velivolo. Tuttavia, i medici che tentavano di salvare il bambino avevano diramato una disperata richiesta di aiuto, e così il volo cambio rotta per prelevare il piccino e portarlo a Seattle, dove avrebbe potuto essere curato in ospedale.

Quando l’aereo atterrò nei pressi di quella remota cittadina, i medici informarono il pilota che il piccolo perdeva così tanto sangue che non ce l’avrebbe fatta a raggiungere Seattle. Fu deciso perciò di deviare il volo di altri trecento chilometri fino a Juneau, la città dell’Alaska più vicina che disponesse di un ospedale.

Dopo aver trasportato il bambino a Juneau, l’aereo si diresse a Seattle, con molte ore di ritardo. Nessuno dei passeggeri si lamentò, sebbene la maggior parte di loro avrebbe mancato appuntamenti e perso coincidenze. Al contrario, durante le ore in cui si svolse la vicenda fecero una colletta, raccogliendo una considerevole somma di denaro per il bambino e per la sua famiglia.

Mentre l’aereo era in procinto di atterrare a Seattle, i passeggeri scoppiarono in un applauso quando il pilota annunciò di essere stato informato via radio che il piccolo si sarebbe ripreso.7

Nella mia mente risuonano le parole delle Scritture: “La carità è il puro amore di Cristo, […] e colui che sarà trovato pervaso di essa all’ultimo giorno, tutto andrà bene per lui”8.

Fratelli e sorelle, alcune delle più grandi opportunità di dimostrare il nostro amore si presenteranno tra le pareti domestiche. L’amore dovrebbe essere il fulcro della vita familiare, e tuttavia a volte non lo è. Ci possono essere troppa impazienza, troppi litigi, troppe contese, troppe lacrime. Così si doleva il presidente Gordon B. Hinckley: “Perché avviene che [coloro] che amiamo spesso diventano i destinatari delle nostre dure parole? Perché [parliamo] come se invece delle labbra [avessimo] affilati pugnali che penetrano fino al cuore?”9. Le risposte a queste domande possono essere diverse per ciascuno di noi, e, tuttavia, la verità è che i motivi non contano. Se vogliamo obbedire al comandamento di amarci gli uni gli altri, dobbiamo trattarci con gentilezza e rispetto reciproco.

Naturalmente ci saranno momenti in cui la disciplina va applicata. Ricordiamoci, tuttavia, del consiglio contenuto in Dottrina e Alleanze — ossia che quando è necessario rimproverare qualcuno, in seguito dobbiamo mostrare a questa persona un sovrappiù di amore.10

Spero che ci sforzeremo sempre di essere rispettosi e sensibili nei confronti dei pensieri, dei sentimenti e delle circostanze di coloro che ci circondano. Facciamo in modo di non criticarli o umiliarli. Cerchiamo, piuttosto, di essere compassionevoli e offrire incoraggiamento. Dobbiamo fare attenzione a non distruggere la fiducia di un’altra persona con parole o azioni incuranti.

Il perdono deve andare mano nella mano con l’amore. In famiglia, come anche nelle amicizie, possono esserci sentimenti feriti e disaccordi. Lo ripeto: non importa in realtà quanto irrilevante sia la questione. Non possiamo e non dobbiamo lasciare che crescano, si aggravino e alla fine distruggano. Il rimprovero tiene le ferite aperte. Soltanto il perdono guarisce.

Un giorno venne a trovarmi una cara signora, che ora non c’è più, e mi raccontò inaspettatamente alcune cose di cui si rammaricava. Mi parlò di un incidente avvenuto molti anni prima con un vicino agricoltore, col quale in precedenza erano stati amici ma col quale poi lei e il marito avevano avuto dei dissapori in diverse occasioni. Un giorno il vicino chiese se poteva usufruire di una scorciatoia attraverso la proprietà della donna per raggiungere i propri terreni. Per un momento ella interruppe il suo racconto, poi, con voce tremula, disse: “Fratello Monson, non lo lasciai passare attraverso la nostra proprietà né allora né in seguito, costringendolo a percorrere un lungo tratto a piedi per raggiungere i suoi terreni. Sbagliai e me ne rammarico. Adesso lui è morto e io vorrei potergli dire ‘Mi dispiace tanto’. Come vorrei avere una seconda possibilità di mostrarmi gentile!”.

Ascoltando le sue parole, mi sovvenne la dolente osservazione di John Greenleaf Whittier: “Di tutte le parole tristi che la lingua o la penna possano dire, le più tristi sono queste: ‘Sarebbe potuto essere!’”11 Fratelli e sorelle, quando trattiamo gli altri con amore, considerazione e gentilezza, eviteremo simili rimpianti.

L’amore lo si può esprimere in molti modi riconoscibili: con un sorriso, con un commento gentile, con un complimento. Altre espressioni di amore possono essere meno evidenti, come quando ci interessiamo alle attività di una persona, o insegniamo un principio con gentilezza e pazienza, o andiamo a trovare qualcuno che è malato o costretto in casa. Parole e gesti come questi, e come molti altri, possono comunicare amore.

Dale Carnegie, celebre autore e professore americano, sosteneva che ogni persona ha in sé il potere di accrescere la somma totale della felicità del mondo “pronunciando parole di apprezzamento sincero a chi è scoraggiato o solo”. Egli disse: “Forse domani dimenticherete le parole gentili che avete detto oggi, ma il destinatario le terrà care per tutta la vita”12.

Possiamo noi cominciare ora, oggi stesso, a esprimere amore a tutti i figli di Dio, che siano nostri familiari, nostri amici, semplici conoscenti o completi sconosciuti. Quando ci alziamo la mattina, decidiamo di rispondere con amore e gentilezza, qualsiasi cosa possa accaderci.

E poi, fratelli e sorelle, c’è l’amore di Dio per noi, che supera ogni comprensione. A motivo di questo amore, Egli ha mandato il Suo Figliolo, che ci ha amati al punto da dare la Sua vita per noi, affinché potessimo ottenere la vita eterna. Se arriveremo a comprendere questo dono incomparabile, il nostro cuore si riempirà di amore per il nostro Padre Eterno, per il nostro Salvatore e per tutta l’umanità. Prego con tutto il mio cuore che possa essere così. Nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.

Note

  1. Matteo 22:36–39.

  2. Marco 12:31.

  3. 1 Giovanni 4:21.

  4. Luca 23:34.

  5. Anonimo, citato da Richard L. Evans in “The Quality of Kindness”, Improvement Era, maggio 1960, 340.

  6. Teachings of Spencer W. Kimball, a cura di Edward L. Kimball (1982), 483.

  7. Vedere “Injured Boy Flown to Safety”, Daily Sitka Sentinel (Alaska), 22 ottobre 1981.

  8. Moroni 7:47.

  9. Gordon B. Hinckley, “L’amore sia la Stella Polare della vostra vita”, La Stella, luglio 1989, 60.

  10. Vedere Dottrina e Alleanze 121:43.

  11. “Maud Muller”, The Complete Poetical Works of John Greenleaf Whittier (1878), 206.

  12. Dale Carnegie, in, per esempio, Larry Chang, Wisdom for the Soul (2006), 54.