2016
‘Vieni e seguitami’ praticando l’amore e il servizio cristiani
Novembre 2016


“Vieni e seguitami” praticando l’amore e il servizio cristiani

Come Suoi discepoli degli ultimi giorni, veniamo al Salvatore amando e servendo i figli di Dio.

Il premio Nobel Elie Wiesel era in convalescenza in ospedale dopo un intervento a cuore aperto quando ricevette la visita del nipotino di cinque anni. Quando il bambino guardò il nonno negli occhi, vide quanto soffriva. “Nonno”, chiese, “se io ti volessi più bene, tu [soffriresti di meno]?”.1 Oggi a ciascuno di noi pongo una domanda simile: “Se amassimo di più il Salvatore, soffriremmo di meno?”.

Quando il Salvatore chiese ai Suoi discepoli di seguirLo, essi vivevano la legge di Mosè, compreso il richiedere “occhio per occhio e dente per dente”2, ma il Salvatore venne per adempiere tale legge con la Sua Espiazione. Egli insegnò una nuova dottrina: “Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano e pregate per coloro che si approfittano di voi e vi perseguitano”3.

Ai discepoli fu insegnato di abbandonare i modi dell’uomo naturale per emulare i modi amorevoli e premurosi del Salvatore sostituendo la contesa con il perdono, con la gentilezza e con la compassione. Il nuovo comandamento, “[Amatevi] gli uni gli altri”4, non era sempre facile da osservare. Quando i discepoli temettero di essere associati a dei peccatori e a determinati gruppi di persone, il Salvatore con pazienza insegnò: “In verità vi dico che in quanto l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”5. Oppure, come spiegò un profeta del Libro di Mormon: “Quando siete al servizio dei vostri simili, voi non siete che al servizio del vostro Dio”6.

Come Suoi discepoli degli ultimi giorni, veniamo al Salvatore amando e servendo i figli di Dio. Nel farlo, forse non saremo in grado di evitare la tribolazione, l’afflizione e la sofferenza fisica, ma soffriremo di meno spiritualmente. Possiamo provare gioia e pace anche durante le prove.

Il nostro amore e il nostro servizio cristiani iniziano naturalmente in famiglia. Genitori, voi siete chiamati a essere insegnanti e missionari amorevoli per i vostri figli e per i giovani. Essi sono i nostri simpatizzanti. Avete la responsabilità di aiutarli a convertirsi. In verità, tutti noi stiamo cercando di convertirci — ovvero di essere ricolmi dell’amore del nostro Salvatore.

Poiché seguiamo Gesù Cristo, il Suo amore ci spinge a sostenerci a vicenda durante la nostra esperienza terrena. Non possiamo farcela da soli.7 Mi avete già sentito citare il proverbio quacchero: “Sosteniamoci a vicenda e ci eleveremo entrambi [in eterno]”8. Come discepoli, iniziamo a farlo quando siamo battezzati, dimostrando di essere disposti a “portare i fardelli gli uni degli altri, affinché possano essere leggeri”9.

“[Insegnare l’uno all’altro] le dottrine del regno”10 è un modo di amarci e servirci a vicenda. Genitori e nonni, tendiamo a lamentarci dello stato in cui versa il mondo — del fatto che le scuole non formino il carattere morale. Noi, però, possiamo fare molto. Noi possiamo trarre vantaggio dalle occasioni che in casa nostra si presentano per insegnare — il che significa ora. Non fatevele sfuggire. Quando vi capita l’opportunità di condividere i vostri pensieri sul Vangelo e sulle lezioni della vita, lasciate perdere tutto, sedetevi e parlate con i vostri figli e con i vostri nipoti.

Non dovremmo preoccuparci di non essere insegnanti del Vangelo titolati. Nessun corso o manuale è utile quanto lo studiare le Scritture personalmente, il pregare, il meditare e il chiedere la guida dello Spirito Santo. Lo Spirito vi guiderà. Ve lo prometto: la chiamata a essere genitore comprende il dono di insegnare nei modi giusti per voi e per i vostri figli. Ricordate: il potere di Dio per influenzarci rettamente è il Suo amore. “Noi amiamo perché Egli ci ha amati il primo”11.

Giovani, voi siete tra i nostri insegnanti del Vangelo più efficaci. Venite in chiesa per imparare così potete andare a casa per istruire e servire la vostra famiglia, i vicini e gli amici. Non temete. Abbiate fede per rendere testimonianza di ciò che sapete essere vero. Pensate al modo in cui i missionari a tempo pieno maturano perché conducono con fede una vita consacrata — utilizzando il proprio tempo e i propri talenti e rendendo testimonianza per servire e benedire gli altri. Man mano che rendete testimonianza del Vangelo, la vostra fede cresce e vi sentite più sicuri!

Parte del nostro servizio cristiano di maggiore impatto si svolge tenendo lo studio familiare delle Scritture, la preghiera familiare e le riunioni di consiglio di famiglia. Da oltre cento anni, i dirigenti della Chiesa ci chiedono di dedicare a queste cose del tempo senza interruzioni ogni settimana. Molti di noi, però, se ne stanno ancora perdendo le benedizioni. La serata familiare non è una lezione fatta da mamma e da papà. È il tempo che la nostra famiglia ha a disposizione per condividere idee ed esperienze spirituali semplici, per aiutare i figli a imparare a interessarsi e a condividere, per divertirsi insieme, per rendere testimonianza insieme e per crescere e progredire insieme. Se terremo la serata familiare ogni settimana, l’amore che proviamo l’uno per l’altro si rafforzerà e noi soffriremo di meno.

Ricordiamolo: l’opera più importante che svolgiamo nella nostra famiglia è svolta tramite il potere dello Spirito Santo. Ogni volta che alziamo la voce arrabbiati, lo Spirito si allontana dalla nostra coppia e dalla famiglia. Quando parliamo con amore, lo Spirito può stare con noi. Ricordiamo che i nostri figli e i nostri nipoti misurano il nostro amore in base a quanto tempo dedichiamo completamente a loro. Soprattutto, non spazientitevi e non arrendetevi!

Le Scritture ci dicono che quando alcuni figli di spirito del Padre Celeste scelsero di non seguire il Suo piano, i cieli piansero.12 Anche alcuni genitori che hanno amato e istruito i propri figli hanno pianto quando, da grandi, questi ultimi hanno scelto di non seguire il piano del Signore. Che cosa possono fare i genitori? Non possiamo pregare che agli altri venga tolto il proprio arbitrio. Ricordate il padre del figliuol prodigo, che aspettò con pazienza che il figlio “[rientrasse] in sé” e allo stesso tempo lo controllava, e “mentre’egli era ancora lontano”, gli corse incontro.13 Possiamo pregare di ricevere guida riguardo a quando parlare e a cosa dire, e sì, in alcune occasioni, a quando stare zitti. Ricordate, i nostri figli e i nostri familiari hanno già scelto di seguire il Salvatore nella pre-esistenza. A volte è solo attraverso le esperienze della propria vita che tali sentimenti sacri vengono risvegliati. Alla fine, la scelta di amare e di seguire il Signore deve essere loro.

Esiste un altro modo speciale in cui i discepoli dimostrano di amare il Salvatore. Oggi rendo omaggio a tutti coloro che servono il Signore assistendo gli altri. Il Signore vi vuole molto bene! Svolgendo un servizio riservato e senza riconoscimenti, state seguendo Colui che promise: “Tuo Padre, che vede nel segreto, ti ricompenserà apertamente”14.

Penso al mio vicino la cui moglie era stata colpita dal morbo di Alzheimer. Ogni domenica la aiutava a vestirsi per le riunioni della Chiesa, le pettinava i capelli, la truccava e le metteva persino gli orecchini. Nel rendere tale servizio, era un esempio per ogni uomo e ogni donna del nostro rione — in realtà, per il mondo. Un giorno la moglie gli disse: “Voglio solo rivedere mio marito e stare con lui”.

Egli rispose: “Sono io tuo marito”.

Ella disse dolcemente: “Oh, bene!”.

Non posso parlare del prendersi cura degli altri senza riconoscere la persona speciale che si è presa cura di me nella mia vita — la discepola speciale che il Salvatore mi ha dato — la mia compagna eterna, Mary. Ella ha dato tutta se stessa offrendo cure compassionevoli e amore. Le sue mani rispecchiano il tocco gentile e che sostiene del Signore. Non sarei qui senza di lei. E con lei, riuscirò a perseverare sino alla fine per stare con lei nella vita eterna.

Se state soffrendo molto, per qualcuno o per voi stessi, vi esorto a lasciare che il Salvatore si prenda cura di voi. Appoggiatevi al Suo forte braccio.15 Accettate la Sua rassicurazione. “Non vi lascerò orfani; tornerò a voi”16, ha promesso.

Fratelli e sorelle, se non lo abbiamo ancora fatto del tutto, volgiamoci di più al perdono, alla gentilezza e all’amore. Rinunciamo alla guerra che tanto spesso infuria nel cuore dell’uomo naturale e proclamiamo la cura, l’amore e la pace di Cristo.17

Se “[giungerete] alla conoscenza della gloria [e della bontà] di Dio”18 e anche dell’“espiazione che fu preparata fin dalla fondazione del mondo”19, “non avrete in mente di farvi del male l’un l’altro, bensì di vivere in pace […]. E non permetterete che i vostri figlioli […] trasgrediscano le leggi di Dio, che lottino e litighino l’uno con l’altro […]. Ma […] insegnerete loro ad amarsi l’un l’altro e a servirsi l’un l’altro”20.

Poco prima che fosse crocifisso, il Salvatore insegnò ai Suoi apostoli quanto segue: “Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Com’io v’ho amati”21 e “Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti”22.

Attesto che il vero atteggiamento del Salvatore nei nostri confronti è quello a braccia tese raffigurato dal Christus, la statua di Thorvaldsen. Egli continua a tendere le Sue mani,23 dicendoci: “Vieni e seguitami”. Lo seguiamo amandoci e servendoci a vicenda e rispettando i Suoi comandamenti.

Rendo la mia testimonianza speciale del fatto che Egli vive e che ci ama di un amore perfetto. Questa è la Sua chiesa. Thomas S. Monson è il Suo profeta sulla terra oggi. Prego che possiamo amare il nostro Padre Celeste e Suo Figlio di più e soffrire di meno. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.