2017
Chi sta con il Signor – Lezioni dal Campo di Sion
July 2017


Chi sta con il Signor:Lezioni dal Campo di Sion

Tratto da un discorso tenuto il 30 luglio 2010 durante la Education Week [settimana dedicata all’istruzione] presso la Brigham Young University – Idaho e intitolato: “Chi sta con il Signor? È tempo di saper”.

La spedizione del Campo di Sion guidata dal profeta Joseph Smith nel 1834 è un esempio lampante di cosa voglia dire scegliere di stare dalla parte del Signore. Un ripasso della storia del Campo di Sion può aiutarci a trarre da questo episodio significativo della storia della Chiesa alcune lezioni preziose e senza tempo da applicare oggi alla nostra vita e alle nostre circostanze.

Che cos’era il Campo di Sion?

Nel 1831 il profeta Joseph Smith ricevette una rivelazione che indicava Independence, nella Contea di Jackson, Missouri, come luogo in cui edificare Sion, il principale centro di raduno per i Santi degli Ultimi Giorni nonché l’ubicazione della Nuova Gerusalemme di cui si parla sia nella Bibbia che nel Libro di Mormon (vedere DeA 57:1–3; vedere anche Apocalisse 21:1–2; Ether 13:4–6). Entro l’estate del 1833, un terzo della popolazione della Contea di Jackson era già composto da coloni mormoni. La crescita così rapida, la potenziale influenza politica e le peculiari credenze religiose e politiche di questi nuovi arrivati causarono notevole preoccupazione negli altri abitanti della zona, i quali intimarono ai membri della Chiesa di evacuare le loro case e proprietà. Poiché tale ultimatum non venne accolto, nel novembre del 1833 gli abitanti del Missouri attaccarono gli insediamenti mormoni e costrinsero i Santi ad andarsene.

Immagine
exiled Saints

FORGING ONWARD, EVER ONWARD [nascita del motto avanti, sempre avanti], di Glen Hopkinson.

La creazione del Campo di Sion arrivò come comandamento ricevuto tramite rivelazione nel febbraio del 1834 (vedere DeA 103). Lo scopo principale di questo esercito del Signore era proteggere i mormoni della Contea di Jackson da ulteriori assalti, dopo che la milizia del Missouri avesse adempiuto al proprio obbligo di ricondurre in tutta sicurezza i coloni alle proprie case e proprietà terriere. Aveva inoltre lo scopo di fornire denaro, rifornimenti e supporto morale ai membri della Chiesa indigenti. Pertanto, a maggio e a giugno del 1834, una compagnia di oltre duecento volontari membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni percorse circa 1450 chilometri partendo da Kirtland, nell’Ohio, per raggiungere la Contea di Clay, nel Missouri. Inoltre, Hyrum Smith e Lyman Wight misero insieme un gruppo più piccolo di volontari del Michigan e si unirono al gruppo del Profeta nel Missouri. Tra i partecipanti al Campo di Sion vi erano Brigham Young, Heber C. Kimball, Wilford Woodruff, Parley P. Pratt, Orson Hyde e molte altre personalità chiaramente riconoscibili della storia della Chiesa.

Non è mia intenzione descrivere i dettagli di questo viaggio sfiancante o raccontare tutti gli episodi spiritualmente importanti che si verificarono. Permettetemi semplicemente di riassumerne alcuni tra i più salienti avvenuti durante la spedizione del Campo di Sion:

  • Daniel Dunklin, governatore del Missouri, non inviò la milizia promessa, mancando così di fornire l’assistenza necessaria ai coloni mormoni durante il ritorno alle proprie terre.

  • I negoziati tra i dirigenti della Chiesa, i funzionari governativi del Missouri e i cittadini della Contea di Jackson — intrapresi allo scopo di evitare il conflitto armato e risolvere le dispute in merito alle proprietà terriere — non raggiunsero un accordo soddisfacente per le parti coinvolte.

  • Alla fine, il Signore diede istruzione a Joseph Smith di smantellare il Campo di Sion e gli spiegò come mai l’esercito del Signore non aveva raggiunto l’obiettivo prefissato (vedere DeA 105:6–13, 19).

  • Il Signore diede istruzione ai Santi di coltivare buoni rapporti con gli abitanti dell’area, in preparazione per il ripristino del Campo di Sion attraverso vie legali, piuttosto che attraverso vie militari (vedere DeA 105:23–26, 38–41).

L’esercito di Sion fu scomposto in gruppetti più piccoli verso la fine di giugno del 1834 e i documenti di proscioglimento definitivo furono emanati nei primi giorni di luglio di quello stesso anno. Gran parte dei volontari fece ritorno in Ohio.

Quali lezioni possiamo imparare dal Campo di Sion?

Immagine
etching of zions camp

A causa del suo insuccesso nel riportare i Santi alle proprie terre nella Contea di Jackson, il Campo di Sion fu considerato da alcuni un fallimento e un’impresa improduttiva. Un fratello di Kirtland — che non aveva avuto abbastanza fede per partire come volontario — incontrò Brigham Young mentre questi era sulla via del ritorno e gli disse: ‘Ebbene, che cosa avete guadagnato da questo viaggio inutile nel Missouri con Joseph Smith?’. ‘Tutto quello per cui siamo partiti’, rispose prontamente Brigham Young. ‘Non cambierei l’esperienza ottenuta in questa spedizione con tutte le ricchezze della Contea di Geauga’, contea in cui si trovava allora Kirtland.1

Vi invito a pensare attentamente alla risposta data da Brigham Young: “Tutto quello per cui siamo partiti”. Quali insegnamenti chiave possiamo trarre da un’impresa che, pur non avendo raggiunto il suo scopo iniziale, ha fornito ai quei primi Santi, così come può fornire a noi, le benedizioni di una vita intera?

Ritengo che nella risposta del fratello Brigham a quella domanda provocatrice si possano rintracciare almeno due lezioni generali: (1) la lezione della prova, del vaglio e della preparazione, e (2) la lezione dell’osservare e del seguire i Fratelli e dell’apprendere da loro. Pongo enfasi sul fatto che è tanto importante, se non lo è ancora di più, che noi impariamo e mettiamo in pratica queste lezioni oggi quanto lo era più di centoottanta anni fa per i volontari del Campo di Sion.

La lezione della prova, del vaglio e della preparazione

I santi valorosi che marciarono nell’esercito del Signore furono testati e messi alla prova. Come dichiarato dal Signore: “Ho udito le loro preghiere e accetterò la loro offerta; e mi è opportuno che siano stati condotti fin qui, per mettere alla prova la loro fede” (DeA 105:19).

In modo molto letterale, le sfide sia fisiche che spirituali del Campo di Sion costituirono una vagliatura del frumento dal loglio (vedere Matteo 13:25, 29–30; DeA 101:65), una divisione tra le pecore e le capre (vedere Matteo 25:32–33), una separazione tra i forti e i deboli di spirito. Pertanto, ogni uomo e ogni donna arruolati nell’esercito del Signore si trovarono di fronte e risposero a questa domanda profonda: “Chi sta con il Signor?”2.

Mentre Wilford Woodruff stava sistemando i propri affari e si stava preparando per la sua partenza assieme al Campo di Sion, amici e familiari lo misero in guardia dall’affrontare un viaggio tanto pericoloso. Gli diedero questo consiglio: “Non partire; se parti ci rimetti la vita”. Lui rispose: “Anche sapendo che mi pianterebbero un proiettile nel cuore non appena mettessi piede in Missouri, andrei lo stesso”3. Wilford Woodruff sapeva di non avere motivo di temere le conseguenze del male fintantoché fosse rimasto fedele e obbediente. Era chiaro che stava con il Signore.

Infatti, “il tempo di saper”4, ovvero di dimostrarlo, per quegli uomini e quelle donne fedeli fu l’estate del 1834. Ma la decisione di marciare con il profeta Joseph in Missouri non fu necessariamente una decisione onnicomprensiva presa una volta sola, e neppure una risposta immediata alla domanda: “Chi sta con il Signor?”. “Il tempo di saper” si presentò ripetutamente e frequentemente per quei santi attraverso la fatica mentale e fisica, attraverso le vesciche sanguinanti ai piedi, attraverso la scarsità di cibo e l’acqua contaminata, attraverso una miriade di delusioni, attraverso i dissensi e le ribellioni all’interno degli accampamenti stessi e attraverso gli attacchi esterni da parte di nemici feroci.

“Il tempo di saper” giunse attraverso le esperienze e le privazioni di ogni ora, di ogni giorno e di ogni settimana. Fu il grande insieme delle molte scelte e decisioni apparentemente piccole nella vita di questi santi devoti a fornire una risposta definitiva alla domanda: “Chi sta con il Signor?”.

In che modo le prove e la vagliatura che ci furono nella vita dei partecipanti al Campo di Sion servirono come preparazione? È interessante notare che otto dei fratelli chiamati nel Quorum dei Dodici Apostoli nel 1835, così come tutti i Settanta chiamati in quello stesso periodo, erano veterani del Campo di Sion. Durante una riunione tenutasi in seguito alla chiamata dei Settanta il profeta Joseph Smith dichiarò:

“Fratelli, alcuni di voi sono adirati con me, poiché nel Missouri non abbiamo combattuto; ma consentitemi di dirvi che Dio non voleva che combatteste. Egli non poteva organizzare il Suo regno con dodici uomini per aprire la porta del Vangelo alle nazioni della terra e con settanta uomini sotto la loro direzione perché seguissero le loro orme, a meno che non li avesse tratti da un gruppo di uomini che avevano offerto la vita e che avevano compiuto un sacrificio grande quanto quello di Abrahamo.

Ora, il Signore ha i Suoi Dodici e i Suoi Settanta e ci saranno altri quorum di Settanta ancora da chiamare”5.

In verità, il Campo di Sion fu in generale un fuoco raffinatore per tutti i volontari, ma lo fu in maniera particolare per i dirigenti della Chiesa del Signore.

L’esperienza ottenuta dai volontari dell’esercito del Signore costituì anche una preparazione per le successive e più grandi migrazioni dei membri della Chiesa. Più di venti partecipanti al Campo di Sion servirono come capitani e tenenti durante due grandi esodi successivi — il primo ebbe luogo circa quattro anni più tardi e vide tra le ottomila e le diecimila persone spostarsi dal Missouri all’Illinois6; il secondo, dodici anni più tardi, vide circa quindicimila Santi degli Ultimi Giorni spostarsi dall’Illinois alla Valle del Lago Salato, così come ad altre valli tra le Montagne rocciose. In quanto addestramento preparatorio, il Campo di Sion ebbe un valore immenso per la Chiesa. Il 1834 fu “il tempo di saper”, ma anche di prepararsi per il 1838 e per il 1846.

Come individui e famiglie, anche noi saremo messi alla prova, passati al vaglio e preparati così come lo furono i membri del Campo di Sion. Le Scritture e gli insegnamenti dei Fratelli sono colmi di promesse sul fatto che avere fede nel Signore Gesù Cristo e stipulare, onorare e ricordare le sacre alleanze, così come obbedire ai comandamenti di Dio, ci rafforzerà e ci preparerà per affrontare e superare le prove e le sfide della mortalità e per imparare da esse.

I dirigenti della Chiesa del Signore hanno messo chiaramente in evidenza alcune delle prove collettive o generazionali che possiamo aspettarci di incontrare al giorno d’oggi e in questa generazione. Nel 1977, in veste di presidente del Quorum dei Dodici Apostoli, il presidente Ezra Taft Benson (1899–1994) alzò una voce profetica di avvertimento durante una riunione dei rappresentanti regionali. Cito ora ampie parti del messaggio del presidente Benson e vi invito a concentrare la vostra attenzione sul suo consiglio così attuale:

“Ogni generazione ha le proprie prove e la propria opportunità per ergersi e dimostrare di che pasta sia fatta. Volete sapere qual è una delle prove più dure per noi? Ascoltate le parole di avvertimento di Brigham Young: ‘La più grande paura che ho per quanto riguarda questo popolo è che diventerà ricco in questo paese, dimenticherà Dio e il Suo popolo, ingrasserà e uscirà dalla Chiesa e andrà all’inferno. Questo popolo resisterà alla violenza, alle ruberie, alla povertà e ad ogni sorta di persecuzione, e rimarrà fedele. Ma il mio maggior timore è che non possa sopportare la ricchezza’”.

Il presidente Benson continua: “La nostra sembra quindi essere la prova più dura di tutte, poiché il male è ora più subdolo, più astuto. Ogni cosa sembra essere meno minacciosa e quindi più difficile da individuare. Mentre ogni prova di rettitudine rappresenta una sfida, questa prova in particolare non sembra affatto essere né una prova e né una sfida e potrebbe pertanto essere il tranello più insidioso di tutti.

Sapete che cosa possono fare pace e prosperità a un popolo? Possono metterlo a dormire. Il Libro di Mormon ci ha messo in guardia in merito a come Satana, negli ultimi giorni, ci avrebbe condotti piano piano giù in inferno. Il Signore ha qui sulla terra alcuni giganti spirituali potenziali tenuti in serbo per sei milioni di anni in modo che oggi potessero aiutare a portare avanti il Suo regno in modo trionfale — e l’avversario sta provando a metterli a dormire. L’avversario sa che probabilmente non riuscirebbe a spingerli a compiere molti grandi e malevoli peccati di commissione, quindi li mette a dormire, come Gulliver, inducendoli a compiere piccoli peccati di omissione. E come può un gigante dormiente, neutralizzato, e freddino, essere un dirigente?

Immagine
women sitting in front of computer

Abbiamo troppi giganti spirituali potenziali che dovrebbero elevare le proprie case, il proprio regno e la propria nazione con maggior vigore. Abbiamo molti membri convinti di essere bravi uomini e brave donne, ma devono essere bravi in qualcosa — bravi a essere patriarchi forti, missionari coraggiosi, consulenti della storia familiare o lavoranti del tempio, patrioti dediti e membri del quorum devoti. In poche parole, abbiamo bisogno di essere scossi e risvegliati da una sonnolenza spirituale”7.

Considerate che la ricchezza, la prosperità e il benessere possono costituire nella nostra vita una prova di un’intensità simile o maggiore a quella delle persecuzioni e delle sofferenze fisiche sopportate da quei santi che di propria volontà marciarono nel Campo di Sion. Come magnificamente descritto dal profeta Mormon nel suo riassunto del ciclo dell’orgoglio contenuto in Helaman 12:

“E così possiamo vedere la falsità e anche l’incostanza del cuore dei figlioli degli uomini; sì, possiamo vedere che il Signore nella sua grande, infinita bontà benedice e fa prosperare coloro che ripongono in lui la loro fiducia.

Sì, e possiamo vedere che proprio nel momento in cui egli fa prosperare il suo popolo, sì, aumentando i loro raccolti, le loro greggi, i loro armenti e il loro oro, il loro argento ed ogni sorta di cose preziose di ogni specie ed arte, risparmiando la loro vita e liberandoli dalle mani dei loro nemici, placando il cuore dei loro nemici affinché non dichiarino loro guerra, sì, e infine facendo tutte le cose per il bene e la felicità del suo popolo, sì, è allora il momento in cui essi induriscono il loro cuore, e dimenticano il Signore loro Dio, e calpestano sotto i piedi il Santo; sì, e questo a causa dei loro agi e della loro grandissima prosperità” (Helaman 12:1–2).

Vi invito a fare particolare attenzione alla frase conclusiva dell’ultimo versetto: “E questo a causa dei loro agi e della loro grandissima prosperità”.

Allo stesso modo, il presidente Harold B. Lee (1899–1973) insegnò in merito alla prova collettiva del benessere che affrontiamo ai nostri giorni: “Siamo messi alla prova, siamo testati, stiamo affrontando alcune delle prove più dure oggi e forse non ci rendiamo conto di quanto dure siano queste prove. A quei tempi c’erano omicidi, c’erano ruberie, c’erano esodi. Le persone venivano [scacciate] nel deserto, erano affamate, non avevano molto da indossare e soffrivano il freddo. Giunsero qui, in questa terra favorita. Noi abbiamo ereditato ciò che ci hanno lasciato. Ma che uso ne stiamo facendo? Oggi ci stiamo crogiolando tra le braccia del lusso, un lusso mai visto prima nella storia del mondo. Sembra che questa sia probabilmente la più ardua tra tutte le prove che ci siano mai state nella storia di questa Chiesa”8.

Questi insegnamenti dei profeti sia antichi che moderni in merito alle prove degli ultimi giorni sono solenni e fanno riflettere, ma non dovrebbero scoraggiarci, né dovremmo temere. Per coloro che hanno occhi per vedere e orecchie per udire, gli ammonimenti spirituali sono un incentivo a stare maggiormente in guardia. Voi ed io viviamo in un “giorno di avvertimento” (DeA 63:58). E, poiché siamo stati e saremo avvertiti, dobbiamo “[vegliare] con ogni perseveranza” (Efesini 6:18), come l’apostolo Paolo ci ha ammonito. Se stiamo attenti e ci prepariamo, non avremo davvero alcun motivo di temere (vedere DeA 38:30).

Chi sta con il Signor? Ora è “il tempo di saper” che il nostro cuore e la nostra mente sono ricettivi e accettano tali ammonimenti ispirati. Ora è “il tempo di saper” che siamo vigili e che ci stiamo preparando per resistere in questi ultimi giorni alle prove di prosperità e di orgoglio, di benessere e di ricchezza, di indurimento dei cuori e di dimenticanza del Signore nostro Dio. Ora è “il tempo di saper” che saremo fedeli in ogni momento e in qualunque cosa ci sia richiesta con fiducia dal nostro Padre Celeste e dal Suo beneamato Figliuolo, e che osserveremo i comandamenti di Dio e cammineremo rettamente dinanzi a Lui (vedere Alma 53:20–21).

La lezione dell’osservare e del seguire i Fratelli e dell’apprendere da loro

Quei santi valorosi nell’esercito del Signore furono benedetti con l’opportunità di osservare e di seguire i Fratelli e di imparare da loro. Oggi possiamo trarre grande beneficio dall’esempio e dalla fedeltà di quei membri devoti del Campo di Sion.

Nell’aprile del 1834 Wilford Woodruff, in risposta al consiglio di Parley P. Pratt, si recò a Kirtland, in Ohio, per unirsi al Campo di Sion. Il resoconto fornito dal fratello Woodruff in merito al suo primo incontro con il profeta Joseph Smith è istruttivo per tutti noi:

“Qui, per la prima volta nella mia vita, conobbi il nostro amato profeta Joseph Smith, l’uomo scelto da Dio per portare avanti le Sue rivelazioni in questi ultimi giorni, ed ebbi un’intervista con lui. Il mio primo incontro con lui non fu tale da soddisfare le aspettative di una mente settaria in merito a come dovrebbe essere un profeta e a come dovrebbe apparire. Avrebbe infatti potuto scuotere la fede di alcuni. Trovai lui e suo fratello Hyrum all’aperto, mentre stavano sparando a un bersaglio con un paio di pistole. Quando ebbero finito di sparare, venni presentato al fratello Joseph, il quale mi strinse la mano molto amichevolmente. Mi invitò in casa, dicendomi di considerarla casa mia durante il mio soggiorno a Kirtland. Accettai il suo invito con gioia e fui grandemente edificato e benedetto durante la mia permanenza in casa sua”9.

Trovo degno di nota il fatto che il fratello Woodruff, che per un periodo visse a casa del Profeta e che senza dubbio ebbe l’opportunità straordinaria di poterlo osservare nelle sue abitudini quotidiane, fu benedetto con la capacità di guardare oltre “le aspettative di una mente settaria in merito a come dovrebbe essere un profeta e a come dovrebbe apparire”. Tali false aspettative potrebbero offuscare la visione di molti nel mondo d’oggi, sia dentro che fuori la Chiesa restaurata del Signore.

Come conseguenza della chiamata a servire nel Quorum dei Dodici Apostoli che ho ricevuto nel 2004, ho una prospettiva decisamente particolare in merito a cosa voglia dire osservare e seguire i Fratelli e apprendere da loro. Ora osservo quotidianamente le personalità individuali, le preferenze e le nobili personalità dei dirigenti di questa Chiesa. Alcune persone trovano i difetti e i limiti umani dei Fratelli preoccupanti e fonte di indebolimento della fede. Per me tali debolezze favoriscono la fede. Il modello di governo della Chiesa rivelato dal Signore fornisce una soluzione alle fragilità umane e ne attenua l’impatto. Trovo sia davvero miracoloso assistere a come il Signore adempia la propria volontà attraverso i Suoi dirigenti scelti, nonostante i loro difetti e le loro mancanze. Questi uomini non hanno mai sostenuto di essere perfetti e non lo sono, però sono certamente chiamati da Dio.

Wilford Woodruff era un sacerdote quando arrivò nel Missouri con l’esercito del Signore e più avanti, quando serviva come membro del Quorum dei Dodici Apostoli, dichiarò: “Abbiamo acquisito un’esperienza che non avremmo mai potuto ottenere in altro modo. Abbiamo avuto il privilegio di […] viaggiare con [il Profeta] per mille miglia, di osservare in che modo lo Spirito di Dio operava in lui, di essere presenti quando ricevette rivelazioni da Gesù Cristo, per poi constatarne l’adempimento. […] Se non mi fossi unito al Campo di Sion oggi non sarei dove sono”10.

L’ultima domenica di aprile del 1834, Joseph Smith invitò vari dirigenti della Chiesa a parlare ai volontari del Campo di Sion che erano riuniti in un edificio scolastico. Al termine dei discorsi di tali dirigenti, il Profeta si alzò e disse di essere stato edificato dalle istruzioni ricevute. Poi profetizzò:

“Vi voglio dire, al cospetto del Signore, che voi non ne sapete di più, riguardo al destino di questa chiesa e regno, di un bambino che sta in grembo a sua madre. Non riuscite a comprenderlo. […] Questa sera è qui presente solo una manciata di sacerdoti, ma questa Chiesa riempirà l’America settentrionale e l’America meridionale, riempirà il mondo intero”11.

Uomini del calibro di Brigham Young, Heber C. Kimball, Orson Pratt e Wilford Woodruff ascoltarono il Profeta e impararono molto da lui quella sera — e anni dopo contribuirono a realizzare tali parole profetiche. Che opportunità gloriosa ebbero quegli uomini di poter osservare e seguire il Profeta e di poter apprendere da lui.

Immagine
President Nelson with young man

È importante che tutti noi ricordiamo che possiamo imparare sia dagli insegnamenti dei Fratelli che dagli esempi tratti dalla loro vita. Data la visione maestosa della crescita futura della Chiesa enunciata dal profeta Joseph Smith, vi prego ora di prendere in considerazione il potere del suo esempio personale nello svolgimento di compiti ordinari e quotidiani ma necessari. George A. Smith descrisse nel proprio diario la reazione del Profeta alle sfide affrontate ogni giorno durante la marcia verso il Missouri.

“Il profeta Joseph lavorava come gli altri durante tutto il viaggio. Oltre a occuparsi della gestione del campo e a presiedere, camminava per la maggior parte del tempo e aveva la sua parte di vesciche e di ferite ai piedi. […], ma mai durante il viaggio egli si lamentò o mormorò, mentre la maggior parte degli uomini del Campo protestava con lui a causa dei piedi indolenziti, delle vesciche, delle lunghe marce, del cibo scarso, della cattiva qualità del pane, del grano troppo vecchio, del burro rancido, del miele dal sapore troppo forte, del prosciutto e del formaggio infestati dai vermi, ecc. Neppure un cane poteva abbaiare senza che gli uomini si lamentassero con Joseph. Se dovevano accamparsi per il cattivo tempo, quasi si ribellavano; eppure facevamo parte del Campo di Sion e tuttavia molti di noi non pregavano, non mostravano senso di responsabilità, erano indolenti, avventati, sciocchi o malvagi, ma ancora non lo sapevamo. Joseph doveva sopportarci e guidarci come bambini”12.

Joseph era un valido esempio del principio insegnato da Alma: “Poiché chi predicava non era migliore di chi ascoltava, né l’insegnante era migliore di chi imparava; […] e tutti lavoravano, ciascuno secondo la sua forza” (Alma 1:26).

Da quando sono stato chiamato come Autorità generale, ho provato a osservare e a imparare mentre alcuni dei miei Fratelli affrontavano le difficoltà dell’invecchiamento o delle incessanti esigenze poste dalle limitazioni fisiche e dal dolore costante. Non potete conoscere, e mai conoscerete, la sofferenza privata e silenziosa che alcuni di questi uomini vivono mentre servono pubblicamente con tutto il cuore, con tutta la facoltà, la mente e la forza. Avendo servito con il presidente Gordon B. Hinckley (1910–2008), il presidente James E. Faust (1920–2007), l’anziano Joseph B. Wirthlin (1917–2008), il presidente Boyd K. Packer (1924–2015), l’anziano L. Tom Perry (1922–2015), l’anziano Richard G. Scott (1928–2015) e i miei altri compagni d’apostolato e avendoli osservati, ho l’autorità per affermare con convinzione che i Fratelli con cui sto servendo sono dei guerrieri — nobili e grandiosi guerrieri spirituali — nel senso più vero e più lodevole del termine! La loro pazienza, la loro persistenza e il loro coraggio permettono loro di “[spingersi] innanzi con costanza in Cristo” (2 Nefi 31:20) e questo è meritevole della nostra emulazione.

Il presidente Lee ci ha messi in guardia in merito a un ulteriore prova collettiva che sta diventando sempre più invasiva in questa generazione: “Stiamo passando attraverso un’altra prova — un periodo di ciò che potremmo definire sofisticazione. Questo è un periodo in cui ci sono molte persone intelligenti che non sono disposte a prestare ascolto agli umili profeti del Signore. […] Si tratta di una prova alquanto dura”13.

La prova della sofisticazione procede di pari passo con le prove della prosperità e del benessere. Quanto è importante che ciascuno di noi osservi e segua i Fratelli e impari da loro.

Immagine
members of the First Presidency

“Chi sta con il Signor?” Ora è “il tempo di saper” attraverso la fedeltà e l’ascolto che prestiamo ai consigli degli apostoli e dei profeti viventi chiamati da Dio in questi ultimi giorni per supervisionare e dirigere la Sua opera sulla terra. Ora è “il tempo di saper” che crediamo nel fatto che la parola di Dio “non passerà, ma sarà tutta adempiuta; che sia dalla [Sua] propria voce o dalla voce dei [Suoi] servitori, è lo stesso” (DeA 1:38). Ora “è il tempo di saper”, ovvero di dimostrarlo. È giunta l’ora!

Il nostro Campo di Sion personale

A un certo punto della vita, ciascuno di noi verrà invitato a marciare nel proprio Campo di Sion. Le tempistiche dell’invito saranno diverse per ciascuno, così come saranno diversi gli ostacoli specifici che incontreremo lungo il cammino. Ma la nostra reazione continua e coerente a questa chiamata inevitabile costituirà la risposta alla domanda: “Chi sta con il Signor?”.

“Il tempo di saper” è ora, oggi, domani e per sempre. Ricordiamoci sempre le lezioni — tra loro collegate — della prova, del vaglio e della preparazione, nonché dell’osservare e del seguire i Fratelli e dell’apprendere da loro.

Note

  1. Brigham Young, in B. H. Roberts, A Comprehensive History of the Church, 1:370–371.

  2. “Chi sta con il Signor?”, Inni, 165.

  3. The Discourses of Wilford Woodruff, a cura di G. Homer Durham (1946), 306.

  4. “Chi sta con il Signor?”, Inni, 165.

  5. Joseph Smith, in Joseph Young sr, History of the Organization of the Seventies (1878), 14; vedere anche History of the Church, 2:182.

  6. Vedere Alexander L. Baugh, “From High Hopes to Despair: The Missouri Period, 1831–1839”, Ensign, luglio 2001, 44.

  7. Ezra Taft Benson, “Our Obligation and Challenge”, Regional Representatives seminar, 30 settembre 1977, 2–3; dattiloscritto inedito.

  8. Harold B. Lee, “Christmas address to Church employees”, 13 dicembre 1973, 4–5; trascrizione inedita.

  9. Wilford Woodruff, in Matthias F. Cowley, Wilford Woodruff: History of His Life and Labors (1909), 39.

  10. Wilford Woodruff, in The Discourses of Wilford Woodruff, 305.

  11. Joseph Smith in Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Wilford Woodruff (2004), 26; vedere anche Joseph Smith, citato da Wilford Woodruff nel Conference Report di aprile 1898, 57.

  12. George A. Smith, “My Journal”, Instructor, maggio 1946, 217.

  13. Harold B. Lee, “Sweet Are the Uses of Adversity”, Instructor, giugno 1965, 217.