2018
Un po’ meglio di ieri
Dicembre 2018


Un po’ meglio di ieri

L’autore vive a Salta, in Argentina.

Dobbiamo continuare a mettere in pratica il Vangelo. Ecco come Sergio può essere nuovamente nostro.

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missionary planner

Illustrazioni di Suzanne Simmons

Quando il suo presidente di missione ha chiamato, Sergio era in missione da quasi un anno. Era il nostro unico figlio maschio ed è stato il primo dei nostri figli a svolgere una missione a tempo pieno. Mia moglie, Liliana, e io eravamo orgogliosi di lui e dell’esempio che stava dando alle sue due sorelle.

Sergio aveva delle qualità uniche che sapevamo lo avrebbero reso un buon missionario. Era un leader nato, era felice e sincero, ed era in grado di motivare gli altri.

Non gli importava che qualcuno fosse membro della Chiesa oppure no; faceva amicizia con tutti. E se gli altri lo prendevano in giro perché era un santo degli ultimi giorni, lui la prendeva con buon umore e raramente si offendeva.

Eravamo emozionati quando Sergio ha ricevuto la sua chiamata a servire nella Missione peruviana di Chiclayo. Ha cominciato il suo servizio il 20 novembre 2013. Amava la sua missione. All’inizio era facile scrivergli. Tuttavia, con il passare dei mesi, avevo bisogno di più tempo per riflettere sulle sue lettere e per stare al passo della sua crescita spirituale.

Non ci preoccupavamo per Sergio. Pensavamo che il campo di missione fosse il posto più sicuro al mondo. Il suo presidente di missione ci ha chiamato il 7 ottobre 2014.

Non ci siamo mai sentiti soli

Il presidente di missione ci disse che Sergio e il suo collega stavano insegnando a dei simpatizzanti riguardo al tempio e alle famiglie eterne. Poi, mentre Sergio offriva la preghiera di chiusura, si è fermato, ha improvvisamente perso conoscenza ed è caduto a terra. Ha ricevuto una benedizione ed è stato portato d’urgenza in ospedale. I medici gli hanno diagnosticato un aneurisma cerebrale. Hanno cercato invano di rianimarlo.

La notizia ci ha riempito di profondo dolore. Nonostante il nostro dolore, io e Liliana abbiamo dovuto recarci in Perù per recuperare il corpo e gli effetti personali di Sergio. Facevamo fatica a essere lucidi, quindi siamo stati grati che qualcuno della Chiesa — dal momento in cui abbiamo lasciato casa nostra fino al nostro ritorno — fosse lì per aiutarci. Abbiamo anche ricevuto l’aiuto dello Spirito Santo, che ci ha dato conforto e ci ha aiutato a resistere. Non ci siamo mai sentiti soli.

È difficile trovare gratitudine nella tragedia, ma sono grato per le tenere misericordie del Signore associate alla morte di Sergio. Quando è morto, io prestavo servizio come vescovo, Liliana insegnava al Seminario e nostra figlia Ximena serviva come presidentessa delle Giovani Donne di rione. Eravamo impegnati a servire e ad amare gli altri, il che ci teneva saldamente radicati nel Vangelo. Se Sergio doveva proprio lasciarci, sarò sempre grato del fatto che il Padre Celeste lo abbia preso mentre eravamo forti nella fede.

Sono inoltre grato che Sergio abbia lasciato questa vita servendo il Signore ed essendo “al servizio dei [suoi] simili” (Mosia 2:17). Il Signore ha detto: “Coloro che muoiono in me non sentiranno la morte, poiché essa sarà loro dolce” (DeA 42:46).

Lo Spirito Santo mi ha dato un piccolo assaggio di ciò che il Padre Celeste deve aver sopportato quando il Suo Unigenito è morto per noi. Mi sono reso conto che non avevo alcun diritto di essere arrabbiato con Dio. Il mio Padre Celeste sapeva cosa stavo passando. Ho provato una pace che mi ha permesso di accettare la Sua volontà e i tempi della morte di Sergio. Liliana ha vissuto e sentito la stessa cosa.

Parole di conforto

La nostra famiglia è stata suggellata nel tempio nel 2005, quando Sergio e Ximena erano piccoli. Ruth è nata nell’alleanza poco dopo. Prima di partire in missione, Sergio l’ha battezzata.

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Sergio and Ruth

Tre giorni dopo la morte di Sergio, Ruth ha fatto un sogno su di lui. Era la notte del nono compleanno di Ruth. Nel suo sogno, tutti e due camminavano insieme mano nella mano per tutto il giorno e Sergio le rivolgeva parole confortanti.

Ruth e Ximena erano molto vicine a Sergio e ne sentono profondamente la mancanza. Ruth riceve ancora conforto dal ricordo del suo sogno.

Un giorno, spulciando tra le cose di Sergio, Liliana e io abbiamo trovato la sua agenda della missione. Abbiamo notato che su ogni pagina di ogni giorno Sergio aveva scritto: “Sii un po’ meglio di ieri”.

Quelle parole non mi hanno mai lasciato. Mi ricordano che dobbiamo continuare a vivere il Vangelo. Solo così possiamo stare insieme come famiglia dopo questa vita. Ecco come Sergio può essere nuovamente nostro.

Quando attraverseremo momenti difficili, il Salvatore verrà in nostro soccorso. So che è vero, proprio come so che le Sue promesse sono certe. Quindi restiamo fedeli al Vangelo e seguiamo l’esempio di Sergio. Cerchiamo di essere migliori un po’ di più ogni giorno.