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Il sacerdozio


Lezione 1

Il sacerdozio

Questa lezione ha lo scopo di aiutarci a comprendere cos’è il sacerdozio e come possiamo fare onore alle nostre chiamate nel sacerdozio stesso.

Introduzione

Pensa al giorno in cui hai ricevuto il sacerdozio. Lo Spirito del Signore era chiaramente presente quando i detentori del sacerdozio posero le mani sul tuo capo e pronunciarono determinate parole. Alcuni uomini che detenevano l’autorità di compiere questa ordinanza ti conferirono così il sacerdozio. Soffermati su questa esperienza e chiediti:

  • Che cosa mi accadde veramente quel giorno?

  • Il ricevimento del sacerdozio ha fatto di me una persona diversa?

  • Oggi sono una persona diversa perché detengo il sacerdozio?

  • Sono stato capace di servire gli altri mediante il mio sacerdozio?

  • Il mio Padre celeste è contento del modo in cui uso il sacerdozio?

Il sacerdozio è il potere di Dio

«Quando agiamo nel nome del Signore come detentori del sacerdozio, lo facciamo nel nome e per conto del nostro Padre celeste. Il sacerdozio è il potere mediante il quale il nostro Padre celeste opera tramite gli uomini» (Harold B. Lee, «Seguite i dirigenti della Chiesa», La Stella, dicembre 1973, pag. 511).

Il sacerdozio è il potere di Dio. Dio compie le Sue opere mediante il sacerdozio che detiene. Egli ha creato tutte le cose mediante questo potere, e mediante esso governa la terra e il cielo; poiché il sacerdozio è il potere di Dio, è eterno. In Perla di Gran Prezzo leggiamo che il sacerdozio «che esisteva all’inizio, sarà pure alla fine del mondo» (Mosè 6:7).

Dio e Gesù Cristo hanno concesso agli uomini il potere del sacerdozio affinché essi potessero contribuire a «fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo» (Mosè 1:39). Pertanto il sacerdozio è l’autorità di Dio data agli uomini di agire in ogni cosa per la salvezza dell’umanità.

Noi che deteniamo il sacerdozio abbiamo l’autorità di agire nel nome di Dio. Un profeta del Signore, il presidente Joseph Fielding Smith, parlando a tutti i detentori del sacerdozio disse: «Noi siamo gli agenti del Signore; siamo qui a rappresentarLo. Egli ci ha conferito l’autorità che ci dà il potere di fare tutto quello che è necessario per salvare e portare all’esaltazione noi stessi e gli altri Suoi figli sulla terra.

Siamo gli ambasciatori del Signore Gesù Cristo. Il nostro incarico è quello di rappresentarLo. Ci è stato ordinato… di fare tutto quello che Egli farebbe se fosse personalmente qui» («Le nostre responsabilità quali detentori del sacerdozio», La Stella, dicembre 1971, pag. 355).

La linea di autorità del sacerdozio

Ogni detentore del sacerdozio deve essere in grado di far risalire a Gesù Cristo la sua «linea di autorità». Ciò significa che deve sapere chi lo ha ordinato al sacerdozio ed essere in grado di rintracciare queste ordinazioni da una persona all’altra fino a risalire a Joseph Smith, che fu ordinato da Pietro, Giacomo e Giovanni, i quali a loro volta furono ordinati da Gesù Cristo. Questa è nota come la nostra «linea di autorità». Se una persona non ha una copia scritta delle propria «linea di autorità», può chiederla alla persona che lo ha ordinato al sacerdozio.

Incarica un detentore del sacerdozio di mostrare alla classe il suo cartoncino della «linea di autorità» risalente a Gesù Cristo.

Il potere del sacerdozio si ottiene mediante la vita retta

«Tutti noi che deteniamo il sacerdozio abbiamo l’autorità di agire in nome del Signore; ma l’efficacia della nostra autorità — o, se volete, il potere che deriva da tale autorità — dipende dal modo in cui viviamo, dipende dalla nostra rettitudine» (H. Burke Peterson, «Sacerdozio: autorità e potere», La Stella, ottobre 1976, pag. 28).

Il Signore ha indicato chiaramente nelle Scritture che dobbiamo vivere rettamente per avere non soltanto l’autorità; ma anche il potere del sacerdozio. «Ecco, molti sono chiamati; ma pochi sono scelti. E perché non sono scelti?

Perché i loro cuori sono talmente attirati verso le cose di questo mondo ed aspirano agli onori degli uomini, ch’essi non apprendono quest’unica lezione:

Che i diritti del sacerdozio sono inseparabilmente connessi con i poteri del cielo, e che i poteri del cielo non possono essere governati, né esercitati se non su principi di giustizia.

Che essi possono venire conferiti su di noi, è vero; ma quando noi intraprendiamo di coprire i nostri peccati o di gratificare il nostro orgoglio, la nostra vana ambizione, o di esercitare controllo o dominio o coercizione sulle anime dei figli degli uomini, con un qualsiasi grado d’ingiustizia, ecco che i cieli si ritirano, lo Spirito del Signore è afflitto; e quando si ritira, Amen al sacerdozio o all’autorità di quell’uomo» (DeA 121:34–37).

Perché queste cose ci impedirebbero di avvalerci del potere del sacerdozio?

Il potere del sacerdozio deriva da Dio che opera tramite lo Spirito Santo. Per avere la guida dello Spirito Santo nell’usare il sacerdozio, dobbiamo osservare i comandamenti e vivere degnamente. La nostra «linea di autorità» risale a Gesù Cristo tramite coloro che hanno detenuto il sacerdozio; ma il potere del sacerdozio ci perviene da Dio tramite lo Spirito Santo. Con il potere del sacerdozio possiamo svolgere il lavoro del Signore; senza tale potere, ciò non è possibile.

Mostra l’illustrazione 1-a, «I detentori del sacerdozio benedicono gli infermi, proprio come Cristo fece nell’antichità».

«Se viviamo in modo da esserne degni, abbiamo a disposizione un potere datoci dal Padre celeste che può portare pace a una famiglia turbata. Possiamo avere un potere che aiuterà e conforterà i bambini, che porterà il sonno agli occhi pieni di lacrime nelle prime ore del mattino. Avremo il potere che sa portare la felicità in una serata familiare, o che sa calmare i nervi turbati di una moglie stanca. Avremo il potere che saprà guidare un adolescente confuso e vulnerabile o saprà benedire una figlia prima che esca per il primo appuntamento o prima del matrimonio nel tempio. Avremo il potere di benedire un figlio prima della sua partenza per la missione o per andare a studiare lontano da casa. Miei giovani fratelli, possiamo avere il potere di allontanare ogni pensiero cattivo da un gruppo di giovani intenti a parlare in modo volgare. Possiamo avere il potere di guarire gli ammalati e di confortare chi si sente solo. Questi sono alcuni degli importanti scopi del sacerdozio» (H. Burke Peterson, «Sacerdozio, autorità e potere», La Stella, ottobre 1976, pag. 28).

Chiedi al detentore del sacerdozio incaricato in precedenza di raccontare una sua esperienza che mostra il potere del sacerdozio.

Come sviluppare il potere del sacerdozio

Diverse sono le cose che possiamo fare per sviluppare il potere del sacerdozio:

Desiderare

Dobbiamo innanzitutto desiderare di sviluppare il potere del sacerdozio. Le Scritture insegnano che gli uomini ricevono dal Signore secondo i loro desideri (vedere Alma 29:4; DeA 4:3; DeA 6:8; DeA 7:1–3).

Vivere rettamente

Dobbiamo sforzarci di osservare tutti i comandamenti del Padre celeste. Se viviamo rettamente, lo Spirito Santo sarà il nostro costante compagno e ci guiderà nell’assolvimento dei nostri doveri (vedi 2 Nefi 32:5).

Essere umili

«Colui che veramente si umilia e si pente dei suoi peccati, e persevera fino alla fine, quello sarà benedetto» (Alma 32:15). Dobbiamo essere disposti ad accettare e seguire i consigli e a svolgere gli incarichi affidatici dai nostri dirigenti del sacerdozio, e a fare ciò che è necessario per il bene del prossimo e ascoltare e seguire i suggerimenti dello Spirito.

Studiare

Dobbiamo studiare e meditare le Scritture. Soltanto studiando personalmente le Scritture possiamo conoscere la volontà di Dio; e se non conosciamo la volontà di Dio, non possiamo mettere in pratica il Vangelo. Per lo stesso motivo dobbiamo studiare i nostri manuali del sacerdozio per conoscere i nostri doveri di detentori del sacerdozio.

Pregare

Dobbiamo chiedere al Padre celeste che cosa vuole che facciamo. È importante pregare sempre per essere guidati a usare nella maniera migliore il nostro sacerdozio. Infatti è scritto che dobbiamo «vegliare e pregare sempre per timore di entrare in tentazione; poiché Satana desidera possederci» (vedi 3 Nefi 18:18).

Amare il prossimo

Gesù Cristo ci ha insegnato che il potere del sacerdozio è basato sull’amore, e che dobbiamo amare tutti gli uomini (vedi DeA 121:41–42, 45–46). L’amore comincia nella casa. Dobbiamo amare nostra moglie e i nostri figli e preoccuparci del loro benessere. Un modo per dimostrare il nostro amore ai nostri familiari è usare il nostro sacerdozio per guidarli e sostenerli.

Usare il sacerdozio

Quando usiamo il sacerdozio siamo d’esempio agli altri detentori del sacerdozio, al mondo e in maniera particolare ai nostri familiari. Quando i nostri familiari ci vedono fare uso del sacerdozio comprendono che siamo servi del Signore e si rivolgeranno a noi quando avranno bisogno di aiuto. È triste pensare che alcune famiglie non conoscono mai le benedizioni che si possono ottenere quando padri e figli fanno uso del sacerdozio per il beneficio dei loro familiari.

La presenza del sacerdozio nella casa è molto importante. Il presidente David O. McKay disse: «Una casa è trasformata quando un uomo detiene e onora il sacerdozio» (“Priesthood”, Instructor, ottobre 1968, pag. 378).

Se noi che deteniamo il sacerdozio vogliamo vivere rettamente, faremo quanto segue:

  • Prenderemo sinceramente in considerazione gli onesti desideri dei nostri familiari, anche se non coincidono con i nostri.

  • Ascolteremo tutti, anche il bambino più piccolo.

  • Anteporremo il bene della nostra famiglia al nostro comodo.

  • Impareremo a dominarci.

  • Parleremo con un tono di voce che rispecchi sempre il nostro amore e interesse per gli altri.

Quali possono essere altri modi di onorare il sacerdozio?

Conclusione

«Dobbiamo tutti renderci conto che non c’è nulla al mondo di più possente del sacerdozio di Dio» (N. Eldon Tanner, «Onorate veramente il vostro sacerdozio?» La Stella, ottobre 1976, pag 37).

Il presidente N. Eldon Tanner spiegò con la storia seguente l’importanza di essere degni di ricevere il sacerdozio:

«Quando ero vescovo, nel mio rione c’erano dei ragazzi abbastanza grandi da essere ordinati anziani. Potevo raccomandarne soltanto cinque, giacché il sesto non era pronto per l’ordinazione. Avevamo parlato di questo argomento in diverse occasioni, e egli mi aveva detto: ‹Non sono degno›. Si rammaricava della situazione; ma non si aspettava di essere raccomandato… Suo zio venne a trovarmi e disse: ‹Non penserà certo di lasciare indietro questo ragazzo mentre fa ordinare i suoi compagni! Se lo farà, lo spingerà fuori dalla Chiesa›.

Spiegai a quell’uomo la situazione. ‹Il sacerdozio è la cosa più importante che possiamo dare a questo ragazzo. Il sacerdozio non si regala… Il ragazzo ed io ci siamo compresi, egli non è pronto per l’ordinazione ad anziano›. E così il ragazzo non venne raccomandato.

Alcuni anni dopo partecipavo a una conferenza generale proprio qui, sulla Piazza del Tempio. Fui avvicinato da un giovane che mi disse: ‹Presidente Tanner, lei non si ricorderà di me. Sono il ragazzo che lei non raccomandò per l’ordinazione ad anziano›. Mi porse la mano e aggiunse: ‹Voglio ringraziarla per quello che fece allora. Ora sono vescovo in California. Se lei mi avesse raccomandato quando non ne ero degno, probabilmente non avrei mai apprezzato la grandezza del sacerdozio e quello che ci si aspetta da un detentore di tale autorità, e certamente oggi non sarei vescovo›» («Le responsabilità del sacerdozio», La Stella, dicembre 1973, pag. 517).

Dobbiamo imparare tutti questo importante principio per poter esercitare efficacemente il sacerdozio. È importante sapere «che i diritti del sacerdozio sono inseparabilmente connessi con i poteri del cielo e che i poteri del cielo non possono essere governati né esercitati, se non su principi di giustizia» (DeA 121:36). Per ricevere il potere di Dio dobbiamo diventarne degni.

Ricordiamoci sempre che deteniamo l’autorità e il potere di Dio, e che rappresentiamo Lui. Quando esercitiamo il sacerdozio è essenziale domandare a noi stessi: «Che cosa vorrebbe che facessi Gesù Cristo in questa situazione? Mi comporto come Egli vorrebbe?»

Incarichi

  1. Impegnati a studiare attentamente le istruzioni contenute in questo manuale del sacerdozio e ad accettare gli incarichi che ti verranno assegnati in ogni lezione. Svolgendoli svilupperai il potere del sacerdozio, ti avvicinerai di più al Padre celeste e sarai di maggiore utilità al prossimo.

  2. Tieni una documentazione della tua linea di autorità del sacerdozio. Dovrai essere in grado di far risalire la tua linea di autorità a Gesù Cristo.

  3. Scrivi su un cartoncino o foglio di carta la tua «linea di autorità» e consegnala a coloro che ordinerai al sacerdozio.

Scritture supplementari

  • DeA 107:1–14 (differenze tra il Sacerdozio di Melchisedec e il Sacerdozio di Aaronne).

Preparazione dell’insegnante

Prima di esporre questa lezione:

  1. Leggi attentamente i capitoli 13, «Il sacerdozio», e 14, «L’organizzazione del sacerdozio», del manuale Principi evangelici.

  2. Studia DeA 121:34–46.

  3. Incarica un detentore del sacerdozio di mostrare alla classe il cartoncino della sua «linea di autorità», che fa risalire l’origine del suo sacerdozio a Gesù Cristo.

  4. Incarica un altro detentore del sacerdozio di descrivere un’esperienza da lui fatta che dimostra il potere del sacerdozio.

  5. Chiedi a ogni detentore del sacerdozio di portare ogni settimana alla riunione del sacerdozio le sue Scritture e di prepararsi a leggerle e a segnare i passi spiegati in ogni lezione.

  6. Ricordati di incaricare i partecipanti di leggere le storie e i passi delle Scritture contenuti nella lezione.