Risorse per la famiglia
«La famiglia è il cardine del piano del Creatore»


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«La famiglia è il cardine del piano del Creatore»

Suggerimenti da mettere in pratica

A seconda delle tue necessità e circostanze, metti in pratica uno o entrambi i seguenti suggerimenti:

  • Ripassa «La famiglia, un proclama al mondo» (pagina iv). Stabilisci dei modi in cui seguire meglio questo consiglio profetico.

  • Procurati un poster di «La famiglia: un proclama al mondo» (35602 or 35538) tramite il centro distribuzione della Chiesa e mettilo bene in mostra nella tua casa.

Incarico di lettura

Studia il seguente articolo. Se sei sposato, leggilo e discutilo insieme al coniuge.

Per questa vita e per tutta l’eternità

Anziano Boyd K. Packer
Membro del Quorum dei Dodici Apostoli

Il grande piano di felicità

Cari fratelli e sorelle, le Scritture e gli insegnamenti degli apostoli e dei profeti spiegano che noi nell’esistenza pre-terrena eravamo figli e figlie di spirito di Dio.1 I sessi esistevano già prima, non cominciarono con la vita su questa terra.2

Nel grande concilio in cielo,3 fu presentato il piano di Dio:4 il piano di salvezza,5 il piano di redenzione,6 il grande piano di felicità.7 Il piano contemplava una prova; tutti dovevano scegliere tra il bene e il male.8 Il Suo piano contemplava un Redentore, un’espiazione, la Risurrezione e, se avessimo obbedito, il ritorno alla presenza di Dio.

L’Avversario si ribellò e adottò un piano tutto suo.9 A coloro che lo seguirono fu negato il diritto di avere un corpo fisico.10 La nostra presenza quaggiù conferma che noi approvammo il piano del nostro Padre.11

L’unico scopo di Lucifero è quello di opporsi al grande piano di felicità, di corrompere le più pure, le più belle e le più attraenti esperienze della vita: corteggiamento, amore, matrimonio, maternità e paternità.12 Gli spettri del crepacuore e della colpa13 lo seguono dappertutto. Soltanto il pentimento può guarire le ferite che egli infligge.

Il piano di Dio richiede il matrimonio e la famiglia

Il piano di felicità richiede la retta unione del maschio e della femmina, dell’uomo e della donna, del marito e della moglie.14 Le dottrine ci insegnano come dobbiamo reagire agli impellenti impulsi naturali che troppo spesso dominano il nostro comportamento.

Un corpo fatto a immagine di Dio fu creato per Adamo,15 ed egli fu introdotto nel Giardino.16 All’inizio Adamo era solo. Egli deteneva il sacerdozio,17 ma da solo non poteva adempiere i propositi della sua creazione.18

Nessun altro uomo avrebbe potuto farlo. Né da solo né con altri uomini Adamo poteva progredire. Né lo poteva Eva con un’altra donna. Era così allora, è così oggi.

Fu creata Eva, come un aiuto. Fu istituito il matrimonio,19 poiché ad Adamo fu comandato di unirsi a Sua moglie (non soltanto a una donna) e «a nessun’altra».20

Si potrebbe dire che a Eva fu imposta una scelta.21 Ella dovrebbe essere lodata per la sua decisione. Poi «Adamo cadde affinché gli uomini potessero essere».22

L’anziano Orson F. Whitney descrisse la Caduta come un’azione in due direzioni: verso il basso e tuttavia in avanti. Portò l’uomo nel mondo e indirizzò i suoi passi sulla strada del progresso.23

Dio benedisse Adamo ed Eva e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi».24 E così fu istituita la famiglia.

Dio considera gli uomini e le donne in modo equo

Non c’è nulla nelle rivelazioni che indica che essere uomo piuttosto che donna sia preferibile al cospetto di Dio, o che Egli attribuisca un maggior valore ai Suoi figli che alle Sue figlie.

Tutte le virtù elencate nelle Scritture—amore, gioia, pace, fede, santità, carità—sono patrimonio sia degli uomini che delle donne,25 e la più alta ordinanza del sacerdozio sulla terra viene conferita all’uomo e alla donna soltanto se sono insieme.26

Dopo la Caduta, la legge naturale ebbe una sovranità incontestabile sulle nascite che avvengono sulla terra. Vi sono quelli che il presidente J. Reuben Clark Jr. chiama «capricci» della natura,27 che causano una grande varietà di anormalità, deficienze e deformità. Tuttavia queste, per quanto ingiuste possano sembrare secondo la maniera di ragionare dell’uomo, in qualche modo sono adatte ai propositi del Signore per mettere alla prova l’umanità.

Inseguire ogni istinto meritevole, rispondere a ogni impulso retto, stringere ogni esaltante rapporto umano sono cose consentite e approvate dalle dottrine del vangelo di Gesù Cristo e protette dai comandamenti rivelati alla Sua chiesa.

Il ruolo degli uomini e delle donne

Se Adamo ed Eva non fossero stati diversi l’uno dall’altro per natura, essi non avrebbero potuto moltiplicarsi e riempire la terra.28 Le differenze che si completano sono il grande segreto del piano di felicità.

Alcuni ruoli sono meglio adatti alla natura maschile, altri alla natura femminile. Sia le Scritture che gli schemi della natura mettono l’uomo nella posizione di protettore, di colui che deve provvedere alla famiglia.29

Le responsabilità del sacerdozio, che hanno a che fare con l’amministrazione della Chiesa, per necessità si assolvono fuori dalla casa. Per decreto divino sono state affidate agli uomini. È stato così sin dal principio, poiché il Signore rivelò che «l’ordine di questo sacerdozio è stato confermato per essere trasmesso di padre in figlio… Quest’ordine fu istituito ai giorni di Adamo».30

L’uomo che detiene il sacerdozio non ha un vantaggio sulla donna nel qualificarsi per l’esaltazione. La donna, per sua stessa natura, è anche co-creatrice con Dio e la principale nutrice dei figli. Le virtù e gli attributi dai quali dipendono la perfezione e l’esaltazione appartengono per natura a una donna e sono raffinati mediante il matrimonio e la maternità.

Il sacerdozio è conferito soltanto agli uomini degni, per adeguarsi al piano di felicità del Padre nostro. Come le leggi della natura e la parola rivelata di Dio che operano in armonia, esso funziona semplicemente meglio in questa maniera.

Il sacerdozio comporta un’immensa responsabilità. «Nessun potere, o influenza, può o dovrebbe essere mantenuto in virtù del sacerdozio, se non per persuasione, per longanimità, per gentilezza e mitezza, e con amore non finto; con benevolenza e conoscenza pura».31

Se un uomo dovesse esercitare controllo o dominio o coercizione… con un qualsiasi grado d’ingiustizia»,32 violerebbe «il giuramento e l’alleanza che appartengono al Sacerdozio».33 E allora «i cieli si ritirano, lo Spirito del Signore è afflitto».34 A meno che non si penta, perderà le Sue benedizioni.

I diversi ruoli dell’uomo e della donna sono spiegati in meravigliose dichiarazioni celesti, ma sono dimostrati in maniera ottimale nelle più comuni esperienze della vita familiare.

Recentemente ho ascoltato un oratore, in una riunione sacramentale, che si lamentava di non riuscire a capire perché i suoi nipoti parlavano sempre di andare a casa della nonna e mai a casa del nonno. Risolsi io per lui questo grave problema: i nonni non fanno i dolci!

Le leggi naturali e spirituali sono eterne

Le leggi naturali e spirituali che governano la vita furono istituite prima della fondazione del mondo.35 Sono leggi eterne, come lo sono le conseguenze dell’obbedienza o della disobbedienza ad esse. Esse non sono basate su considerazioni sociali o politiche, non possono essere cambiate e nessuna pressione, protesta o legislazione può modificarle.

Anni fa dirigevo i seminari per gli studenti indiani americani. Durante una visita a una scuola di Albuquerque il direttore dell’istituto mi parlò di un incidente avvenuto nella classe degli allievi del primo anno.

Durante una lezione un gattino era entrato nella stanza e aveva distratto i bambini. L’animaletto fu portato davanti alla classe, in modo che tutti potessero vederlo.

Un bambino chiese: «È un gattino maschio o è un gattino femmina?»

L’insegnante, del tutto impreparata ad affrontare l’argomento, disse: «Non importa se è maschio o femmina; è un gattino».

Ma i bambini insistevano, e infine uno di loro, disse: «So come si può stabilire se è maschio o femmina».

L’insegnante, ormai con le spalle al muro, disse: «Va bene, dimmi tu come possiamo sapere se è maschio o femmina».

Il bambino rispose: «Possiamo metterlo ai voti».

Alcune cose non possono cambiare. La dottrina certamente non si può cambiare.

«I principi che sono stati rivelati», disse il presidente Wilford Woodruff, «per la salvezza e l’esaltazione dei figli degli uomini sono principi che non si possono annullare. Sono principi che nessuna unione di uomini o di donne può distruggere. Sono principi che non possono mai morire… Stanno al di là della capacità dell’uomo di modificarli o distruggerli… Non è potere del mondo mettersi insieme per distruggere questi principi… Nessun jota o apice di questi principi sarà mai distrutto».36

Durante la seconda guerra mondiale tanti uomini furono chiamati a combattere. Per far fronte a quella situazione di emergenza, mogli e madri di tutto il mondo vennero immesse sul mercato del lavoro come mai era accaduto prima. L’effetto più devastante della guerra fu quello esercitato sulle famiglie. Fu un effetto che si fa ancora sentire su questa generazione.

Moltiplicatevi e riempite la terra

Alla conferenza generale dell’ottobre 1942 la Prima Presidenza emanò un messaggio «ai santi di ogni paese e regione» nel quale si diceva: «In virtù dell’autorità di cui siamo investiti come Prima Presidenza della Chiesa, noi ammoniamo i nostri fedeli».

Essi dissero: «Tra i primi comandamenti che Egli dette ad Adamo ed Eva, il Signore disse: «Moltiplicatevi e riempite la terra». Egli ha ripetuto questo comandamento ai nostri giorni. Egli ha di nuovo rivelato in questa, che è l’ultima dispensazione, il principio dell’eternità dell’alleanza matrimoniale…

Il Signore ci ha detto che è dovere di ogni marito e moglie obbedire al comandamento dato ad Adamo di moltiplicarsi e riempire la terra, in modo che le legioni di spiriti eletti, che aspettano di ricevere il loro tabernacolo di carne, possano scendere quaggiù e progredire nel grande disegno di Dio per diventare anime perfette; poiché, senza questi tabernacoli di carne, essi non possono progredire verso il destino che Dio ha stabilito per loro. Pertanto ogni marito e moglie devono diventare un padre e una madre in Israele di figli nati nella sacra ed eterna alleanza.

Portando sulla terra questi spiriti eletti, ogni padre e ogni madre, avendo tratto vantaggio dalla possibilità che Egli ha offerto loro, si assumono nei confronti dello spirito rivestito di carne e del Signore stesso, un obbligo tra i più sacri; poiché il destino di quello spirito nelle eternità a venire, i benefici o castighi che lo aspettano nell’aldilà dipendono in gran parte dalle cure, dagli insegnamenti e dall’addestramento che i genitori impartiranno a questo spirito.

Nessun genitore può sfuggire a quest’obbligo e responsabilità, e il Signore ci chiederà un severo rendiconto del modo in cui lo abbiamo assolto. Non c’è dovere più nobile che gli esseri mortali possano assumersi».

La maternità è una santa chiamata

Parlando delle madri la Prima Presidenza diceva: «La maternità pertanto diventa una santa chiamata, una sacra dedizione a realizzare i piani del Signore, la consacrazione degli sforzi ad allevare e a curare, a nutrire il corpo, la mente e lo spirito di questi esseri che mantennero il loro primo stato e che vengono su questa terra per il loro secondo stato ‹per vedere se essi faranno tutte le cose che il Signore loro Dio comanderà loro› (Abrahamo 3:25). Guidarli in modo che mantengano il loro secondo stato è compito della madre, e ‹a coloro che mantengono il loro secondo stato sarà aggiunta gloria sul loro capo per sempre e in eterno› (Abrahamo 3:26).

Questo compito divino della maternità può essere svolto soltanto dalle madri. Non può essere affidato ad altri. Le balie non possono farlo, i nidi d’infanzia non possono farlo, il personale domestico non può farlo—soltanto la madre, aiutata il più possibile dalle affettuose mani del padre, dei fratelli e delle sorelle, può prestare tutte le premurose cure necessarie».

La Prima Presidenza ammoniva che «la madre che affida i figli alle cure degli altri, in modo da poter svolgere un lavoro che non è legato al suo compito di madre, sia per denaro che per fama o come lavoro di volontariato, deve ricordare che ‹il fanciullo lasciato a se stesso, fa vergogna a sua madre› (Proverbi 29:15). Ai nostri giorni il Signore ha detto che, a meno che i genitori non insegnino ai loro figli le dottrine della Chiesa, ‹il peccato sia sul capo dei genitori› (DeA 68:25).

Maternità è quasi sinonimo di divinità. È il compito più alto e più nobile che l’umanità possa assumersi. Pone colei che fa onore alla sua santa chiamata e compito accanto agli angeli.37

Questo messaggio e ammonimento della Prima Presidenza è più, e non meno, necessario oggi di quanto lo era allora. E nessuna voce di un’organizzazione della Chiesa a nessun livello di autorità eguaglia quella della Prima Presidenza.38

Una persona che per natura o per la situazione in cui si trova non può godere della benedizione del matrimonio e della maternità o che, senza colpa, deve adoperarsi da sola per allevare i figli, lavorando per mantenerli, non si vedrà negata nelle eternità nessuna benedizione—a condizione che essa osservi i comandamenti.39 Come promise il presidente Lorenzo Snow: «Questo è sicuro».40

La parabola del tesoro e delle chiavi

Chiudo con una parabola.

Un uomo ricevette come sue eredità due chiavi. La prima chiave, così gli fu detto, avrebbe aperto un sotterraneo che egli doveva proteggere ad ogni costo. La seconda chiave era quella di una cassaforte nel sotterraneo che conteneva un tesoro inestimabile. Egli doveva aprire la cassaforte e usare liberamente gli oggetti preziosi che essa conteneva. Fu avvertito che molti avrebbero cercato di privarlo della sua eredità. Gli fu promesso che se avesse usato degnamente il tesoro, esso si sarebbe rinnovato, senza mai venir meno, per tutta l’eternità. Egli sarebbe stato messo alla prova. Se lo avesse usato per aiutare gli altri, sarebbero cresciute anche la sua fortuna e la sua gioia.

L’uomo scese da solo nel sotterraneo. La prima chiave aprì la porta. Con l’altra chiave cercò di aprire la porta che gli avrebbe concesso di accedere al tesoro, ma non gli riuscì di farlo, poiché la cassaforte era munita di due serrature. Con la sua sola chiave non sarebbe mai riuscito ad aprirla, nonostante tutti i suoi sforzi. L’uomo si sentiva confuso. Gli erano state date le chiavi. Sapeva che il tesoro gli apparteneva legalmente. Aveva obbedito alle istruzioni, tuttavia non poteva aprire la cassaforte.

Dopo qualche tempo una donna scese nel sotterraneo. Anch’ella aveva una chiave, molto diversa da quella che aveva l’uomo. La sua chiave apriva l’altra serratura. L’uomo si sentì umile vedendo che senza di lei non avrebbe potuto ricevere l’eredità che gli spettava.

Fecero quindi il patto che insieme avrebbero aperto la cassaforte e, secondo le istruzioni ricevute, egli avrebbe vegliato sul sotterraneo per proteggerlo; ella avrebbe vegliato sul tesoro. Ella non si lamentava che, come guardiano del sotterraneo, l’uomo tenesse due chiavi, poiché il suo unico scopo era assicurarsi che ella fosse al sicuro mentre vegliava su quello che era più prezioso per loro di qualsiasi altra cosa. Insieme essi aprirono la cassaforte e ricevettero la loro eredità. E poi gioirono poiché, come era stato promesso, il tesoro non diminuiva mai.

Con grande gioia essi scoprirono che potevano passare il tesoro ai loro figli; ognuno avrebbe potuto riceverne una piena misura, intatta sino all’ultima generazione.

Forse alcuni dei loro posteri non avrebbero trovato un’anima gemella che possedeva un’altra chiave o un’anima degna e disposta a osservare i patti riguardanti il tesoro. Tuttavia, se avessero osservato i comandamenti, a loro non sarebbe stata negata neppure la più piccola benedizione.

Poiché alcuni tentavano di indurli a fare un cattivo uso del loro tesoro, essi si adoperavano con diligenza per far conoscere ai loro figli le chiavi e i comandamenti.

Poi, col tempo, vennero tra i loro posteri alcuni che erano stati ingannati o erano gelosi o egoisti, poiché all’uno erano state date due chiavi e all’altra soltanto una. «Perché» così ragionavano gli egoisti, «il tesoro non può essere soltanto mio per farne l’uso che desidero?»

Alcuni cercarono di modificare la chiave che era stata data loro perché fosse più simile all’altra. Forse, essi pensavano, sarebbe riuscita ad aprire entrambe le serrature. E fu così che la cassaforte rimase chiusa per loro. Le loro chiavi modificate erano inutili e la loro eredità era ormai perduta.

Coloro che ricevettero il tesoro con gratitudine e obbedirono alle leggi che lo riguardavano conobbero gioia senza fine per questa vita e per tutta l’eternità.

Porto testimonianza del piano di felicità del nostro Padre nel nome di Colui che compì l’Espiazione.

Discorso tenuto dall’anziano Packer alla conferenza generale dell’ottobre 1993 (vedere La Stella, gennaio 1994, 24—27).

  1. Vedere Dottrina e Alleanze 76:24; vedere anche Numeri 16:22; Ebrei 12:9.

  2. Vedere Dottrina e Alleanze 132:63; Prima Presidenza, «The Origin of Man» (novembre 1909), a cura di James R. Clark, Messages of the First Presidency of The Chruch of Jesus Christ of Latter-day Saints, 6 vol. (1965–1975), 4:203; vedere anche Spencer W. Kimball, «The Blessigns and Responsibilities of Womanhood», Ensign, Marzo 1976, 71; Gordon B. Hinckley, La Stella, aprile 1984, 86—91.

  3. Vedere Insegnamenti del profeta Joseph Smith, a cura di Joseph Fielding Smith, 277, 283, 290.

  4. Vedere Abrahamo 3:24–27.

  5. Vedere Giarom 1:2; Alma 24:14; 42:5; Mosè 6:62.

  6. Vedere Giacobbe 6:8; Alma 12:25–36; 17:16; 18:39; 22:13–14; 39:18; 42:11, 13.

  7. Alma 42:8.

  8. Vedere Alma 42:2–5.

  9. Vedere 2 Nefi 9:28; Alma 12:4–5; Helaman 2:8; 3 Nefi 1:16; Dottrina e Alleanze 10:12, 23; Mosè 4:3.

  10. Vedere Insegnamenti del profeta Joseph Smith, 140, 235.

  11. Vedere Insegnamenti del profeta Joseph Smith, 140.

  12. Vedere 2 Nefi 2:18; 28:20.

  13. Vedere Alma 39:5; Moroni 9:9.

  14. Vedere Dottrina e Alleanze 130:2; 131:2; 1 Corinzi 11:11; Efesini 5:31.

  15. Vedere Mosè 6:8–9.

  16. Vedere Mosè 3:8.

  17. Vedere Mosè 6:67.

  18. Vedere Mosè 3:18.

  19. Vedere Mosè 3:23–24.

  20. Dottrina e Alleanze 42:22; corsivo dell’autore.

  21. Vedere Mosè 4:7–12.

  22. 2 Nefi 2:25.

  23. Cowley and Whitney on Doctrine, a cura di Forace Green (1963), 287.

  24. Mosè 2:28; vedere anche Genesi 1:28; 9:1.

  25. Vedere Galati 5:22–23; Dottrina e Alleanze 4:5–6; Alma 7:23–24.

  26. Vedere Dottrina e Alleanze 131:2.

  27. Vedere «Our Wives and Our Mothers in the Eternal Plan» (discorso tenuto alla conferenza generale della Società di Soccorso, 3 ottobre 1946), in J. Reuben Clark: Selected Papers on Religion, Education, and Youth, ed. David H. Yarn Jr. (1984), 62.

  28. Vedere Genesi 1:28.

  29. Vedere Dottrina e Alleanze 75:28; 1 Timoteo 5:8.

  30. Dottrina e Alleanze 107:40–41; vedere anche Dottrina e Alleanze 84:14–16.

  31. Dottrina e Alleanze 121:41–42; corsivo dell’autore.

  32. Dottrina e Alleanze 121:37.

  33. Dottrina e Alleanze 84:39.

  34. Dottrina e Alleanze 121:37.

  35. Vedere Insegnamenti del profeta Joseph Smith, 244, 291.

  36. The Discourses of Wilford Woodruff, a cura di G. Homer Durham (1946), 25–26; corsivo dell’autore

  37. Conference Report, ottobre 1942, 7, 11–12.

  38. Vedere Dottrina e Alleanze 107:8–9, 22, 91.

  39. Vedere Dottrina e Alleanze 137:7–9.

  40. «Discourse by President Lorenzo Snow», Millennial Star, 31 agosto 1899, 547.