Insegnamenti dei presidenti
Capitolo 7: L’immortalità dell’anima


Capitolo 7

L’immortalità dell’anima

La nostra vita è eterna, e questa conoscenza ci aiuta a fare le scelte giuste e ci conforta nei momenti di cordoglio.

Dalla vita di George Albert Smith

George Albert Smith fu benedetto con un ferma comprensione dello scopo della vita, e questo gli permise di incoraggiare gli altri quando incontravano l’avversità. Spesso rammentava ai santi che “noi stiamo vivendo delle vite eterne”—che l’eternità non inizia dopo questa vita ma che la mortalità è parte essenziale dell’eternità. “A volte ho detto ai miei amici quando si sono trovati a un bivio, incerti della strada che volevano prendere: ‘Oggi per te è l’inizio dell’eterna felicità o dell’eterno disappunto’”.1

Il presidente Smith attestò queste verità alla cerimonia funebre di Hyrum G. Smith, patriarca della Chiesa che morì a un’età relativamente giovane, lasciando la moglie e otto figli:

“Quando mi è stato chiesto di parlare a questo funerale ho pensato che forse non sarei stato in grado di farlo. Le mie emozioni sono state risvegliate, e mi sono trovato incapace di controllarle, ma da quando sono entrato in questo edificio è entrata nella mia anima una bella e dolce influenza di pace…

Invece di piangere sento di dover ringraziare il nostro Padre nei cieli per il Vangelo del Suo amato Figlio che ci è stato nuovamente rivelato ai nostri giorni… Sapere che la vita è eterna è una meravigliosa benedizione,—sapere che per tutta l’eternità le benedizioni per cui questo brav’uomo è vissuto saranno sue. La sua vita terrena è terminata ma questa è solo parte della vita eterna. Egli ha posto le fondamenta profonde e sicure su cui ha costruito e continuerà a costruire nel corso dell’eternità. Gli verrà aggiunto alla gioia che ha provato qui su questa terra…

Quando penso alle esperienze delle persone nel mondo, in occasioni come queste, mi stupisco per come siamo stati benedetti. Non ho maggiori dubbi sulla vita eterna e sull’immortalità dell’anima di quanti ne abbia che il sole splenderà a mezzodì… È triste separarsi dai nostri cari, anche temporaneamente. Li mandiamo in missione, oppure vanno a vivere in altre parti del mondo e ci mancano. Quando accade un evento come questo sembrano ancora più distanti, ma è un dato di fatto che non lo sono, se solo comprendessimo… Invece di porgere le condoglianze che a volte possono raggiungere i familiari del defunto, io sento maggiormente di gioire in questo giorno perché so che questa non è la fine…

Quindi oggi, mentre sono in vostra presenza, nel momento in cui dovrebbero scorrere le lacrime, la mia anima è piena di conforto e soddisfazione. Prego che tale conforto possa essere presente nella vita di tutti voi che siete in lutto”.2 [Vedere il suggerimento 1 a pagina 77].

Insegnamenti di George Albert Smith

Vivevamo come spiriti prima di venire sulla terra, e i nostri spiriti continueranno a vivere dopo la morte.

La nostra comprensione di questa vita è che è eterna—e che stiamo vivendo oggi nell’eternità così come vivremo sempre nell’eternità. Noi crediamo che vivevamo prima di venire qui; che ciò che è intelligenza, ciò che è spirito, non ha avuto inizio in questa vita. Noi crediamo che ricevemmo un tabernacolo spirituale prima di venire in questo mondo. Quel corpo spirituale è stato mandato in questo mondo, e qui ha ricevuto un tabernacolo fisico, il corpo che noi vediamo. La parte fisica che vediamo è tratta dalla terra, è terrena [vedere 1 Corinzi 15:47], ma quella parte che lascia il corpo quando la nostra vita se ne va è la parte spirituale, che non muore mai. Il tabernacolo fisico giace nella tomba—è la parte tratta dalla terra che ritorna alla madre terra—ma l’intelligenza che Dio ha posto in esso, che ha il potere di ragionare e di pensare, che ha il potere di cantare e di parlare, non conosce la morte; passa semplicemente da questa sfera di vita eterna, e attende lì la purificazione del tabernacolo fisico, fino al momento in cui sarà riunito con questo tabernacolo, che sarà glorificato, proprio come il corpo del nostro Signore risorto fu glorificato, se abbiamo vissuto in modo degno da riceverlo.3

Usando il linguaggio di un poeta: “La vita è reale, la vita è importante” e “la tomba non è la sua meta”. [Henry Wadsworth Longfellow, “A Psalm of Life”]. Lo spirito che abita il tabernacolo è immortale. Vive oltre la tomba. Il corpo si decompone e ritorna alla terra ma lo spirito continua a vivere.4

Sono grato che ci sia stato rivelato e chiarito in questi ultimi giorni che questa vita non è la fine, che non è che una parte dell’eternità, e che se traiamo profitto dai nostri privilegi qui, questa non è che un trampolino di lancio verso una condizione più grande e più desiderabile.5 [Vedere il suggerimento 2 a pagina 78].

Il nostro scopo qui sulla terra è di prepararci a vivere con il nostro Padre Celeste.

Alcuni credono che quando oltrepassiamo questa sfera dell’esistenza, è la fine. A me sembra incredibile, quando guardiamo le opere della natura, quando studiamo l’organismo dell’uomo, la perfezione del suo corpo, la pulsazione del cuore, la crescita e il rafforzamento dalla fanciullezza all’età adulta, e poi il graduale declino fino alla fine di questa vita—che sia possibile a qualcuno dei figli di nostro Padre credere che gli esseri umani nascano nel mondo solo per diventare adulti, passare alla vecchiaia e morire, senza uno scopo nell’essere vissuti qui.6

Questa vita non ci è data solo come passatempo. Ci fu uno scopo solenne nella nostra creazione, nella vita che Dio ci ha dato. Studiamo che cos’è questo scopo, per poter progredire e ottenere la vita eterna.7

Non vi è dubbio nella mente di un Santo degli Ultimi Giorni riguardo alla scopo della nostra vita terrena. Siamo qui per prepararci e svilupparci e qualificarci ad essere degni di dimorare alla presenza del nostro Padre Celeste.8

Noi crediamo che siamo qui perché abbiamo mantenuto il nostro primo stato e ci siamo guadagnati il privilegio di venire su questa terra. Noi crediamo che la nostra stessa esistenza sia una ricompensa per la nostra fedeltà prima di venire quaggiù, e che sulla terra stiamo godendo i frutti dei nostri sforzi nel mondo spirituale. Crediamo anche che oggi stiamo piantando i semi di un raccolto che avremo quando ce ne andremo da qui. Per noi la vita eterna è la somma della pre-esistenza, dell’esistenza attuale e la continuazione della vita nell’immortalità, che ci offre il potere di un progresso e di una crescita infiniti. Con questo sentimento e questa certezza, noi crediamo che “Come l’uomo è, Dio era una volta e come Dio è, l’uomo può diventare”. [Vedere Lorenzo Snow, “The Grand Destiny of Man”, Deseret Evening News, 20 luglio 1901, 22]. Essendo creati a immagine di Dio, noi crediamo che non sia inappropriato, che non sia ingiusto per noi sperare che ci sia permesso di prendere parte agli attributi della divinità e , se siamo fedeli, di diventare come Dio; poiché quando riceviamo e osserviamo le leggi naturali di nostro Padre che governano questa vita, diventiamo più simili a Lui; e quando approfittiamo delle opportunità che sono alla nostra portata, noi ci prepariamo a ricevere maggiori opportunità in questa vita e nella vita a venire…

Che popolo felice dovremmo essere con la conoscenza che abbiamo che questo stato probatorio non è per prepararci a morire, ma a vivere; che il desiderio di nostro Padre per noi è che possiamo evitare l’errore e ricevere ogni verità, e applicando la verità nella nostra vita diventiamo più simili a Lui, e diventiamo degni di dimorare con Lui.9

Fratelli e sorelle, questa è una questione seria. Dovremmo pensarci seriamente. Dovremmo guardare la nostra vita e scoprire se siamo preparati per quella grandiosa vita futura, se fossimo chiamati da qui a domani, se saremmo preparati a rendere conto delle nostre azioni terrene; se possiamo sentire che riceveremmo dal nostro Padre Celeste il plauso di benvenuto “Va bene, buono e fedel servitore”.10 [Vedere il suggerimento 3 a pagina 78].

Nel corso di questa vita dovremmo ricercare le cose che hanno valore eterno.

In questa vita possono esserci state date alcune cose che ci danno soddisfazione, temporaneamente; ma le cose che sono eterne, le cose pregevoli, sono quelle cose eterne a cui aspiriamo, e che ci prepariamo a ricevere, e di cui ci impadroniamo con lo sforzo personale.11

Non è singolare che ciò per cui il mondo ha lottato sin dal principio: ricchezza, potere, tutte quelle cose che rendono gli uomini benestanti, si trovano in abbondanza oggi—migliori e maggiori vestiti come mai prima d’ora, più cibo di quanto può essere consumato, maggior abbondanza di ogni genere di quanto il mondo abbia mai avuto. Le nostre case sono più confortevoli. Le comodità della vita si sono meravigliosamente moltiplicate da quando il Vangelo è venuto sulla terra, e oggi abbiamo tutto quello per cui abbiamo lottato. L’istruzione è arrivata alle vette più elevate. Gli uomini hanno maggior conoscenza delle cose di questa terra come mai in passato. Tutto ciò per cui l’umanità si è impegnata sin dal principio dei tempi che è considerato più desiderabile, si trova oggi sulla terra; e nonostante questo, vi sono dubbi e timori su ciò che il futuro ha in serbo.

Qual è il nostro problema? È che siamo andati alla ricerca di tutti gli agi della vita, abbiamo cercato gli onori degli uomini, abbiamo ricercato le cose che l’egoismo ci mette in animo. Abbiamo cercato di ergerci al di sopra degli altri e abbiamo preferito noi stessi agli altri figli di nostro Padre.12

Non culliamoci nell’autocompiacimento, non lasciamoci ingannare dall’abbondanza delle cose buone di questo mondo, poiché che giova egli all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua? [Vedere Marco 8:36]. Non trascuriamo l’obiettivo della nostra creazione; ma lavoriamo per la salvezza della nostra anima.13

Una delle cose tristi di questa vita è vedere un uomo o una donna ricondotti alla Madre terra con la consapevolezza del fatto che ha rifiutato le più grandi benedizioni che nostro Padre gli ha offerto, e che ha continuato ad afferrare bolle di sapone che sono svanite. Quando penso ai milioni di figli di Dio nel mondo, e capisco quanto poco si stanno impegnando nelle cose che sono davvero importanti, mi rattristo.14

Ricordate che è l’intelligenza che acquisite che è eterna, la verità che apprendete qui e che applicate nella vostra vita, la conoscenza e l’esperienza che acquisite e da cui traete beneficio—queste cose le riporterete con voi quando andrete a casa.15

I tesori che troveremo quando andremo dall’altra parte saranno quelli che abbiamo accumulato servendo gli altri figli di nostro Padre che abbiamo conosciuto qui. Egli lo ha reso possibile a ciascuno di noi, e durante il nostro soggiorno qui saremo più felici servendo il nostro prossimo di quanto potremmo essere in qualsiasi altra maniera.16

Non è tanto importante quanti oggetti di valore possedete, quante proprietà avete e quanti onori degli uomini avete acquisito, e tutte quelle cose che sono desiderabili nel mondo. La cosa che Dio vi ha dato che vale più di tutto il resto è la possibilità di ottenere la vita eterna nel regno celeste e avere come vostri compagni, per tutte le ere dell’eternità, figli e figlie, mariti e mogli con cui siete stati qui sulla terra.17 [Vedere il suggerimento 4 a pagina 78].

Grazie a Gesù Cristo, noi risorgeremo.

La vita retta del Salvatore è un esempio per tutti, e la Sua risurrezione è stata la prima sicurezza data all’umanità che anche noi ci leveremo dalla tomba.18

Quando Gesù risorse dai morti divenne la primizia della risurrezione. Lo spirito generato dal Padre (la parte intelligente della Sua anima) tornò ad abitare il Suo tabernacolo terreno che era stato purificato, ed Egli divenne un essere celeste glorificato, e prese il Suo posto alla destra del Padre, come uno della Divinità. Egli aveva il potere di superare la morte poiché aveva osservato tutte le leggi di Suo Padre che la governavano; ed essendosi sottomesso alla morte, Egli girò la chiave grazie alla quale tutta l’umanità può risorgere, e tutti possono essere glorificati se obbediscono anch’essi ai Suoi insegnamenti, che sono così semplici che tutti possono seguirli, se vogliono.19

Gesù Cristo fu un uomo senza peccato. Per via della Sua purezza, della Sua rettitudine e della Sua virtù, Egli fu in grado di aprire le porte della prigione, di vincere la morte e la tomba, e di aprire la strada… fino in cielo dove ci si aspetta che andiamo.20

Possiamo andare alla sezione 88 di Dottrina e Alleanze e vedere ciò che il Signore ha detto riguardo alla risurrezione, non solo la risurrezione del Salvatore, ma ciò che dice che può accadere a noi… In questa sezione siamo informati che il nostro corpo si leverà dalla tomba, non qualche altro corpo, e che lo spirito che possedeva quel tabernacolo abiterà lo stesso tabernacolo dopo che è stato pulito e purificato e reso immortale. [Vedere DeA 88:14–17, 28–33].21

Molte brave persone al mondo non sanno che cosa sia la risurrezione. Insegnate ai vostri figli e a coloro che vi circondano che cosa significa? … La risurrezione del Salvatore è chiara ai Santi degli Ultimi Giorni che comprendono il Vangelo, ma vi sono molti che non comprendono che cosa significa… Lo scopo del vangelo di Gesù Cristo è di preparare ogni uomo, donna e bambino al momento in cui tutti coloro che sono morti saranno fatti uscire dalle loro tombe, e in cui il nostro Padre Celeste stabilirà il Suo regno sulla terra e i retti vi dimoreranno e Gesù Cristo sarà il nostro Re e il nostro Legislatore.22 [Vedere il suggerimento 5 a pagina 78].

La nostra conoscenza dell’immortalità dell’anima ci ispira, ci incoraggia e ci conforta.

In Giobbe leggiamo: “Ma, nell’uomo, quel che lo rende intelligente è lo spirito, è il soffio dell’Onnipotente”. [Giobbe 32:8]. Coloro che non hanno ricevuto tale ispirazione non comprendono il significato della risurrezione dai morti, e senza tale comprensione mi sembra che possa esserci poca felicità per coloro che vivono gli anni più avanzati, in attesa del momento in cui lo spirito lascia il corpo per andare dove non sanno.23

Quanto saremmo tristi se pensassimo che la morte mette fine alla nostra esistenza. Se, quando la nostra opera sulla terra giunge al termine, non avessimo la possibilità di andare avanti nel nostro sviluppo, ci sarebbe poco a ispirarci a vivere come dovremmo qui. La conoscenza che tutto il bene che acquisiamo qua, e lo sviluppo che raggiungiamo, aumenteranno la nostra felicità in eterno, ci incoraggia a fare del nostro meglio.24

Tutti noi passeremo rapidamente a quel tempo in cui saremo chiamati. Se non comprendiamo che c’è una vita futura, se non siamo consapevoli che vi è qualcosa di più dell’influenza che abbiamo finora ricevuto, se non vi fosse null’altro per cui vivere che non la vanità e un correr dietro al vento, a me sembra che vi sarebbero troppi che si stancherebbero della lotta che si fa per vivere qui. Ma nella misericordia del nostro Padre Celeste, Egli ci ha conferito i doni più belli che sono pervenuti all’umanità.25

Il Signore ci ha benedetti con la conoscenza che Egli vive, che ha un corpo e che noi siamo stati creati a Sua immagine. Noi non crediamo che Egli sia un qualche tipo di essenza o che sia incomprensibile. Se avete ricevuto la testimonianza che ho avuto io e sapete come so io che il nostro Padre Celeste si è rivelato ai figlioli degli uomini, che è un Dio personale, che siamo creati a Sua immagine, che i nostri spiriti sono stati da Lui generati, che Egli ci ha dato la possibilità di dimorare sulla terra per ricevere un tabernacolo fisico, al fine di poter essere preparati a tornare alla Sua presenza e vivere eternamente con Lui, io vi dico che se avete ricevuto tale certezza, allora voi avete delle fondamenta su cui potete edificare la vostra fede. Se vi venisse tolta la conoscenza che Dio vive realmente, la certezza che Gesù Cristo è stato la manifestazione di Dio nella carne, se vi venisse tolta la sicurezza che vi sarà una risurrezione letterale dai morti, e vi trovaste nella condizione in cui si trovano i figli di nostro Padre nel mondo, vi chiedo, quale conforto vi rimarrebbe allora? Questi sono principi di verità che sono fondamentali.26

Sempre più dei miei cari sono dall’altra parte del velo rispetto a quelli che sono qui, e non passerà molto prima che, secondo il corso naturale degli eventi, anch’io riceverò la mia chiamata a morire. Non attendo quel momento con ansia e angoscia, ma con speranza e con la sicurezza che il cambiamento, quando avverrà, sarà per accrescere la felicità e i vantaggi che non possiamo conoscere nella vita terrena.27

Quando ci rendiamo conto che la vita non è altro che uno dei passi che i figli di Dio devono compiere nel corso dell’eternità, e che è secondo il Suo piano, essa sottrae alla morte la sua vittoria e ci porta faccia a faccia con la realtà della vita eterna. Molte famiglie sono state chiamate a dire temporaneamente arrivederci a coloro che amano. Quando avviene tale passaggio, ci disturba, se glielo lasciamo fare, e porta grande dolore nella nostra vita. Ma se i nostri occhi spirituali potessero aprirsi e noi potessimo vedere, saremmo confortati, ne sono certo, da ciò che ci sarebbe dato da vedere. Il Signore non ci ha lasciato senza speranza. Al contrario Egli ci ha dato ogni assicurazione di felicità eterna, se accetteremo il Suo consiglio durante la vita terrena.

Questo non è un sogno vano. Questi sono i fatti. Per voi che siete membri della Chiesa questa storia è semplice, ma vera. Vi sono sacri volumi di Scritture che il nostro Padre Celeste ci ha messo a disposizione, che ci insegnano che vivremo eternamente… Il Signore ci ha dato questa informazione con grande chiarezza, e dal profondo del mio cuore io Lo ringrazio per la conoscenza che ci ha dato, che coloro che piangono saranno confortati e che noi stessi possiamo comprendere il nostro scopo nell’essere qui. Se coloro che sono morti potessero parlarci, ci direbbero: “Andate avanti a perseguire l’obiettivo che ci porterà felicità eterna insieme”. Fate le cose che il Signore vuole da voi, e non perderete nulla che ha valore; ma al contrario continuerete ad ammassarvi tesori in cielo ove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sconficcano né rubano. [Vedere Matteo 6:19–20].

Vi lascio la mia testimonianza che so che stiamo vivendo una vita eterna, e che la separazione temporanea della morte… non è che uno dei passi lungo il sentiero del progresso eterno e che alla fine produrrà felicità se saremo fedeli.28 [Vedere il suggerimento 6 a pagina 78].

Suggerimenti per lo studio e l’insegnamento

Quando studiate il capitolo o vi preparate a insegnare, riflettete sulle idee seguenti. Per avere ulteriori spunti, vedere le pagine V–VII.

  1. Quando leggerete “Dalla vita di George Albert Smith” (pagine 67–69), pensate a un momento in cui avete cercato di confortare qualcuno dopo la morte di una persona cara. Che cosa portò conforto al presidente Smith?

  2. Il presidente Smith insegnò che questa vita “non è che una parte dell’eternità” (pagina 70). Che cosa significa questo per voi? In che modo la nostra comprensione di questo principio influisce sulle decisioni che prendiamo?

  3. Studiate la sezione che inizia a pagina 70. In che modo gli insegnamenti di questa sezione differiscono da ciò che il mondo insegna sullo scopo della vita? Quali esperienze abbiamo durante la vita terrena, che possono aiutarci a “prendere parte agli attributi della divinità”?

  4. Ripassate la sezione che inizia a pagina 71, in particolare gli ultimi quattro paragrafi della sezione. Perché sforzarsi per ottenere le cose del mondo è come “afferrare bolle di sapone che sono svanite”?

  5. A pagina 74 il presidente Smith fa riferimento alle informazioni sulla risurrezione contenute in Dottrina e Alleanze 88. Che cosa vi insegnano i versetti 14–17 e 28–33 riguardo alla risurrezione? Quali sono alcuni modi efficaci per insegnare ai bambini la risurrezione?

  6. Leggete la sezione che inizia a pagina 75. Quali sono alcune delle prove della vita che sono più sopportabili grazie al fatto che avete una testimonianza dei principi insegnati in questa sezione?

Ulteriori versetti di riferimento: 1 Corinzi 15:12–26, 35–42, 53–58; 2 Nefi 9:6–13; Alma 12:24; 28:12; Dottrina e Alleanze 93:19–20, 29–34; 130:18–19; Abrahamo 3:24–26

Sussidi per l’insegnamento: “Chiedete ai partecipanti di scegliere una sezione a cui sono interessati e di leggerla in silenzio. Invitateli a riunirsi in gruppi di due o tre persone che hanno scelto la stessa sezione a discutere insieme ciò che hanno imparato” (tratto da pagina vii di questo libro).

Note

  1. Conference Report, ottobre 1944, 94.

  2. Deseret News, 27 febbraio 1932, Church section, 5, 7.

  3. “Mormon View of Life’s Mission”, Deseret Evening News, 27 giugno 1908, Church section, 2.

  4. Conference Report, aprile 1905, 62.

  5. Conference Report, ottobre 1923, 70–71.

  6. Conference Report, aprile 1905, 59.

  7. Conference Report, ottobre 1906, 48.

  8. Conference Report, ottobre 1926, 102.

  9. “Mormon View of Life’s Mission”, 2.

  10. Conference Report, aprile 1905, 63.

  11. Conference Report, ottobre 1909, 78.

  12. Conference Report, aprile 1932, 44.

  13. Conference Report, ottobre 1906, 50.

  14. Conference Report, ottobre 1923, 70.

  15. “Mormon View of Life’s Mission”, 2.

  16. Deseret News, 26 maggio 1945, Church section, 6.

  17. Conference Report, aprile 1948, 163.

  18. “President Smith Sends Greetings”, Deseret News, 27 dicembre 1950, Church section, 3.

  19. “Mormon View of Life’s Mission”, 2.

  20. Conference Report, aprile 1905, 60.

  21. Conference Report, aprile 1939, 122–123.

  22. Conference Report, aprile 1950, 187–188.

  23. Conference Report, aprile 1939, 121.

  24. Conference Report, ottobre 1921, 41.

  25. Conference Report, ottobre 1923, 71.

  26. Conference Report, ottobre 1921, 39.

  27. Deseret News, 26 maggio 1945, Church section, 4.

  28. “Some Thoughts on War, and Sorrow, and Peace”, Improvement Era, settembre 1945, 501.

“Sono grato che ci sia stato rivelato e chiarito in questi ultimi giorni che questa vita non è la fine, che non è che una parte dell’eternità”.

“La cosa… che vale più di tutto il resto è la possibilità di ottenere la vita eterna [con i vostri] figli e figlie, mariti e mogli”.

“La risurrezione del Salvatore è stata la prima sicurezza data all’umanità che anche noi ci leveremo dalla tomba”.