Insegnamenti dei presidenti
Capitolo 8: Noi guardiamo a Cristo


Capitolo 8

Noi guardiamo a Cristo

“Noi crediamo in Cristo. Parliamo di Cristo. Guardiamo a Cristo. Egli è il nostro Redentore, il nostro Signore e il nostro Salvatore”.

Dalla vita di Gordon B. Hinckley

Alla conferenza generale di aprile 1975, l’anziano Gordon B. Hinckley, allora membro del Quorum dei Dodici Apostoli, raccontò la seguente esperienza:

“Recentemente si è tenuta l’apertura al pubblico per il Tempio di Mesa, in Arizona. L’edificio, ampiamente restaurato e modificato, è stato visitato da quasi duecentocinquantamila persone. Per il primo giorno delle visite erano stati invitati, quali ospiti speciali, i ministri delle altre confessioni religiose e centinaia di essi avevano accettato. Alla fine della visita ho avuto il privilegio di parlare con loro e di rispondere alle loro domande. Ho detto loro che avrei risposto volentieri a qualsiasi domanda volessero farmi. Molti risposero al mio invito. Ricordo in particolare la domanda postami da un ministro protestante.

Egli disse: ‘Ho visto ogni angolo di questo edificio, che porta sulla facciata il nome di Gesù Cristo, ma in nessun posto ho visto la rappresentazione della croce, simbolo della cristianità. Ho visto i vostri edifici in molte parti del mondo, e parimenti ho notato l’assenza della croce. A che cosa è dovuto questo fatto, quando voi dite di credere in Gesù Cristo?

Gli risposi: ‘Non voglio assolutamente offendere i miei fratelli cristiani che mettono la croce sulle guglie delle loro cattedrali e sugli altari delle loro cappelle, che la portano sulle loro vesti, che la stampano sui loro libri e su altre pubblicazioni, ma noi riteniamo che la croce sia il simbolo del Cristo morente, mentre il nostro messaggio è una proclamazione del Cristo vivente’.

Egli chiese allora: ‘Se non usate la croce, qual è il simbolo della vostra religione?’.

Risposi che la vita dei nostri fedeli deve essere l’unica espressione significativa della nostra fede e, a tutti gli effetti, il simbolo della nostra adorazione. […]

Nessun segno, nessuna opera d’arte, nessuna rappresentazione di forme è adeguata per esprimere la gloria e la meraviglia del Cristo vivente. Egli ci ha detto quale simbolo usare quando esclamò: ‘Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti’. (Giovanni 14:15).

Come Suoi seguaci, noi non possiamo compiere alcunché di vile, alcunché di riprovevole, alcunché di cattivo senza offendere la Sua immagine, né possiamo compiere un’azione buona e generosa senza far risplendere maggiormente il simbolo di Colui il cui nome abbiamo preso su di noi.

E così la nostra vita deve diventare un’espressione piena di significato, il simbolo della nostra dichiarazione di testimonianza del Cristo vivente, del Figlio Eterno del Dio vivente.

Miei fratelli e sorelle, è una cosa molto semplice e molto profonda che faremmo bene a non dimenticare mai”.1

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Il Sermone sul Monte

“Assolutamente essenziale alla nostra fede è la nostra testimonianza di Gesù Cristo come Figlio di Dio […]. Egli è la pietra angolare principale della chiesa che porta il Suo nome”.

Insegnamenti di Gordon B. Hinckley

1

Gesù Cristo è il Figlio vivente del Dio vivente

Assolutamente essenziale alla nostra fede è la nostra testimonianza di Gesù Cristo come Figlio di Dio. […]. Egli è la pietra angolare principale della chiesa che porta il Suo nome.2

Noi crediamo in Cristo. Parliamo di Cristo. Guardiamo a Cristo. Egli è il nostro Redentore, il nostro Signore e il nostro Salvatore.3

Ministero terreno

Egli che era il Figlio di Dio, l’Unigenito Figliolo, lasciò le corti celesti di Suo Padre per diventare un essere mortale. Alla Sua nascita cantarono gli angeli e i magi vennero a portarGli i loro doni. Egli crebbe come gli altri ragazzi di Nazaret di Galilea. Ma Egli “cresceva in sapienza e in statura, e in grazia dinanzi a Dio e agli uomini” (Luca 2:52).

Quando ebbe dodici anni insieme a Maria e Giuseppe si recò a Gerusalemme. Durante il viaggio di ritorno i Suoi genitori si accorsero della Sua assenza. Tornarono a Gerusalemme e Lo trovarono nel tempio che conversava con i dottori della legge. Quando Maria Lo rimproverò per non essere rimasto con loro, Egli rispose: “Non sapevate ch’io dovea trovarmi nella casa del Padre mio?” (Luca 2:49). Le Sue parole furono una premonizione del Suo futuro ministero.

Questo ministero iniziò con il Suo battesimo nel fiume Giordano per mano di Suo cugino Giovanni. Quando Egli uscì dall’acqua, lo Spirito Santo discese su di Lui sotto forma di colomba e si udì la voce di Suo Padre che diceva: “Questo è il mio diletto Figliolo nel quale mi son compiaciuto (Matteo 3:17). Questa dichiarazione fu l’affermazione della Sua divinità.

Digiunò per quaranta giorni e fu tentato dal diavolo, il quale cercava di distoglierLo dalla Sua divina missione. Egli rispose così all’invito dell’avversario: “Non tentare il Signore Iddio tuo” (Matteo 4:7), dichiarando di nuovo la Sua qualità di Figlio di Dio.

Egli percorse le polverose strade della Palestina. Non aveva una casa propria né un luogo in cui poggiare il capo. Il Suo messaggio era il Vangelo di pace. I Suoi insegnamenti erano pervasi di generosità e di amore. “A chi vuol litigare teco e toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello” (Matteo 5:40).

Egli insegnava in parabole. Compiva miracoli mai veduti prima o dopo. Guariva persone ammalate da lungo tempo. Faceva vedere i ciechi, udire i sordi, camminare gli storpi. Risuscitava i morti, ed essi vivevano di nuovo per cantare le Sue lodi. Sicuramente nessun uomo aveva mai fatto tanto in passato.

Alcuni lo seguivano, ma la maggior parte della gente Lo odiava. Egli definiva gli scribi e i Farisei ipocriti, come sepolcri imbiancati. Questi complottavano contro di Lui. Egli scacciò i cambiamonete della casa del Signore. Essi indubbiamente si unirono a coloro che complottavano per distruggerLo. Ma Egli non si lasciava distogliere; “È andato attorno facendo del bene” (Atti 10:38).

Questo non bastava forse per rendere immortale il Suo ricordo? Non bastava mettere il Suo nome tra, e anche sopra, quelli dei grandi uomini che sono vissuti sulla terra e che sono ricordati per ciò che dissero o fecero? Sicuramente Egli avrebbe trovato posto tra i più grandi profeti di ogni tempo.

Ma tutto ciò non era abbastanza per il Figlio dell’Onnipotente; era soltanto il preludio di più grandi cose a venire. Ed esse vennero, in maniera strana e terribile.4

Arresto, crocifissione e morte

Fu tradito, arrestato e condannato a morte perché morisse nella terribile sofferenza della crocifissione. Il Suo corpo vivente fu inchiodato a una croce di legno. Con dolore indescrivibile la Sua vita lentamente si spense. Mentre poteva ancora respirare, Egli gridò: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34).

La terra tremò mentre il Suo spirito passava nell’aldilà. Il centurione che aveva veduto ogni cosa dichiarò con solennità: “Veramente, costui era Figliuol di Dio” (Matteo 27:54).

Coloro che Lo amavano tolsero il Suo corpo dalla croce. Lo rivestirono e Lo deposero in una tomba nuova […].

Sicuramente i Suoi amici piansero. Gli apostoli che Egli amava e che aveva chiamati come testimoni della Sua divinità piangevano. Piangevano le donne che Lo amavano. Nessuno aveva capito quello che Egli aveva detto riguardo al risorgere il terzo giorno. Come potevano capire? Ciò non era mai avvenuto in passato; era un fatto senza precedenti. Era incredibile, anche per loro.

Tra loro doveva regnare un terribile senso di scoraggiamento, disperazione e infelicità, mentre pensavano al loro Signore che era stato tolto loro con la morte.5

Risurrezione

Ma quella non era la fine. Il mattino del terzo giorno, Maria di Magdala e l’altra Maria tornarono alla tomba. Con loro grande stupore, la pietra era stata tolta e la tomba era vuota. Guardarono dentro. Due esseri vestiti di bianco sedevano uno da una parte e l’altro dall’altra del luogo della sepoltura. Un angelo apparve loro e disse: “Perché cercate il vivente fra i morti?

Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordatevi com’egli vi parlò quand’era ancora in Galilea, dicendo che il Figliuol dell’uomo doveva esser dato nelle mani d’uomini peccatori ed esser crocifisso, e il terzo giorno risuscitare” (Luca 24:5–7).

Queste semplici parole, “Egli non è qui, ma è risuscitato”, sono diventate le più importanti di tutta la letteratura. Sono la dichiarazione della tomba vuota. Sono l’adempimento di tutto quello di cui Egli aveva parlato riguardo al Suo sorgere di nuovo. Sono la trionfante risposta alla domanda che ogni uomo, donna o bambino nati su questa terra si pongono.

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Cristo insegna

“Il Suo messaggio era il Vangelo di pace. I Suoi insegnamenti erano pervasi di generosità e di amore”.

Il Signore risorto parlò a Maria ed ella rispose; non era un’apparizione; non era frutto dell’immaginazione. Egli era un essere reale, tanto reale quanto Lo era stato durante la Sua vita terrena. Egli non le permise di toccarLo: non era ancora asceso a Suo Padre in cielo. Questo sarebbe avvenuto poco dopo. Quanto dovette essere commovente quella riunione: essere abbracciato dal Padre che Lo amava e il Quale sicuramente doveva aver pianto per Lui durante le ore della Sua agonia.

Egli sarebbe apparso a due uomini sulla via di Emmaus. Avrebbe conversato e mangiato con loro. Si sarebbe incontrato con i Suoi apostoli dietro porte chiuse e li avrebbe istruiti. Toma non era presente nella prima occasione. Nella seconda occasione il Signore lo invitò a toccare con le Sue mani il Suo fianco. Con grande stupore Toma esclamò: “Signor mio e Dio mio!” (Giovanni 20:28). Egli parlò con cinquecento persone in una sola volta. […]

E c’è un’altra testimonianza. Il Libro di Mormon, compagno della Bibbia, porta testimonianza che Egli apparve non soltanto a quelli che stavano nel vecchio mondo, ma anche a quelli che si trovavano nel nuovo. Infatti Egli aveva dichiarato: “Ho anche delle altre pecore, che non son di quest’ovile; anche quelle io devo raccogliere, ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore” (Giovanni 10:16).

Egli apparve a coloro che abitavano in questo emisfero dopo la Sua risurrezione. Mentre discendeva tra le nuvole del cielo si udì di nuovo la voce di Dio, Padre Eterno, che dichiarava solennemente: “Ecco il mio Figlio beneamato, nel quale io mi compiaccio, nel quale ho glorificato il mio nome: ascoltatelo” (3 Nefi 11:7). […]

E se tutto questo non bastasse c’è la testimonianza, sicura, certa, inequivocabile, del grande profeta di questa dispensazione, Joseph Smith. Quand’era ancora ragazzo andò nei boschi per pregare, cercando luce e conoscenza, e là apparvero davanti a lui due Personaggi il cui splendore e la cui gloria sfidano ogni descrizione, che stavano ritti sopra di lui a mezz’aria. Uno di essi gli parlò, chiamandolo per nome, e disse, indicando l’altro: Questo è il mio Figlio diletto. Ascoltalo!” [Joseph Smith – Storia 1:17].

Lo stesso Joseph dichiarò in seguito: “E noi vedemmo la gloria del Figlio alla destra del Padre e fummo partecipi della sua pienezza; […]

Ed ora, dopo le numerose testimonianze che sono state date di lui, questa è la testimonianza, l’ultima di tutte, che diamo di lui: Che egli vive!” (DeA 76:20, 22).6

A tutti coloro che forse hanno dei dubbi, ripeto le parole rivolte dal Signore a Toma che poggiava la mano sulle Sue ferite: “Non essere incredulo, ma credente” [Giovanni 20:27]. Credete in Gesù Cristo, Figlio di Dio, il più grande personaggio del tempo e dell’eternità. Credete che la Sua ineguagliabile vita aveva già avuto inizio prima della creazione del mondo. Credete che Egli fu il Creatore della terra sulla quale viviamo. Credete che Egli è il Geova dell’Antico Testamento, che Egli è il Messia del Nuovo Testamento, che Egli morì e risorse, che Egli fece visita all’emisfero occidentale e là istruì quei popoli, che Egli dette inizio a quest’ultima dispensazione del Vangelo, che Egli vive e che è il Figlio vivente del Dio vivente, il nostro Salvatore e Redentore.7

2

Ognuno di noi può sapere che Gesù Cristo è il Figlio di Dio e il Redentore del mondo, risorto dalla tomba

È [in corso] una battaglia per la fede degli uomini, ma le linee non sono sempre […] chiaramente tracciate, poiché anche tra la forze della cristianità ci sono coloro che vorrebbero distruggere la divinità del Cristo nel cui nome essi parlano. Ci si potrebbe non fare caso, se le loro voci non fossero tanto seducenti, se la loro influenza non fosse tanto estesa e se le loro ragioni non fossero tanto astute. […]

Delle moltitudini si raduneranno su migliaia di colline per dare il benvenuto all’alba del mattino di Pasqua e per ricordare la storia del Cristo, la cui risurrezione commemoreranno. In un linguaggio di bellezza e speranza, i predicatori di molte fedi racconteranno la storia della tomba vuota. A loro, e a voi, io pongo questa domanda: “Ci credete veramente?”.

Credete davvero che Gesù era il Figlio di Dio, progenie letterale del Padre?

Credete che la voce di Dio, il Padre Eterno, fu udita sulle acque del Giordano, dichiarando: “Questo è il mio diletto Figliuolo nel quale mi son compiaciuto”? (Matteo 3:17).

Credete che questo stesso Gesù fosse l’operatore di miracoli, il guaritore dei malati e degli infermi, Colui che ha ridato la vita ai morti?

Credete che dopo la Sua morte sul Calvario e la Sua sepoltura nella tomba di Giuseppe, Egli sia uscito vivo dal sepolcro il terzo giorno?

Credete davvero che Egli vive tuttora — un Essere reale, vitale, individuale — e che tornerà come promesso dagli angeli alla Sua ascensione?

Credete davvero in queste cose? Se è così, allora fate parte di un gruppo sempre meno numeroso di persone che crede letteralmente, che viene sempre più preso in giro dai filosofi, sempre più ridicolizzato da certi studiosi e sempre più considerato ‘fuori moda’ da un crescente numero di ministri di culto e teologi influenti. […]

Agli occhi di questi intellettuali, questi sono tutti miti: la nascita di Gesù quale Figlio di Dio per il Quale gli angeli cantarono sulle pianure della Giudea, i miracoli da Lui operati per guarire gli ammalati e far risuscitare i morti, il Cristo risorto dalla tomba, l’ascensione e il promesso ritorno.

Questi moderni teologi Lo spogliano della Sua divinità e poi si domandano perché gli uomini non Lo adorano.

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La via di Emmaus

Il Cristo risorto camminò con due discepoli sulla via di Emmaus.

Questi brillanti studiosi hanno tolto a Gesù il mantello della divinità e lo hanno lasciato come mero uomo. Hanno cercato di adattarlo al loro modo di pensare ristretto. Lo hanno derubato del Suo essere un Figlio divino, togliendo al mondo il suo legittimo Re. […]

Rendo solenne testimonianza che Dio non è morto, se non quando viene visto a partire da un’interpretazione priva di vita. […]

C’è bisogno di qualcosa di più di una ragionevole credenza. C’è bisogno di una comprensione del suo ruolo unico e incomparabile di divino Redentore, e di un entusiasmo verso di Lui e per il Suo messaggio quale Figlio di Dio.

Tale comprensione e tale entusiasmo sono disponibili a tutti coloro che ne pagheranno il prezzo. Non sono incompatibili con un’istruzione superiore, ma non giungeranno solo leggendo di filosofia. No, sono il frutto di un processo più semplice. Le cose di Dio si conoscono per lo Spirito di Dio (1 Corinzi 2:11). Così dichiarano gli scritti rivelati.

L’acquisizione di comprensione ed entusiasmo nei confronti del Signore derivano dal seguire delle regole semplici. […] Vorrei suggerirne tre, elementari per concetto, quasi trite per ripetizione, ma fondamentali per l’applicazione e utili per il risultato. […]

La prima è leggere — leggere la parola del Signore. […] Leggere, per esempio, il Vangelo di Giovanni dall’inizio alla fine. Lasciate che il Signore vi parli, e le Sue parole vi giungeranno con una calma convinzione che renderanno vane le parole di chi critica. Leggete anche il testamento del Nuovo Mondo, il Libro di Mormon, portato alla luce come testimone che “Gesù il Cristo, l’Eterno Iddio, che si manifesta a tutte le nazioni” (Frontespizio del Libro di Mormon).

La seconda è servire — servire nell’opera del Signore. […] La causa di Cristo non necessita dei vostri dubbi; ha bisogno della vostra forza, del vostro tempo e dei vostri talenti, e a mano a mano che vi esercitate in questo, la vostra fede crescerà e i vostri dubbi svaniranno. […]

La terza regola è pregare. Parlate con il vostro Padre Eterno nel nome del Suo figlio diletto. “Ecco”, Egli dice, “io sto alla porta e picchio: se uno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco” (Apocalisse 3:20).

Questo è il Suo invito, e la promessa è sicura. È improbabile che sentirete voci dal cielo, ma dal cielo riceverete una rassicurazione che porta pace e certezza. […]

Brillante tra tutta la confusione della filosofia — la cosiddetta critica superiore — e la teologia negativa, giungerà la testimonianza da parte del Santo Spirito che Gesù è davvero il Figlio di Dio, nato nella carne, il Redentore del mondo, risorto dalla tomba, il Signore che verrà a regnare come Re dei re. Avete l’opportunità di saperlo. Avete l’obbligo di scoprirlo.8

3

Dobbiamo chiederci costantemente: “Che cosa faremo noi di Gesù detto Cristo?”

Vorrei ripetere la domanda posta alla folla da Ponzio Pilato duemila anni or sono: “Che farò dunque di Gesù detto Cristo?” (Matteo 27:22). Invero, dobbiamo chiederci costantemente: “Che cosa faremo noi di Gesù detto Cristo?”. Come useremo i Suoi insegnamenti e in che modo ne faremo parte integrante della nostra vita? […]

“Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!” (Giovanni 1:29). Quanto sarebbe povera la nostra vita senza l’influenza dei Suoi insegnamenti e del Suo ineguagliabile esempio! La lezione che ci insegna di porgere l’altra guancia, di compiere anche il secondo miglio, il ritorno del figliol prodigo e innumerevoli altri incomparabili insegnamenti sono stati tramandati nel corso dei secoli per costituire il catalizzatore necessario a far emergere la bontà e la misericordia dalla generale disumanità dell’uomo verso l’uomo.

Laddove si bandisce Cristo regna la brutalità; la bontà e la tolleranza imperano laddove Cristo viene riconosciuto e dove vengono seguiti i Suoi insegnamenti.

Che faremo dunque di Gesù detto Cristo? “O uomo, Egli t’ha fatto conoscere ciò ch’è bene; e che altro richiede da te l’Eterno, se non che tu pratichi ciò ch’è giusto, che tu ami la misericordia, e cammini umilmente col tuo Dio?” (Michea 6:8).

“Pertanto, io vi dico che dovete perdonarvi l’un l’altro; poiché colui che non perdona al suo fratello le sue trasgressioni sta condannato dinnanzi al Signore, poiché resta in lui il peccato più grave” (DeA 64:9). […]

Che faremo dunque di Gesù detto Cristo? “Perché ebbi fame, e mi deste da mangiare; ebbi sete, e mi deste da bere; fui forestiere e m’accoglieste; fui ignudo, e mi rivestiste; fui infermo, e mi visitaste; fui in prigione, e veniste a trovarmi” (Matteo 25:35–36) […].

Che faremo dunque di Gesù detto Cristo?

Imparate a conoscerLo. [Investigate le Scritture perché esse son quelle che] rendon testimonianza Lui. Meditate il miracolo della Sua vita e della Sua missione. Sforzatevi con un po’ più di diligenza di emulare il Suo esempio e di osservare i Suoi insegnamenti.9

4

Noi guardiamo a Cristo come alla rocca della nostra salvezza, la nostra forza, il nostro conforto, l’oggetto della nostra fede

Non sappiamo cosa ci aspetta. Non sappiamo cosa ci riserveranno i giorni a venire. Viviamo in un mondo d’incertezze. Per alcune persone ci saranno grandi conseguimenti, per altre delusioni. Per alcuni ci sarà molto divertimento e contentezza, buona salute e una vita agiata, per altri forse malessere e una certa misura di dolore. Noi non lo sappiamo. Ma una cosa sappiamo: come la stella polare nella volta celeste, a prescindere dal futuro, lì si erge il Redentore del mondo, il Figlio di Dio, certo e sicuro come l’ancora della nostra vita immortale. Egli è la rocca della nostra salvezza, la nostra forza, il nostro conforto, l’oggetto della nostra fede.

Nella gioia e nel dolore guardiamo a Lui ed Egli è lì per rassicurarci e sorride su di noi.10

Io so che vive il Redentor,

trionfante e santo Salvator;

la morte vinse e debellò,

il mio Re, il mio Signor.

La roccia della fede in Lui

speranza offre al mondo inter;

il faro che illuminerà

la notte dell’uman sentier.

La pace ch’Egli all’uomo dà

proviene dall’eternità;

la fede in Lui ci sostien

e ci conduce su nel ciel.11

Sussidi didattici

Domande

  • Ripassate le parole di testimonianza del presidente Hinckley nella sezione 1 e dedicate un po’ di tempo a meditare sulla vostra testimonianza di Gesù Cristo. Perché siete grati per il ministero del Salvatore e per la Sua Espiazione? Quali resoconti e insegnamenti della vita del Salvatore hanno un significato particolare per voi?

  • Ponetevi ciascuna delle domande riportate nella sezione 2. In che modo le vostre risposte influenzano il vostro vivere quotidiano? Nella stessa sezione, ripassate le tre semplici regole del presidente Hinckley per ottenere comprensione delle “cose di Dio”. In che modo questi principi vi hanno aiutato ad approfondire la vostra comprensione spirituale?

  • Il presidente Hinckley ha chiesto ripetutamente: “Che cosa faremo noi di Gesù detto Cristo?” (sezione 3). Che cosa possiamo apprendere dalle sue risposte? Pensate a come rispondereste a questa domanda. Come sarebbe diversa la vostra vita se non conosceste gli insegnamenti e l’esempio del Salvatore?

  • Il presidente Hinckley ha enfatizzato che Gesù Cristo è la nostra ancora in un mondo di incertezze (vedere la sezione 4). Quando avete sentito la forza e il conforto del Salvatore in un momento di necessità? Ponderate su ogni verso dell’inno scritto dal presidente Hinckley riportato nella sezione 4. In che modo Cristo offre “speranza al mondo inter”? In che modo è “il faro che illuminerà”?

Passi scritturali correlati

Luca 24:36–39; Giovanni 1:1–14; Atti 4:10–12; 2 Nefi 2:8; 25:26; Alma 5:48; DeA 110:3–4

Sussidi per lo studio

“Programma le attività di studio che edificheranno la tua fede nel Salvatore” (Predicare il mio Vangelo [2005], 22). Per esempio, quando studi potresti porti domande come le seguenti: In che modo questi insegnamenti mi aiutano ad accrescere la mia comprensione dell’Espiazione di Gesù Cristo? In che modo questi insegnamenti possono aiutarmi a diventare più simile al Salvatore?

Note

  1. Vedere “Il simbolo di Cristo”, La Stella, dicembre 1976, 3–4.

  2. “Le pietre angolari della nostra fede”, La Stella, gennaio 1985, 45.

  3. Teachings of Gordon B. Hinckley (1997), 280.

  4. “Egli non è qui, ma è risuscitato”, La Stella, luglio 1999, 83.

  5. “Egli non è qui, ma è risuscitato”, 83–84.

  6. “Egli non è qui, ma è risuscitato”, 83, 84–85.

  7. “Non essere incredulo”, La Stella, aprile 1990, 2–4.

  8. Conference Report, aprile 1966, 85–87.

  9. “Che farò dunque di Gesù detto Cristo?”, La Stella, maggio 1984, 2, 3–5.

  10. “Noi guardiamo a Cristo”, Liahona, luglio 2002, 101– 102.

  11. “Vive il Redentor”, Inni, 81; testo di Gordon B. Hinckley.