Insegnamenti dei presidenti
Capitolo 3: Il piano di salvezza


Capitolo 3

Il piano di salvezza

“Il nostro Padre nel cielo ha preparato un piano di salvezza per i Suoi figli spirituali… per consentire loro di crescere e progredire fino a ottenere la vita eterna”.

Dalla vita di Joseph Fielding Smith

Il 29 aprile 1901 Alice, la sorella diciottenne di Joseph Fielding Smith si spense dopo una lunga malattia. Joseph era in procinto di finire la sua missione a tempo pieno in Inghilterra. La sua risposta alla notizia della morte di Alice fu una dimostrazione del suo amore per la famiglia e della sua testimonianza del piano di salvezza. “È un colpo terribile per tutti noi”, scrisse nel suo diario. “Non mi ero reso conto della gravità della sua malattia, sebbene sapessi che era malata. Ero convinto che l’avrei rivista insieme al resto della famiglia fra poche settimane, ma sia fatta la volontà di Dio. È soprattutto in momenti come questi che le speranze date dal Vangelo sono maggiormente apprezzate. Ci incontreremo di nuovo dall’altra parte del velo per godere del piacere e delle benedizioni della compagnia reciproca, dove i legami familiari non saranno più spezzati, ma dove tutti vivremo per ricevere le benedizioni e proveremo la tenera misericordia del nostro Padre in cielo. Prego umilmente di poter sempre camminare sulla via della verità e onorare il nome che porto, e che l’incontro con i miei cari defunti possa essere per me dolce ed eterno”.1

Durante il suo servizio come apostolo, prima, e come presidente della Chiesa, poi, il presidente Joseph Fielding Smith rese più volte testimonianza della speranza che scaturisce dalla comprensione del Vangelo. Egli insegnò: “Noi abbiamo il piano di salvezza; noi amministriamo il Vangelo, ed il Vangelo è la sola speranza del mondo, l’unica via che porterà pace sulla terra e che raddrizzerà tutti i torti che esistono tra le nazioni”.2

Insegnamenti di Joseph Fielding Smith

1

Nel mondo spirituale preterreno, provavamo gioia ad imparare il piano di salvezza del Padre Celeste.

Facciamo tutti parte della famiglia del nostro Padre in cielo. Prima che fossero gettate le fondamenta di questa terra, vivevamo e dimoravamo con Lui. Abbiamo visto il Suo volto, sentito il Suo amore e udito i Suoi insegnamenti; Egli ha stabilito le leggi grazie alle quali siamo in grado di crescere, progredire e ottenere una nostra famiglia eterna.3

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A galaxy in space.

“Prima che fossero gettate le fondamenta di questa terra, vivevamo e dimoravamo con [il nostro Padre nel cielo]”.

Il nostro Padre nel cielo ha preparato un piano di salvezza per i Suoi figli spirituali. Tale piano è stato creato per consentire loro di crescere e progredire fino ad ottenere la vita eterna, come è chiamata la vita del nostro Padre Celeste. Il Suo scopo è quello di far sì che figli di Dio possano diventare come Lui e avere il potere, la sapienza e la conoscenza che Egli Stesso possiede.4

In Perla di Gran Prezzo impariamo che in cielo fu tenuto un consiglio, durante il quale il Signore chiamò davanti a Sé i Suoi figli spirituali e presentò loro un piano in cui era previsto che essi dovevano venire su questa terra, avere una vita mortale e corpi fisici, passare attraverso la prova della mortalità e poi avanzare verso un’Esaltazione superiore per mezzo della risurrezione, che sarebbe stata concessa mediante l’Espiazione del Suo Unigenito Figliuolo Gesù Cristo [vedere Mosè 4:1–2; Abrahamo 3:22–28]. Il pensiero di passare attraverso la mortalità e di prender parte a tutte le vicissitudini della vita terrena durante la quale essi avrebbero fatto la loro esperienza attraverso le sofferenze, il dolore, la tristezza, le tentazioni e le afflizioni, nonché i piaceri stessi della vita terrena, per poi, se fossero stati fedeli, passare attraverso la risurrezione alla vita eterna nel regno di Dio per essere come Lui [vedere 1 Giovanni 3:2], li riempiva di allegrezza; ed essi “davan gridi di giubilo” [vedere Giobbe 38:4–7].E siccome non potevano acquisire in nessun altro modo l’esperienza e la conoscenza che si ottengono in questa vita, l’avere un corpo fisico era indispensabile per la loro Esaltazione.5

2

La caduta di Adamo ed Eva faceva parte del piano del Padre Celeste.

Il piano di salvezza, o il codice di leggi, noto come il vangelo di Gesù Cristo, fu adottato nei cieli, prima che le fondamenta del mondo venissero gettate. Fu deciso allora che Adamo, nostro padre, dovesse scendere su questa terra e stare a capo di tutta la famiglia umana. Era parte di questo grande piano che egli dovesse mangiare il frutto proibito e cadere, portando così sofferenza e morte nel mondo, sebbene fosse per il bene ultimo dei suoi figli.6

La Caduta era un elemento essenziale della prova terrena dell’uomo… Se Adamo ed Eva non avessero mangiato il frutto, non avrebbero ottenuto il grande dono della mortalità. Inoltre, non avrebbero avuto discendenti e il grande comandamento dato dal Signore non sarebbe stato rispettato.7

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Adam and Eve walking together after leaving the Garden of Eden. There are storm clouds in the sky, and plant growth along the path they are walking. There is a waterfall in the background.

La caduta di Adamo ed Eva “ha portato dolore, sofferenza e morte, ma… ha portato anche benedizioni”.

La caduta di Adamo ha prodotto tutte le vicissitudini della mortalità. Ha portato dolore, sofferenza e morte; ma non dobbiamo perdere di vista il fatto che ha portato anche benedizioni… Ha portato la benedizione della conoscenza, della comprensione e della vita mortale.8

3

Gesù Cristo offrì Se Stesso in sacrificio per riscattarci dalla Caduta e dai nostri peccati.

La trasgressione di Adamo causò due morti: quella spirituale e quella temporale — cioè l’uomo fu bandito dalla presenza di Dio e, diventando mortale, fu pure soggetto a tutti i mali della carne. Perché potesse essere riportato nuovamente indietro, doveva esserci una riparazione della legge violata. La giustizia lo esigeva.9

È assolutamente naturale e giusto che colui che commette il torto sconti la pena — espii per la sua violazione. Pertanto, quando Adamo trasgredì la legge, la giustizia richiese che egli, e nessuno altro, soffrisse per il peccato e scontasse la pena con la sua vita. Ma Adamo, violando la legge, divenne egli stesso soggetto alla maledizione, ed essendo sotto la maledizione non poteva espiare o annullare ciò che aveva fatto. Lo stesso valeva per i suoi figli, poiché anch’essi erano sotto la maledizione; per espiare il peccato originale era necessario qualcuno che non fosse soggetto alla maledizione. Inoltre, dato che eravamo tutti sotto la maledizione, non avevamo il potere di espiare per i nostri peccati individuali. Pertanto, fu necessario che il Padre mandasse il Suo Figlio Unigenito, che era libero dal peccato, per espiare i nostri peccati e la trasgressione di Adamo, come richiesto dalla giustizia. Egli offrì Se Stesso in sacrificio per i peccati, e mediante la Sua morte sulla croce ha preso su di Sé sia la trasgressione di Adamo sia i nostri peccati individuali, riscattandoci dalla Caduta e dai nostri peccati a patto che ci pentiamo.10

È nostro dovere insegnare la missione di Gesù Cristo. Perché è venuto? Che cosa ha fatto per noi? Che benefici ne traiamo? Che cosa Gli è costato farlo? Gli è costata la Sua vita, sì, più della Sua vita! Che cosa ha fatto oltre a essere inchiodato sulla croce? Perché è stato crocifisso? Egli è stato crocifisso affinché il suo sangue potesse essere versato per redimerci dalla peggiore pena che potremmo mai subire: essere banditi dalla presenza di Dio. Egli è morto sulla croce per far sì che il nostro corpo e il nostro spirito possano essere riuniti. Egli ci ha dato questo privilegio. Se solo crediamo in Lui e obbediamo ai Suoi comandamenti, Egli è morto per noi affinché possiamo ricevere la remissione dei nostri peccati e non ci venga richiesto di scontare la pena. Egli ha pagato il prezzo…

Nessun uomo potrebbe fare ciò che Egli ha fatto per noi. Egli non doveva morire, avrebbe potuto rifiutare. Lo fece volontariamente. Lo fece perché era un comandamento di Suo Padre. Egli sapeva ciò che avrebbe sofferto; eppure, per amor nostro, fu disposto a sopportarlo…

I chiodi che trafissero le mani e i piedi del Salvatore furono la parte minore della Sua sofferenza. Credo che tendiamo ad avere la sensazione o a pensare che la Sua grande sofferenza fu quella di essere inchiodato sulla croce dove fu lasciato appeso. A dir la verità, quello fu un periodo della storia del mondo durante il quale migliaia di uomini subirono questo tipo di pena. Quindi la Sua sofferenza, per ciò che la riguarda, non fu nulla di più di ciò che pativano gli altri uomini che venivano crocifissi. Allora quale fu la Sua grande sofferenza? Vorrei che potessimo imprimere questo fatto nella mente di ogni membro di questa Chiesa: la Sua grande sofferenza ebbe luogo prima che Egli salisse sulla croce. Fu nel Giardino del Getsemani, così ci dicono le Scritture, che il sangue Gli uscì da ogni poro e che, nell’agonia estrema della Sua anima, implorò Suo Padre. Non furono i chiodi che Gli trafissero le mani e i piedi. Non chiedetemi come sia successo perché non lo so. Nessuno lo sa. Tutto ciò che sappiamo è che, in qualche modo, Egli prese su di Sé quella pena estrema. Egli prese su di Sé le nostre trasgressioni e ne pagò il prezzo, un prezzo angosciante.

Pensate al Salvatore mentre porta i fardelli di tutte le persone — fardelli che provocano tormento — in un modo che, ammetto, non posso comprendere; semplicemente accetto — che Gli fece patire una tale agonia, che, in confronto, il dolore causato dai chiodi nelle mani e nei piedi è poca cosa. Nell’angoscia implorò Suo Padre dicendo: “Se è possibile, allontana questo calice!”, ma non era possibile [vedi Matteo 26:42; Marco 14:36; Luca 22:42]. Lasciate che vi legga una o due parole di ciò che il Signore dice a tale proposito:

“Poiché ecco, io, Iddio, ho sofferto queste cose per tutti, affinché non soffrano, se si pentiranno;

ma se non volessero pentirsi, essi dovranno soffrire proprio come me;

e queste sofferenze fecero sì che io stesso, Iddio, il più grande di tutti, tremassi per il dolore e sanguinassi da ogni poro, e soffrissi sia nel corpo che nello spirito — e desiderassi di non bere la coppa amara e mi ritraessi —

nondimeno, sia gloria al Padre, bevvi e portai a termine i miei preparativi per i figlioli degli uomini”. [DeA 19:16–19].

Leggere queste parole mi rende umile. Il Suo amore per l’umanità, per il mondo, era così grande che Egli fu disposto a portare un peso che nessun uomo mortale potrebbe portare, e pagare un prezzo terribile che nessun’altra persona avrebbe mai potuto pagare, affinché noi potessimo sfuggirvi.11

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Jesus Christ kneeling as He prays and atones in the Garden of Gethsemane. Christ is depicted wearing red and blue robes. He has His hands clasped and is resting them on a large rock. A small stream of light coming through the darkened and cloudy background shines on the face of Christ. Light emanates around Christ's head.

“Il nostro Salvatore Gesù Cristo è la figura centrale di questo grande progetto di progresso e salvezza”.

Il Figlio di Dio [disse]: “Io scenderò sulla terra e pagherò il prezzo. Sarò il Redentore e redimerò gli uomini dalla trasgressione di Adamo. Prenderò su di me i peccati del mondo e redimerò o salverò dai suoi peccati ogni anima che si sarà pentita”.12

Facciamo un esempio. Un uomo che sta camminando lungo una strada cade in una fossa così profonda e buia che non può risalire alla superficie e riacquistare la sua libertà. Come può salvarsi dalla sua difficile situazione? Certamente non con i suoi sforzi, poiché non c’è alcun modo per uscire dalla fossa. Egli chiede aiuto e qualche anima buona, udendo le sue grida, corre a soccorrerlo e, calata una scala, gli offre il mezzo per venirne fuori. Questa era esattamente la condizione in cui Adamo mise se stesso e la sua posterità quando mangiò il frutto proibito. Essendo essi tutti insieme nella fossa, nessuno poteva salire alla superficie per salvare gli altri. La fossa rappresenta l’esilio dalla presenza del Signore e la morte fisica, cioè la dissoluzione del corpo. Ed essendo tutti soggetti alla morte, nessuno poteva fornire il mezzo di salvezza.13

Poi viene il Salvatore, il quale non è soggetto a questa fossa, e cala la scala. Egli scende nella fossa e ci permette di usare la scala per uscirne.14

Nella Sua infinita misericordia, il Padre, udendo le grida dei Suoi figli, mandò il Suo Unigenito Figliuolo, il Quale, non essendo soggetto né alla morte né al peccato, poteva offrire il mezzo di salvezza. Ed Egli lo fece tramite la Sua Espiazione infinita e il vangelo eterno.15

La gratitudine del nostro cuore dovrebbe consistere in un grandissimo amore ed obbedienza per la grande e dolce misericordia [del Salvatore]. Per quello che Egli fece, noi non dovremmo mai mancare verso di Lui. Egli ci comprò ad un prezzo, il prezzo del Suo grande dolore e dello spargimento del Suo sangue nel sacrificio sulla croce.16

4

Edificando sulle fondamenta dell’Espiazione di Gesù Cristo, noi otteniamo la nostra salvezza durante la vita terrena.

Il nostro Salvatore Gesù Cristo è la figura centrale di questo grande progetto di progresso e salvezza.17

Edificando sulle fondamenta dell’Espiazione, il piano di salvezza comprende le seguenti cose:

Primo, dobbiamo avere fede nel Signore Gesù Cristo; dobbiamo accettarlo come Figlio di Dio; dobbiamo porre la nostra fiducia in Lui, affidarci alla parola e desiderare di ottenere le benedizioni che scaturiscono dall’obbedienza alle Sue leggi.

Secondo, dobbiamo pentirci dei nostri peccati; dobbiamo abbandonare il mondo; dobbiamo decidere nel nostro cuore, senza riserve, di voler vivere una vita retta e devota.

Terzo, dobbiamo essere battezzati nell’acqua, sotto l’autorità di un amministratore legittimo, che ha il potere di legare sulla terra e di suggellare nel cielo; dobbiamo, tramite questa sacra ordinanza, stringere un’alleanza di servire il Signore e di obbedire ai Suoi comandamenti.

Quarto, dobbiamo ricevere il dono dello Spirito Santo; dobbiamo nascere di nuovo; come con il fuoco, dobbiamo liberare le nostre anime dal peccato e dall’iniquità; dobbiamo rigenerarci tramite il potere dello Spirito Santo.

Quinto, dobbiamo perseverare sino alla fine; dopo il battesimo, dobbiamo osservare i comandamenti; dobbiamo guadagnarci la nostra salvezza con timore e tremore davanti al Signore; dobbiamo vivere in modo da acquisire gli attributi della pietà e diventare quel genere di persone che può godere della gloria e delle meraviglie del regno celeste.18

Testifico ora che queste leggi che gli uomini devono rispettare per ottenere la salvezza, e che rappresentano il vangelo di Gesù Cristo, sono state rivelate in questi giorni ai profeti ed agli apostoli, e vengono ora amministrate nella Sua chiesa, che Egli ha di nuovo istituita sulla terra.19

Tutti noi, in questo mondo mortale, siamo qui per un periodo di prova. Siamo stati mandati qui, prima di tutto, per ottenere un tabernacolo [corpo] per i nostri spiriti eterni; in secondo luogo, per essere messi alla prova dalle difficoltà, per avere tribolazioni, ma anche gioia e felicità in abbondanza, che si possono ottenere tramite una sacra alleanza di obbedienza ai principi eterni del Vangelo. La mortalità, come disse Lehi ai suoi figli, è uno “stato di prova” (2 Nefi 2:21). È qui che dobbiamo essere messi alla prova per vedere se saremo disposti, una volta esclusi dalla presenza del nostro Padre Eterno, ma ancora istruiti nella via della vita eterna, ad amarLo e a riverirLo, e a rimanere fedeli al Suo Beneamato Figliuolo, Gesù Cristo.20

Siamo venuti qui per essere messi alla prova venendo a contatto con il male ma anche con il bene… Il Padre ha permesso a Satana e al suo esercito di tentarci, ma sotto la guida dello Spirito del Signore e dei comandamenti dati tramite rivelazione, siamo preparati per fare le nostre scelte. Se scegliamo il male, ci è stato promesso che saremo puniti; se scegliamo il bene, otterremo il premio eterno della rettitudine.21

Questo prova mortale è un breve periodo, soltanto un breve intervallo che unisce l’eternità passata con l’eternità futura. Tuttavia è un periodo di grandissima importanza… Questa vita è il periodo più importante della nostra esistenza eterna.22

5

Tutte le persone riceveranno la benedizione della risurrezione grazie all’Espiazione di Gesù Cristo.

Siamo venuti in questo mondo per morire. Questo era chiaro prima che venissimo qui. Fa parte del piano, discusso e organizzato molto prima che gli uomini fossero posti sulla terra… Eravamo pronti e disposti a fare questo viaggio lasciando la presenza di Dio nel mondo degli spiriti per venire nel mondo mortale, qui a provare tutto ciò che fa parte della vita, le sue gioie e i suoi dolori, e a morire; e la morte è essenziale tanto quanto la nascita.23

La morte fisica, o la morte dell’uomo mortale, non è una separazione permanente dello spirito dal tabernacolo di carne, nonostante che il corpo ritorni ai suoi elementi. È soltanto una separazione temporanea che avrà fine nel giorno della risurrezione, quando il corpo si solleverà dalla polvere, animato dallo spirito, per vivere di nuovo. Questa benedizione è per tutti gli uomini, i quali la debbono all’Espiazione di Cristo, indipendentemente dalla loro bontà o malvagità nella vita terrena. Paolo ha detto che ci sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti (Atti 24:15), e il Salvatore ha detto che tutti quelli che sono nelle tombe udranno la Sua voce e usciranno “quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; e quelli che hanno operato male, in risurrezion di giudicio” (Giovanni 5:29).24

Ciascuna parte fondamentale di ogni corpo sarà rimessa al suo posto durante la risurrezione, a prescindere da ciò che sia accaduto al corpo con la morte. Non importa se bruciato dal fuoco o divorato dagli squali. Ciascuna parte fondamentale verrà rimessa al suo posto.25

Gli spiriti non possono essere resi perfetti senza il corpo di carne ed ossa. Il corpo e il suo spirito ottengono l’immortalità e le benedizioni della salvezza per mezzo della risurrezione, dopo la quale non può esserci di nuovo alcun distacco, perché il corpo e lo spirito divengono inseparabilmente uniti affinché l’uomo possa ricevere una pienezza di gioia. In nessun altro modo, se non con la nascita in questa vita e con la risurrezione, possono gli spiriti divenire come il nostro Padre Eterno.26

6

I fedeli, con le loro famiglie, erediteranno una vita eterna alla presenza del Padre Celeste.

Alcuni uomini ereditano ricchezze grazie agli affari dei propri padri. Alcuni uomini ottengono, per ereditarietà, troni mondani, potere e posizione sociale tra i loro simili. Alcuni cercano di ottenere conoscenza e fama mondane tramite l’esercizio delle proprie capacità e della propria perseveranza; ma c’è un’eredità che vale più di tutto: è l’eredità dell’Esaltazione eterna.

Le Scritture affermano che la vita eterna — che è la vita del nostro Padre Eterno e di Suo Figlio, Gesù Cristo — è il più grande dono di Dio [vedere DeA 14:7]. Solo chi è purificato da ogni peccato la riceverà. È promessa a coloro “che vincono mediante la fede, e sono suggellati mediante il Santo Spirito di promessa, che il Padre riversa su tutti coloro che sono giusti e fedeli. Sono coloro che sono la chiesa del Primogenito. Sono coloro nelle cui mani il Padre ha dato ogni cosa” [DeA 76:53–55; vedere anche il versetto 52].27

Questo piano di salvezza è incentrato sulla famiglia… È impostato per consentirci di creare una nostra famiglia eterna.28

Quelli che giungeranno all’Esaltazione nel regno celeste avranno la “continuazione della posterità in eterno”. Essi vivranno avendo rapporti familiari.29

Il vangelo di Gesù Cristo ci insegna che l’organizzazione familiare sarà, per ciò che attiene all’Esaltazione celeste, completa, cioè un’organizzazione unita dal padre, dalla madre e dai figli di una generazione al padre, alla madre ed ai figli della generazione successiva, e così di seguito sino alla fine del tempo.30

Queste benedizioni gloriose di eredità eterna… non giungono a meno che non vi sia la volontà di obbedire ai comandamenti e persino di soffrire con Cristo se necessario. In altre parole, coloro che aspirano alla vita eterna — il più grande dono di Dio — devono essere pronti a sacrificare sull’altare tutto ciò che hanno, se fosse loro richiesto, e anche allora, se fosse loro chiesto di dare la propria vita per la Sua causa, non potrebbero mai ripagarLo delle abbondanti benedizioni ricevute e promesse in base all’obbedienza alle Sue leggi e ai Suoi comandamenti.31

Una volta lasciato il mondo e ricevuto il Vangelo nella sua pienezza, ci candidiamo alla gloria celeste; anzi, se siamo fedeli, noi siamo più che semplici candidati, poiché il Signore ci ha dato la certezza che grazie alla nostra fedeltà, entreremo nel regno celeste…

Dobbiamo vivere in modo da garantirci il nostro posto, e così noi sapremo, grazie alla vita che viviamo, che saremo in Sua presenza e abiteremo con Lui, ricevendo la pienezza delle benedizioni promesse. Chi tra i Santi degli Ultimi Giorni sarà soddisfatto di ricevere meno della pienezza della salvezza che ci è stata promessa?… È necessario per noi, nella nostra umiltà, e in uno spirito di pentimento, di continuare ad avanzare; di osservare i comandamenti fino alla fine, poiché la nostra speranza e il nostro obiettivo è la vita eterna, cioè vivere in presenza del Padre e del Figlio; “e questa è la vita eterna”, ha detto il Signore, “che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo” [Giovanni 17:3].32

Ora mi trovo in quello che potrei chiamare il crepuscolo della vita, con la certezza che in un giorno non molto lontano sarò chiamato a rendere conto di quello che ho fatto nella mortalità…

Sono sicuro che noi tutti amiamo il Signore. So che Egli vive. Non vedo l’ora che venga il giorno in cui potrò vedere il Suo volto, e spero che allora udrò la Sua voce dirmi: “Vieni, benedetto del Padre mio; eredita il regno che t’è stato preparato sin dalla fondazione del mondo” (vedere Matteo 25:34).

Prego Iddio che questo possa essere il destino felice di noi tutti nell’ora stabilita.33

Suggerimenti per lo studio e l’insegnamento

Domande

  • Mentre leggi i brani del diario riportati nella sezione “Dalla vita di Joseph Fielding Smith”, pensa a un periodo della tua vita in cui hai trovato conforto nella tua testimonianza del piano di salvezza. In che modo potresti aiutare un familiare o un amico a ricevere tale conforto?

  • In che modo gli insegnamenti del presidente Smith sul concilio nel cielo ci aiutano ad affrontare le difficoltà? (Vedere la sezione 1).

  • Il presidente Smith ha insegnato che “non dobbiamo perdere di vista il fatto che [la caduta di Adamo ed Eva] ha portato anche benedizioni” (sezione 2). Perché, secondo te, è importante ricordare questo principio? Quali sono alcune benedizioni che hai ricevuto come risultato della Caduta?

  • Nella sezione 3, in che modo l’esempio portato dal presidente Smith di un uomo che cade in una fossa si rapporta alla nostra vita? Rifletti su come il Salvatore ti ha salvato tramite la Sua Espiazione.

  • Che cosa suggeriscono le parole del presidente Smith nella sezione 4 in merito allo scopo della nostra vita sulla terra? Che cosa ci ha dato il Signore per aiutarci a superare indenni questo periodo di prova?

  • In che modo potresti aiutare qualcuno a comprendere l’affermazione del presidente Smith nella sezione 5: “la morte è essenziale tanto quanto la nascita”? In che modo la dottrina della risurrezione ha influenzato la tua vita?

  • In che modo le ricchezze mondane differiscono dall’“eredità eterna” che possiamo ricevere grazie al piano di salvezza? (Vedere la sezione 6). In che modo comprendere queste differenze ci aiuta a prepararci per la vita eterna?

Passi scritturali correlati

Giobbe 38:4–7; 2 Nefi 2:15–29; 9:5–27; Alma 12:20–35; DeA 19:16–19; Mosè 5:10–12

Sussidi didattici

“Per aiutarti a insegnare le Scritture e le parole dei profeti degli ultimi giorni, la Chiesa ha pubblicato i manuali di lezioni e altri sussidi. C’è poca necessità di commentari o altri testi di riferimento” (Insegnare: non c’è chiamata più grande - Manuale sussidiario per insegnare il Vangelo, [2000], 52).

Note

  1. Joseph Fielding Smith Jr. e John J. Stewart, The Life Story of Joseph Fielding Smith, (1972), 117–118.

  2. “Messaggi ai Santi della Gran Bretagna”, La Stella, febbraio 1972, 47.

  3. “Pres. Smith Tells of Parents’ Duty”, Church News, 3 aprile 1971, 10.

  4. Discorso tenuto presso l’Istituto di religione di Logan, Utah, 10 gennaio 1971, 3; manoscritto inedito.

  5. “Is Man Immortal?” Improvement Era, febbraio 1916, 318; vedere anche Dottrine di Salvezza, compilato da Bruce R. McConkie, 3 voll. (1954–1956), 1:61.

  6. Elijah the Prophet and His Mission and Salvation Universal (1957), 65–66.

  7. Conference Report, ottobre 1966, 59.

  8. “Principles of the Gospel: The Infinite Atonement—Redemption, Salvation, Exaltation”, Deseret News, Church section, 22 aprile 1939, 3; vedere anche Dottrine di Salvezza, 1:110.

  9. “The Atonement”, Deseret News, Church section, 2 marzo1935, 7; vedere anche Dottrine di Salvezza, 1:115.

  10. Elijah the Prophet and His Mission and Salvation Universal, 79–80.

  11. Seek Ye Earnestly, compilato da Joseph Fielding Smith Jr. (1970), 118–120.

  12. “Principles of the Gospel: The Infinite Atonement—Redemption, Salvation, Exaltation”, 5; vedere anche Dottrine di Salvezza, 1:116.

  13. Elijah the Prophet and His Mission and Salvation Universal, 80–81.

  14. “Principles of the Gospel: The Infinite Atonement—Redemption, Salvation, Exaltation”, 5; vedere anche Dottrine di Salvezza, 1:117.

  15. Elijah the Prophet and His Mission and Salvation Universal, 81.

  16. “Purpose and Value of Mortal Probation”, Deseret News, Church section, 12 giugno 1949, 21; vedere anche Dottrine di Salvezza, 1:124.

  17. Discorso tenuto presso l’Istituto di religione di Logan, Utah, 10 gennaio 1971, 3; manoscritto inedito.

  18. “The Plan of Salvation”, Ensign, novembre 1971, 5.

  19. “Io so che il mio Vindice vive ”, La Stella, maggio 1972, 180.

  20. Conference Report, aprile 1965, 11.

  21. Conference Report, aprile 1964, 107–108.

  22. “Purpose and Value of Mortal Probation,” 21; vedere anche Dottrine di Salvezza, 1:70.

  23. “Services for Miss Nell Sumsion”, Utah Genealogical and Historical Magazine, gennaio 1938, 10–11.

  24. “What Is Spiritual Death?” Improvement Era, gennaio 1918, 191–192; vedere anche Dottrine di Salvezza, 2:190–191.

  25. Answers to Gospel Questions, compilato da Joseph Fielding Smith Jr., 5 voll. (1957–1966), 5:103; corsivo eliminato.

  26. “The Law of Chastity”, Improvement Era, settembre 1931, 643; vedere anche Dottrine di Salvezza, 2:80–81.

  27. The Way to Perfection (1931), 21–22.

  28. Sealing Power and Salvation, Brigham Young University Speeches of the Year (12 gennaio 1971), 2.

  29. Corrispondenza personale, citata in Dottrine di Salvezza, 2:249; corsivo eliminato.

  30. Conference Report, aprile 1942, 26; vedere anche Dottrine di Salvezza, 2:156.

  31. The Way to Perfection, 23.

  32. Conference Report, aprile 1922, 61–62.

  33. “Lasciate che prevalga lo Spirito di unità”, La Stella, novembre 1972, 452.