Insegnamenti dei presidenti
Capitolo 5: Fede e pentimento


Capitolo 5

Fede e pentimento

“Quello di cui abbiamo bisogno, sia noi della Chiesa che quelli che vivono fuori di essa, è il pentimento. Abbiamo bisogno di maggior fede e determinazione nel servire il Signore”.

Dalla vita di Joseph Fielding Smith

Il presidente Joseph Fielding Smith insegnò: “Il perdono dei peccati giunge mediante la fede e il pentimento sincero”.1 Egli disse che “è necessario non solo credere, ma pentirci”, e insegnò anche che quando compiamo buone opere in fede sino alla fine, “ricev[iamo] la ricompensa dei fedeli e otte[niamo] un posto nel regno celeste di Dio”.2 Desiderando che tutte le persone ricevano questa ricompensa, egli rese testimonianza di Gesù Cristo e predicò il pentimento durante tutto il suo ministero.

All’inizio del suo servizio come apostolo, disse: “Ritengo che, essendo stato così colpito, a mio parere, dallo spirito del Signore durante i miei viaggi per i pali di Sion, la mia missione sia stata quella di dire alla gente che adesso è il giorno per pentirsi, e di invitare i Santi degli Ultimi Giorni a ricordare le loro alleanze, le promesse che hanno stipulato con il Signore, a osservare i Suoi comandamenti e a seguire gli insegnamenti e le istruzioni degli anziani di Israele — i profeti di Dio — come riportate in queste sacre Scritture. In ogni cosa dobbiamo camminare con umiltà e circospezione dinanzi al Signore affinché possiamo essere benedetti e guidati dallo Spirito Santo. Penso che questo sia il giorno di avvertimento. È stato un periodo di avvertimento fin dal giorno in cui il Profeta per la prima volta ricevette la visione dal cielo che il Vangelo sarebbe stato restaurato”.3

Una domenica, durante la riunione sacramentale, il presidente Smith spiegò alla congregazione il motivo per cui parlava con tono ammonitore. In seguito suo figlio Joseph, che era presente alla riunione, scrisse: “Ricordo vividamente alcuni dei commenti che [mio padre] fece in quella occasione. ‘Chi è vostro amico? Chi vi ama di più?’ chiese alla congregazione. ‘La persona che vi dice che a Sion va tutto bene, che la prosperità è dietro l’angolo o la persona che vi mette in guardia contro le calamità e le difficoltà promesse a meno che i principi del Vangelo non vengano messi in pratica? Desidero che sappiate che amo i membri della Chiesa e che non voglio che uno di loro punti un dito accusatore contro di me quando passeremo oltre il velo dell’esistenza mortale dicendo: “Se solo me lo avessi detto, io non mi troverei in questo frangente”. Pertanto alzo la mia voce ammonitrice con la speranza che i miei fratelli e le mie sorelle possano prepararsi per un regno di gloria’”.4

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President Joseph Fielding Smith sitting in his office, wearing a white shirt, a dark suit, a dotted tie, and glasses.

Il presidente Joseph Fielding Smith ha spiegato i suoi motivi per esortare i Santi degli Ultimi Giorni al pentimento: “Amo i membri della Chiesa”.

Chi lavorava a stretto contatto con il presidente Smith sapeva che dietro i suoi avvertimenti severi c’era un uomo con una tenera preoccupazione per le persone che lottavano con il peccato. L’anziano Francis M. Gibbons, che servì come segretario della Prima Presidenza, era spesso presente quando il presidente Smith esaminava i casi di disciplina della Chiesa. L’anziano Gibbons raccontò: “Le sue decisioni erano sempre prese con gentilezza e amore e con la più ampia discrezionalità di misericordia permessa dalle circostanze. Non era raro che egli, scoprendo i dettagli di un caso grave, dicesse: ‘Perché le persone non si comportano bene?’ E non lo pronunciava in modo accusatorio o in senso di condanna, ma con tristezza e rimpianto”.5 Il presidente Spencer W. Kimball, che servì con il presidente Smith come membro del Quorum dei Dodici Apostoli, disse: “Molte volte abbiamo detto che, giacché i Dodici saranno i giudici di Israele, ognuno di noi sarebbe felice di essere nelle sue mani, poiché il suo giudizio sarebbe gentile, misericordioso, giusto e santo”.6 Quando il presidente ordinava i vescovi, spesso raccomandava: “Ricorda, tutti hanno debolezze e ci sono almeno due versioni di ogni storia. Se commetti un errore di giudizio, assicurati di sbagliare dalla parte dell’amore e della misericordia”.7

Insegnamenti di Joseph Fielding Smith

1

Il primo principio del Vangelo è la fede nel Signore Gesù Cristo.

La nostra fede è incentrata sul Signore Gesù Cristo e, per Suo tramite, sul Padre. Noi crediamo in Cristo, Lo accettiamo come il Figlio di Dio e abbiamo preso il Suo nome su di noi nelle acque del battesimo.8

Fate in modo che il vostro pensiero dominante sia, ora e sempre, che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, venuto nel mondo per deporre la Sua vita affinché noi potessimo vivere. Questa è la verità ed è fondamentale. Su questo si basa la nostra fede. Essa non può essere distrutta. Malgrado i credi del mondo e le nozioni degli uomini, dobbiamo attenerci a questo insegnamento perché esso è di capitale importanza ed essenziale per la nostra salvezza. Il Signore ci ha riscattati con il Suo sangue: Egli ci ha dato la salvezza a condizione che noi non dimenticassimo di osservare i Suoi comandamenti e ci ricordassimo sempre di Lui. Se faremo questo, allora ci salveremo, mentre le idee e le cose insensate degli uomini periranno.9

Per fede ci accostiamo a Dio. Se non credessimo nel Signore Gesù Cristo, se non avessimo fede in Lui o nella Sua Espiazione, non saremmo inclini a prestare alcuna attenzione ai Suoi comandamenti. È in forza di questa fede che noi siamo in armonia con la Sua verità e nel nostro cuore desideriamo di servirLo…

Il primo principio del Vangelo è la fede nel Signore Gesù Cristo, e logicamente non si può avere fede nel Signore Gesù Cristo senza avere fede nel Padre Suo. Quindi, se avremo fede in Dio Padre e nel Figlio e saremo guidati dallo Spirito Santo, come dovremmo essere, avremo fede nei servi del Signore attraverso cui Egli ci ha parlato.10

2

Fede significa azione.

“La fede è la causa scatenante di tutte le azioni” [Lectures on Faith, lezione 1]. Se vi fermate un momento a riflettere, penso che concorderete che è assolutamente vero sia per le cose temporali sia per quelle spirituali. È vero per i nostri atti, come anche per gli atti di Dio…

“La fede senza le opere è morta” [Giacomo 2:26] — in altre parole, non esiste. Penso che il significato delle parole di Giacomo sia chiaramente: “Mostrami la tua fede senza le tue opere e non ne uscirà nulla; ma io ti mostrerò la mia fede con le mie opere e qualcosa verrà raggiunto” [vedere Giacomo 2:18].Fede significa azione… La fede, pertanto, è più forte del credere…

La fede è un dono di Dio. Ogni cosa buona è un dono di Dio. Questo è ciò che ci insegnano le Scritture nel capitolo 11 di Ebrei — un capitolo che rappresenta una ottima dissertazione sulla fede — [e] le rivelazioni che il Signore ha dato in Dottrina e Alleanze e in altre Scritture. La fede non si può ottenere per inerzia o per indifferenza o tramite un credere passivo. Il semplice desiderio di avere la fede non ce la fa ottenere come il desiderio di essere esperti musicisti o pittori non porterà tali competenze senza un’azione intelligente. È qui che sorgono i nostri problemi. Acquisiamo una testimonianza del Vangelo, crediamo in Joseph Smith, crediamo in Gesù Cristo, crediamo nei principi del Vangelo, ma quanto ci stiamo lavorando?…

Se vogliamo avere una fede vivente e solida, dobbiamo essere attivi nell’adempimento di ogni dovere che abbiamo come membri di questa Chiesa…

Oh, se avessimo la fede mostrata da Nefi! Leggete il capitolo 17 di 1 Nefi, in cui i suoi fratelli ribellandosi contro di lui e prendendolo in giro, perché egli si stava accingendo a costruire una nave, dicevano:

“Nostro fratello è uno sciocco, poiché crede di poter costruire una nave; sì, e crede anche di poter attraversare queste grandi acque” [1 Nefi 17:17].

Nefi rispose loro:

“Se Iddio mi avesse comandato di compiere ogni cosa, potrei farla. Se mi comandasse di dire a quest’acqua: Sii terra, sarebbe terra. E se lo dicessi, sarebbe fatto” [1 Nefi 17:50].

Tale era la sua fede.11

Adesso noi non stiamo camminando “per visione”, come abbiamo fatto prima di venire su questa terra, ma il Signore si aspetta che camminiamo per fede [vedere 2 Corinzi 5:7]; e camminando per fede, noi riceveremo la ricompensa dei giusti, se seguiremo quei comandamenti che ci sono stati dati per la nostra salvezza.12

A meno che un uomo non si attenga alla dottrina e non cammini con la fede nel cuore accettando la verità e osservando i comandamenti che ci sono stati dati, gli sarà impossibile ottenere la vita eterna, indipendentemente da quanto egli confessi con le labbra che Gesù è il Cristo, o creda che il Padre Suo Lo abbia mandato nel mondo per la redenzione dell’uomo. Quindi Giacomo ha ragione quando dice che i demoni “lo credono e tremano”, ma non si pentono [vedere Giacomo 2:19].13

3

Il pentimento è il secondo principio del Vangelo ed è essenziale per la nostra salvezza e per la nostra Esaltazione.

Il pentimento è il secondo principio fondamentale del Vangelo e una conseguenza della fede.14

Quello di cui abbiamo bisogno, sia noi della Chiesa che quelli che vivono fuori di essa, è il pentimento. Abbiamo bisogno di maggior fede e risoluzione nel servire il Signore.15

È vero che alcuni tra noi ritengono che non importa se abbiamo peccato, a patto che non sia un peccato grave, un peccato mortale, saremo comunque salvati nel regno di Dio? Nefi vide i nostri giorni. Disse che le persone lo avrebbero affermato [vedere 2 Nefi 28:7–9]. Ma io vi dico che non possiamo allontanarci dal nostro sentiero di verità e rettitudine e conservare la guida dello Spirito del Signore.16

Non c’è posto a Sion per chi pecca deliberatamente. C’è posto per il peccatore pentito, per quell’uomo che abbandona il male e va alla ricerca della vita eterna e della luce del Vangelo. Non dovremmo guardare al peccato con il minimo grado di indulgenza, più di quanto possa farlo il Signore, ma dovremmo camminare onestamente e perfettamente dinanzi al Signore.17

Gli uomini possono essere salvati ed esaltati nel regno di Dio soltanto in giustizia; quindi dobbiamo pentirci dei nostri peccati e camminare nella luce, come Cristo è nella luce [vedere 1 Giovanni 1:7], affinché il Suo sangue possa mondarci da tutti i peccati e possiamo essere in comunione con Dio e ricevere la Sua gloria ed Esaltazione.18

Abbiamo bisogno del pentimento, e c’è bisogno che ci venga detto di pentirci.19

4

Nel principio del pentimento si manifesta la misericordia del Padre Celeste e di Gesù Cristo.

Il pentimento è uno dei principi più confortanti e gloriosi insegnati nel Vangelo. In questo principio la misericordia del nostro Padre Celeste e del Suo Figliuolo Unigenito, Gesù Cristo, si manifesta forse in modo più forte rispetto a qualsiasi altro principio. Che cosa terribile se non ci fosse il perdono dei peccati e nessun mezzo per la loro remissione per coloro che si pentono umilmente! Possiamo immaginare solo in parte l’orrore che ci pervaderebbe se dovessimo sopportare per sempre il castigo per le nostre trasgressioni senza la speranza del minimo sollievo. In che modo si ottiene tale sollievo? Da chi può essere ottenuto?

Il nostro Signore ha detto:

“Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Infatti Iddio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. [Giovanni 3:16–17; vedere anche i versetti 18–21].

Se il Padre non avesse mandato Gesù Cristo sulla terra, allora non ci sarebbe potuta essere alcuna remissione dei peccati e non ci sarebbe potuto essere alcun sollievo dal peccato tramite il pentimento.20

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A young man kneeling in prayer at his bedside.

“Il pentimento è uno dei principi più confortanti e gloriosi insegnati nel Vangelo”.

Se capissimo davvero e potessimo sentire, anche minimamente, l’amore e la generosa disponibilità da parte di Gesù Cristo a soffrire per i nostri peccati, noi saremmo disposti a pentirci di tutte le nostre trasgressioni e a servirLo.21

5

Il pentimento comprende un dolore sincero per il peccato e l’abbandono totale del peccato stesso.

Nelle Scritture si legge:

“Offri un sacrificio al Signore tuo Dio in rettitudine, sì, quello di un cuore spezzato e di uno spirito contrito” [DeA 59:8].

Questo significa pentimento…

Pentimento, secondo la definizione data dal dizionario, è un dolore sincero per il peccato accompagnato da autocondanna, e l’abbandono totale del peccato stesso… Non ci può essere vero pentimento senza dolore e senza il desiderio di essere liberati dal peccato.

Il rimorso è la manifestazione di uno spirito contrito, o reso umile, a causa del peccato, di un senso sincero di iniquità del peccato e della comprensione della misericordia e grazia di Dio concesse al peccatore pentito… Per tale ragione il Signore dice, come ho già citato, che dobbiamo offrire un sacrificio “in rettitudine, sì, quello di un cuore spezzato e spirito contrito”…

Il pentimento è un dono di Dio… Per alcune persone non è facile pentirsi, ma il dono del pentimento e della fede verrà dato a tutti coloro che lo cercano.22

Ho imparato per mia esperienza personale che quando si vuole cambiare, ma cambiare davvero, lo si può fare. La nostra coscienza e le Scritture ci dicono secondo quali principi dobbiamo vivere — e ci dicono quali abitudini dobbiamo cambiare per il nostro benessere e il nostro progresso eterni.23

6

Il tempo per pentirsi è ora.

Dio non salverà ogni uomo e donna nel regno celeste. Se volete arrivarci, ma avete delle colpe, commettete peccati, violate i comandamenti del Signore e lo sapete, questo è il momento buono per pentirvi; non cullatevi nell’idea che è una cosa talmente piccola che il Signore vi perdonerà; soltanto pochi colpi, soltanto un piccolo castigo e saremo perdonati, perché se insisterete in questa condotta, potreste trovarvi scacciati.24

La procrastinazione, se applicata ai principi del Vangelo, è la ladra della vita eterna, ovvero la vita alla presenza del Padre e del Figlio. Molti tra noi, anche membri della Chiesa, sentono che non v’è alcun bisogno di affrettarsi a obbedire ai principi del Vangelo e a osservare i comandamenti…

Cerchiamo di non dimenticare le parole di [Amulek]: “Poiché, ecco, questa vita è per gli uomini il tempo in cui prepararsi ad incontrare Dio; sì, ecco, il giorno di questa vita è per gli uomini il giorno in cui prepararsi a compiere le loro opere.

Ed ora, come vi ho detto prima, siccome avete avuto tante testimonianze, vi supplico dunque di non procrastinare il giorno del pentimento fino alla fine; poiché, dopo questo giorno di vita che ci è dato per prepararci per l’eternità, ecco, se non facciamo buon uso del nostro tempo durante questa vita, allora viene la notte tenebrosa in cui non si può compiere nessuna opera.

Non potrete dire, quando sarete portati a quella crisi terribile: Mi pentirò, tornerò al mio Dio. No, non potrete dirlo; poiché lo stesso spirito che possiede il vostro corpo al momento in cui uscite da questa vita, quello stesso spirito avrà il potere di possedere il vostro corpo in quel mondo eterno” [Alma 34:32–34].25

7

Abbiamo il dovere verso il mondo di levare una voce di ammonimento.

Il Signore vuole che gli uomini siano felici; questo è il Suo fine. Ma essi si rifiutano di essere felici e si rendono infelici da sé perché ritengono che le loro vie siano migliori delle vie di Dio, e per l’egoismo, la cupidigia e la malvagità che albergano nel loro cuore; questo è oggi il nostro guaio.26

Da ciò che osserviamo mentre viaggio da un luogo all’altro e da ciò che leggiamo nella stampa, siamo costretti a giungere alla conclusione che oggi il pentimento dal peccato è estremamente essenziale in tutto il mondo.27

Non pensate che si sia raggiunto uno stato in cui le cose non potrebbero essere peggiori. A meno che non ci sia pentimento, esse peggioreranno. Ecco perché io esorto al pentimento questo popolo, i Santi degli Ultimi Giorni… e [tutte le altre nazioni della terra].28

Lo dobbiamo al mondo, e soprattutto ai membri della Chiesa, di levare una voce di ammonimento [vedere DeA 88:81].29

È nostro dovere vegliare gli uni sugli altri, proteggerci a vicenda, avvisarci reciprocamente dei pericoli, insegnare gli uni agli altri i principi del Vangelo del regno e rimanere uniti contro i peccati del mondo.30

Non sono a conoscenza di altro che in questo momento sia più importante o necessario di esortare al pentimento, persino tra i Santi degli Ultimi Giorni, e invito loro e anche chi non è membro della Chiesa a dare ascolto a queste parole del nostro Redentore. Egli ha affermato che nessuna cosa impura può entrare alla Sua presenza. Solo chi si è dimostrato fedele e ha lavato le proprie vesti nel Suo sangue grazie alla fede e al pentimento — nessun altro troverà il regno di Dio.31

“Ma ecco, tutte le nazioni, tribù, lingue e popoli dimoreranno in sicurezza nel Santo d’Israele, se accadrà che si pentiranno”. [1 Nefi 22:28].E prego che si pentano. Desidero che dimorino in sicurezza. Desidero che essi credano nel Santo d’Israele, che è venuto nel mondo e ha espiato per i nostri peccati, per i peccati di tutto il genere umano, che ci ha donato la redenzione dai morti, che ci ha promesso la salvezza e la remissione dei nostri peccati a patto che ci pentiamo.

Oh, vorrei che tutto il genere umano credesse in Lui, che adorasse Lui e Suo Padre e che servisse il Signore nostro Dio nel nome del Figlio, allora ci sarebbe la pace, allora la rettitudine prevarrebbe, allora il Signore potrebbe stabilire il Suo regno sulla terra.32

Imploro il mondo di pentirsi e di credere nella verità, di permettere alla luce di Cristo di brillare nella sua vita, di tenere vivo ogni principio buono e sincero che ha e di aggiungere a questi la luce e la conoscenza ulteriori che giungono in questi giorni tramite rivelazioni. Lo imploro di unirsi alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni e di raccogliere le benedizioni del Vangelo.

Imploro i membri della Chiesa di operare in rettitudine, di osservare i comandamenti, di cercare lo Spirito, di amare il Signore, di mettere al primo posto nella loro vita le cose del regno di Dio, meritandosi così la salvezza, con timore e riverenza per il Signore [vedere Filippesi 2:12].33

Suggerimenti per lo studio e l’insegnamento

Domande

  • Nella sezione “Dalla vita di Joseph Fielding Smith”, rileggi i commenti del presidente Smith sul motivo per cui egli desiderava levare una voce di ammonimento. In che modo l’invito a pentirsi è un’espressione d’amore?

  • Che cosa significa per te incentrare la tua fede nel Padre Celeste e Gesù Cristo? (Vedere la sezione 1).

  • Perché la vera fede porta sempre all’azione? (Per alcuni suggerimenti, vedere la sezione 2). Quali sono alcuni modi in cui possiamo mostrare la nostra fede tramite le azioni?

  • In che modo il pentimento è una “conseguenza della fede”? (Vedere la sezione 3).

  • In silenzio ripensa a un’occasione in cui ti sei pentito e hai sentito la misericordia e l’amore del Padre Celeste e di Gesù Cristo (vedere sezione 4). Che cosa puoi dire della tua gratitudine per l’Espiazione del Salvatore?

  • Perché il pentimento è impossibile “senza dolore e senza il desiderio di essere liberati dal peccato”? (Vedere la sezione 5). In che modo gli ultimi due paragrafi della sezione 5 possono dare speranza a qualcuno che sta soffrendo a causa del peccato?

  • In che modo la procrastinazione è “la ladra della vita eterna”? (Vedere la sezione 6). Quali sono i pericoli nel procrastinare il nostro pentimento?

  • Mentre rileggi la sezione 7, rifletti sul significato di “levare una voce di ammonimento”. In che modo possiamo essere gentili e amorevoli nel nostro impegno di avvertire gli altri?

Passi scritturali correlati

Ebrei 11:1–6; Mosia 4:1–3; Alma 34:17; Ether 12:4; Moroni 7:33–34; DeA 18:10–16; Articoli di Fede 1:4

Sussidi didattici

“È lo studente che deve trovarsi nel vivo dell’azione. Quando l’insegnante si mette in primo piano e diventa il personaggio principale, dice tutto lui, prende troppo tempo e rallenta l’apprendimento degli allievi” (Asahel D. Woodruff, Teaching the Gospel [1962], 37; in Virginia H. Pearce, “Una classe come tante altre”, La Stella, gennaio 1997, 13).

Note

  1. Answers to Gospel Questions, compilato da Joseph Fielding Smith Jr., 5 voll. (1957–1966), 1:84.

  2. “Faith and Works: The Clearing of a Seeming Conflict”, Improvement Era, ottobre 1924, 1151; vedere anche Dottrine di Salvezza, comp. Bruce R. McConkie, 3 voll. (1954–1956), 2:268.

  3. Conference Report, ottobre 1919, 88; corsivo nell’originale.

  4. Joseph Fielding Smith Jr., in Take Heed to Yourselves! (1966), v–vi.

  5. Francis M. Gibbons, Joseph Fielding Smith: Gospel Scholar, Prophet of God (1992), viii.

  6. Spencer W. Kimball, citato da Bruce R. McConkie in “Joseph Fielding Smith: Apostle, Prophet, Father in Israel”, Ensign, agosto 1972, 28.

  7. Joseph Fielding Smith Jr. e John J. Stewart, The Life of Joseph Fielding Smith (1972), 10.

  8. Conference Report, aprile 1970, 113.

  9. Conference Report, aprile 1921, 186; vedere anche Dottrine di Salvezza, 2:261.

  10. “Redemption of Little Children”, Deseret News, 29 aprile, 1939, Church section, 3; vedere anche Dottrine di Salvezza, 2:261–262.

  11. “Faith”, Deseret News, 16 marzo 1935, Church section, 3, 7.

  12. Conference Report, aprile 1923, 139.

  13. “Faith and Works: The Clearing of a Seeming Conflict,” 1151; vedere anche Dottrine di Salvezza, 2:268.

  14. The Restoration of All Things (1945), 196.

  15. “The Pearl of Great Price”, Utah Genealogical and Historical Magazine, luglio 1930, 104; vedere anche Dottrine di Salvezza, 2:50.

  16. Conference Report, ottobre 1950, 13.

  17. Conference Report, aprile 1915, 120.

  18. Conference Report, ottobre 1969, 109.

  19. “A Warning Cry for Repentance”, Deseret News, 4 maggio 1935, Church section, 6; vedere anche Dottrine di Salvezza, 3:46.

  20. The Restoration of All Things, 196–197.

  21. The Restoration of All Things, 199.

  22. “Repentance and Baptism”, Deseret News, 30 marzo 1935, Church section, 6.

  23. “My Dear Young Fellow Workers”, New Era, gennaio 1971, 5.

  24. “Relief Society Conference Minutes”, Relief Society Magazine, agosto 1919, 473; vedere anche Dottrine di Salvezza, 2:24.

  25. Conference Report, aprile 1969, 121, 123.

  26. “A Warning Cry for Repentance”, 6; vedere anche Dottrine di Salvezza, 3:38–39

  27. Conference Report, ottobre 1966, 58.

  28. Conference Report, aprile 1932, 91–92; vedere anche Dottrine di Salvezza, 3:36.

  29. Conference Report, aprile 1937, 59; vedere anche Dottrine di Salvezza, 3:49–50.

  30. Conference Report, aprile 1915, 120.

  31. Conference Report, ottobre 1960, 51.

  32. Conference Report, ottobre 1919, 92.

  33. Conference Report, ottobre 1970, 7–8.