Altre risorse
Il matrimonio eterno


Lezione 10

Il matrimonio eterno

Questa lezione ha lo scopo di prepararci a ricevere l’alleanza del matrimonio eterno.

Perché dobbiamo sposarci nel tempio

• Mostra l’illustrazione 10-a, «Coppia sposata per l’eternità nel Tempio».

La vita non termina con la morte, né era inteso che alla morte terminasse anche il matrimonio. Ma il matrimonio celebrato davanti al sindaco o ai dirigenti della Chiesa fuori del tempio è valido soltanto per questa vita. Il matrimonio eterno nel tempio è l’unico matrimonio che continuerà dopo la morte. L’esaltazione è possibile soltanto a coloro che stipulano e osservano l’alleanza del matrimonio celeste.

• Leggi Dottrina e Alleanze 131:1–4.

Dopo la risurrezione andremo in uno dei tre regni di gloria. Dobbiamo fare le giuste scelte, pentirci continuamente e seguire i comandamenti del Padre celeste per tutta la vita per entrare nel regno più alto (vedere Spencer W. Kimball, Il miracolo del perdono, pagg. 227–228). Fra le scelte che facciamo c’è quella di sposarci nel tempio per l’eternità. Coloro che stipulano e osservano l’alleanza del matrimonio eterno saranno uniti alle loro famiglie per l’eternità.

• Leggi Dottrina e Alleanze 132:15–17.

Joseph Smith insegnò: «Se un uomo e una donna non stipulano un’alleanza eterna e non si sposano per l’eternità… non avranno figli dopo la risurrezione» (History of the Church, 5:391).

«L’esaltazione è disponibile soltanto ai membri giusti della chiesa di Gesù Cristo, soltanto a coloro che accettano il Vangelo, soltanto a coloro che hanno ricevuto la loro investitura nel sacro tempio di Dio, che sono stati suggellati per l’eternità e poi continuano a vivere rettamente per tutta la loro vita» (Spencer W. Kimball, Il miracolo del perdono, pag. 230; corsivo dell’autore).

• Perché dobbiamo desiderare di suggellare le nostre famiglie nel tempio? Che cosa dobbiamo fare dopo essere stati suggellati nel tempio al fine di rimanere sposate per l’eternità?

Le benedizioni del matrimonio eterno

Il presidente Lorenzo Snow dichiarò: «Quando due Santi degli Ultimi Giorni sono uniti insieme in matrimonio, vengono fatte delle promesse riguardanti i loro figli, che vanno di eternità in eternità. Essi hanno la promessa che riceveranno il potere e il diritto di governare, controllare e amministrare la salvezza, l’esaltazione e la gloria per i loro figli per tutta l’eternità. E quei figli che essi non avranno quaggiù, li avranno indubbiamente con loro nell’aldilà. Che cosa ancora potrebbe desiderare un uomo? Un uomo e una donna nell’altra vita, avendo corpi celesti esenti da malattie e da menomazioni, glorificati e abbelliti oltre ogni descrizione, si troveranno nel mezzo della loro posterità, per governarla e controllarla, per amministrare la vita, l’esaltazione e la gloria sino alla fine dell’eternità» (Citato da Spencer W. Kimball in Il miracolo del perdono, pag. 230).

• Mostra l’illustrazione 10-b, Sala del suggellamento del Tempio di Washington D.C.

Quali gloriose promesse! Se siamo suggellati per l’eternità e continuiamo a vivere degnamente, avremo delle famiglie eterne. Le nostre famiglie terrene saranno per sempre nostre e potremo anche continuare a crescere aggiungendo figli di spirito ai nostri posteri.

• Come vi sentite sapendo di poter ricevere queste benedizioni?

B. G. Wennerlund, un nostro fratello svedese, espresse questi sentimenti dopo essere stato suggellato a sua moglie nel Tempio Svizzero:

«Non dimenticherò mai la gioia, la felicità e la determinazione di vivere nei principi del Vangelo che riempivano la mia anima dopo quella prima visita [al tempio]. Acquisii una conoscenza e una visione del mio destino eterno che prima non avevo neppure sognato. Il momento culminante della nostra visita fu quando venimmo suggellati insieme come famiglia per il tempo e per tutta l’eternità.

Guardai mia moglie dall’altra parte dell’altare e vidi lacrime di felicità scorrere sulle sue guance. L’avevo amata anche prima, ma mai come da quel momento. Ella era una figlia di Dio! Era la madre dei miei figli! Mi resi conto che sino a quel momento non ero stato cosciente di questo fatto. Da allora le nostre preghiere ebbero maggior significato, amammo più che mai il Signore e sentimmo il desiderio di servirLo.

Siamo tornati costantemente al tempio perché amiamo il lavoro che là si svolge e lo spirito che vi regna. Ogni volta che vi ritorniamo ci vengono ricordate le alleanze che abbiamo contratto e questo è il motivo più forte che ci sprona ad applicare il Vangelo alla nostra vita» («L’avevo amata prima», La Stella, gennaio 1975, pag. 29).

Dovremmo vivere pertanto in modo degno per ricevere le benedizioni di un matrimonio celeste. Dobbiamo essere disposte a fare grandi sacrifici per riceverle.

• Invita le sorelle che sono state al tempio a esprimere i loro sentimenti circa l’eternità del matrimonio e della famiglia.

Come prepararsi per il matrimonio eterno

Prima di andare al tempio dobbiamo aver avuto un’intervista personale con il nostro vescovo o presidente di ramo e con il presidente di palo o di missione. Durante l’intervista, i nostri dirigenti ci faranno alcune domande che riguardano la nostra dignità per entrare nel tempio.

• Mostra il foglio che elenca i tipi di domande che verranno poste in questa intervista (vedere Principi Evangelici, capitolo 38), oppure scrivile sulla lavagna.

• Se non osserviamo i requisiti per accedere al tempio, cosa possiamo fare per correggere questa situazione? Quale sacrificio possiamo compiere per sposarci nel tempio?

Dobbiamo tenere sempre presente l’obiettivo del matrimonio nel tempio. Un modo di ricordare a noi stesse e ai nostri famigliari l’importanza di vivere degnamente consiste nell’esporre nella nostra casa la fotografia del tempio a noi più vicino.

• Mostra l’illustrazione 10-c, «Il tempio di Preston (Inghilterra)»

Noi madri possiamo aiutare le nostre figlie a comprendere l’importanza del matrimonio nel tempio. Possiamo insegnare loro ad avere fede in Dio. Dobbiamo incoraggiarle a cercare dei bravi mariti che le condurranno sulla via della rettitudine grazie al potere del sacerdozio. Un uomo di Dio è di grande conforto per sua moglie, particolarmente durante le prove e le tribolazioni della vita. È anche importante insegnare ai nostri figli a cercare delle mogli brave e degne, che li appoggeranno nella Chiesa e insegneranno i veri principi ai loro figli.

Una giovane di un paese dell’America Centrale credeva di essere molto innamorata di un uomo che non apparteneva alla Chiesa. Ella aveva cercato di fargli conoscere il Vangelo, ma in lui non vi era stato nessun segno di interesse. Ella stava per impegnarsi a sposarlo quando ricevette una telefonata interurbana da alcune intime amiche. Esse accentuarono l’importanza di vivere unita ad un uomo che l’avrebbe appoggiata durante le prove per poi portarla all’esaltazione dopo la morte. Ella ascoltò e meditò attentamente sulle conseguenze della sua decisione. Quell’incoraggiamento fu sufficiente per aiutarla a decidere di non sposarsi con quell’uomo. In seguito fu molto contenta di trovare un uomo che era degno di portarla al tempio.

• Che cosa dobbiamo insegnare ai nostri figli a cercare nel loro futuro coniuge?

Dobbiamo insegnare ai nostri figli che se vogliono veramente un coniuge retto, devono essere a loro volta retti e meritevoli.

• Perché dobbiamo cominciare subito a prepararci per il matrimonio nel tempio?

Quelle di noi che non sono ancora sposate o che lo sono civilmente possono prepararsi per essere suggellate ai propri mariti nel tempio. Se abbiamo dei figli, possiamo farli suggellare a noi. Non dobbiamo procrastinare questo giorno tanto importante. Una volta che abbiamo udito e accettato il Vangelo, dobbiamo fare tutto quanto è in nostro potere per ricevere le ordinanze mentre ci troviamo sulla terra (vedere Spencer W. Kimball, Il miracolo del perdono, pagg. 227–228).

«Sebbene molti giovani attualmente non abbiano un tempio sull’uscio di casa, generalmente le distanze che li separano da un sacro edificio non sono eccessive…

Vorrei invitarvi con tutto il cuore a pensare a una luna di miele che vi porti nelle vicinanze di un tempio, per essere suggellati insieme per tutta l’eternità e perché i figli che verranno siano eternamente vostri in una unione eterna» (Spencer W. Kimball, «La decisione di sposarsi», La Stella, luglio 1976, pag. 1).

Alcune persone, a causa di circostanze indipendenti dalla loro volontà, non sono in grado di andare al tempio prima di morire. È confortante sapere che esse possono ricevere per procura nel tempio l’ordinanza del matrimonio eterno.

• Chiedi al membro della classe incaricato di fare una breve relazione sulle due sezioni del capitolo 40 di Principi Evangelici (vedere «Preparazione dell’insegnante» alla fine di questa lezione).

Dobbiamo essere disposte a sacrificarci

Il Signore giudica quanto intensamente desideriamo una cosa dai sacrifici che siamo disposte a compiere per ottenerla. Se vogliamo veramente un matrimonio eterno, dobbiamo essere disposte a sacrificarci per ottenerlo.

Fratello e sorella Vaha’i Tonga, delle isole Tonga, si sacrificarono per poter andare al tempio: «Non era facile per un santo tongano risparmiare abbastanza denaro per un simile viaggio. Ci vollero mesi di preparazione e di risparmio; ma alla fine il denaro fu raccolto e si fecero progetti».

Ma il presidente della missione fece visita a fratello Tonga e gli chiese di versare tutto il denaro che aveva risparmiato per andare al tempio al fondo edilizio, per coprire le spese di costruzione della nuova cappella del ramo. Se non lo avesse fatto, sarebbero dovuti trascorrere altri due anni prima che si potesse costruire là una cappella. Fratello Tonga parlò della situazione con sua moglie.

«Fu difficile rinunciare al sogno di vedere il nuovo tempio», ma il giorno dopo essi versarono il denaro al presidente della missione. Quella notte (fratello Tonga)… disse (a sua moglie): ‹Il Signore, attraverso i nostri dirigenti, ci ha promesso che se seguiremo i Suoi comandamenti preparerà un modo per cui noi potremo andare alla dedicazione del Tempio della Nuova Zelanda. Abbiamo mucche, maiali e cavalli, oltre ai mobili e alle stuoie. Vendiamo tutto in modo da essere in grado di ricevere i benefici che scaturiscono dalla dedicazione›».

Fratello Tonga e sua moglie cercarono di vendere il loro bestiame giovedì e venerdì; ma nessuno voleva comprarlo. Il tempo cominciava a stringersi. Il lunedì seguente doveva partire il piroscafo per la Nuova Zelanda. Fratello Tonga racconta:

«Il sabato mattina tre famiglie che avevano bisogno di mucche, maiali e altre cose vennero a trovarci, e da loro incassammo cinquecento-seicento dollari in meno di mezz’ora». Ottenuto il denaro necessario, poterono partire.

I Tonga furono la prima coppia ad essere suggellata nel Tempio della Nuova Zelanda. Ma la storia non finisce qui. Fratello Tonga racconta:

«Quando io e mia moglie fummo suggellati l’uno all’altro, qualcosa toccò il mio cuore. I nostri figli non erano con noi, e mi vennero le lacrime agli occhi. Quando arrivammo a casa promisi ai nostri quattro bambini che, se ci avessero aiutati, saremmo andati al tempio insieme. Dissi a me stesso: ‹Come puoi dire loro di fare i bravi ragazzi se non sei suggellato a loro nel tempio?› Sentivo che non mi appartenevano.

Per due anni rinunciammo quasi a tutto. Dividevo la mia paga della scuola per ciascuno di noi e risparmiavamo anche su quella, pur pagando ugualmente la decima e le nostre offerte di digiuno. Restavano 70 centesimi… al mese a nostra disposizione per due anni. Vivevamo di quello che riuscivamo a coltivare nell’orto… I miei figli non potevano comprare dolci né scarpe, né andare al cinema, perché risparmiavano per andare al tempio…

Per risparmiare i soldi dell’autobus andavo in bicicletta alle riunioni di distretto percorrendo più di dieci chilometri… La maggior parte delle riunioni di distretto cominciavano alle sei di mattina, perciò dovevo partire da casa prestissimo.

Quando arrivò il giorno in cui dovevamo comprare i biglietti i miei due figli più grandi dichiararono di avere circa duecentotrentacinque dollari… Dopo aver risparmiato per due anni, il più piccolo [che aveva cinque anni] aveva da parte sessantacinque dollari. Io avevo risparmiato circa milletrecento dollari per la mia famiglia.

Così, con grande sacrificio, potemmo andare in Nuova Zelanda per essere suggellati nel tempio. Dovemmo fare alcune cose in più per raggiungere le nostre mete, ma per noi fu una grande benedizione» (vedere «Per il tempio abbiamo vissuto con 70 centesimi al mese», La Stella, luglio 1976, pagg. 12, 21).

Conclusione

Se siamo suggellate con il matrimonio nel tempio e viviamo degnamente, le nostre famiglie saranno eterne. Nell’aldilà continueremo ad accrescerla, aggiungendo ad essa dei figli di spirito. Se non ci siamo già sposate nel tempio, dobbiamo prepararci per questa benedizione eterna conducendo una via retta.

Incarichi

Parla con la tua famiglia dell’importanza del matrimonio eterno. Proponiti l’obiettivo di andare al tempio. Esponi nella tua casa una fotografia del tempio per ricordare a tutti il vostro obiettivo.

Preparazione dell’insegnante

Prima di esporre questa lezione:

  1. Leggi attentamente Principi Evangelici, capitolo 38, «Il matrimonio eterno», e il capitolo 40, «Il lavoro di tempio e la genealogia».

  2. Leggi Dottrina e Alleanze 132:14–20.

  3. Prepara il cartello suggerito dalla lezione o scrivi l’elenco sulla lavagna.

  4. Incarica una sorella di tenere una breve relazione su due sezioni del capitolo 40 di Principi Evangelici: «Le ordinanze del tempio suggellano insieme le famiglie per l’eternità» e «Le ordinanze del tempio possono essere celebrate per i morti».

  5. Incarica le sorelle di narrare le storie, leggere le Scritture o le dichiarazioni citate nella lezione.