Lezione 23: Heber J. Grant: il successo è frutto della fiducia nel Signore

"Lezione 23: Heber J. Grant: il successo è frutto della fiducia nel Signore," I presidenti della Chiesa: Manuale dell’insegnante, (1996)


Obiettivo

I membri della classe capiranno che la fiducia nel Salvatore richiama su di noi grandi benedizioni.

Preparazione

  1. 1.

    Accertati che ogni membro della classe abbia con sé una copia del Libro di Mormon e di Dottrina e Alleanze.

  2. 2.

    Preparati a mostrare il ritratto di Heber J. Grant contenuto nella lezione.

  3. 3.

    Prepara un cartello con su scritto : Continua.

  4. 4.

    Procurati uno spartito per un numero di assolo vocale.

  5. 5.

    Prepara un cartello con su scritto: «Con l’aiuto del Signore farò del mio meglio, e se ho il Suo aiuto non ho alcun timore di non poter riuscire». Heber J. Grant.

Svolgimento della lezione

Introduzione

  • Cosa significa confidare in qualcuno o in qualcosa? (Significa potersi appoggiare, poter credere, contare su, seguire, confidare in qualcuno o in qualcosa).

Illustrazione

Mostra il ritratto di Heber J. Grant che si trova nella lezione.

Anche se Heber J. Grant non ebbe una vita facile, grazie alla fede, alla tenacia e alla volontà superò molti ostacoli. Egli ottenne grandi successi, ma raramente, o forse mai, li attribuì ai propri meriti. Egli diceva che con l’aiuto del Signore poteva fare qualsiasi cosa e cavarsela egregiamente nella vita.

Il Salvatore ci aiuta quando ci rivolgiamo a Lui con umiltà

Esempio

Nell’autunno del 1880, poco prima del suo ventiquattresimo compleanno, Heber J. Grant fu chiamato dal presidente John Taylor a presiedere al Palo di Tooele… Questo incarico fu per Heber J. Grant una grande sorpresa, ma egli non oppose rifiuto, nonostante che a quel tempo abitasse a Salt Lake City, a più di cinquanta chilometri da Tooele (vedi Preston Nibley, I presidenti della Chiesa, pag. 176). Heber J. Grant certamente non si sentiva all’altezza di un simile incarico e non sapeva nulla dei compiti che avrebbe dovuto svolgere. Tuttavia accettò la chiamata e se la cavò egregiamente.

Il presidente Grant ricorda: «Quand’ero un ragazzo senza esperienza, senza aver mai parlato in pubblico neppure per dieci minuti, fui chiamato a presiedere a un palo di Sion. Ricordo che parlai di tutto quello che mi veniva in mente, ripetendo certe cose anche due volte, e dopo sette minuti e mezzo d’orologio non ebbi più idee…

La domenica dopo non ebbi maggior successo; anche questa volta, dopo sei o sette minuti, non ebbi più argomenti di cui parlare. La domenica successiva feci lo stesso. La domenica che seguì presi con me un paio di fratelli che erano ottimi predicatori e andai giù fino all’estremità sud della Contea di Tooele, la colonia più lontana, nel paese di Vernon, a circa sessanta chilometri da Salt Lake… Lì c’era una piccola casa di riunione fatta di tronchi d’albero, e, mentre stavo camminando per recarmi alla riunione insieme con John C. Sharp, allora vescovo di Vernon, mi guardai in giro e dissi: ‹Ma come, vescovo, nessuno va alla riunione?›

‹Oh›, egli disse, ‹penso che ci sarà qualcuno›… Da quel punto della strada non si scorgeva la casa di riunione. Quando giungemmo in cima alla collina vidi vari carri intorno alla casa, ma non vidi nessuno andare alla riunione. ‹Bene›, dissi, ‹ci sono dei carri, ma non vedo nessuno andare alla riunione›. Egli disse: ‹Penso che nella casa di riunione ci sarà qualcuno›. Due minuti prima delle due entrammo nella casa di riunione. Essa era piena di gente, ogni posto a sedere era occupato e noi eravamo le ultime persone a entrare. Alle due precise cominciammo la riunione… Quando giunse il mio turno, mi alzai per tenere il mio piccolo discorso di cinque, sei o sette minuti…» (Preston Nibley, I presidenti della Chiesa, pagg. 176–177).

Cartello

Mostra il cartello: Continua.

«Se ti chiedessero»

Attività

Procedi con l’attività di classe «Se ti chiedessero». Consegna a un membro della classe lo spartito per l’assolo vocale e invitalo a cantare senza prove.

Lavagna e discussione

Probabilmente questo membro della classe dirà: «Non sono in grado di farlo», «Non sono capace», «Non l’ho mai fatto prima», «Ho bisogno di aiuto».

Scrivi alcune di queste affermazioni. Quando il membro della classe ha avuto la possibilità di esprimersi, paragona i suoi sentimenti a quelli che Heber J. Grant certamente provò quando ricevette dal presidente Taylor la chiamata a servire come presidente del palo di Tooele. Commenta la prima parte dell’esperienza vissuta dal presidente Grant sottolineando i seguenti punti:

  1. 1.

    Heber aveva soltanto ventitre anni.

  2. 2.

    Non aveva mai tenuto un lungo discorso in pubblico.

  3. 3.

    Era spaventato al pensiero di doversi rivolgere alla congregazione.

  4. 4.

    Non conosceva i suoi doveri.

Discussione

  • Cosa fece il presidente Grant in questa situazione? (Permetti alla classe di rispondere).

  • Chiedi al solista: «Per quali aspetti la situazione del presidente Grant era simile alla tua»? (Senso di inadeguamento, mancanza di esperienza, timore dell’ignoto sono elementi comuni ad entrambe le situazioni).

Conclusione della storia

Finisci di leggere o di narrare le esperienze vissute dal presidente Heber J. Grant a Tooele.

Il presidente Grant disse:

«Mi alzai in piedi per fare il mio piccolo discorso di cinque, sei o sette minuti, e invece parlai per quarantacinque minuti, con la stessa libertà e con lo Spirito del Signore che mi hanno animato negli ultimi quaranta anni in cui ho predicato il Vangelo. Quella sera, quando mi inginocchiai per ringraziare Dio della ricca profusione del Suo Santo Spirito,… non potei trattenermi dal versare lacrime di gratitudine…

La domenica successiva ricevetti un’altra lezione di cui sono altrettanto riconoscente, anche se non altrettanto felice. Andai a Grantsville, il rione più vasto del palo di Tooele, e mi accostai al Signore con lo stesso atteggiamento di Oliver Cowdery, quando Gli disse che voleva tradurre… Ma, non essendovi riuscito, gli fu detto in seguito che non aveva studiato, né pregato, né fatto la sua parte. Io dissi al Signore che avrei voluto parlare di nuovo ai Santi di Grantsville. Mi alzai e parlai per cinque minuti, bagnandomi di sudore come se mi fossi immerso in un ruscello, e quindi non seppi più cosa dire. Il mio discorso fu un insuccesso totale. Non versai lacrime di gratitudine, ma mi allontanai per diversi chilometri da quella casa di riunione, spingendomi nei campi, in mezzo ai mucchi di fieno e di paglia. E quando mi fui allontanato abbastanza da essere certo che nessuno mi vedesse, mi inginocchiai dietro uno di quei covoni e versai lacrime di umiliazione. Chiesi a Dio di perdonarmi per non aver ricordato che gli uomini non possono predicare il vangelo del Signore Gesù Cristo senza potere, senza forza e senza l’ispirazione, se sono privi del potere che deriva da Dio. E là, da quel ragazzo che ero, Gli dissi che se mi avesse perdonato quella mancanza, se mi avesse cioè perdonato la presunzione che senza il Suo Spirito chiunque può proclamare la verità… avrei cercato fino al giorno della mia morte di ricordare da quale fonte proviene l’ispirazione» (Nibley, I presidenti della Chiesa, pagg. 177–178).

Heber G. Grant parlava spesso ai fedeli del Palo di Tooele che tanto amava per ammaestrarli nel Vangelo. «Fra le altre cose», ebbe a riferire in seguito, «dissi al popolo che non sapevo niente dei doveri che mi competevano, ma che con l’aiuto del Signore avrei fatto quanto di meglio potevo, e sempre con il Suo aiuto non avevo alcun timore» (Nibley, I presidenti della Chiesa, pagg. 176–177).

Discussione

  • Perché il presidente Grant aveva avuto tanto successo in un’occasione e aveva fallito tanto clamorosamente nell’altra? (Nel primo caso si era mostrato umile e si era rivolto al Signore per avere aiuto. Nel secondo caso aveva creduto che il Signore lo avrebbe aiutato senza che egli dovesse applicarsi e senza chiedere l’aiuto di cui aveva bisogno).

Domanda su cui riflettere

  • Come reagirete in futuro, se sarete chiamati a occupare una posizione o vi sarà chiesto di fare una cosa che vi sembrerà superiore alle vostre capacità?

Cartello

Insieme alla classe leggi ad alta voce la parole del presidente Grant scritte sul cartello. «Con l’aiuto del Signore farò del mio meglio, e se ho il Suo aiuto non ho alcun timore di non poter riuscire». Heber J. Grant.

Scritture e discussione

Leggete insieme i seguenti passi delle Scritture: Dottrina e Alleanze 112:10; 1 Nefi 3:7; Dottrina e Alleanze 30:1–3.

Il Signore vuole che ci rivolgiamo a Lui e confidiamo in Lui per avere la forza sufficiente ad affrontare le difficoltà di questa vita. Se osserveremo questo principio, godremo delle benedizioni che Egli ci ha promesso.

Abbiate fede nel Salvatore e osservate i comandamenti

Esempio

Il presidente Grant narrò il seguente episodio, che mostra come il Signore ci aiuta quando osserviamo i Suoi comandamenti e confidiamo nel Suo aiuto.

«Ricordo che una volta, quand’ero giovane, avevo in tasca 50 dollari che intendevo depositare in banca. Era un giovedì mattina e io mi recai alla riunione di digiuno (allora tale riunione si teneva il giovedì anziché la domenica) e là il vescovo rivolse un appello ai fedeli perché facessero una donazione. Mi avvicinai a lui e gli consegnai i 50 dollari che avevo in tasca. Egli ne prese cinque, li mise in un cassetto e mi restituì gli altri 45 dollari, dicendo che quella era la parte del denaro che mi spettava.

Gli dissi: ‹Vescovo Woolley, con quale diritto mi deruba della possibilità di rendere il Signore debitore verso di me? Oggi non ha predicato che il Signore ricompensa nella misura di quattro a uno? Mia madre è vedova e ha bisogno di 200 dollari›.

Mi rispose: ‹Ragazzo mio, credi che se io prendo questi altri 45 dollari, tu riuscirai ad avere prima i tuoi 200 dollari?›

‹Certamente›, gli risposi.

Prese quei soldi.

Mentre tornavo dalla riunione di digiuno e mi dirigevo verso il luogo dove lavoravo, mi venne un’idea. Mandai un telegramma a un conoscente chiedendogli quanti titoli di un certo tipo egli avrebbe acquistato a un determinato prezzo nel giro di quarantott’ore… Mi telegrafò di acquistargli quanti più titoli potevo. Il mio guadagno in quell’affare fu di 218 dollari e 50.

Il giorno dopo andai dal vescovo e gli dissi: ‹Vescovo, l’altro giorno, dopo aver fatto la donazione di 50 dollari, ne ho guadagnati 218,50, così ora devo versare 21,85 dollari di decima. Dovrò pagare di tasca mia la differenza tra 21,85 dollari e 18,50 dollari. Il Signore si è limitato a darmi la ricompensa di quattro a uno, ma non il denaro per pagare tutta la decima›»

Scritture e discussione

Leggete insieme Dottrina e Alleanze 82:10: «Io, il Signore, sono impegnato, quando fate ciò ch’Io dico; ma quando non fate ciò ch’Io dico, non avete più alcuna promessa».

  • Perché qualche volta abbiamo paura, o semplicemente manchiamo di fede, nell’obbedire ai comandamenti del Signore, mentre Egli ci ha promesso delle benedizioni tanto grandi in cambio della nostra obbedienza? (Accetta tutte le risposte, ma sottolinea il fatto che le benedizioni del Signore non sempre si realizzano prontamente come nell’episodio della vita del presidente Grant che abbiamo appena esaminato. Tuttavia il Signore mantiene sempre le Sue promesse: Egli non può mentire).

Se continuiamo a obbedire ai principi del Vangelo, riceveremo da Dio grandi benedizioni e la nostra fiducia in Lui crescerà. Se confidiamo nel Salvatore avremo molte benedizioni. E mano a mano che cresce la nostra fiducia nel Signore e la nostra obbedienza ai Suoi comandamenti, questa fiducia diventerà un elemento più costante della nostra vita e ci avvicineremo di più al nostro Padre nei cieli.

Testimonianza e incarico

Puoi raccontare un episodio della tua vita che rivela la tua disponibilità a confidare nel Signore. Porta testimonianza della verità di questo principio del Vangelo.

Esorta i membri della classe a confidare nel Salvatore. Quando incontrano una difficoltà sul loro cammino, esortali a rivolgersi al Signore per avere la forza necessaria per superarla, e a confidare in Lui per avere conoscenza e aiuto.