2013
Attratti dal tempio
aprile 2013


Attratti dal tempio

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Anziano Jairo Mazzagardi

A molte brave persone il tempio ispira sentimenti che possono arrivare subito al cuore.

Prima di essere chiamato a far parte del Secondo Quorum dei Settanta, io e mia moglie trascorremmo diversi anni di servizio presso i templi di Campinas e di San Paolo, in Brasile. In entrambi i templi ero spesso colpito dal fatto che le persone che passavano lì vicino erano talmente attratte dal tempio da fermarsi, entrare e chiedere informazioni in proposito.

Quando entravano le informavamo che non potevano andare oltre senza un’adeguata preparazione. Poi spiegavamo loro lo scopo del tempio, condividevamo alcune dottrine basilari del Vangelo e le invitavamo a incontrare i missionari. A molte brave persone il tempio ispira sentimenti che possono arrivare subito al cuore.

Io e mia moglie, Elizabeth, conosciamo personalmente il potere di tali sentimenti. Circa quarant’anni fa, un buon amico e collega, membro della Chiesa, iniziò a parlarci del Vangelo durante conversazioni informali. Mandò i missionari a farci visita in diverse occasioni. Ci piacevano e accettammo di seguire le lezioni missionarie, ma non eravamo davvero interessati a ciò che avevano da insegnare.

Tutto cambiò nell’ottobre del 1978, quando il mio collega invitò diversi amici, compresi noi, all’apertura al pubblico del tempio di San Paolo, in Brasile. Noleggiò diversi autobus a proprie spese in modo che i suoi amici potessero accompagnarlo al tempio, che distava circa 80 chilometri.

Quando Elizabeth entrò nel battistero, provò qualcosa che non aveva mai provato prima, qualcosa che poi riconobbe come lo Spirito Santo. Provava un sentimento di grande gioia nel cuore. In quel momento seppe che la Chiesa era vera e che era la Chiesa alla quale voleva unirsi.

Provai un sentimento simile alla fine della visita, quando fummo scortati nella sala dei suggellamenti e ci venne insegnata la dottrina delle famiglie eterne. Quella dottrina mi colpì profondamente. Ero un professionista di successo, ma avevo provato a lungo un vuoto nell’anima. Non sapevo cosa potesse colmarlo, ma avevo la sensazione che avesse a che fare con la famiglia. Lì, nella sala dei suggellamenti, le cose iniziarono ad avere senso nella mente e nel cuore.

Dopo pochi giorni i missionari ci contattarono di nuovo. Questa volta eravamo veramente interessati ad ascoltare il loro messaggio.

Gli anziani ci invitarono a pregare con convinzione per sapere la verità. Decisi che era l’unico modo in cui potevo pregare. Sapevo che non potevo prendere l’impegno di unirmi alla Chiesa senza avere una testimonianza reale. Ero ansioso di rivolgermi al Padre Celeste per chiedere una Sua conferma ma, allo stesso tempo, ero sicuro che mi avrebbe risposto. Gli parlai dei profondi desideri del mio cuore e Gli chiesi di darmi una risposta che mi avrebbe assicurato che unirmi alla Chiesa era la cosa giusta da fare.

La settimana successiva, alla Scuola domenicale, l’amico che ci aveva invitato all’apertura al pubblico del tempio era seduto dietro di me. Si chinò in avanti e cominciò a parlare con me. Le parole che disse risposero esattamente a ciò per cui avevo pregato. Non avevo dubbi che il Padre Celeste mi stesse parlando mediante lui. A quel tempo ero un uomo inflessibile e indurito, ma il mio cuore si sciolse e iniziai a piangere. Quando il mio amico ebbe terminato, invitò me e mia moglie a essere battezzati. Accettammo.

Il 31 ottobre 1978, meno di un mese dopo la nostra esperienza al tempio di San Paolo, fummo battezzati e confermati. Il giorno seguente partecipammo alla seconda sessione dedicatoria del tempio di San Paolo, in Brasile. Un anno dopo ritornammo al tempio con i nostri due figli per essere suggellati come famiglia. Tutte e tre le occasioni furono esperienze meravigliose e memorabili. Abbiamo continuato a perpetuare quei sentimenti frequentando il tempio regolarmente negli anni.

Ventotto anni dopo il nostro battesimo, io e mia moglie eravamo di nuovo nel tempio di San Paolo, in Brasile. Ero stato appena chiamato come presidente del tempio. Per noi è stata una dolce esperienza quella di camminare per i corridoi della casa del Signore e di riprovare i teneri sentimenti che erano stati il motivo della nostra conversione.

Il tempio continua a portare una grande felicità a me e a mia moglie. Quando vediamo una giovane coppia entrare nel tempio per essere suggellata come famiglia eterna, proviamo una grande speranza.

Molte persone in tutto il mondo sono pronte ad ascoltare il messaggio del Vangelo. Provano una sete simile a quella che provai io più di trent’anni fa. Il tempio e le sue ordinanze sono abbastanza potenti da soddisfare quella sete e riempire il loro vuoto.

Fotografia di Laureni Fochetto