2004
Il sacerdozio restaurato
Aprile 2004


Il sacerdozio restaurato

Seguono alcuni esempi dell’influenza che il sacerdozio ha in tutto il mondo, raccontata tramite le testimonianze di coloro che lo detengono.

Il 15 maggio 1829 Giovanni Battista, quando apparve a Joseph Smith e Oliver Cowdery sulla riva del fiume Susquehanna, conferì loro il Sacerdozio di Aaronne. Poco tempo dopo, anche Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre apostoli di Gesù Cristo menzionati nel Nuovo Testamento, apparvero a Joseph Smith e Oliver Cowdery e conferirono loro il Sacerdozio di Melchisedec.

Nei 175 anni successivi il sacerdozio, che è il potere e l’autorità di agire nel nome di Dio, è stato conferito in modo ordinato a ragazzi e a uomini di tutto il mondo, dando loro l’autorità di celebrare le sacre ordinanze del Vangelo che sono una benedizione nella vita di uomini, donne e bambini in ogni dove.

Il Sacerdozio di Aaronne

Il Sacerdozio di Aaronne prende il nome da Aaronne, fratello di Mosè. Questo sacerdozio agisce sotto l’autorità del Sacerdozio di Melchisedec. Coloro che lo detengono hanno l’autorità di celebrare alcune ordinanze del Vangelo che aiutano le persone a prepararsi a ricevere lo Spirito Santo e a tornare a vivere con il Padre celeste. Il dovere principale dei detentori del Sacerdozio di Aaronne è di «invitare tutti a venire a Cristo» (DeA 20:59). Il Sacerdozio di Aaronne aiuta coloro che lo detengono a prepararsi per il Sacerdozio di Melchisedec. I quattro uffici del Sacerdozio di Aaronne sono diacono, insegnante, sacerdote e vescovo.

Diacono. Un giovane degno può essere ordinato all’ufficio di diacono all’età di 12 anni. Allora egli può assolvere i compiti propri del sacerdozio come distribuire il sacramento, raccogliere le offerte di digiuno, fungere da usciere, essere messaggero del vescovo o presidente di ramo e partecipare alla cura delle proprietà della Chiesa.

«Quando distribuisco il sacramento penso a Gesù Cristo che si è sacrificato per noi. Egli si ricorda di me e io mi ricordo di Lui», dice Cornelius Williams, 13 anni, del Rione di Abura, Palo di Cape Coast, Ghana.

È una solenne responsabilità rappresentare il Salvatore nel distribuire i sacri emblemi del sacramento ai membri della congregazione. Questo pensiero ispira riverenza. «Il pane rappresenta il corpo di Gesù Cristo e l’acqua rappresenta il Suo sangue», dice Benjamin Opoku Gyewu, 12 anni, anch’egli del Rione di Abura. «Quando è il mio turno di distribuire il sacramento», dice Jacob Abow Acquah, 12 anni, del Secondo Rione di Cape Coast, «penso a quando Gesù diede il sacramento ai Suoi apostoli».

Quando i diaconi prendono questi emblemi del sacrificio del Salvatore, l’ordinanza può assumere un significato personale. Jorge Benjamín Cervantes Gutiérrez, 13 anni, del Rione di Libertad, Palo di Reforma, Guadalajara, in Messico, dice: «Prendere il sacramento significa che possiamo rinnovare le nostre alleanze e pentirci dei nostri peccati». Egli riconosce anche che detenere il sacerdozio è una benedizione per la sua famiglia. «Mia madre è felice di avere un figlio che detiene il sacerdozio perché vuole avere le benedizioni del sacerdozio nella nostra casa. È molto importante per lei», dice Jorge.

Molti di coloro che detengono il Sacerdozio di Aaronne si rendono conto che è una preparazione per una vita di servizio altruistico. Gerardo Emmanuel Bagnati, 12 anni, del Rione di Floresta, Palo di Liniers Buenos Aires, in Argentina, dice: «Ho sempre atteso con impazienza di ricevere il sacerdozio. Amavo fare domande a mio padre e mio nonno riguardo al sacerdozio e ascoltare le loro esperienze. Quando finalmente è giunta la mia ordinazione, mi sono alzato e ho ringraziato il Signore per la Sua fiducia in me e Gli ho promesso di non deluderLo mai intenzionalmente. Quando mio padre ha posto le sue mani sul mio capo e mi ha ordinato diacono, ho sentito di aver smesso di essere un bambino e di essere diventato un adulto. Non lo dimenticherò mai».

Insegnante. A quattordici anni, un giovane degno può essere ordinato insegnante. Sebbene possa continuare ad assolvere i doveri propri di un diacono, egli svolge anche altri compiti come preparare il sacramento, fare insegnamento familiare, prendersi cura dei membri del rione o ramo e aiutarli a vivere il Vangelo (vedere DeA 20:53–59).

Luka Pečnik, 15 anni, del Ramo di Celje, Distretto di Lubiana, in Slovenia, è «molto felice di aiutare a preparare il sacramento». Ansioso di imparare di più riguardo alle sue responsabilità nel sacerdozio, Luka dice di non voler perdere neanche una riunione domenicale. Inoltre, egli vede un collegamento tra l’onorare il sacerdozio e l’osservare i comandamenti. «Cerco di vivere degnamente in modo che il Signore sia compiaciuto del mio operato», ha detto.

Joshua Adduru, 15 anni, presidente del quorum degli insegnanti nel Rione di Bagbag, Palo di Quezon City, nelle Filippine, arriva in chiesa «prima della maggior parte dei membri del rione per assicurarsi che il sacramento sia pronto prima dell’inizio della riunione. Mi fa sentire bene il fatto di sapere che il Signore ha fiducia che io possa aiutarLo nella Sua opera». Per spiegare il motivo per cui questo incarico è tanto significativo per lui, Joshua cita un versetto: «Il Signore ha detto che le Sue ‹sofferenze fecero sì che io stesso, Iddio, il più grande di tutti, tremassi per il dolore e sanguinassi da ogni poro, e soffrissi sia nel corpo che nello spirito› (DeA 19:18). Nessun altro potrebbe fare ciò che Gesù Cristo ha fatto per noi. Quando prendiamo degnamente il sacramento, ci avviciniamo a Lui».

La possibilità di fare insegnamento familiare «è un altro modo per essere di beneficio agli altri», dice Joshua. «Ogni mese portiamo il messaggio della Prima Presidenza alle famiglie che ci sono assegnate. Il messaggio le aiuta a sopportare le difficoltà che affrontano ogni giorno. Le nostre visite ci aiutano ad avvicinarci a loro. Chiediamo loro come stanno, quali preoccupazioni li affliggono e se ci sono dei problemi nei quali possiamo aiutarli o per cui possono rivolgersi al vescovo. Li aiutiamo a sentirsi amati e benvenuti. Se ci sono dei giovani in famiglia, li invito a partecipare alla AMM e alle altre attività».

Sacerdote. Un giovane degno può essere ordinato sacerdote a sedici anni. Sebbene possa continuare a svolgere i compiti di diacono e insegnante, ne svolge anche degli altri, come battezzare, benedire il sacramento e ordinare altri sacerdoti, insegnanti e diaconi (vedere DeA 20:46–51).

Alexandr Masenkov, 17 anni, del Ramo di Nevsky, Distretto di San Pietroburgo, in Russia, era nervoso la prima volta in cui benedì il sacramento. «Mi preparai per tutta la settimana», ricorda. «Quando benedissi il sacramento la prima volta, lo Spirito toccò il mio cuore. Una volta fui incaricato insieme a mio padre di portare il sacramento a un uomo cieco e paralitico. Fu la prima volta che benedissi il sacramento al di fuori della cappella. Sentii di avere la responsabilità di essere un servitore e testimone di Gesù Cristo e di fare ciò che Egli farebbe se fosse presente».

Joel Bader, 16 anni, del Rione di Pratteln, Palo di Berna, in Svizzera, dice di sentire lo Spirito «quando mi sono preparato spiritualmente. Quando durante la settimana penso a chi sono veramente e a ciò che devo fare, è più facile osservare i comandamenti, essere certo di usare un linguaggio pulito ed essere un buon esempio». Egli apprezza la possibilità di far parte di un quorum del sacerdozio. «Quando fai parte di un quorum, puoi imparare molto su come andare d’accordo con gli altri, programmare e dirigere delle riunioni. La parte più importante del sacerdozio è il servizio reso agli altri e il ricevimento delle benedizioni attraverso il sacerdozio». Joel fu battezzato da suo fratello maggiore che era sacerdote. Quando Joel fu ordinato all’ufficio di sacerdote, chiese a un amico che era già sacerdote di prendere parte all’ordinazione.

David Wichtermann, 17 anni, membro del Rione di Schwamendingen, Palo di Zurigo, in Svizzera, sa cosa significa essere benedetto dal sacerdozio. «Stavo male e provavo molto dolore», dice. «Quando mio padre mi diede una benedizione, il dolore se ne andò immediatamente. Non vedo l’ora di poter usare il sacerdozio per impartire delle benedizioni». Nel frattempo David ama servire con l’autorità del sacerdozio che già detiene. «Ho potuto partecipare all’ordinazione di mio fratello all’ufficio di diacono. Si prova un bel sentimento nell’ordinare qualcuno al sacerdozio».

Vescovo. In ogni rione, un sommo sacerdote è ordinato e messo a parte come vescovo: un ufficio del Sacerdozio di Aaronne. Il vescovo presiede al Sacerdozio di Aaronne del suo rione ed è il presidente del quorum dei sacerdoti. Egli inoltre fornisce direttive riguardo la cura dei poveri e presiede agli affari temporali. Come sommo sacerdote presiedente, egli ha l’autorità di presiedere all’intero rione, di servire come giudice in Israele e di intervistare i fedeli per il rilascio della raccomandazione per il tempio, le ordinazioni al sacerdozio e per altri motivi.

Lu Ming-De, 38 anni, è vescovo del Rione di Neihu, Palo di Taipei Est, a Taiwan. «Devo essere un servitore umile», egli dice, «per poter servire gli altri come fece il Salvatore. Il sacerdozio deve essere usato per benedire gli altri, piuttosto che per governare su di loro ingiustamente. È per glorificare Dio, non l’individuo».

Come presidente del Sacerdozio di Aaronne del suo rione, il vescovo Lu dice di nutrire «molte speranze nei confronti dei nostri giovani uomini. Voglio che tutti loro diventino dei fedeli e diligenti detentori del sacerdozio. Questo processo richiede tempo e molta pazienza e amore. Penso che vi siano dei passi essenziali che i giovani uomini devono compiere per crescere nel sacerdozio: frequentare il seminario, svolgere la missione e sposarsi nel tempio».

Gran parte del lavoro di un vescovo consiste nel consigliare i membri del rione. «Un’intervista è una possibilità per far provare ai membri l’amore di Dio e per ricevere consiglio. È un’occasione per ricordare ai membri le dottrine e gli insegnamenti che possono aiutarli a risolvere i problemi e guarirli spiritualmente».

In qualità di vescovo del Rione di Alberto González, nel Palo di Conchalí, a Santiago del Cile, Luis Alberto Rodríguez Alarcón, 43 anni, si sforza di accrescere la frequenza alla riunione sacramentale e «aiutare ogni membro del rione a prepararsi a tornare alla presenza del nostro Padre nei cieli». Una delle sue principali responsabilità è la sua chiamata di presidente del Sacerdozio di Aaronne. «La mia meta è di rafforzare i giovani uomini e aiutarli a prepararsi per svolgere una missione a tempo pieno», egli racconta. Alla domenica, egli si incontra con il quorum dei sacerdoti. «Cerco di assicurarmi che prima che un giovane uomo lasci il quorum dei sacerdoti, abbia ricevuto una chiamata. Noi diamo a tutti i giovani uomini la possibilità di servire per poter crescere».

Il vescovo Rodríguez dice di aver avuto successo con i giovani uomini e le giovani donne perché «non sono solo il loro vescovo, ma anche il loro amico. Mi incontro e parlo insieme a loro, li istruisco e mostro loro il mio affetto. Sia che ci troviamo in classe, nel mio ufficio o a un’attività, parliamo insieme e li incoraggio a esprimersi. La mia maggiore preoccupazione è di essere con loro il più possibile. Io ho avuto lo stesso rapporto con il mio vescovo a Concepción, in Cile», ricorda. «Il vescovo Pascual Saavedra mi ha sempre sostenuto e io cerco di fare altrettanto per ciascuno dei miei giovani».

Il Sacerdozio di Melchisedec

Il sacerdozio superiore originariamente era conosciuto come «Santo Sacerdozio secondo l’ordine del Figlio di Dio. Ma per rispetto, ossia riverenza, per il nome dell’Essere Supremo, per evitare la ripetizione troppo frequente del suo nome» lo si chiama Sacerdozio di Melchisedec, secondo il nome di «un grandissimo sommo sacerdote» che visse ai giorni di Abrahamo (vedere DeA 107:2–4). I detentori del Sacerdozio di Melchisedec possono svolgere tutti i compiti pertinenti al Sacerdozio di Aaronne. Gli uffici del Sacerdozio di Melchisedec sono anziano, sommo sacerdote, patriarca, settanta e apostolo.

Anziano. Gli anziani sono chiamati a insegnare, battezzare e vegliare sulla Chiesa. Hanno l’autorità di conferire il dono dello Spirito Santo tramite l’imposizione delle mani, di dirigere le riunioni, di benedire gli infermi e imporre il nome ai bambini piccoli dando loro anche una benedizione.

Quando Makoto Ishizaka, 26 anni, del Rione di Senzokuike, Palo di Yokohama, in Giappone, compì diciotto anni, ricevette il Sacerdozio di Melchisedec e fu ordinato anziano da suo padre. Sebbene Makoto fosse ancora uno studente di scuola superiore, c’era l’urgente necessità che egli servisse la sua famiglia quale detentore del Sacerdozio di Melchisedec. Suo fratello di quattordici anni, Isamu, aveva un tumore maligno al cervello.

Non appena Isamu si svegliò dopo l’intervento, le sue prime parole furono: «Posso avere una benedizione?» Per più di un anno, Makoto si è unito al padre nel dare frequenti benedizioni del sacerdozio a Isamu. «Prima di dare la benedizione, pregai e meditai nella piccola stanza dell’ospedale», racconta Makoto. «Quando impartisco delle benedizioni, sento che il Padre celeste mi usa come uno strumento nelle Sue mani».

Mentre era in ospedale, Isamu ha studiato le lezioni del seminario, non si è lamentato e ha espresso gratitudine per le sue benedizioni. Quando le sue condizioni sono improvvisamente peggiorate, Makoto ha pregato con disperazione: «Perché sta succedendo questo?» Poi ha percepito la voce del Signore. «Mi colpì profondamente. Attraverso lo Spirito, seppi che c’era bisogno di Isamu in cielo. La mia collera e l’inquietudine svanirono e furono mutati in pace e speranza. Quarantotto ore più tardi, Isamu passò a miglior vita. Aveva sedici anni». Makoto dedicò la tomba di Isamu e ricevette le ordinanze del tempio per conto di suo fratello. In seguito svolse una missione a tempo pieno. «Il sacerdozio benedice sia chi celebra l’ordinanza sia chi la riceve, e può purificare entrambi», egli dice.

Simione Sema, 29 anni, anziano del Terzo Rione di Suva, Palo di Suva, a Figi, è archivista di palo e presidente dei Giovani Uomini di rione. Egli dice: «Quando fui ordinato al Sacerdozio di Melchisedec tutto era nuovo per me e a volte mia moglie doveva ricordarmi che potevo benedire gli infermi e celebrare i compiti propri del sacerdozio». Dopo che Simione, sua moglie e suo figlio furono suggellati nel tempio di Nuku’alofa, Tonga, nacque la loro bambina ed egli le diede una benedizione e celebrò l’imposizione del nome. «È stata un’esperienza incredibile», racconta. «Stavo svolgendo il mio compito di patriarca della mia famiglia! È meraviglioso benedire la mia famiglia e gli altri per mezzo del sacerdozio e sapere che posso avere accesso al potere del cielo che opera in base all’obbedienza e mediante l’onnipotente nome di Gesù Cristo».

Sommo Sacerdote. I sommi sacerdoti hanno il diritto e la responsabilità di presiedere. I fratelli sono ordinati sommi sacerdoti quando sono chiamati a far parte di una presidenza di palo, di un sommo consiglio o vescovato, oppure quando altrimenti stabilito dal presidente del palo.

Wolfgang Pilz, 50 anni, sommo sacerdote del Rione di Darmstadt, è presidente del Palo di Mannheim, in Germania. Egli dice: «Nella mia vita ho ricevuto molte benedizioni tramite il potere del sacerdozio, come quando mio padre, mio nonno, il vescovo, il presidente di palo o un apostolo del Signore hanno posto le loro mani sul mio capo e mi hanno conferito l’autorità del sacerdozio o mi hanno messo a parte per un incarico di chiesa. Essi hanno parlato nel nome del Signore e hanno invocato su di me le Sue benedizioni». In cambio, il presidente Pilz ha potuto, come dice lui, «invocare le benedizioni del cielo sui miei cari. È diventato naturale per i miei figli chiedermi una benedizione per affrontare le difficoltà».

Presiedere a un palo «spesso è un pesante fardello», egli dice, «soprattutto quando penso alle centinaia di migliaia di persone che risiedono nella zona del nostro palo che ancora non conoscono a sufficienza il Vangelo. Mediante il sacerdozio e un diretto collegamento con il cielo, riesco a portare il carico, la stanchezza e il nervosismo si dissolvono, sostituiti dalla pace interiore e dalla sicurezza».

Alcune delle più grandi esperienze del presidente Pilz nelle sue chiamate riguardano l’aiuto offerto ai membri della Chiesa nel processo di pentimento. «Nulla mi porta più pace e soddisfazione dello sperimentare con gli altri il miracolo del perdono divino».

Gérard Jean Caussé, 40 anni, del Rione di Versailles, è il presidente del Palo di Parigi, in Francia. Egli cerca di essere una guida secondo «l’esempio dato da Gesù Cristo». «Colui che presiede deve essere il servitore. Non deve solo dare delle regole o dire alle persone come impostare la loro vita; piuttosto deve insegnare loro a sostenersi spiritualmente da soli. Io raggiungo il mio scopo quando qualcuno acquisisce la capacità di ricercare e ricevere, tramite lo Spirito Santo, l’ispirazione per fare ciò che è giusto».

La delega consente agli altri di fornire aiuto e crescere. Io apprezzo le persone che mi circondano con cui condivido le responsabilità. I miei consiglieri mi danno delle buone idee e rappresentano il Salvatore nel loro lavoro. Io provo lo stesso per i membri del sommo consiglio, i vescovi e tutti i dirigenti del palo. La presidentessa della Società di Soccorso conosce bene le sorelle e vede molte cose che da solo non noterei».

L’aspetto della sua chiamata che gli dà maggiore forza è intervistare i membri del palo. «Quando cerco di aiutare qualcuno nelle interviste, spesso vengo io stesso arricchito, nutrito, confortato e consolato, anche nelle situazioni più difficili», egli dice.

Patriarca. I patriarchi impartiscono le benedizioni patriarcali ai membri della Chiesa. Queste benedizioni vengono registrate e trascritte per poter essere studiate per tutta la vita; offrono a chi le riceve una visione delle sue opportunità spirituali, indicano il lignaggio di appartenenza e danno parole di consiglio e benedizione.

Humberto Ardón Hernández, 77 anni, è membro del Rione di Victorias ed è il patriarca del Palo di Las Victorias, a Città del Guatemala. «È un privilegio eccezionale essere uno strumento nelle mani del Signore per benedire i Suoi figli. La chiamata di patriarca è volta a benedire, non a svolgere compiti amministrativi. Un patriarca dovrebbe considerare la sua chiamata con dedizione totale e assicurarsi di vivere degnamente per avere l’influenza dello Spirito del Signore». A coloro che non hanno ancora ricevuto la benedizione patriarcale, il fratello Ardón dice: «Vi esorto a fare tutto quanto è necessario per ottenere questa magnifica benedizione». E a coloro che hanno la benedizione patriarcale egli dice: «Leggetela spesso. Troverete i messaggi di un affettuoso Padre che desidera benedirvi».

Jack R. Carver, 62 anni, è membro del Quarto Rione di Yuma ed è il patriarca del Palo di Yuma, in Arizona. Per essere pronto a dare delle benedizioni, dice il fratello Carver, «sono molto più serio nel vivere ogni giorno il Vangelo nel modo migliore. È un pensiero sempre presente nella mia mente». Il fratello Carver ha anche scoperto che avere lo Spirito durante una benedizione «dipende molto dalle persone che vengono a riceverla. Anche loro devono prepararsi e venire con un atteggiamento di devozione».

José Humberto González Garza, 69 anni, membro del Rione di Campestre, è patriarca del Palo di Monterrey, in Messico, e ha visto cambiare la vita di molte persone grazie alle benedizioni patriarcali. Egli ricorda una donna anziana a cui fu promesso che avrebbe servito nel tempio. Ella pensò che non sarebbe mai potuto succedere per via dell’età e della distanza dal tempio. In seguito però fu costruito un tempio nelle vicinanze ed ella provò la gioia di servire.

«Sono molto soddisfatto quando compio il mio dovere», dice il fratello González. Poiché è parzialmente cieco, egli utilizza un bastone per aiutarsi negli spostamenti. Inoltre ha un apparecchio acustico. A volte pensa di non poter fare più tanto come una volta, ma aggiunge: «Quando i miei figli mi chiedono: ‹Stai per dare una benedizione, papà?› Rispondo: ‹No, sto per riceverla›».

Settanta. I settanta sono testimoni speciali di Gesù Cristo. Essi partecipano all’edificazione della Chiesa, al suo controllo e rafforzamento in qualsiasi parte del mondo a cui siano assegnati. I membri del Primo e Secondo Quorum dei Settanta sono sostenuti come Autorità generali. I membri del Terzo, Quarto e Quinto Quorum sono sostenuti come Settanta-Autorità di area.

«Quando sono ordinati, i membri dei Settanta ricevono l’autorità apostolica per portare testimonianza che Gesù è il Cristo e per andare per il mondo, a seconda delle indicazioni dei Dodici», spiega l’anziano Earl C. Tingey della presidenza dei Settanta.1

L’anziano Tan Su Kiong, 60 anni, Settanta-Autorità di area nell’Area Asia, è cittadino malese di discendenza cinese e risiede a Singapore. «La mia chiamata mi permette di vedere in azione la Chiesa a livello mondiale. Il mio incarico copre Mongolia, Cambogia, Indonesia, India, Pakistan, Malesia, Sri Lanka, Singapore, Tailandia, Taiwan e Hong Kong». Questo incarico ha cambiato molto la sua prospettiva. «È come essere portati su ‹un’altissima montagna› e ricevere l’invito: ‹Guarda!› (vedere 1 Nefi 11:1, 8). Prendo parte alla visita delle missioni, alle conferenze e alle riorganizzazioni dei pali. Tutte queste esperienze richiedono di affidarsi allo Spirito per rafforzare i dirigenti, la fede e la comprensione».

Egli dice: «Quando partecipo alle riunioni in questi paesi e sento cantare gli inni di Sion, sento offrire le preghiere e portare testimonianza in molte lingue, oltre a vedere i missionari che insegnano e testimoniano, mi rendo conto di essere testimone dell’adempimento della profezia: ‹Avverrà in quel giorno che ognuno udrà la pienezza del Vangelo nella sua lingua e nell’idioma suo proprio, tramite coloro che saranno ordinati a questo potere› (DeA 90:11)».

L’anziano Tan ripete ciò che molti dirigenti del sacerdozio hanno detto sull’importanza del sostegno che ricevono dalla propria famiglia: «Non avrei questo privilegio o benedizione senza il sostegno di mia moglie e dei miei figli. Sono molto grato per la fede e la testimonianza di mia moglie e per la splendida influenza che ha sui nostri figli».

L’anziano Lindsay T. Dil, 52 anni, Settanta-Autorità di area nell’Area Australia/Nuova Zelanda, dice che «come Settanta impari presto ad amare le persone che non conosci nemmeno, perché lo Spirito conferma che sono figli e figlie di Dio. Viaggio spesso e ovunque vada incontro dei fedeli Santi degli Ultimi Giorni e dei meravigliosi dirigenti del sacerdozio. Mi sento umile nel provare un senso di inadeguatezza ma, con lo Spirito, riesco a fare ciò che il Signore mi chiede.

Ovunque vada cerco di portare il messaggio che Gesù è il Cristo e testimonio che ‹non v’è alcun’altra via o mezzo tramite il quale l’uomo possa essere salvato› (Alma 38:9). La mia testimonianza dell’espiazione del Salvatore è molto più profonda grazie a questa chiamata. Io sono un testimone del ruolo divino del Salvatore».

Apostolo. Gli apostoli sono testimoni speciali di Gesù Cristo in tutto il mondo. Quali membri della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici Apostoli, essi amministrano gli affari della Chiesa in tutto il mondo. Anche se ogni apostolo riceve tutte le chiavi del regno di Dio sulla terra, egli lavora sotto la direzione dell’apostolo più anziano: il presidente della Chiesa, che esercita tutte le chiavi.

Anziano Dallin H. Oaks, 71 anni, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, attualmente presidente dell’Area Filippine. «Il sacerdozio ha benedetto la mia vita mettendomi sotto l’alleanza di usare la sua autorità e di indirizzare i miei sforzi personali al servizio del Signore e dei Suoi figli. Questi impegni hanno avuto una profonda influenza che ha disciplinato le scelte che ho fatto nella vita. Il sacerdozio di Dio mi ha anche benedetto con la sicurezza che coloro che amo di più saranno miei per l’eternità, se saremo fedeli.

Quando osserviamo le alleanze connesse al sacerdozio, inevitabilmente portiamo dei benefici nella vita degli altri. Questo si compie mediante il nostro servizio reso al prossimo e il nostro esempio nel servire, che porta benefici a molti, oltre che alle persone direttamente interessate. Noi serviamo quando dirigiamo, insegnamo, officiamo nelle alleanze del sacerdozio e semplicemente quando osserviamo i comandamenti.

La parte più appagante della mia chiamata riguarda la possibilità di vedere la vita degli altri arricchita dalle benedizioni del vangelo di Gesù Cristo e dal frequentare le migliori persone al mondo: persone che offrono volontariamente la propria vita al servizio del Signore e disposte a sacrificare allegramente ciò che è richiesto».

L’anziano Oaks spiega il ruolo degli apostoli quali testimoni speciali di Gesù Cristo: «Un testimone speciale di Gesù Cristo è un testimone del sacerdozio, ovvero autorità del Signore, ed è testimone della Sua opera di salvezza quale Creatore, Redentore, Salvatore, Giudice, Luce e Vita del mondo. Questo significa testimoniare della verità e potere del piano di salvezza con tutte le sue dottrine, ordinanze, comandamenti, alleanze e benedizioni e testimoniare del suo glorioso scopo, che è per ogni figlio e figlia di Dio il raggiungimento del suo divino potenziale di vita eterna».

Qualcosa di stupendo e magnifico

Il presidente Gordon B. Hinckley ha detto che a coloro che hanno ricevuto il sacerdozio «è stato conferito qualcosa di stupendo e magnifico, un po’ della vera essenza della divinità… Ha a che fare con la vita e la morte, con la famiglia e con la Chiesa, con la grande e trascendente natura di Dio stesso e della Sua opera eterna».2

Per ulteriori istruzioni, vedere Principi evangelici, 84–91; vedere anche DeA 13, 20, 84, 107.
Nella preparazione di questo articolo, il personale delle riviste della Chiesa è stato assistito da: Michael e Marged Kirkpatrick, Ghana; Nestor Curbelo, Argentina; Albin Lotriã, Slovenia; Mike Ramirez, Filippine; Vladimir Egorov, Olga Dilevskaya e Sandra VanDyke, Russia; Shirleen Saunders, Svizzera; Emily Chien, Taiwan; Marcela Opazo Sandoval e Claudia Moncada Valdés, Cile; Okada Takuji, Giappone; Sera Balenagasau, Figi; Mark McKenzie, Germania; Jean-Marie Hauser, Francia; Virna Rodríguez, Guatemala; David e Linda Thornell, Hong Kong/Singapore; Susan Watkins, Australia/Nuova Zelanda.

NOTE

  1. «Settanta-Autorità di area: ‹Perché portino testimonianza del mio nome in tutto il mondo›», Liahona, ottobre, 2002, 28.

  2. «La lealtà», Liahona , maggio 2003, 58.