2006
Nuovi convertiti, nuove tradizioni
Ottobre 2006


Nuovi convertiti, nuove tradizioni

La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni non ha limiti di capacità. È un’entità vivente in crescita. Il Signore accoglie ogni anima che desidera pentirsi, passare attraverso la porta del battesimo e della confermazione ed entrare nel Suo regno. «Tutti coloro che si umiliano dinanzi a Dio e desiderano essere battezzati, e vengono innanzi con il cuore spezzato e lo spirito contrito, e testimoniano dinanzi alla chiesa che si sono veramente pentiti di tutti i loro peccati, e sono disposti a prendere su di sé il nome di Gesù Cristo e sono determinati a servirlo fino alla fine, e manifestano veramente con le loro opere di aver ricevuto lo Spirito di Cristo per la remissione dei loro peccati, saranno ricevuti nella sua chiesa mediante il battesimo» (DeA 20:37).

Avendo soddisfatto questi requisiti, noi che siamo battezzati diventiamo i figli di Dio tramite rinascita spirituale: «Se siamo figliuoli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo» (Romani 8:17). Noi entriamo a far parte della più straordinaria famiglia sulla terra e «lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio» (Romani 8:16). Pietro descrisse questa famiglia come «una generazione eletta, un real sacerdozio, una gente santa, un popolo che Dio s’è acquistato» (1 Pietro 2:9). Non fa alcuna differenza se siamo poveri o ricchi, istruiti o illetterati, vecchi o giovani, malati o sani: tutti siamo invitati a pentirci, essere battezzati e confermati ed entrare a far parte di questa famiglia singolare.

Quando diventiamo membri di questa nuova famiglia, dovremmo ricordare che «non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù» (Galati 3:28). In questa Chiesa non ci sono strati sociali. Nessuno è migliore di qualcun altro, poiché Dio non ha «riguardo alla qualità delle persone» (DeA 1:35).

Ciò che questa famiglia può essere, viene descritto magnificamente da Mormon dopo la visita del Salvatore nel continente americano: «Non vi erano affatto contese nel paese, a motivo dell’amor di Dio che dimorava nei cuori del popolo.

E non c’erano invidie, né lotte, né tumulti, né prostituzioni, né menzogne, né omicidii, né alcuna sorta di lascivia; e certamente non poteva esservi un popolo più felice fra tutti i popoli che erano stati creati dalla mano di Dio.

Non vi erano ladri, né omicidi, né c’erano Lamaniti, né alcuna sorta di -iti; ma erano come uno solo, figlioli di Cristo ed eredi del regno di Dio» (4 Nefi 1:15–17).

Quando ci uniamo al regno di Dio sulla terra, ci lasciamo alle spalle le nostre vecchie tradizioni che non sono in armonia col Vangelo, e prendiamo su di noi una nuova cultura con nuove tradizioni. La nostra fedeltà è rivolta a Gesù Cristo e ai Suoi profeti. Abbandoniamo le vecchie cose che inquinano il corpo, la mente e lo spirito e ci atteniamo a un miglior modo di vivere. Alcune delle splendide tradizioni che adottiamo come nuovi membri della Chiesa sono le seguenti:

  1. 1. Cantiamo gli inni. Troppi esitano a cantare gli inni della Chiesa, pensando di avere una voce non abbastanza bella o che richieda troppo sforzo. Ricordate che «il canto dei giusti è una preghiera per me», dice il Signore (DeA 25:12). Giovani o anziani, aprite la vostra bocca e cantate! Questo vi aiuterà a sentirvi parte della famiglia della Chiesa e porterà lo Spirito nella vostra vita.

  2. 2. Frequentate tutte le nostre riunioni. La domenica partecipiamo alle nostre riunioni, inclusa la riunione sacramentale, e durante la settimana frequentiamo altre attività a cui siamo invitati. Noi partecipiamo per conoscere di più il Salvatore, rinnovare le alleanze che abbiamo fatto con Lui al battesimo prendendo il sacramento, e per parlare e apprendere i principi importanti del Vangelo. Ci viene anche data la possibilità di conoscere socialmente i nostri fratelli e sorelle in questa nuova famiglia e di coltivare amicizie eterne.

  3. 3. Digiuniamo e paghiamo le nostre offerte di digiuno. La legge del digiuno è il modo in cui Dio ci insegna la carità, il puro amore di Cristo, provvedendo ai poveri e ai bisognosi tra noi. È previsto che ogni fedele che sia fisicamente in grado di farlo, si privi di cibo o bevande per due pasti una volta al mese, durante la domenica di digiuno, e poi dia come contributo alla Chiesa la somma risparmiata per quei due pasti per soccorrere i nostri fratelli che sono nel bisogno. Ci sono poche cose che ci rendono più umili e ci aiutano ad avvicinarci al Signore come il digiuno associato alla preghiera.

  4. 4. Paghiamo la decima. La decima è un decimo delle nostre entrate. Questo denaro viene restituito al Signore grazie alla Sua bontà nei nostri confronti. Questo denaro è utilizzato per far progredire l’opera del Signore, costruendo cappelle e templi, mandando i missionari a predicare il Vangelo, stampando il materiale pubblicato dalla Chiesa e svolgendo tante altre attività significative. Ogni membro della Chiesa, giovane e vecchio, è tenuto a pagare la decima.

    Spesso diciamo: «La decima non è una questione di soldi, ma di fede». Il Signore ha detto: «Mettetemi alla prova in questo… e vedrete s’io non v’apro le cateratte del cielo e non riverso su voi tanta benedizione che non vi sia più dove riporla» (Malachia 3:10). Non possiamo permetterci di negare la nostra decima a Colui che ci dà tutto.

  5. 5. Teniamo la preghiera familiare e individuale. Il Salvatore ci ha comandato di pregare sempre. La preghiera ci consente di comunicare personalmente con il nostro Padre celeste nel nome di Suo Figlio, Gesù Cristo. Ogni preghiera viene udita e riceve risposta nel modo e nel tempo stabilito da Dio, e anche se la risposta non è ciò che volevamo o che ci aspettavamo, è sempre una benedizione. Dovremmo cogliere l’occasione di dire una preghiera di ringraziamento in occasione di ogni pasto e di pregare mattina e sera in famiglia e singolarmente. Tramite la preghiera impariamo a conoscere il nostro Padre celeste e Suo Figlio, Gesù Cristo. Conoscere Loro significa avere la vita eterna (vedere Giovanni 17:3).

  6. 6. Teniamo la serata familiare il lunedì sera. Il lunedì sera viene tenuto libero dalle altre attività per permetterci di stare insieme in famiglia. È un momento meraviglioso per studiare le Scritture, divertirsi e svolgere attività interessanti, fare progetti futuri per la famiglia e progredire così insieme spiritualmente.

    Adattate la serata familiare alle necessità della vostra famiglia e secondo come è composta. Se siete soli, chiedete al vostro vescovo o presidente di ramo di poter formare gruppi per la serata familiare. Anche se non siete sposati o non avete figli, potete sempre trarre beneficio dalla serata familiare adattandola alla vostra situazione.

  7. 7. Abbiamo delle chiamate nella Chiesa. Ogni fedele dovrebbe avere un incarico per servire i suoi fratelli e sorelle nella Chiesa. Il presidente J. Reuben Clark Jr. (1871–1961), primo consigliere della Prima Presidenza, disse: «Al servizio del Signore, non conta dove servite, ma è come servite che è importante».1 Non aspiriamo ad avere delle chiamate né dovremmo rifiutarci di servire, anche se non ci sentiamo all’altezza dell’incarico. Quando ci serviamo gli uni gli altri, serviamo Dio e accresciamo l’amore per i nostri simili e per il nostro Padre celeste.

    Il presidente Gordon B. Hinckley ha detto molte volte che ogni convertito ha bisogno di un amico, un incarico e di essere nutrito mediante la buona parola di Dio.2 Servirsi a vicenda è una delle più grandi tradizioni che abbiamo nella Chiesa.

  8. 8. Ci prepariamo ad andare al tempio. Solo coloro che sono fedeli possono entrare nel tempio, la casa del Signore. Nel tempio noi partecipiamo alle ordinanze e stringiamo le alleanze per noi stessi e per i nostri antenati. Nessuna cosa impura può entrare alla presenza di Dio. Per entrare nel tempio, è necessaria una raccomandazione, che è firmata dal vescovo e dal presidente del palo (o dal presidente del ramo e dal presidente della missione). Il tempio ci prepara a ricevere il privilegio più sublime di tutti, ossia entrare nel regno celeste dove dimorano Dio e Cristo. «Le famiglie sono eterne» ma solo grazie alle alleanze e ordinanze del tempio.3

  9. 9. Studiamo quotidianamente le Scritture. Ci è stato raccomandato di studiare le Scritture ogni giorno. Il profeta Joseph Smith dichiarò che «il Libro di Mormon è il più giusto di tutti i libri sulla terra e la chiave di volta della nostra religione, e che un uomo si avvicina di più a Dio obbedendo ai suoi precetti che a quelli di qualsiasi altro libro» (Introduzione del Libro di Mormon). Certamente dovremmo studiare le Scritture ogni giorno, soprattutto il Libro di Mormon.

  10. 10. Osserviamo la Parola di Saggezza. Dio ha istruito i Suoi figli che seguendo la Sua legge di salute, essi possono essere forti nel corpo e nello spirito. Ci è raccomandato di astenerci da alcol e tabacco in ogni forma. Ci è stato detto che il tè e il caffè sono dannosi per il corpo. La droga crea dipendenza; distrugge i sensi e rende inefficiente il corpo. L’esercizio fisico, quando fatto con saggezza, può rafforzarci e prolungare la nostra esistenza. La promessa a coloro che obbediscono a questo comandamento è che «riceveranno salute nell’ombelico e midollo nelle ossa. E troveranno saggezza e grandi tesori di conoscenza, sì, dei tesori nascosti; E correranno e non si stancheranno, e cammineranno e non si affaticheranno» (DeA 89:18–20).

Molte altre tradizioni fanno parte della nuova cultura che abbiamo abbracciato, ma queste dieci ci aiuteranno a rimanere uniti e vicini al Signore. Sono certo che man mano che tutti noi progrediamo in comprensione, diventiamo più maturi, obbedienti alla volontà del Padre e del Figlio, abbracceremo con entusiasmo queste tradizioni e diverremo eredi del Padre nella Sua splendida famiglia. Pietro lo espresse meglio: «Onorate tutti. Amate la fratellanza. Temete Iddio» (1 Pietro 2:17). Queste tradizioni speciali formeranno e rinforzeranno i legami eterni nella nuova famiglia a cui tutti apparteniamo: la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

L’anziano F. Melvin Hammond è stato membro dei Settanta dal 1989 al 2005.

Note

  1. «Not Where You Serve, but How», Improvement Era, giugno 1951, 412.

  2. Vedere «Pascete gli agnelli», La Stella, luglio 1999, 122–123.

  3. Vedere Inni, 189.