2010
Un abbraccio per Jennifer
Agosto 2010


Un abbraccio per Jennifer

«Sta’ di buon animo» (Matteo 9:22).

Jennifer chiuse la porta della sua stanza e si gettò sul letto. Asciugò le calde lacrime che le bagnavano le guance e cercò di calmare i singhiozzi.

Aveva appena litigato con il fratello e la sorella maggiori. Mamma e papà erano andati a fare la spesa e sembravano non tornare mai.

Jennifer si sentiva malissimo. Per quanto cercasse di impedire alle labbra di tremare, continuava a sentirsi profondamente triste. «Se mamma e papà fossero a casa, mi sentirei molto meglio», pensò.

Allora Jennifer ricordò una cosa che aveva imparato in Primaria riguardo alla preghiera. L’insegnante aveva detto: «Potete pregare in qualunque momento, sia quando siete felici che quando siete tristi».

Jennifer si inginocchiò accanto al letto. Si tirò la coperta sulla testa così non si sarebbe interrotta se qualcuno avesse aperto la porta. Si asciugò di nuovo le lacrime, piegò le braccia e iniziò a pregare.

«Padre celeste», disse, «ti prego, perdonami per avere litigato con mio fratello e mia sorella oggi. E, per favore, aiutami a sentirmi meglio. Nel nome di Gesù Cristo. Amen».

Ora Jennifer non aveva più voglia di piangere. Lentamente, il dolore che provava si trasformò in un caldo sentimento di pace. Si sentì felice e amata, come se qualcuno la stesse abbracciando.

Quando più tardi tornarono i genitori, Jennifer si era già scusata con i fratelli e stava giocando di nuovo con loro. Quando la mamma apparve sulla porta, Jennifer corse ad abbracciarla. L’abbraccio della mamma era meraviglioso, ma Jennifer aveva imparato che, anche quando la mamma non era a casa, lei poteva sentire il confortante amore del Padre celeste.

Illustrazione di James Johnson